venerdì 31 maggio 2013

per grillo sono tutti in contromano in autostrada

sara tommasi e il maschio italiano

sara tommasi e il maschio italiano

ristoranti a roma

la zanzara assunta madre

giovedì 30 maggio 2013

perché no rodotà?

sono lontani quei momenti quando uno sguardo provocava turbamenti

sono lontani quei momenti

e diranno che sei vecchio, vecchio sì, ottuagenario miracolato dalla rete

per spakkare nei bar

anche quest'anno è arrivato l'appuntamento con "ReportCalcio", la pubblicazione elaborata da PwC in collaborazione con FIGC e AREL.
Lo studio si sviluppa attraverso il censimento dell'attività agonistica, l'analisi del profilo delle Rappresentative Nazionali italiane e del calcio dilettantistico e un approfondimento specifico sugli aspetti economico-finanziari, organizzativi e fiscali del calcio professionistico italiano con riferimento al quinquennio 2007-2012. Il documento fornisce, inoltre, un confronto con le principali realtà calcistiche internazionali e un'approfondita analisi del profilo infrastrutturale degli stadi italiani.

http://www.pwc.com/it/it/publications/assets/docs/reportcalcio-2013.pdf

mercoledì 29 maggio 2013

lino banksy

lino banksy

martedì 28 maggio 2013

snobismo di massa

snobismo di massa

lunedì 27 maggio 2013

I discepoli rimasero pieni di meraviglia. Infatti non avevano capito neppure il miracolo dei pani: si ostinavano a non capire nulla.
Marco 6,52
Stiamo scrivendo la storia del web italiano! Solo che ci sono dei refusi!
Tiziano Toniutti

domenica 26 maggio 2013

vaffanculo is the new ti voglio bene

sabato 25 maggio 2013

M5S: esclusivo club di sfigati la cui ambizione non è diventare meno sfigati, ma che anche chi li governa diventi sfigato come loro (vedi anche: disturbo passivo-aggressivo).

dai che è gratis

dai che è gratis

mercoledì 22 maggio 2013

La Grande Freddezza, la grande bellezza

La Grande Bellezza

Produttore romano: - A' Paolo, che te serve? qui ce sono 10 milioni di euro, fai tu...
Paolo Sorrentino: - Grazie, questa volta vorrei, come diceva Flaubert, vorrei, vorrei fare un film sul niente.
Produttore romano: - Ah, un sequel! Bravo Paolo, bell'idea, bravo, sì.
Paolo Sorrentino: - No, vorrei fare un film sulla crisi di un artista, un artista che non ha niente da dire ma vuole dirlo lo stesso.
Produttore romano: - Sì, un sequel di la dolce vita fatta da te, bell'idea, bravo, sì. E je mettemo pure un po' de coso, lì, de dagospia.
Paolo Sorrentino: - Ecco, ci deve essere il cafonal romano, perché nella Dolce Vita la crisi dell'artista è una crisi personale slegata da una società che sta cambiando, mentre nella Grande Bellezza è la società che decadendo corrompe l'artista e lo distoglie dall'arte.
Umberto Contarello: - Visto che Paolo mi ha di nuovo voluto come sceneggiatore per questo film stavo giusto pensando che potremmo riprendere tutti gli episodi della Dolce Vita e remixarli, mischiandoli. Con gli stessi preti che però fanno da mangiare, le suore che girano al posto dei pretini, le feste in terrazza invece che in riva al tevere, la stessa nobiltà decaduta che però si affitta, la santa, il miracolo, un mash-up degli episodi, aggiungendo un caleidoscopio di personaggi monodimensionali totalmente fuori contesto, lo sfigato, la sfrancicata...  Poi vorrei prendere in giro il mondo dell'arte, ci facciamo degli artisti farlocchi e li prendiamo in giro, tipo una Marina Abramovic che dà le capocciate e le chiama vibrazioni.
Produttore romano: - Ammazza! Manco li Vanzina si abbassassero a tanto! Almeno Sordi quando prendeva in giro la Biennale, le opere erano vere. Tu pure finte te le fai, te la canti e te la soni, manco ar bagaglino.
Produttore romano al collega produttore, non sentito dagli altri: - Sai qual è il problema di Sorrentino rispetto a Fellini? E' che non c'ha Flaiano dietro, c'ha Contarello. Che poi è lo stesso problema di Fellini quando non c'ha più avuto Flaiano. E' 'pper quello che dicheno che Sorrentino è la mozzarella in gola che andò di traverso a Fellini quando stirò le zampine, c'hanno ragione c'hanno.
Produttore romano, a Sorrentino e Contarello: - E il cast, come lo facciamo? Protagonista?
Sorrentino: - S...
Produttore romano, Contarello, la segretaria e la signora delle pulizie che passa nel corridoio: - SERVILLO!
Sorrentino: - Poi per avere il finanziamento del Mibac garantito mettiamo Alba Rohrwacher che fa la parte di una suorina che si fa fare di botox nelle mani...
Produttore romano: - NO, con Servillo il finanziamento del Mibac, è già garantito, niente cosa lì, niente Alba Rohrwacher.
Sorrentino: - Poi vorrei la Ferilli che fa l'ultra Ferilli, la super sora cecia con le tette smagliate che parla romanissimo. E Serena Grandi ancora più grossa di com'è, come un canotto di botox che pippa.
Produttore romano: - A quella scema rifatta della Isabella Ferrari che si atteggia a intellettuale che parte je damo?
Contarello: - La parte della scema rifatta che si atteggia a intellettuale! Gli attori fingono di fare se stessi!
Produttore romano: - A Contare', ce semo capiti, pigliate sto anticipo e torna sull'amaca a pesca' le cernie.
Contarello esce, perdendo una ciabatta. Rientra per raccogliere la ciabatta e mentre si china si sfondano i pantaloncini mostrando il sedere. Sorrentino prende nota, per una scena del prossimo film.
Produttore romano: - Eh, io lo so perché te continui a tirà dietro coso lì, Contarello, è perché te dà l'ispirazione trash. Ma alla fine, qual è la morale di fondo de 'sto film?
Sorrentino: - Che la bellezza è sepolta nel tramestio della vita. Che la cosa più bella dei miei film sono le musiche, ho già il cd pronto. Che la bellezza dei miei film sono le inquadrature e la musica, disturbate dal tramestio della trama e dei dialoghi.Il tramestio che è tutto un pretesto per le scene in cui ci sono i 50enni sfatti che ballano in discoteca. Questa volta siamo a tre scene di discoteca! Altro che il calcetto nei film di Salvatores.
Produttore romano a Sorrentino: - Massì Paolo, tu sei bravo, ma sei giovane. Cioè, il tuo cinema è pornografia, pornografia delle immagini. Ma una pornografia che sta ancora agli anni '80, quando nei porno pensavano che tra una scopata e l'altra ci dovessero essere i dialoghi. Non sei ancora arrivato al gonzo, al tutto sesso dall'inizio alla fine, anche se i tuoi film, che durino 5 minuti o 10 ore, non fa nessuna differenza, quello che dici in 10 ore lo dici in 5 minuti. Quando finalmente ti libererai de 'ste convinzioni borghesi, farai un film di scene in discoteca dall'inizio alla fine, sarà un capolavoro, lo verranno a vedere i giovani, er cinepanettone de sorrentino, altro che de laurentiis.
Vieni che ti porto a magnà la pasta con le vongole da Assunta Madre.


