lunedì 30 settembre 2013

beppe grillo irrompe in rai

"Appena entrato Grillo mi ha dato il volantino e l'ho letto e già nel titolo parlava dell'ingerenza dei partiti sulla Rai, io mi sono detto subito d'accordo. Aggiungendo però che anche la sua presenza a Viale Mazzini a mio avviso si poteva considerare tale. A questo punto c'è stato un vivace scambio di idee, perché Grillo ha detto che lui non si ritiene come gli altri partiti e si è risentito dell'identificazione. 'Forse lei non sarà tale, ma i membri del parlamento che la accompagnano...?', ho replicato''.

sibi in via farini 2

sibinviafarini2 from JamaicaInRoma on Vimeo.

sabato 28 settembre 2013

decadence can be an end in itself

decadence can be an end in itself

venerdì 27 settembre 2013

jurere, floripa

Olívias na TV - Sensualizando com o açougueiro


[T04.EP07] OLÍVIAS NA TV: Parodiando Marisa Monte, Olívias fazem música ...


Olívias na TV | The Olívias - Magra

cosa scrivere quando si tocca qualcuno parcheggiando

Ciao
mi chiamo Giacomo,
ti ho urtato la macchina e mi hanno visto quindi sto facendo finta di scriverti i miei dati.
Scusa.
Giacomo

giovedì 26 settembre 2013

formentera

cmq alla fine formentera è ok, no albergoni, no villaggi vacanze, no vialoni con negozi che vendono calamite per frighi a forma di paella. l'unica piaga son quelli con la faccia da revisore deloitte che si sentono avventurieri perchè girano con la pashmina. ho visto gente con la camicia col monogramma e la pashmina annodata. io in compenso ci ho messo poche ore a trovare un pusher e questo mi ha aiutato a guardarli con sereno distacco.

mercoledì 25 settembre 2013

andate a scaricare la frutta da internet

tutti questi giovani che si lamentano che non c'è lavoro andassero a scaricare la frutta da internet

martedì 24 settembre 2013

la moda

A noi la moda non interessa perché è una roba che comprano i provinciali, fatta da analfabeti e commentata su riviste scritte da subumani che vengono da paesi che senti nominare per la prima volta quando la caldaia fa morire intossicato qualcuno dei suoi abitanti.

lunedì 23 settembre 2013

la biografia dei ministry

Il 15 Luglio 2013 è stata pubblicata la biografia del frontman dei Ministry Al Jourgensen, Ministry: the Lost Gospels According to Al Jourgensen, autorizzata dallo stesso, storie su decenni di abuso indiscriminato di eroina, totale dissolutezza e rock’n’roll insano sono sgorgate come sangue dalle ulcere perforate che stavano quasi per ammazzarlo, qualche anno fa (è con questo sciatto incidente che comincia il libro).
 
I lettori possono deliziarsi con storie di groupie che fanno sesso con Doberman, di Jourgensen che droga Trent Reznor e gli rasa testa e sopracciglio, che insegue i Metallica dal suo camerino a pantaloni abbassati, che si spinge su per il culo oggetti a caso dai vassoi per poi ributtarsi in mezzo alle rock star, e che umilia Fred Durst in studio, convincendolo a ubriacarsi, spogliarsi e indossare il cappello di Al cantando un pezzo violento che voleva far suonare come i Ministry. E siamo solo all’inizio.
 
In quanto autore del libro, avevo materiale più che sufficiente su cui lavorare. Non appena sono tornato dalle due settimane sui campi di Jourgensen a El Paso, dove ho fatto le interviste, sapevo di avere tra le mani una storia che avrebbe fatto sembrare The Dirt dei Motley Crue una cazzo di favola per bambini. In effetti molti criticii hanno nominato The Dirt nelle loro recensioni, e capiamo bene perché. L’altro giorno qualcuno mi ha chiesto un mio parere e ho risposto: “È tipo The Dirt ma con meno figa e più roba.”
 
Scrivere il libro è stato una bomba, e il modo in cui ho ottenuto il permesso di scrivere le memorie di Jourgensen è stata anche quella un’ impresa, ma tutto ciò è egregiamente narrato nell’introduzione di “The Lost Gospels”, quindi non voglio tirarmela troppo. Ma se volete apprendere notizie malate sul vecchio El Duce, frontman della rock band The Mentors, scoprire cose che non avreste mai voluto sapere su Gibby Haynes, vocalist dei Butthole Surfers e su quello dei Dead Kennedys Jello Biafra, scoprire perché Jourgensen si sia scopato una disabile in carrozzina, non lo troverete su The Dirt. Eppure ci sono anche cose che non troverete nel libro dei Ministry, per via di limitazioni di spazio, di tempo e necessità di un certo flow stilistico. Così per quelli che bramano più malanno e demenza, ecco degli spezzoni esclusivi approvati dallo stesso Jourgensen di Ministry: the Lost Gospels According to Al Jourgensen.
 
