domenica 30 aprile 2006

per sembrare intelligenti/liberi/profondi (leggi: interessanti) la maniera più a buon mercato è la critica facile. quanto più critichi, tanto più sei figo. libri, modi di pensare, persone-personaggi, prodotti di massa e di nicchia, e critichi quello di massa perchè di massa quello di nicchia perchè di nicchia, e ci si afferma negativamente per oppositività qualificante.
ildeboscio

venerdì 28 aprile 2006

un chien andalou

martedì 25 aprile 2006

every night with my star friends
we eat caviar and drink champagne
sniffing in the v.i.p. area
we talk about frank sinatra
you know frank sinatra?
he's dead... dead!
ha ha ha!

to be famous is so nice
suck my dick
kiss my ass
in limousines we have sex
every night with my famous friends

nice

suck my dick
kiss my ass
so nice
vip area
frank sinatra

motherfuckers are so nice
suck my dick
lick my ass
in the mix we have sex
everynight with my famous friends

frank sinatra
to be famous is so nice
suck my dick
kiss my ass
in the mix we have sex
everynight with my famous friends
everynight with my star friends
shake your body like the dance
stupid smiles and autographs
this is a song for fans
shake your body like the dance
stupid smiles and autographs
everynight with my star friends
in limousines we have sex

motherfuckers are so nice
suck my dick
lick my ass
in the mix we have sex
every night with my famous
friends

suck my dick


felix da housecat, frank sinatra

lunedì 24 aprile 2006

Detaime

Lo scrivere dell’innamorarsi contiene in sé le caratteristiche stesse dell’innamoramento, ovvero il contemporaneo sentimento di inadeguatezza e onnipotenza che l’amore suscita: è già stato scritto tutto ma tutti vogliono scriverne, e tutti sono convinti di riuscire a scrivere qualcosa di nuovo e finalmente definitivo, anche se scrivendo ci si rende conto (come accade leggendo quello che già è stato scritto, la cui incompletezza spinge a provarci a propria volta) di non riuscire a descrivere il sentimento nella completezza della sua potenza.
Il sentimento è suscitato trimestralmente dalle revisori, che con mani fini, capelli ordinati, occhiali regolari, seno assente rasente la perfezione, sfogliano dissimulando la noia le fatture, delicate farfalle posate sulle stagioni fatte di quarter: l’ammirazione per la perizia, l’immaginazione di quali artifici potrebbero fare che le farebbero amare, oggi come ora, da Ricucci ben più di quanto amò Anna Falchi, e al tempo stesso la presunzione di aver qualcosa da dare (che non saprebbero calcolare?), mentre il collega con la giacca annosa e la cravatta voluminosa, allinea le fatture da ricevere come allinea i week-end, i numeri sul cellulare e i task da pianificare.
La curiosità improvvisa e subito così avida da risultare quasi dolorosa di sapere tutto di questa persona che ieri non esisteva, il saperne i gusti, le idee e il numero di scarpe, il voler sapere tutto eccetto quello che sappiamo (ovvero che sta cercando una fattura), ecco la contemporanea onnipotenza di sentirsi la forza per compiere ogni impresa e l’inadeguatezza che la verità, che il sentimento rischiara, rende nella propria nudità di fronte alle cose, ovvero sentirsi di dire lascia perdere tutto, fuggi via con me, ma per fare cosa, perché, dove?
Del sentimento attrae l'inconcludenza, la gioventù del voler essere tutto e non saper fare niente, se non morire, che Romeo e Giulietta conoscevano solo soluzioni estreme, assolute, non la gestione della vita quotidiana.
E in tanta nostalgia, di un futuro mai avuto ma intensamente vissuto che sembra passato, naufraga il cuore sulle scogliere dure del trimestre da consuntivare.
L'amore è il male. Codesto turbamento che vi rapisce, codesta serietà e codesto silenzio sono una meditazione del genio della specie. L'adolescente pronto a morire per colei che ama e il cui fiero sguardo non ha che lampi di generosità; la vergine che avanza circonfusa della sua grazia come di un'aurora rivestita di bellezza che fa mormorare tra loro come cicale i vecchi e cadere in ginocchio chiunque abbia un cuore umano, sono due macchine nelle mani di questo genio imperioso. Esso non ha che un pensiero, un pensiero positivo e senza poesia: la durata del genere umano.
Ammirate, se volete, i suoi procedimenti; ma non dimenticate che esso non pensa che a colmare vuoti, a riparare brecce, a mantenere l'equilibrio tra le provviste e la spesa, a tenere sempre abbondantemente popolata la stalla in cui il dolore e la morte recluteranno le loro vittime.

