mercoledì 29 febbraio 2012

i prossimi 12 articoli di vvice



1. la pornografia in corea del nord
2. i coca party in timor leste
3. il fenomeno degli arabi sauditi che si fanno fare le foto con gli elmetti di dart fener
4. la dimostrazione scientifica che katarina olendzskaia è un fake
5. gli ospedali in kazakhistan (un inviato di vvice sotto acido si è fatto fare l'appendicite)
6. l'articolo di costume di bucknasty né destra né sinistra, né main né sidestream
7. il fotocasting di kern in alaska
8. il watercooling con il dr. pepper
9. intervista ai buttafuori del panorama bar x la door policy
10. i palazzi di benin city tirati su con lo scam nigeriano
11. cosa vuol dire essere hipster in angola
12. la regola 34

martedì 28 febbraio 2012

travaglio che livello

Siamo proprio al livello zero
x travaglio film oscar = bel film
e invece è un'idea scontatissima
quasi + vecchia ancora dell'epoca che racconta



Marco Travaglio per il "Fatto quotidiano"
MARCO TRAVAGLIOMARCO TRAVAGLIOFRANCESCO PICCOLOFRANCESCO PICCOLO
Ho capito perché piace tanto "The Artist", sia a mia zia sia (probabilmente) a Jonathan Franzen. Vale a dire sia al ceto medio riflessivo di sinistra, sia agli intellettuali più sostanziosi che lo rappresentano. "The Artist" può essere sintetizzato in questo modo: vi racconto una storia, dice il regista, alla maniera antica, i film come si facevano una volta, che erano muti. E però la storia riguarda proprio la fine della maniera antica: il momento del passaggio dal muto al sonoro.
The Artist LocandinaTHE ARTIST LOCANDINA
"Un grande divo del muto reagisce così all'avvento del sonoro: urla che il nuovo porterà solo danni. Una presa di posizione radicale e a dire la verità un po' stupida, molto velleitaria, e del tutto conservatrice". Così Francesco Piccolo, partito sceneggiatore di Moretti e finito sceneggiatore de "Gli sfiorati" e "Ovunque sei" ma soprattutto autore di inutili romanzi per Einaudi, stroncava ideologicamente il 12 febbraio, sull'inserto "La lettura" del Corriere, il film "The Artist", dipingendolo come il manifesto degli antiberlusconiani e dei difensori dell'articolo 18, noti passatisti polverosi e sorpassati: "Nella sostanza, mia zia ottantenne, Franzen, il ceto medio riflessivo e gli intellettuali che lo rappresentano passano tutta la vita a difendere il cibo come si faceva una volta, le piccole librerie di quartiere con l'odore dei vecchi libri, il telefono fisso.
PIER LUIGI BERSANIPIER LUIGI BERSANI
Pier Luigi Bersani e Susanna Camusso difendono l'articolo 18... Il ceto medio riflessivo, su cui abbiamo fatto affidamento per la ricostruzione di un Paese civile e innovato, pensa che la soluzione sia semplice: opporsi alle tecnologie, non concedere al nemico (il progresso) nemmeno un centimetro del territorio (la conservazione del passato)...
SUSANNA CAMUSSOSUSANNA CAMUSSO
Tutto bene, tranne per due cose: il fatto che il ceto medio riflessivo, gli intellettuali che lo rappresentano, mia zia e Franzen erano stati chiamati al mondo per spingerlo in avanti e non per tenere premuto il freno. E la seconda: ma noi tutti, qui, nel presente, allora, cosa ci stiamo a fare?". Cosa ci stia a fare "The Artist", ora lo sappiamo: domenica ha vinto cinque premi Oscar (nella giuria devono essersi infiltrati la Camusso, Landini e alcuni reduci dei Girotondi). Resta da scoprire cosa ci stia a fare Piccolo.