Solo Perché uno Struzzo è Piegato…
Durante il Houses of The Molé Tour, ero a Berlino con il nostro tecnico delle tastiere, era notte fonda ed eravamo strafatti di LSD. Decidemmo di andare allo Zoo, ma ovviamente era chiuso. Così scavalcammo il cancello e una volta giù c’era un buio della madonna. Nessuna luce accesa, nessun dipendente, non c’erano neanche guardie in giro. Ma noi camminammo lo stesso fino all’area degli struzzi e Justin balzò di là dal recinto e si avviò diretto verso uno struzzo che aveva la testa infilata nel lerciume. Aveva il culo bello ritto. A un certo punto Justin si abbassa i pantaloni e comincia a scoparsi questo struzzo. Senza dire nitne, andò lì e lo fece. E io, “Ma che cazzo?!?”. Allo struzzo stava ovviamente sulle palle che qualcuno stesse facendo questo mentre lui aveva la testa infilata nello schifo e non poteva guardare. Sono animali davvero pericolosi e ti possono sventrare con gli artigli, se ti attaccano. Be’ questo struzzo attaccò Justin e io dovetti aiutarlo a riscavalcare il recinto. Anche se ero sotto acidi non mi piaceva molto l’idea di essere sviscerato. E  questo era uno struzzo col cazzo girato. Stava beccando e graffiando Justin. Alla fine però è riuscito a salvarsi il culo. Aveva un po’ di beccate e ferite in tutta le gambe. Ma chi può dare torto allo struzzo. Il vero problema era che non penso fosse stato uno struzzo femmina. Penso che Justin avesse semplicemente infilato il cazzo nel culo di uno struzzo maschio, facendolo incazzare di brutto. Fummo comunque capaci di scavalcare nuovamente il recinto e levarci dalle palle.
 
Diamo fuoco a St. Louis
Una volta, a metà anni Novanta, io e Mikey [Scaccia, defunto chitarrista dei Ministry, ndt] stavamo guidando un furgone U-Haul da 24 piedi, diretti a Chicago a prendere dei master di alcune nostre registrazione. Siamo arrivati lì tranquillamente, abbiamo preso i nastri, e siamo rimasti un paio di giorni a Chicago a devastarci prima di tornare a casa. Ci dividevamo la guida, ed eravamo entrambi fattissimi, ma riuscimmo ad arrivare senza incidenti fino a St. Louis, finché  Mikey non si avviò verso un distributore per fare il pieno finendo rovinosamente addosso alla prima pompa. Questa a un certo punto esplose, e ci fu un incendio. C’era benzina ovunque così ho detto “Oh, andiamo via dal cazzo!” Lui pigiò il piede sull’acceleratore e schizzammo via. Eravamo stati a tanto così dal finire grigliati. Così, dallo specchietto retrovisore, abbiamo visto tutte quelle fiamme innalzarsi dietro di noi, mentre ce ne stavamo andando. Praticamente ha fatto saltare in aria il distributore, ma noi avevamo ancora bisogno di carburante. Arrancammo fino al distributore successivo, feci sedere Mikey nel sedile del passeggero e accostai dolcemente di fianco alla pompa.
 
Una festa in costume per Lemmy
Ho incontrato Lemmy un bel po’ di volte, ma questa è stata letteralmente una delle cinque esperienze più fighe del mondo. Dopo il concerto dei Motörhead ad Austin, nel 1995, risalgo sull’autobus e vedo Wurzel [l’ultimo chitarrista dei Mötorhead, Micheal Wurzel Burston] e gli altri. Allora chiedo, “Dov’è Lemmy?” E loro mi indicano il retro del bus. Busso. Nessuna risposta. Apro quella cazzo di porta e mi trovo Lemmy in divisa da Gestapo che sculaccia una tizia nuda con un frustino. Lei godeva. Mi scuso e chiudo la porta. Sono entrato lì dentro con un solo fine, cioè offrirgli della coca. Ne avevo un po’ con me, e pensavo che magari ne voleva un po’ pure lui, così sono tornato dal resto della band e ho detto “Be’, pare che Lemmy sia occupato, tutta questa coca è per voi.” E loro “Vaffanculo!” dandomi del poser, e hanno tirato fuori una busta gigante di meth! Per loro la coca era merda da femminucce.
 
 
 
 
Mr. Lifto, grande avventuriero
Ci sono dei reality ora, sulla gente che ingoia merda e che si riempie il corpo di piercing. Ho frequentato quel mondo grazzie ai Genitortures e al Jim Rose Circus Sideshow, da metà degli anni Ottanta. Jim è letteralmente la reincarnazione di PT Barnum, credetemi. Mr. Lifto era un tipo, nel circo di Jim, che sollevava blocchi di cemento da catene attaccate ai piercing che aveva sul cazzo, era abbastanza incredibile. Abitava a sei isolati da me e avev delle abitudini sessuali davvero strane. Rimorchiava delle ragazze e chiedeva loro di pisciargli e cagargli addosso, sotto la doccia, mentre lui si segava. Dopo che lui si era svuotato le palle, queste ragazze uscivano e facevano sesso con me, ed era fantastico perché erano ben felici che non chiedessi loro di fare robe strane.
 