soundtrack: http://www.deezer.com/it/album/6597430 The Beatitudes, Kronos Quartet

martedì 21 maggio 2013

Grasso commemora la morte di D'Alema al posto di D'Antona

Sorrentino Paolo

Sorrentino Paolo: nome della marca di mozzarelle che andò di traverso a Fellini e ne provocò il soffocamento.

lunedì 20 maggio 2013

NO SHARE

no share

alessandria, cronaca di un dissesto

domenica 19 maggio 2013

salone del libro 2013

Gesù per bambini




maura con christian raimo

dez con alba rohrwacher

dio

probabilmente cedric villani si considera un dandy

probabilmente cedric villani si considera un dandy

misoginia: sentimento che si prova quando una donna cita come propria poesia preferita lentamente muore sostenendo che è di neruda

venerdì 17 maggio 2013

finaest.com - The most exclusive Italian designers

finaest.com - The most exclusive Italian designers

giovedì 16 maggio 2013

panoramica dei blogger italiani


- Svart Jugend: qualcosa del genere se avesse frequentato CasaPound

- qualcosa del genere: come bucknasty però ancora più goffo

- Eschaton: il deboscio se avesse concluso gli studi di filosofia

- Beppe Grillo: Berlusconi se sapesse usare internet

- bucknasty: il deboscio se avesse preso i coppini al liceo

- Lo Sgargabonzi: Jacques Rigaut se fosse ancora vivo

- il deboscio: il Fight Club di quelli che pisciano seduti

- dezgeist: il deboscio con dieci anni di più, o di meno

martedì 14 maggio 2013

IO LA REALTÀ MI LIMITO AD OSSERVARLA, DESCRIVERLA, EVENTUALMENTE DISPREZZARLA. NON SONO CERTO COSì ARROGANTE ED EGOCENTRICO DA PRETENDERE ANCHE DI CAMBIARLA.

il coraggio di non esprimere le proprie opinioni

chi non è capace di fare la dance fa il “pop” o dice di fare “pop”. Un po’ come quelli che non potendo fare né i registi né gli artisti, come videoartisti uno spazio riescono anche a ritagliarselo.
Noi non facciamo le recensioni dei dischi..., dei libri e dei film perché non siamo il giornalino della parrocchia. Potremmo farlo, ma non siamo in cerca di visualizzazioni facili. A un giornalismo urlato preferiamo la riflessione pacata, la bestemmia sussurrata e il dialogo di chi ha il coraggio di non esprimere le proprie opinioni. Ché le opinioni non servono a nessuno. Il televideo è ancora oggi e nonostante tutto, meglio di Internet, perché non esprime opinioni.