Bolivia, la polizia carica i disabili



A group of disabled people march in a protest demanding state benefits and an end to discrimination as they journey to La Paz, Bolivia, Sunday Feb. 19, 2012. The group began their 560-mile march from Trinidad to La Paz on Nov. 15 to ask for a law that gives the disabled population special recognition and administers a yearly allowance of 3,000 bolivianos, or about 430 U.S. dollars.
(AP / Juan Karita)
A disabled protester holds a sign reading 'Evo wants a heliport, I want my rights' (referring to Bolivian President Evo Morales).
(Getty Images / AIZAR RALDES)
Physically disabled people are seen upon their arrival to La Paz, February 23, 2012.
(Reuters / DAVID MERCADO)
Riot police wait for protesters in the center of La Paz, February 23, 2012.
(Reuters / DAVID MERCADO)
(Reuters / DAVID MERCADO)
(Reuters / DAVID MERCADO)
(Reuters / DAVID MERCADO)
(Reuters / DAVID MERCADO)
(Reuters / DAVID MERCADO)
A wheelchair-bound woman is helped after being affected by tear gas.
(Reuters / DAVID MERCADO)
A physically disabled man tries to block a police vehicle.
(Reuters / DAVID MERCADO)
(Reuters / DAVID MERCADO)
(Reuters / DAVID MERCADO)
(Reuters / DAVID MERCADO)
A physically disabled man on his wheelchair reacts to tear gas.
(Reuters / DAVID MERCADO)
(Reuters / DAVID MERCADO)
(AP / Stringer)
(Reuters / DAVID MERCADO)

banksy vs robbo

banksy

a cena a milano con bucknasty


Moonshine
Il Moonshine è probabilmente il locale più anti-conformista di Milano. Un esperimento di détournement a Corvetto, fra palazzi occupati e puzza di piscio e kebap. Non c'è nulla di coerente in un luogo che serve birre acide introvabili, tisane aromatizzate al sapore di viaggio organizzato in India e accompagna il tutto con dolci e tartine da fame chimica delle 3 AM. A servirti, poi, trovi sempre un tizio che rappresenta l'ideale via di mezzo fra Steve Aoki e il Dr. Frank-N-Furter del Rocky Horror Picture Show. L'interno è anche abbastanza buio da rendere ogni scelta e conversazione una sorpresa. Ma il posto funziona proprio per questo; da nessun altra parte puoi bere una così alta qualità di birre in bottiglia provenienti dai migliori microbirrifici e abbazie del mondo mentre una lesbica della New Wave di New York urla le sue ragioni da un proiettore sempre in funzione. 


U Barba

Osteria genovese che si presenta come ideale ritrovo per indossatori di camicie plaid & bretelle, pronti a pedalare bici senza freni anche di notte, per giocare nel campo bocce olimpico che fa da giardino. L'ambiente tardo-poser non limita però una cucina spettacolare in grado di preparare i semplici capolavori liguri come da luogo d'origine. Il minestrone sarà il vostro nuovo amico gay.

Tweed

"Ristorante fusion" suona datato come le mail rilette della tua ex, ma Tweed se la cava sposando la cultura del preparare il pesce — fra sashimi, sushi e riso basmati e la tradizione dei "crudi" e del pescato nostrana. Peccato per il cibo appiattito da candelabri, posate pretenziose e una colonna sonora house più adatta a una sessione di depilazione pelvica pre-discoteca che a un ristorante che si propone come "avanguardia di New York a Milano".

Bacco

Ristorante per borghesia illuminata in un ambiente che sposa l'ideale unione fra l'estetica delle cerimonie per matrimoni combinati in Corea del Nord e gli appartamenti prefabbricati al mq dell'IKEA. Lo spazio è limitato, e capita di dover sgomitare con qualche sciura per bene che ti fa riconsiderare la scelte che hai compiuto nella vita. Ma ogni umiliazione passa in secondo piano quando vieni servito con qualità Michelin a un prezzo risibile.


Diviolaediliquirizia
Se ti trovi a Brera, circondato da blazer e ragazze con vestiti a fiori colorati e scarpette infiocchettate il minimo che puoi fare è fermarti in questa pasticceria, ideata pensando a tutti i porno per donne recentemente sfidanzate, e ambientati a Parigi o downtown New York. C'è tutto il necessario per uno sfogo calorico: macarons, cupcakes, cheesecake, té alle erbe e una proprietaria vestita con fiori colorati e delle scarpe infiocchettate.

domenica 26 febbraio 2012

CAMERATA CORTO MALTESE

Continua la politica delle annessioni di CasaPound Italia, che dopo aver sdoganato a destra Che Guevara, Carmelo Bene, Tyler Durden, Skrillex e Mario Balotelli ha accolto nel suo Pantheon anche Corto Maltese, il noto marinaio protagonista dell'omonima serie a fumetti.