Faccio il maiale sul web
Sono un po’ come William Burroughs, per certi versi. Lui teneva la testa ficcata nella sabbia, come uno struzzo. Ha sempre vissuto nel suo mondo. Quando sono andato a trovarlo per la prima volta a Kansas City, non sapeva chi fosse il presidente, non sapeva cosa stava succedendo al Congresso, non gli importava niente di niente. Tutto quello che voleva era bucarsi e parlare dei procioni che gli mangiavano le petunie. È così che mi sono sentito per diverso tempo, nei confronti di Internet: non volevo saperne. Non avevo un indirizzo mail e non me ne fregava di Facemerda, la mia conoscenza della tecnologia si fermava alla mia TV a schermo gigante. Poi mia moglie Angie mi ha convinto dell’importanza di essere attivi nel magico mondo della Rete, perché c’erano tipo milioni di fan dei Ministry a cui interessava sapere cosa pensavo, e dovevo pur essere rintracciabile su qualche social media. Quindi mi ha comprato un iPad, e mi sono fatto trascinare urlante nell’era digitale. Ovviamente ci ho trovato un sacco di robe spassose, tra cui siti sulle teorie cospirazioniste, alieni, attività paranormali di sta minchia e tanto buon porno. La prima volte che mi sono conness, il mio ingegnere di studio Sammy mi fece: “Oh, fra un minuto starai già guardando un porno.” E io “Vaffanculo. Prendo un botto di canali TV che danno porno. Non mi serve internet per questo.” E lui “Si, vedremo.” Così mi sono dedicato ad altre cose, poi ha prevalso la curiosità e ho deciso così di andare a scoprire di cosa cazzo si trattava, imbattendomi in siti che mi hanno decisamente arrapato. C’erano un sacco di belle gnocche, ma ogni sito che trovavo aveva il costo d’accesso di un dollaro e dovevo iscrivermi. Mi sentivo uno stupratore a farlo. Poi ho trovato questo sito chiamato Granny Porn che era completamente gratis. Ho cominciato a guardarmi queste vecchie e flosce signore, con le tette che arrivavano alle caviglie, che si scopavano questi vecchietti grinzosi e imbottiti di Viagra appena prima di cominciare le riprese. È stato davvero un dramma segarsi, mi sono dovuto concentrare di brutto. Ma è stato anche tutto quello che sono riuscito a trovare di gratuito il primo mese con Internet, perché su Google venivano fuori solo siti che volevano spillarmi soldi. Qualche tempo dopo, un amico mi parlò di un nuovo sito con gente normale che scopava, e ora mi sparo segoni aggratis tutto il tempo. Dite quello che volete su internet come paradiso dell’informazione, grande punto di riferimento e risorsa per venire a conoscenza delle cagate che i media non trasmettono ufficialmente, ma parliamone: il vero scopo dell’avere internet è raccattare fighe o distruggersi di seghe. E dato che ora sono sposato e non ho voglia di buttarmi sull’infedeltà, mi rimane solo una scelta. Ecco perché amo il web, posso entrare e segarmi sei volte al giorno. È mio sacrosanto diritto, masturbazione ed erba dovrebbero essere entrambe legali per tutti.

NOAH Short Short Cuts Canada Festival 2013


sabato 21 settembre 2013

ceretto

venerdì 20 settembre 2013

etica del pregiudizio come economia del tempo

la ragazza che sbocca

mercoledì 18 settembre 2013

fantasie e proteine

Siamo fatti di uno strano mélange di acidi nucleici e ricordi, di fantasie e proteine, di cellule e parole.
Francois Jacob

martedì 17 settembre 2013

Gli spot telco in tailandia



Mi piace immaginarla con Christian de Sica e Belen per la Tim

INSTAGRAM NELLA VITA REALE

lunedì 16 settembre 2013

saviano re dei gonzi

domenica 15 settembre 2013

il palio non è più pericoloso delle corse in pista

LE PATOLOGIE TRAUMATICHE DEL CAVALLO: CORSE REGOLARI E PALII A CONFRONTO
 (seguire il link per scaricare la relazione comprensiva di tabelle).