Qualsiasi cosa, più opinioni genera, più è considerabile un prodotto di consumo. Però nessuno sano di mente si sogna di discutere per più di cinque minuti di un aspirapolvere o di un cellulare. E allora quante opinioni vogliamo esprimere sull’ultimo album dei Daft Punk?

Le opinioni, come i diritti, non esistono. Esprimere, rivendicare gli uni o gli altri significa ambire allo status di funzionale cittadino, e automaticamente rinunciare allo status di persona. Pensateci la prossima volta che leggete uno di quegli articoli o post lunghissimi su riviste o blog scritti da gente ripagata solo dall’emozione di vedere le proprie velleità tutte belle ordinate in fila sul monitor.
http://www.ildeboscio.com/2013/05/14/random-access-opinions/

sabato 11 maggio 2013

il grillismo spiegato in due parole

Tagliare lo stipendio ai politici is the new lotta di classe. Il problema è che con la crisi e tutto il resto anche i padroni sono diventati pezzenti, e così si sono coalizzati con i pezzenti della prima ora individuando il nuovo (facile) nemico di classe nel Parlamento. In questo senso ha ragione chi dice che Grillo ha proletarizzato la borghesia italiana (che comunque era già abbastanza proletaria di suo). Grande è la confusione sotto il cielo, dunque tutto è stupendo.

venerdì 10 maggio 2013

Il ritorno degli anni 90






















Qualche tempo fa avevo pronosticato che saremmo rimasti intrappolati a vita nel loop degli anni 80, ma evidentemente mi sbagliavo. Ormai ne parlano tutti, il deboscio, unotre, Vice, c'è stata la rivalutazione ironica degli 883, adesso è uscita anche la canzone-manifesto, insomma è ufficiale: stanno tornando gli anni 90. D'altronde ogni decennio è il revival di vent'anni prima, il che è coerente con quella teoria in sociologia secondo cui ogni generazione è in competizione con quella immediatamente successiva e solidale con quella ancora successiva.

Dicevamo, gli anni 90. Beverly Hills, il Game Boy, l'Albero Azzurro, la riga in mezzo col gel, lo StarTAC, il bomber, l'eroina, Gigi D'Agostino: finalmente il ritorno della sfiga e del brutto. Se al posto di Letta ci fosse stato Renzi presidente del consiglio, poi, avremmo rifatto anche il New Labour di Blair e sarebbe stato tutto ancora più perfetto (mai dire mai, comunque).

Questo sarà per me il primo revival di un periodo storico che ho vissuto davvero, il che mi fa sentire un rottame già alla tenera età di 23 anni; e non oso immaginare come mi sentirò quando arriveremo al revival degli anni zero, di cui ovviamente ho una memoria più viva. Già mi vedo la canzone-manifesto, magari nel prossimo EP de I Cani: Voglio tornare negli anni zero / con Vasco Brondi vestito di nero / le recensioni ironiche degli eventi su Zero / e Pellegatti che sborra a Milan-Inter 6-0. Allora sì che volerò dalla finestra.

grillo quando cerca di spiegare un concetto senza vaffa è in crisi peggio dei ragazzini interrogati al liceo



tre semplici osservazioni:
1) le elezioni sono state tre mesi fa, ma il governo letta ha già perso un anno.
2) al posto delle miniere del sulcis, ci facciamo un parco giochi. già immagino brumotti 100% che fa le penne con la bici sui resti del parco giochi.
3) il reddito di cittadinanza comporterebbe un esborso di 35 miliardi di euro. dove li trova? con i rimborsi elettorali, con i doppi stipendi.

è successo di nuovo, e io che non credevo avrei vissuto così a lungo per vedere anche il revival dei '90



mi sento come cechov quando si vergognava di quanto i posteri ci avrebbero considerati arretrati
anyway paps'n'skar sono ridotti come se arrivassero dagli anni '70, dopo che gli è passato sopra un tir di bamba

copione

copione: un piano di vita inconscio che si basa su una decisione presa durante l’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli avvenimenti successivi, e che culmina in una scelta decisiva” ( Berne, 1972).

giovedì 9 maggio 2013

reddito di cittadinanza: quanto costa e come finanziarlo (?)