domenica 23 aprile 2006

Le particelle elementari

La fedeltà del film Le Particelle Elementari al romanzo di Houellebecq è come una versione dell’Amleto con lui che apre una pizzeria a Napoli, che serve per riciclare il denaro sporco di Rosencrantz, un camorrista amico di Berlusconi, poi Amleto convinto da Padre Pio si converte e, dopo il lieto fine, compare sullo schermo la frase “Essere o non lessare? Boh”.
Dopo 10 secondi è già chiaro che il film fa schifo: invece che in Francia, il film è ambientato a Berlino, probabilmente perché non avevano abbastanza soldi nemmeno per girare un super8.
Per far capire che Michael è in viaggio, Michael va in giro ovunque (al cimitero, in casa, nel prato) con una valigia di cartone pressato; per far capire che Bruno è un tedesco che va e viene dalla clinica psichiatrica, lo si vede andare al capezzale della madre o in gita al mare in ciabatte con le bianche calze di spugna; quando le persone hanno una malattia fisica, dormono; quando hanno una malattia psichica, bevono absolute vodka; si vedono delle tette, e sono brutte.
Nei dialoghi sono presenti i seguenti passaggi:
- non ho avuto fortuna con gli uomini;
- a cosa pensi? Alla mia vita;
- abbiamo verificato i tuoi calcoli con il supercomputer.
Se l’autismo può essere definito come mancanza di comprensione del contesto e dei sottintesi, è certo che il regista Oskar Roehler è autistico; dopo Lola Corre si rivedono i protagonisti Moritz Bleibtreu e Franka Potente, e aumenta il malessere vedere che la Potente è fisicamente in piena fase di merkelizzazione.