 Le competizioni equestri hanno storia antichissima: in tempo di pace i cavalieri si allenavano lungamente per poi cimentarsi in tenzoni, anche mortali per loro ed i propri i cavalli, per dimostrare le proprie capacità equestri, di combattenti e di uomini sprezzanti il pericolo. Il popolo poteva godere di questi spettacoli, anche cruenti, come momento di contatto con quei potenti che spesso li soverchiavano tutto l'anno, godendo delle loro vittorie o delle loro sconfitte. I cavalieri appartenevano tutti alla nobiltà, la casta dominante, od agli alti ranghi militari e solo a questi era consentito gareggiare. Le giostre equestri, nate nel medioevo, cominciarono a portare il popolo tutto a partecipare sempre meno marginalmente alla competizione: i rioni e le contrade di paesi vicini o anche di una stessa città erano i protagonisti della tenzone e sempre più il popolo si sentiva coinvolto, diventando parte attiva ed attore della festa. I Palii affondano le proprie radici nel medioevo e con alterne vicende e fortune sono giunti fino a nO L Nel corso degli ultimi 20 anni le cosiddette corse cittadine o rievocazioni storiche, o come vengono definite dalla recente ordinanza ministeriale, meglio conosciuta come "Ordinanza Martini", "manifestazioni popolari pubbliche o private nelle quali vengono impiegati equidi, al di fuori degli impianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati" hanno avuto un notevole risalto, tanto da creare un importante interesse nell'opinione pubblica. Occorre precisare che per corse regolari si intendono le corse o le manifestazioni ippiche ed equestri che rientrano in regolamenti di associazioni riconosciute quali UNIRE, FEI, FISE, ecc., mentre per corse non regolari si intendono quelle al di fuori da tali circuiti: per nessun motivo, come qualcuno ha scritto " .. nell'ambito di queste gare l'esistenza di un sottobosco di personaggi malavitosi coinvolti nella somministrazione di sostanze dopanti ai cavalli o nell'organizzazione di scommesse clandestine.. ", debbono essere confuse con le corse clandestini che sono un atto delittuoso e criminale. Come detto in precedenza, di pari passo con il divulgarsi di queste manifestazioni è aumentata la coscienza relativamente al benessere degli animali utilizzati e le coscienze animaliste ed una buona parte della opinione pubblica ha iniziato, a torto o a ragione, ad individuare in queste competizioni, e quindi a denunciare pubblicamente, situazione di maltrattamento, di crudeltà, di pratica illegali di trattamenti (doping), di pericolosità verso gli animali utilizzati; i dati riportati circa gli incidenti ed i cavalli morti sono la ciliegina finale di sicuro impatto mediatico. Le associazioni animaliste da anni denunciano che i Palii, in generale, sono «crudeli» e pericolosi per cavalli, fantini e spettatori. Secondo la Lav (Lega Anti Vivisezione), dal 1970 a oggi 48 cavalli sono morti in seguito alla corsa e dal 1970 al 2006 si è avuta la soppressione di circa l ,3 cavalli a manifestazione. Alla luce di queste affermazioni, al fine di confennarle o smentirle, risulta interessante affrontare l'argomento da un punto di vista epidemiologico e porre a confronto l 'insorgenza e l'entità di "eventi catastrofici" che si verificano nelle corse ufficiali e nelle manifestazioni storiche. Va detto infatti che, nonostante le corse dei cavalli, tutte, rappresentino da sempre un'attrattiva dal fascino indiscusso, caratterizzate da un'elevata spettacolarità e da un elevato impatto socioeconomico, non bisogna dimenticare la elevata incidenza di infortuni. Gli incidenti che si verificano durante le competizioni o durante l'allenamento rappresentano un oggetto di discussione riguardo il benessere del cavallo; negli ultimi anni, il mondo scientifico ha cominciato ad analizzare le lesioni ortopediche "professionali" del cavallo sportivo partendo da un'ottica preventiva, con lo scopo di ridurre le perdite economiche e di migliorare la sicurezza e il benessere del cavallo da corsa.

Materiali e metodi
 Lo studio, dopo un'attenta ricerca bibliografica relativa alla epidemiologia degli incidenti catastrofici descritti dal mondo scientifico internazionale, specie nelle corse di galoppo, ha preso in considerazione gli incidenti accorsi nelle manifestazioni storico cittadine negli ultimi vent' anni. Le manifestazioni storiche sono state suddivise in base alla loro tipologia in Palio, inteso come competizione nella quale si usano cavalli cavalcati a pelo (in antico anche scossi) che deve il suo nome al premio al vincitore (una pezza di panno di fine raso/seta) e Giostra o Quintana intendendo invece tutte quelle manifestazioni con la lancia dove i cavalieri corrono l'uno contro l'altro od anche da soli cercando di colpire una figura in legno o in ferro o infilare degli anelli (Quintana è la strada del quartiere dei cavalieri nell'accampamento militare romano sulla quale i cavalieri si allenavano). Tale distinzione risulta assolutamente importante per quanto riguarda la dinamica della competizione e la possibilità che si verifichino eventi catastrofici. Tra i Palii sono stati raccolti i dati delle manifestazioni che si svolgono a Siena, Legnano, Ferrara e Asti, mentre per le Giostre sono state considerate Faenza, Sulmona e Foligno. Il periodo considerato copre un intervallo di vent'anni (1990 - 2009). Per ogni manifestazione sono stati considerati i cavalli partecipanti sia alle prove ufficiali che alla corsa propria e gli eventi traumatici accaduti. Il numero dei soggetti e gli incidenti accaduti sono dapprima stati sommati al fine di poter essere messi a confronto con gli altri dati raccolti per altre competizioni in Italia e nel mondo e successivamente sono stati analizzate manifestazione per manifestazione per studiare in modo più specifico gli eventi e ricercare le eventuali cause o fattori di rischio. Per due manifestazioni, Siena e Foligno, i dati sono stati ulterionnente suddivisi in decenni (per Siena sono stati raccolti i dati degli ultimi 40 anni) con lo scopo di mettere in evidenza eventuali variazioni della percentuale di incidenti con le modifiche apportate ai regolamenti di gara. Tale analisi ci permette di vedere gli eventuali risultati dopo modifica dei fattori di rischio.