Reddito minimo di cittadinanza. Intervista all’economista Andrea Fumagalli


Luchino Galli, blogger e mediattivista, intervista Andrea Fumagalli, professore associato di economia politica all’Università di Pavia.
Andrea, tra gli economisti italiani sei uno dei maggiori esperti di reddito minimo garantito; sei anche vicepresidente di BIN Italia. Di cosa si occupa e perché è nata quest’associazione?
Il Bin (Basic Income Network Italia) è costituito da sociologi, economisti, filosofi, giuristi, ricercatori, liberi pensatori che da anni si occupano di studiare, progettare e promuovere interventi indirizzati a sostenere l’introduzione di un reddito garantito in Italia. A tal fine è stato ideato un sito come strumento per l’aggregazione delle idee. Ne è risultato un network di competenze diverse che muovono però nella medesima direzione, sotto un «logo comune», quello del “BIN Italia”, perché comune è l’obiettivo: giungere all’introduzione di un Basic Income per tutti.
Il confronto nazionale ed internazionale sul reddito di cittadinanza (Basic income) ha conosciuto un vibrante sviluppo ed al tempo stesso uno straordinario arricchimento. Il ragionamento collettivo sul tema ha trovato ulteriori connotazioni negli anni nei quali sono divenute egemoni condizioni e modalità produttive che in genere vengono riassunte nell’espressione “biocapitalismo cognitivo” o, più generalmente, “post-fordismo”. Il Basic income è diventato, in questo modo, il fulcro attorno al quale diveniva possibile ridisegnare il nuovo statuto delle garanzie non solo del lavoro, ma della cittadinanza. Il reddito di esistenza, come è stato spesso definito il Basic Income, pone la questione centrale su cosa siano oggi, a fronte delle trasformazioni sociali e globali, i diritti sociali; cosa significa garanzia di un livello socialmente decoroso di esistenza e della possibilità di scelta e di autodeterminazione dei soggetti sociali. Il dibattito italiano ha goduto di una forte varietà di riferimenti e di ottiche di lettura che bene fa comprendere la sua originalità e ricchezza. È stata centrale, in questo dibattito, proprio l’analisi delle trasformazioni produttive degli ultimi decenni, in particolare l’emergere della condizione precaria come condizione generale del lavoro, la cui indagine rappresenta il contributo forse più interessante che il dibattito italiano può offrire al contesto internazionale.
Cosa si intende per reddito minimo garantito? È possibile darne una definizione? Qual è la tua idea di reddito minimo garantito per il nostro Paese?
Il reddito minimo garantito è un reddito di base incondizionato (RBI), dato a livello individuale, ai residenti (e non solo ai cittadini), incondizionato (ovvero non sottoposto a nessun obbligo), pagato dalla fiscalità generale e non dai contributi sociali. Non è una misura assistenziale, in quanto è reddito primario, cioè è reddito che remunera un’attività produttiva di valore, che è l’attività di vita, che solo in parte oggi, sulla base delle leggi vigenti, è certificata come lavoro e quindi remunerata. Il RBI remunera quella parte di vita produttiva che non viene considerata tale (apprendimento, formazione, mobilità/trasporto, riproduzione, consumo). È una misura di welfare (sicurezza sociale) che parzialmente esiste in tutti i paesi dell’Unione europea eccetto Italia e Grecia: un sostegno economico alle persone con un lavoro intermittente o disoccupate.
Varia da poche centinaia di euro ai 1.200 al mese della Danimarca e Lussemburgo. In Italia dovrebbe essere come minimo di 720 euro al mese (20% in più della soglia di povertà relativa). Oggi, ammortizzatori sociali come la cassa integrazione o il sussidio di disoccupazione sono riservati a chi ha perso un lavoro a tempo indeterminato e determinato; il RBI invece dovrebbe essere dato a tutte le persone che hanno un reddito inferiore ai 720 euro/mese, per esempio ai precari tra un contratto e l’altro, ai disoccupati e ai lavoratori/trici che pur impiegati/e guadagno salari da fame, inferiori ai 720 euro/mese, in modo incondizionato, ovvero slegato sia dal tipo di contratto precedente che dall’obbligo di accettare qualsiasi impiego proposto o i programmi di inserimento lavorativo.
Il ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado Passera ha dichiarato: “Se non si guarda solo ai disoccupati ma anche a chi non cerca più il lavoro o chi ha un lavoro, ma un reddito insufficiente, parliamo di 6-7 milioni di persone, e con i familiari forse si arriva alla metà del nostro Paese”. Chi potrebbe beneficiare del reddito minimo garantito e come trovare le risorse per finanziarlo?
In realtà, secondo le indagini statistiche condotte dalla Caritas e dalla Commissione Parlamentare contro la povertà e l’esclusione sociale, coloro che si trovano nel 2011 ad avere un reddito individuale al di sotto della soglia di povertà relativa ammontano a circa 8 milioni e mezzo di persone.
Secondo i nostri calcoli, una misura di RBI di 720 euro/mese, necessita poco meno di 35 miliardi. Al netto dei sussidi oggi esistenti di uguale entità (pensioni sociali e di invalidità, sussidi di disoccupazione, indennità e casse integrazioni), le risorse da aggiungere sono pari a 15,7 miliardi. Una cifra abbordabile che dovrebbe essere a carico della collettività (e non finanziata dai contributi sociali dell’Inps, come avviene oggi). I dati sono contenuti nei Quaderni di San Precario e sul sito Bin.
Il sistema fiscale si basa sulla tassazione dei fattori produttivi. Oggi si tassano solo il lavoro dipendente (tanto), la proprietà delle macchine (poco) e il consumo (molto). Ma ci sono ben altri fattori produttivi: la finanziarizzazione, la conoscenza, lo spazio. Si potrebbero tassare le transazioni finanziarie, anche solo per lo 0,01%; i diritti di proprietà intellettuale; i grandi patrimoni immobiliari che lucrano sugli spazi delle città. Ma anche l’uso delle forme contrattuali atipiche: ad esempio, introducendo l’Iva sull’intermediazione di lavoro effettuato dalle agenzie interinali. E poi ci sono le spese da sopprimere come gli aerei da guerra F35 che la Difesa sta acquistando per 15 miliardi di euro.
Si parla molto di patrimoniale. Una sua introduzione porterebbe da sola nelle casse dello Stato più di 10 miliardi. In altre parole, la questione non è di fattibilità ma di volontà politica. E non abbiamo nemmeno citato l'evasione fiscale... Comunque, per un approfondimento del tema fiscale e per un’analisi delle possibili proposte in materia, rimando al n. 3 dei Quaderni di San Precario che esce proprio in questi giorni e al sito del Bin - Italia.