martedì 18 aprile 2006

che bello il primo temporale estivo & l'attesa che finisca

domenica 16 aprile 2006

ildeboscio meets Prefab Sprout

sabato 15 aprile 2006

Alla fine io direi, andiamo fin lì.
Ecco, ma non tipo per guardare gli altri e da pochi tratti risalire a come sono, no, il tipo solo in giacca che fa quello soprappensiero per fare quello che ha pensieri, che lavora sodo ed è solo perchè lavora tanto, mica vero, o la tipa scosciata perché insicura, o quella che fa che ha fretta, no, lasciamo perdere il clubbino di quelli che hanno capito e se ne compiacciono, senza nemmeno dire che quelli che hanno capito se ne compiacciono per compiacerci dell’aver capito che c’è sempre un attico sul superattico, ecco, no, il pi greco è 3,14 e non 3,1415, 3,14159, nessun sofisma, compiacersi vuol dire non aver capito tutto, e anche il non compiacersi è non aver capito, perché alla fine l’entusiasmo, perché no, non si può andarci contro, non si può per principio dire che non si dorme, perché poi comunque ti viene sonno a dispetto del principio, andare contro i miei principi non va contro i miei principi.
Perché il sonno ti viene, poi la stanchezza la senti in proporzione della percezione che hai di non farcela, quindi ogni problema è prima una questione di stima e poi di struttura, senti di avere sonno in base a quanto è difficile stare sveglio, e poi comunque ti viene sonno, prima o poi.
Ecco, detto questo, io direi, usciamo, andiamo fin lì, non troppo oltre, ma un po’: l’età adulta è appunto il passaggio dalla possibilità alla realtà, e se non avviene diventa il passaggio all’irrealtà.
Certo, non si può non avere vergogna di aver avuto degli antenati vestiti di tuniche o che avevano le unghie sporche, che morivano di dissenteria a Verdun perché scoppiavano le bombe, chiaro che ognuno vorrebbe fare la differenza, ma alla prova dei fatti tutto viene fuori, però non è che perché viviamo in questo spazio casuale, con gli uomini che sono venuti fuori con gli organi strani e le orecchie e i lineamenti alcuni ridicoli alcuni puliti e gradevoli ma sempre con queste cose bizzarre tipo il naso e le orecchie e cinque dita e tutte queste cose strane che ci sono sulla Terra come i tramonti un po’ volgari con troppi colori, adesso non prendiamo la macchina facendo attrito con le ruote perché alla fine questa forza di gravità non è convincente, è sicuramente paradossale questo amore per i linguaggi, parlare di tattica per far vedere che si hanno la gambe e si gioca a pallone, dire “l’altro con giorno con la mia ragazza” perché si è gente che si sta stare al mondo.
Perché anche Arpe per fare gruppo magari fa le battute sulle complessità contabili l quando va a mangiare la pizza con i colleghi, magari uno si fa venire il dubbio prevalere grazie all’ignoranza, però come dubbio è molto costruito, è giusto stare bene, è igiene per il corpo proprio e il corpo sociale, ecco vedi non neghiamo la natura sociale, la condivisione l’entusiasmo, l’andare a dormire e l’amore, andiamo fin lì, così com’è.

venerdì 14 aprile 2006

i pizzini sono il sudoku del futuro

giovedì 13 aprile 2006

produci consuma crepet

martedì 11 aprile 2006

Ma cosa starà pensando Ciampi?
Secondo me sta dicendo a Franca di tirargli fuori la tuta che torna in campo lui, governo di coalizione con prodi all'economia, berlusconi al commercio estero, fini agli interni e caruso agli esteri, e nel programma dei 100 giorni la vittoria ai mondiali di germania!

lunedì 10 aprile 2006

Abbiamo vinto!
Adesso dobbiamo solo più capire chi siamo.

Briatori

Vai!!
Voglio pomparle ste troie della tv
Chiamarle coi peggiori appellativi
Filmarle disinvolte davanti a quegli obbiettivi
Da brividi a ste cavalle il fatto che le veda solo di spalle
Noi rap divi se Costantino nell’i-pod ha il Dogo
Lo spinge Coco mentre lo spinge alla Lodo
Del resto a scuola da Briatore su-in-villa
Il libro di testo è il calendario di Ludmilla
La prima regola è noleggia il Porsche Cayenne
Seconda fatti un buon amico al Billionaire
E se non basta che fai il pagliaccio dille che giochi a calcio
Ma non qui nel Saint Germain
Poi frà le amiche di Maria la danno per prime via
Se sai raccontarle di fantasia
E stendi pezzi da una busta pregna nella villa in Sardegna
Vedi poi come stendi i pezzi di fregna!

Voglio andare in giro a spende-spenderli
voglio stare nel privè coi v.i.p
e girare sulla Lambo, Montecarlo, posto caldo
ma restiamo sempre qui
e comprarmi tutta quanta la boutique
rotocalchi foto con la tipa chic
e girare sulla Lambo, Montecarlo, posto caldo
ma restiamo sempre qui!