Risultati
La prima fase di uno studio epidemiologico, nel contesto degli infortuni durante le corse, è rappresentata da un 'analisi delle lesioni e della loro incidenza nella popolazione studiata. Da tali studi emerge che le principali cause di mancata partecipazione alle gare dei Purosangue hanno evidenziato come prima responsabile la zoppia, seguita dai problemi respiratori: dal 53% all' 82% dei cavalli ha manifestato zoppia di gradi diversi durante una stagione e nel 20% dei casi la zoppia ha impedito la partecipazione alle gare., mentre dall' 11% al 20,5% è la percentuale di problemi respiratori.

 Situazione in Italia
Le infonnazioni relative alla situazione italiana sono scarse, incomplete e frammentarie ed è molto difficoltoso reperire dati ufficiali relativi ai traumi gravi che subiscono i cavalli durante le corse regolari; poco o niente poi si sa sul recupero o meno dei cavalli una volta allontanati dall'ippodromo. L'UNIRE aveva iniziato, qualche anno fa, una indagine sugli infortuni avvenuti in pista, ma ben presto rinunciò alla raccolta, in quanto i dati, che venivano comunicati dai vari commissari delle corse, erano assolutamente insufficienti, incompleti e non rispondenti alle necessità di una banca dati. L'unico lavoro reperito relativamente alla situazione in Italia è di De Iuliis et al. (2005). Il lavoro analizza il numero e le tipologie di incidenti avvenuti negli ippodromi italiani, sia di trotto che di galoppo, in un periodo di tempo compreso tra aprile 2003 e marzo 2004. I cavalli coinvolti nelle corse regolari, trotto e galoppo, nel periodo di tempo considerato sono circa 207.000. Il numero di cavalli infortunati gravemente nelle corse di galoppo è di 175 su 51.073 partenti (percentuale di infortuni sul totale dei cavalli impegnati è dello 0,34%), di cui 29 furono immediatamente sottoposti ad eutanasia (percentuale di morti sul totale dei cavalli 0,054%). Nel trotto i numeri non sono molto differenti, il numero di cavalli infortunati è di 506 su un totale di 156.183 partenti (percentuale di infortuni sul totale dei cavalli impegnati è dello 0,32%), di cui 3 furono immediatamente soppressi (percentuale di morti sul totale dei cavalli 0,002%). E' da sottolineare il fatto che non si sa nulla circa lo stato dei cavalli infortunatisi in pista e non immediatamente abbattuti, ma riportati nelle scuderie di provenienza. Alcuni di loro sono ritornati a correre, altri non hanno più corso, e di questi non si è venuti a conoscenza del loro destino. Inoltre, non si è a conoscenza degli infortuni avvenuti in allenamento: eventuali traumi subiti dai cavalli nel lavoro preparatorio non sono assolutamente né documentati né pubblicati. Il lavoro di De Iuliis et al. (2005) prende anche in considerazione le cause degli infortuni: fratture, lussazioni, rotture tendinee e/o legamentose, problemi cardiovascolari e respiratori sono le maggiori cause di morte. Relativamente alle fratture, secondo De Iuliis et al., il 66,6% riguarda gli arti (57,5% la porzione distale, mentre il 9,1% la porzione prossimale), il 6,1% riguarda la colonna vertebrale e il 3% coinvolge il bacino.