la disoccupazione ti ha dato un brutto mestiere, l'ultimo della lista, giornalista


«Gli strumenti non rispondevano più
Su quella torre sono morti i miei amici»

La difesa di Antonio Anfossi, il pilota sulla plancia della nave «Parlano di noi solo quando ci facciamo male»

Il racconto
«Gli strumenti non rispondevano più
Su quella torre sono morti i miei amici»
La difesa di Antonio Anfossi, il pilota sulla plancia della nave «Parlano di noi solo quando ci facciamo male»
Da uno dei nostri inviati MARCO IMARISIO

GENOVA - Nello spiraglio dalla porta socchiusa c'è un uomo in vestaglia che si torce le mani chino sul tavolo di formica. Il capitano pilota Antonio Anfossi fissa i visitatori con occhi vuoti. «La nave non rispondeva». Lo ripete due volte, e sembra parlare a se stesso. «Erano miei amici». Poi volge lo sguardo fisso alla parete bianca che ha di fronte.
Anche il pianerottolo al settimo piano di un palazzone popolare nel quartiere di Sampierdarena può essere l'ultima fermata di questa giornata dolorosa, senza speranza, cominciata davanti alle macerie della Torre di controllo, il simbolo moderno del porto di Genova contrapposto all'anima antica della lanterna. Adesso è solo nove metri di ferro accartocciato e pannelli di cemento armato piegati su sé stessi come fossero fazzoletti.
MANOVRATORI - Non c'è molto da raccontare di un'attesa vana, di ambulanze e soccorsi pronti per una chiamata che non sarebbe arrivata. Lontano dal mare, dall'altra parte della città, la misura di questa tragedia si legge anche sulla figura rassegnata e inerte di quest'uomo, che viveva e lavorava in quella Torre, assieme agli altri, che due sere fa era andato a cena con Michele Robazza, collega, amico, e adesso non c'è più, travolto e gettato in mare dalla nave sulla quale lui era salito da non più di mezz'ora. Facevano entrambi lo stesso mestiere, piloti in plancia di imbarcazioni non loro, ad affiancare il comandante nell'uscita dalla rada. «Li ha visti morire, e non ha potuto farci niente», dice sua moglie, capelli biondi appiccicati alle guance dalle lacrime versate, espressione esausta.
«TROPPO LARGO» - Le vittime, invece, l'hanno vista arrivare. La Jolly Nero si è mossa dal molo Nino Ronco, il terminal dell'armatore Messina, intorno alle 22.45. Ha viaggiato in retromarcia nel canale che scorre parallelo alla diga foranea. L'inversione, per uscire di prua dalla rada del porto doveva avvenire nel bacino del molo Giano, l'area di fronte alla zona turistica del Porto Antico, quella con la «bolla» di Renzo Piano. Ma il cargo container, pesante 60 mila tonnellate, lungo 240 metri, comincia tardi la manovra di uscita, dovrebbe scodare appena uscito dal canale, invece dagli altri moli lo vedono largo, troppo largo, compie una curva aperta che gli impedisce di mettersi dritto con la prua rivolta al mare.
L'ALLARME - I primi che capiscono sono i comandanti dei due rimorchiatori che accompagnano la nave. Troppo vicini, troppo vicini, urlano via radio ad Anfossi. Sono settanta metri dalla riva, da quella palazzina prefabbricata che era stata inaugurata diciotto anni fa, «per far entrare il porto nel futuro» si legge nelle rassegne stampa dell'epoca. «Abbiamo fatto la manovra di arresto, ma la nave non rispondeva ai comandi» dice il comandante in un ultimo sussurro, prima che la porta si richiuda. Quelli che seguono sono quarantacinque secondi di terrore muto e condiviso. Il capitano pilota mette a verbale di aver capito «che stava per succedere un disastro». La Jolly Nero tenta l'ancoraggio, a tre nodi di velocità, una mossa disperata che dura mezzo minuto. L'hanno vista arrivare, questo è certo. Sono quel frastuono e quella immagine inconsueta a fare capire nella Torre che sta accadendo qualcosa di terribile, che forse non c'è scampo.