Intanto è arrivata la replica ufficiale di Carmelo Bene, che in un'intervista ha chiarito la sua posizione su CasaPound:

Dead Combo - Aurora em Lisboa

la vita quotidiana come rappresentazione


« Nello sviluppare lo schema concettuale adoperato in questo studio, è stato fatto uso di un linguaggio teatrale. Ho parlato di attori e di pubblico, di routines e di parti, di rappresentazioni che riescono e rappresentazioni che si afflosciano, di "imbeccate", di ambientazione scenica e di retroscena, di esigenze, capacità e di strategie drammaturgiche. Adesso bisogna ammettere che il tentativo di spingere una semplice analogia fino a questo punto è stato in parte frutto di uno stratagemma retorico. »

La vita quotidiana come rappresentazione[1] è un libro di "pre-sociologia" di Erving Goffman. È stato pubblicato originariamente nel 1959. Usa la metafora del teatro per raffigurare l'importanza dell'azione umana - cioè, sociale.
Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Prospettiva drammaturgica.
La vita quotidiana come rappresentazione
Titolo originaleThe Presentation of Self in Everyday Life
AutoreErving Goffman
1ª ed. originale1959
Generesaggio
Sottogeneresociologia
Al centro dell'analisi resta la relazione tra recita e ribalta. A differenza di altri autori che pure hanno fatto ricorso a quest'ordine d'immagini, Goffman sembra prendere in considerazione tutti gli elementi della recita: un attore svolge la sua parte in un'ambientazione teatrale che si compone di un palcoscenico e di un retroscena; i vari elementi del gioco s'influenzano e sostengono reciprocamente. Difatti, egli è osservato da un pubblico, ma al contempo egli è un pubblico per la "parte recitata" (nello specifico rituale interattivo) dai suoi stessi spettatori.
Secondo Goffman, l'attore è in grado di scegliersi il palco e chi gli farà da "spalla" (teatralmente parlando; il compare, se vogliamo generalizzare), allo stesso modo in cui è libero di scegliere il costume di scena più adatto. Lo scopo principale dell'attore è mantenere la coerenza espressiva, adattandosi ai differenti palcoscenici che gli vengono di volta in volta proposti.

Indice

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La definizione della situazione [modifica]

Una nozione capitale che Goffman discute in tutta l'opera è la fondamentale importanza di avere una definizione della situazione concordata nella data interazione, allo scopo di mantenere la coerenza di quest'ultima. Nelle interazioni, o rappresentazioni che dir si voglia, i partecipanti possono essere simultaneamente attori e pubblico; gli attori di solito tentano di far prevalere quelle immagini di loro stessi che li pongono favorevolmente in luce, ed incoraggiano gli altri soggetti, in vario modo, ad accettare la loro definizione della situazione preferita. Goffman riconosce che - quando la definizione accettata della situazione ha perso credibilità - alcuni degli attori, o tutti, possono far finta di niente, se trovano conveniente una tale strategia o desiderano mantenere la pace. Ad esempio, quando una signora che partecipa ad una cena formale - e si sta certo sforzando di apparire favorevolmente - inciampa, chi le sta vicino può fingere di non aver visto il suo contegno maldestro: costoro la appoggiano nel tentativo di "salvare la faccia". Goffman asserisce energicamente che questo genere di artificiosa e deliberata credulità si manifesta ad ogni livello di organizzazione sociale, dall'empireo alghetto.

Osservazione stilistica [modifica]

La tecnica argomentativa dell'autore è assai peculiare: si avvale di un apparato aneddotico di sorprendente ampiezza, e molto spesso preferisce non esplicitare le proprie conclusioni, ma piuttosto demandarle all'elaborazione critica del lettore. Sotto quest'ultimo profilo, è stato rilevato[2] che Goffman assume una singolarissima posizione nell'ambito dei riconosciuti maestri della sociologia contemporanea, caratterizzandosi per questa descritta sorta di understatement (tipicamente anti-autoritario).