Manifestazioni storiche
 L'obiettivo fmale degli epidemiologi è quello di identificare fattori di rischio che siano associati a questi eventi e che, una volta modificati, possano ridurre la probabilità che gli infortuni stessi si verifichino (Parkin 2005). Molti dei fattori di rischio che sono stati identificati non sono modificabili e c'è la possibilità che alcuni non siano effettivamente legati da un rapporto causale con l'evento patologico. Ad esempio, il sesso del cavallo è stato spesso identificato come fattore di rischio per lesioni. Tuttavia non è realistico aspettarsi che venga impedito ad un cavallo di correre perché maschio o femmina, con lo scopo di ridurre il rischio di lesione.
I fattori di rischio modificabili hanno un valore maggiore rispetto a quelli non modificabili, se si considera l'obiettivo finale della prevenzione/riduzione delle lesioni (Parkin, 2008).
E' possibile classificare i fattori di rischio in diverse categorie:
• relativi al cavallo (conformazione, pareggio e ferratura, fenomeno della fatica, sesso, età, effetto "prima gara", patologie pre-esistenti)
• relativi all'allenamento (intensità dell'esercizio, ripresa dell'allenamento dopo un periodo di riposo)
• relativi alla gara (tipo di corsa, lunghezza della gara, numero di partecipanti, categoria della gara)
• relativi al terreno di gara e di allenamento.
Fattori di rischio relativi al cavallo:
la CONFORMAZIONE di un cavallo deve essere considerata come uno dei fattori più importanti per la salute degli arti, in grado di condizionare la lunghezza della carriera agonistica di un cavallo.
L'ETA' del cavallo da corsa è sempre stata considerata un importante fattore di rischio, presente in tutti i modelli analitici.
Il rischio generale di lesioni che interessano l'apparato muscolo-scheletrico aumenta con l'aumentare dell'età del cavallo, sia che si considerino le corse in piano, sia le corse ad ostacoli (Williams et al., 2001). Lo studio di Perkins et al. (2005) ha rilevato un leggero aumento del rischio di lesioni catastrofiche nel periodo che va dai 2 ai 4 anni di età, seguito poi da un aumento molto più significativo del rischio dopo che i cavalli hanno raggiunto i 5 anni (Perkins et al., 2005). Considerando le lesioni che coinvolgono le strutture teno-desmiche, uno studio recente ha evidenziato che il rischio di tendinite del tendine flessore superficiale delle falangi aumenta di circa 2 volte nei cavalli di 3 anni e di 2,88 volte in quelli di 5 anni, rispetto al rischio nei 2 anni; il rischio di desmite del legamento sospensore del nodello, invece, aumenta di 2 volte nei cavalli di 3 e 4 anni, mentre è stato registrato un aumento di 5,07 nei cavalli che hanno raggiunto i 5 anni (Kasashima et al.,2004). Di conseguenza, risulta difficile attribuire una relazione causale diretta tra età e lesioni dell'apparato muscolo-scheletrico (Perkins et al., 2005a). È quindi più opportuno considerare che una combinazione di danni dovuti ali' età, all'esercizio e alla diminuita capacità adattativa di alcune strutture contribuisce ad aumentare il rischio di infortuni nel galoppatore (Lam, Parkin et al.,2007).
Dati ottenuti da diversi studi sostengono l 'ipotesi che i cavalli che gareggiano per la prima volta in un NUOVO TIPO DI GARA o che comunque stanno affrontando il loro primo anno di gare, si trovano in una condizione di rischio superiore, soprattutto per quanto riguarda gli incidenti catastrofici (Henley et al., 2006, Parkin et al., 2004d). Dopo il primo anno di gare, il rischio si riduce, ma, in seguito, aumenta dopo 5 anni. Fattori di rischio relativi all' allenamento: l'allenamento è un fattore di rischio modificabile e, proprio per questo, riveste un'importanza fondamentale. I dati ottenuti dagli studi epidemiologici, e dal mondo scientifico in generale, possono trovare applicazione concreta e diretta nella identificazione di nuovi programmi di allenamento volti a ridurre il rischio di infortuni nel Purosangue da corsa. Molti studi hanno analizzato in modo dettagliato due aspetti d eli' allenamento che sembrano essere altamente correlati con il rischio di infortuni: l'intensità dell'esercizio e la ripresa dell'attività dopo un periodo di riposo (lay-up peri od). Fattori di rischio relativi alla gara: è stata rilevata una correlazione tra maggior numero di partecipanti ad una corsa e aumentata probabilità di frattura. Per ogni cavallo aggiunto nella gara, è stato calcolato un incremento della probabilità di frattura di l, l volte. Parkin et al. (2004b) hanno dimostrato che passando da una gara con 7 partecipanti ad una con 13, il rischio di frattura è aumentato di l ,8 (l, 16) volte. L'aumento del rischio può essere spiegato dal maggior livello di competitività e dalla maggiore probabilità di interazioni tra i cavalli. Tuttavia, anche in questo caso come per la lunghezza della gara, bisogna considerare che un maggior numero di partecipanti risulta anche in un maggior numero di soggetti esposti al rischio: di conseguenza, la correlazione potrebbe non essere significativa. Diversi studi hanno preso in considerazione anche la categoria della gara come possibile fattore di rischio. Nel mondo delle corse un numero ristretto di gare è riservato ai fantini dilettanti o a quei fantini che non hanno ancora ricevuto la licenza di professionisti. Parkin et al. (2004c) ha evidenziato che in corse come queste, in cui i fantini professionisti non possono partecipare, il rischio di lesione della porzione distale degli arti è 3 volte superiore rispetto al rischio rilevato nelle corse riservate ai professionisti. Chiaramente, i fantini dilettanti hanno minore esperienza ed è quindi probabile che abbiano minore capacità di riconoscere un problema nel cavallo che stanno montando. Un fantino professionista, invece, avendo più esperienza, dovrebbe anche avere maggiore sensibilità riguardo il movimento del cavallo; di conseguenza, ha maggiori probabilità di riconoscere i primi segni di sofferenza del cavallo. La scelta di ritirare dalla corsa un cavallo che, molto probabilmente, non è in una condizione fisica ottimale, può prevenire una possibile incidente catastrofico (Parkin et al., 2004c.) Fattori di rischio relativi al terreno Il terreno di lavoro rappresenta tutt'oggi un'importante area di ricerca, in ogni specialità equestre. Dalle caratteristiche del terreno dipendono molti fattori: il rischio di infortuni, la qualità della prestazione e il buon svolgimento della competizione. Il terreno sul quale gareggiano e si allenano i cavalli è da considerare un fattore di rischio modificabile e, proprio per questo, riveste grande importanza. In base alle condizioni della superficie, il fondo può essere classificato nel seguente modo: veloce (superficie molto dura); buono (superficie dura); morbido/allentato; lento (superficie molto umida, condizionata dalla pioggia); pesante (superficie con molta acqua) (Anon, 2006). Nella disciplina del galoppo i fondi possono essere in erba, in sabbia e "all weather" (materiale sintetico che resiste ad ogni condizione meteorologica e che richiede ridotte operazioni di mantenimento). Da uno studio condotto da Boden et al. (2007) è emerso che le condizioni del terreno sono un importante fattore di rischio: il rischio di infortunio aumenta in presenza di terreni più duri. Questi rilevamenti concordano con altri studi precedenti: Bailey et al. (1998), Williams et al. (2001) hanno infatti dimostrato un'aumentata probabilità di lesioni muscolo-scheletriche su terreni con minor contenuto d'acqua, classificati come veloci. Allo stesso modo, Parkin et al. (2004 b,c) afferma che, se comparata ad una su terreno pesante e morbido, in una gara che si svolga su un terreno da veloce a molto veloce (con superficie molto dura) ci sarà un rischio 2,6 volte maggiore di assistere ad una frattura e, in particolare, un rischio 5 volte superiore di evidenziare una frattura del condilo laterale dell'osso metacarpale III. Secondo recenti studi volti alla tutela del cavallo e a garantire il massimo livello tecnico, la tipologia del terreno in sabbia si differenzia tra un campo gara e un campo di allenamento. Il terreno di allenamento, in termini di consistenza, deve essere più comodo, e ammortizzante, adatto ad un lavoro prolungato e che non sforzi le articolazioni. Il terreno di gara, invece, deve essere elastico, compatto e rispondente, adatto ad una prestazione breve e in grado di garantire una buona presa e un facile stacco da terra. Rispetto a un terreno di lavoro, l'orma lasciata dal cavallo sul terreno di gara è meno profonda. Palio di Siena e Giostra della Quintana di Foligno Considerando gli ultimi 40 anni del Palio di Siena e suddividendo i dati in decenni si nota una significativa riduzione degli incidenti catastrofici che passano da 2,62 % del decennio 1980 - 89 allo 0,53% del periodo 2000 - 2009.
Queste significative variazioni sono sostanzialmente legate all' individuazione di dtereminati fattori di rischio e relative loro modifiche, come ad esempio: 1988: istituzione delle pre - visite volontarie 1992: regolamentazione delle prove "di notte" 1994: pre - visite obbligatorie 1998: sostituzioni delle vecchie protezioni nelle curve con materassi a deformazione progressiva 2000: istituzione dell' Albo dei cavalli da Palio 2001: esclusione dei PSI dalla corsa e sostituzione con i mezzosangue Relativamente alla Quintana di Foligno la significativa diminuzione degli incidenti catastrofi è legata alla istituzione nel 2000 della Commissione veterinaria e alle modifiche importanti della pista con la realizzazione di curve paraboliche e terreno in sabbia.