IL PESO DELLA TRAGEDIA - «È un uomo distrutto, è un uomo morto che piange i suoi morti». Non c'è bisogno di dire altro. La signora Anfossi ci congeda così, aggiungendo che suo marito farà di tutto per aiutare i magistrati, perché, in fondo, neppure ora ha ben capito cosa è successo, come è potuto succedere. Eppure la fatalità non dovrebbe avere diritto d'asilo in questa storia, dove la magistratura sarà chiamata soprattutto a stabilire il confine tra errore umano e negligenza. Le foto sul profilo Facebook di Daniele Fratantonio, la prima vittima a essere recuperata dal mare la scorsa notte, sono un documento agghiacciante, con le navi che passano a pochi metri dalle vetrate, così vicine che sembra di poterle toccare con la mano. Il sopralluogo sulle macerie rende evidente che la parte superiore del cargo ha urtato la palazzina. La Torre è piegata verso Ponente, come se avesse preso una spallata, le lastre di cemento armato dei piani alti sembrano sfondate da un maglio. I paragoni con la Costa Concordia e il Giglio non tengono. Le vittime di martedì notte appartengono alle morti cosiddette bianche, sono infortuni sul lavoro.
UN MONDO A PARTE - Il porto di Genova è un mondo separato dal resto della città. La folla che ieri assisteva alle operazioni di recupero dei corpi dall'altezza di viale Saffi era uguale a quella del 9 aprile 1970, quando naufragò il mercantile London Valour, stessa strada, stessa curiosità di guardare un paesaggio vicino e al tempo stesso sconosciuto. Non si sa molto, di quel che accade in quella distesa di container governata da leggi tutte sue, neppure di chi ci vive, e talvolta muore. E questo reciproco ignorarsi viene rotto soltanto quando succedono le cose brutte. «Parlano di noi solo quando ci facciamo male». Nei loro letti all'ospedale di Villa Scassi, Gabriele Russo e Giorgio Meo ripetono la stessa frase, non può essere un caso. Uno era in cima alla Torre, è stato catapultato in acqua. Il secondo aveva appena fatto il badge, stava uscendo, quando gli è crollato il soffitto in testa. «Certe volte», dice Giorgio, «ci sembra di essere invisibili». Non aggiunge altro, perché dal corridoio si annuncia l'arrivo di un ministro in visita ai superstiti. «Fa piacere, ma dopo?». In viale Saffi, intanto, la gente comincia ad allontanarsi dalle balconate con vista sul disastro. «Sembra tutto fermo», dice una signora, delusa. È già tutto finito, non c'è più niente da vedere.

mercoledì 8 maggio 2013

e siamo andati con questo monaco buddista



adesso vado a catania, poi vado in puglia, gente che viviamo un po' allo stato brado, mangiando frutta, dieci giorni sul gargano, poi un mio amico vorrebbe costruire delle case sulla striscia di gaza, vorrei fare un cammino di pace, a Kabul. la gente mi regala 10 euro, mi compro qualche banana, telefono al medico se mi trova delle medicine gratis. mia figlia ha 23 anni, ad agosto vado in olanda a vedere il nipotino, però poi vado all'inaugurazione della pagoda a comiso.


a me piace da 5.10, quando si mette a suonare con il flauto tu scendi dalle stelle

intervista all'inventore di plague

Plague Inc. is one of the most successful games on the Apple AppStore and was recently released on Android. Little is known, however, about James Vaughan, who comprises the entirety of Ndemic Creations. Was this his first game? What are his plans for the future of Plague Inc. and for Ndemic Creations’ next game? Does he now swim in money like Scrooge McDuck? Is he single? These and other burning questions are answered herein.

Interview

With over 1.6 million copies sold since Plague Inc. went live, can you tell us a little bit about how this has changed your life? Do you get to swim in money like Scrooge McDuck?
Heh – I didn’t make Plague Inc. to make money actually. I made Plague Inc. as a personal challenge for myself – to make the mobile game that I wanted to play and the project would be a success if I actually managed to release the game.
Obviously, it has done incredibly well and it is still pretty hard to believe. I haven’t touched any of the money yet – it is all sitting in the company until I decide what to do with it.