Conclusioni
 I dati raccolti ci permettono di affennare inconfutabilmente che in tutte le competizioni sportive in cui si fa uso di cavalli esiste il rischio di incidenti catastrofici. Quello che è risultato interessante è verificare che la percentuale di tali incidenti che accadono nelle corse storiche non si discosta di molto da quanto succede nel mondo delle corse cosidette regolari. E' importante ribadire che, pur non negando la pericolosità delle corse non regolari, sarebbe interessante che il benessere dei cavalli fosse un valore in sé e fosse valutato allo stesso modo nelle gare ufficili e si cercasse di essere meno emotivi sparando dove capita, magari proprio dove, in rapporto alla difficoltà della prestazione, si mettono in atto molte più misure preventive. Nell'ultimo decennio si è evidenziata una crescente attenzione per le "patologie professionali" nei cavalli atleti. La vera sfida, oggi, risulta essere l'implementazione dei programmi di prevenzione. L'identificazione delle lesioni, la valutazione della loro incidenza, l'identificazione di fattori di rischio e la comprensione dei meccanismi patogenetici sono le premesse fondamentali per la prevenzione delle lesioni ortopediche e per aumentare la sicurezza e il benessere del cavallo da corsa. Una stretta collaborazione tra proprietari, allevatori, fantini, veterinari, epidemiologi e responsabili dei regolamenti si rende necessaria nel fornire molte informazioni riguardo i fattori di rischio associati. È stato ampiamente dimostrato che molte delle lesioni che si verificano nei cavalli da corsa non sono il risultato di eventi accidentali casuali, ma l'esito di un processo patologico cronico, spesso associato ad un'usura eccessiva delle strutture corporee. Diversi studi epidemiologici hanno identificato la presenza di PATOLOGIE PRE-ESISTENTI come fattori di rischio importanti per diverse tipologie di infortunio nel cavallo da corsa (Cohen et al.,1997; Stover SM and Murray A, 2008). È quindi possibile affermare che una precoce identificazione di lesioni subcliniche e un adeguato monitoraggio delle condizioni di salute del cavallo sono aspetti di importanza fondamentale per la prevenzione di ulteriori danni.

venerdì 13 settembre 2013

teoria del fastidio contiguo

 la teoria della fastidio contiguo comporta che se si elimina tutto quello che ti sta vicino e ti dà fastidio, alla fine ti ritroverai accanto cose lontanissime che ti danno molto fastidio

giovedì 12 settembre 2013

la salma di padre pio arriva a pietralcina

la salma di padre pio arriva a pietralcina

mercoledì 11 settembre 2013

aguirre furia di dio

Qualche giorno dopo uno degli uomini viene ucciso da un dardo avvelenato, ma il nemico resta invisibile nella giungla. Più avanti due indios si avvicinano con una canoa alla zattera; credono che gli spagnoli siano i “figli del sole” annunciati da una profezia. Il frate offre loro una Bibbia, dicendo che contiene la parola di Dio. La reazione dell'indio (dice che il libro non parla) fa infuriare gli spagnoli e i due vengono uccisi. Questo è il commento del frate: « Convertire questi selvaggi è davvero un compito arduo. »

martedì 10 settembre 2013

penso positivo

jovanotti per me è la dimostrazione di quello che diceva goebbels, che una menzogna ripetuta un milione di volte diventa verità

lunedì 9 settembre 2013

i tifosi sono persone interessanti e colte



Quando sono stato occupante di un centro sociale

Quando sono stato occupante di un centro sociale si è subito creata una profonda cesura tra come immaginavo un centro sociale e come l'ho trovato in realtà. La mia idea era di calore, lo immaginavo come un posto pieno di umanità, accogliente, qualcosa tipo "people under the law of love" e invece c'era sempre moltissima durezza e aggressività. Ogni riunione si trasformava in un dibattito dai toni violenti in cui tutti erano contro tutti: gli anarchici contro i comunisti, i comunisti contro i comunisti, gli anarchici individualisti contro gli anarchici "socialisti". Un inferno. E poi una cosa che non capivo era perché voler essere sciatti a tutti i costi, come se la sciatteria, la sporcizia, fosse sintomo di ribellione anti borghese. La mia idea era invece di creare un posto bello, accogliente, dimostrare amore e cura verso quel luogo che era nostro, mi sembrava importante. Un'altra cosa che mi colpiva negativamente è che c'era sempre molta freddezza nei confronti dei nuovi visitatori, come se si volessero snobbare o peggio considerare degli intrusi, il che per un centro sociale è il massimo del minimo. Comunque, io ci andavo tutti i giorni ma sempre più spesso, tornando a casa, mi chiedevo: perché ci vai? Doveva essere una cosa bella, avrei dovuto respirare un senso di comunità e invece ne uscivo sempre carico di tensione e angoscia.
Un ricordo: stavo cercando di organizzare una piccola biblioteca sociale e avevo pensato di dedicarla a Pasolini, quindi appesi fuori dalla porta un piccolo cartello con il suo nome. Passa uno e fa: "Minchia, togli quel cazzo di cartello, Pasolini era un poliziotto di merda amico dei poliziotti di merda". Trauma.
Altro ricordo: tra gli occupanti c'era una ragazza che si chiamava Serena. Ecco, lei rispondeva esattamente al mio ideale di sinistra. Dolce, disponibile con gli altri, sorridente, piena di amore, di gioia di vivere ma anche ironica, non smielata, non fricchettona in maniera deleteria. Un giorno in una situazione di tensione, lei cercò di intervenire per placare gli animi. Uno, molto anarco-macho (di quelli che mettono una tacca sul bastone per ogni testa di poliziotto spaccata) le fa: "zitta, borghese di merda". Lei scoppia in lacrime, singhiozzando: "borghese perché? Perché ho una famiglia? Dei sentimenti?".
Essere di sinistra può essere una cosa davvero difficile, amici.

domenica 8 settembre 2013

L'uomo perdona e dimentica, la donna perdona solamente.
Philippe Gerfaut

sabato 7 settembre 2013

Darth Vader alle Sagre di Asti 2013

venerdì 6 settembre 2013

ozio miseria lavoro ricchezza

ozio miseria lavoro ricchezza

giovedì 5 settembre 2013

non ho tempo di spiegare, salta in macchina

non abbiamo tempo di spiegare, salta in macchina

mercoledì 4 settembre 2013

niente da fare fuori

niente da fare fuori

martedì 3 settembre 2013

oktoberfest

I shall play you the song of my people
a monaco è usanza tipica dare la mancia. è un'abitudine così comune che all'oktoberfest, anche per il casino, non si sta mai a chiedere il resto. le cameriere si lamentano spesso degli italiani che rompono tanto ma non lasciano mai la mancia ma a volte sono proprio stronze. l'anno scorso ho trovato 50€ sotto il tavolo, la cameriera si è lanciata come un bue pazzo su di lui, gli ha letteralmente strappato di mano i 50€ dicendo che tutto quello che si trova per terra appartiene alle cameriere. i camerieri lavorano 'in proprio'. loro pagano una birra, chessò, 8 euro per dire e te la vendono a te a 9,40. quindi il loro incasso è quell'1,40€ di differenza più le mance. è un sistema molto furbo perchè in questo modo le cameriere sono costrette a sgambettare e se rovesciano boccali son tutti tutti cazzacci loro. Praticamente stiamo parlando di una serie di capannoni disposti su un prato dove ad un certo punto suona la banda ed il prezzo della birra (si può scegliere solo la lager) viene rincarato tramite un sistema mafioso: birra rincarata a parte, questa descrizione si adatta alla perfezione al 1° campo di Birkenau.

lunedì 2 settembre 2013

black mirror

black mirror