So many developers have stated that it’s next-to-impossible to get noticed in the App Store. Plague Inc. came out of nowhere and, pardon the pun, went viral. Having spent weeks atop the App Store, what did you do to promote the game?
Yes, it is incredibly hard to rise in the App Store – I believe that Plague Inc. shot to the top of the charts so quickly because it is a high quality, challenging game that is very different to most of the games on the App Store.
I spent no money marketing/promoting Plague Inc, did no pre-release hype and have never been featured by Apple. (pro-tip – don’t copy this bit :P ) Since the release of Plague Inc. – I have had one simple tactic to promote the game: Engage completely with the players.
I talk to players via email/twitter/Facebook/forums/reddit etc in order to help them progress and understand what they like about Plague Inc. and how they want to see the game develop in the future. They really appreciate this and are much more likely to tell their friends about it as a result.
At the end of the day – it is the players who decide if a game succeeds and I’m incredibly grateful to the millions of players who have helped Plague Inc. become such a big success.

Since you’re a one-man show with resources at his disposal, are you planning on expanding your operation?
I am the only person in Ndemic Creations but I used three very talented contractors to help me produce Plague Inc. (Mario – coder, Sofia – graphics, Joshua – sound) and they are still around to help me add new content to Plague Inc. (and hopefully work on new projects as well!).
Whilst I would like to expand the company in order to do more things at once – suddenly buying a big office and hiring loads of people would be inefficient and a form of vanity. These things take time to do right and I hope to begin looking for more top quality people in the next month or so.

Are you still handling technical support for end-users? If so, have you considered bringing in someone just to free up your time?
At its peak – we had thousands of people emailing us each day and this was fantastic – people were so passionate about the game that they wanted to share their thoughts on how to add new content and make it even better.  I find it extremely helpful to be able to read all of this.
However, you are right – it is time consuming to respond to every email and luckily – my coder’s girlfriend Chloe helps me out by responding to some of them after I have read them. I still respond to around 50 a day though as I enjoy the direct contact with players (I also do everything on the Ndemic Creations twitter and Facebook account).
Note – Miniclip does the technical support for android but I read all the emails there as well.

How long was the development cycle for Plague Inc.? Were you working on it full-time or as a side gig?
Roughly one year – I had a full time job in business as a strategy consultant so the only time I could work on it was the weekend / evenings. Luckily, I have a very understanding girlfriend!

Do you have a background in game development or was it one of those great side-project success stories like Andreas Illiger had with Tiny Wings?
No background in game development – I’ve always loved games though due to their ability to challenge, inspire and educate players. I’m planning on getting more familiar with the games industry now though!

What was your inspiration for Plague Inc.?
Heh, I get asked this one a lot! I got inspiration for Plague Inc. from multiple sources, including the 5 year old, flash game, Pandemic 2 and the board game Pandemic. I am a big fan of Pandemic 2 and I loved the concept but I wanted a deeper, more strategic game with a strong narrative. There was nothing like it on the iPhone at the time and so I decided to make the game that I wanted to play. The more I thought about it, the more cool things I thought of (random mutations, research teams etc.). I wanted to play this imaginary game so much that I knew I had to make it.

We know you’ve had to answer this before, but some people no doubt feel that Plague Inc. was at least partially inspired by Dark Realm Studios’ Pandemic 2.5. How do you feel about your success when Pandemic 2.5 went largely unnoticed?
Development of Plague Inc. began over a year ago, before the mobile game ‘Pandemic 2.5’ was even announced and the fact that they both came out within 1 month of each other is just one of those coincidences.
As mentioned before, I was inspired by the 2008 flash game ‘Pandemic 2’ (I mention this on my website) but I set out to make a unique game which significantly evolved the genre by being far deeper than Pandemic 2. I view Plague Inc. and Pandemic 2.5 as two very different games
p.s. a player recently mentioned a game called Contamination, which was made in 1985 – this may be the granddaddy of the genre! (http://www.cpc-power.com/index.php?page=detail&num=606)

You’ve stated in the past that Plague Inc. was one of the most pirated games on iOS. However, Android gaming has a bad reputation as a piracy haven. Plague Inc. launched for free on Google Play while it’s still 99 cents in the App Store. Do you and Miniclip believe this is the best route for monetization on Android or is there another reason behind it?
Plague Inc. is free on Google Play but if players want the true Plague Inc. experience, they can pay $0.99 (same price as on the App Store) via an in app purchase. We felt that it was the best way to get as many people as possible playing and enjoying Plague Inc. whilst also making money to allow me to keep updating the game, pay the bills, work on new games etc. Too soon to say how it is going so far but things are looking good.

Due to a highly fragmented set of devices with varying processing power and resolutions, Android is generally considered to be a developer’s nightmare compared to iOS. What was your experience like with bringing Plague Inc. to Android vs. iOS?
You are right – there are always going to be compatibility issues with the highly fragmented android landscape and this is one of the reasons why I chose to use an experienced publisher like Miniclip to port Plague Inc. to Android. I want players on Android to have exactly the same high quality experience that players on iOS have.
I can’t say too much about the specific technical details of the port as Miniclip handled it but I can say that I am very pleased with Miniclip’s rapid release of hotfixes to fix the compatibility issues that a few players are reporting. The aim is 100% compatibility!

Going off the comment section in our Plague Inc. Strategy Guide, a lot of users enjoy spreading diseases with silly names, such as BieberFever. Since you have surely played your own game, what’s your personal favorite fun name? Serious name?
I don’t really have a favorite name – I tend to go for the more scientifically plausible mix of random letters and numbers. I really enjoy seeing the names that some people come up with though.

We know you have multiple updates planned for Plague Inc., including new content, and it’s great that you’re continuing to support and improve the game so much. It seems inevitable, though, that you’ll release another title. Though no developer likes to share intimate details about future plans, what can you tell us, in a broad sense, about your intentions for the next game?
I do want to release other games in the future but at the moment, my commitment is to keep 100% of my focus on Plague Inc. as I feel I owe this to the players. I have new disease types I want to release (e.g. Zombies), UI enhancements to make and also I want to translate the game into multiple languages (we are localizing the game into German in update 1.4).
Hopefully by Christmas, I will have time to properly look at new games…

After such massive success in such a short time, are you worried about being labeled a one-hit wonder?
Nope, I made Plague Inc. for me and the fact that so many other people enjoy it is a wonderful bonus. I don’t feel I have to prove anything.

Are there any Easter eggs our readers should know about in Plague Inc.?
There are lots of them but some of the more popular ones involve infecting astronauts in space and triggering a thermonuclear war!

What other games or types of games do you enjoy playing? Excluding Plague Inc., what are your top five iOS games?
This list changes quite a bit but currently:
Bad Piggies, Castle Raid, Outwitters, Kingdom Rush, Rune Raiders

martedì 7 maggio 2013

arte & vomito

arte e vomito

lunedì 6 maggio 2013

matrimonio di valeria marini

ciao giulio

giulio Andreotti

c'è un algoritmo che collega teorie complottiste con errori di ortografia

c'è un algoritmo che collega teorie complottiste con errori di ortografia e partecipazione x regione ai talent x bambini con PIL pro capite

domenica 5 maggio 2013

haiku

haiku è tutto
quello che vedo, haiku
è tutto quello

il successo

il successo c'è, esiste, ed è una buona cosa. il successo è avere senso, e che tale senso sia riconosciuto dagli altri. i soldi e le fighe sono accessori di questo avere senso.

sabato 4 maggio 2013

come unire le 2 passioni delle donne

come unire le 2 passioni delle donne

la politica

La politica a livello di militanza è un po' come andare a fare il volontario della croce rossa: un po' vuoi aiutare gli altri, un po' vuoi conoscere delle sfigate come te che passano il tempo come te e quindi hai buone chances che te la diano, un po' vuoi avere qualcosa da dire e da raccontare. Poi uno va avanti, magari ottiene anche qualche riconoscimento, ecc. Ovviamente l'unico modo degno di entrare in politica è essendo chiamati, quando già si ricoprono incarichi significativi nella famigeratissima società civile.

giovedì 2 maggio 2013

democrazia liquida

democrazia liquida: qualora si manifesti, si consigliano due imodium

la sera che maura scoprì il cinema di pedro costa

Maura: - Amore, ma tu lo conosci Pedro Costa, il famoso cineasta portoghese?
Edoardo: - Certo, ho visto i suoi primi tre film, una volta a vedere Ossos alla Cinemateca Portuguesa eravamo solo io e una vecchia.
Maura: - Senti cosa dicono Ciotta E Silvestri di Juventude em Marcha: un energico thriller d'azione, spolpato all'osso, fin troppo divertente e appassionante nella trama, ritmico come un sonetto barocco, quasi insostenibile per il suo lusso visuale.
Edoardo: - L'avevo scaricato, ma è ancora più invedibile degli altri.
 Maura: - Perché non lo scarichi di nuovo così lo vediamo?
Edoardo: - E' invedibile, guarda, lo cerco su youtube così ne vedi 5 minuti e capisci perché non si può vedere. Eccolo qui.
Maura: - Sì, ma fallo andare avanti.
Edoardo: - Sta già andando avanti.

   

mercoledì 1 maggio 2013

trolling red ronnie is always easy

trolling red ronnie is always easy

LE SUD

matrimonio siciliano saggio di danza