Sono in tivù frà, com'è dura la Ventura
ha la obsession come gli Aventura
faccio i pacchi meglio di Pupo, in Lex come Luthor
Fininvest stendo in studio
Distretto Di Polizia non mi ha mai preso bene
a letto Antonella Elia non l'ha mai preso bene
faccio il preso bene, alla Rai da Daniele Bossari
come vorrei boxarci
e Sky non mi serve, ho il cinema sotto casa
cerco La Talpa che spiffera sotto casa
sogno di fare il pappa, frà , sotto una palma
e sogno di fare il pappa, ma di Giorgia Palmas
schiaffeggio Melissa P, taccheggio Cento Vetrine
palleggio coi Campioni, Bossari sei ancora lì
rompo il cranio a Di Canio, mi pesto con Cremonini
esco con Adriano, o Adriana della Tim!

Voglio andare in giro a spende-spenderli
voglio stare nel privè coi v.i.p
e girare sulla Lambo, Montecarlo, posto caldo
ma restiamo sempre qui
e comprarmi tutta quanta la boutique
rotocalchi foto con la tipa chic
e girare sulla Lambo, Montecarlo, posto caldo
ma restiamo sempre qui!

Devo ingrassare e fare il rap-briatore
o non farò mai bum bum con le tipe che vedo in tivù
sono triste dopo che se l'è ridotte la Marcuzzi
compriamo un uzi, rapina a Meneguzzi
per farci più fogli di Eros, e farci la Folliero
Billionaire sul Cayenne nero
non ho speranze mai di uscire con Giorgia Surina
la guardo su Max e me la immagino a... sai già la rima
se eravam belli avremmo fatto di fisso i modelli
ma siamo brutti resta solo fare i farabutti
mi manca giusto qualche zero e navigo nell'oro
con la Pausini bombe enormi svolto il pezzo in spagnolo
e stiamo assieme tutti i mesi del tuo calendario
agosto, guardo il tuo talento nascosto
un vero mc, non un dj pacco come tommy vee
in diretta in molestia in sala vip!

Voglio andare in giro a spende-spenderli
voglio stare nel privè coi v.i.p
e girare sulla Lambo, Montecarlo, posto caldo
ma restiamo sempre qui
e comprarmi tutta quanta la boutique
rotocalchi foto con la tipa chic
e girare sulla Lambo, Montecarlo, posto caldo
ma restiamo sempre qui!



Club Dogo, Briatori

domenica 9 aprile 2006

Il paese dei balocchi, il salone del mobile

Il figlio homersexuale dei vicini di casa passava le giornate sul balcone a vedere chi passava, attaccava musica è di eros ramazzotti a palla e a nastro, ed armonia errava per la via Comentina.
Arrivati i 19, preso il diploma, prese la strada per Milano a vivere in pace la sua homersexuality, e da allora non s’è visto più: fuggire la provincia, sfuggire il controllo, creare discontinuità.
L’universo effettivamente è fatto ad cazzum canis, cioè o si è fatto da solo o chi l’ha fatto era la prima volta che ne faceva uno: se no non si spiegherebbero un milione di errori di progettazione, come adorare in amore quello che serve per pisciare, che sarebbe come andare al salone del mobile a presentare una tazza del cesso che funge anche da barbecue per cucinare; Filippo mi viene sempre in mente quando c’è il salone del mobile, che gli homersexuali uno non se li immagina che fanno i contabili, ora me lo immagino alle prese con i pacs e con le adozioni, sempre in rincorsa di quello che x altri è naturale, del resto anke il dalai lama dice che essere homersexuale non è normale.
Componente della gioia è la velocità, della felicità la durata: rimandare il primo bacio o il primo figlio perchè, ed essere amati un po’ non è come esserlo sempre, per cui decisamente varrebbe livefastlovehardieyoung, e poi tutto quello che viene dopo i 30 dovrebbe essere garbage time, però il sistema ha creato questo sistema della discontinuità, per cui le cose vanno male e sempre peggio, ma attraverso cambi di stagione, passaggi di età, di livello, di gestione, traslochi di case, incontri di nuovi amori via via più sbiaditi, ecco spremere gli ultimi fuochi per tirare inopinatamente avanti, come diceva toto cotugno figli della povera gente con la speranza di un futuro migliore, come fabio volo che perde i capelli ma continua a fare il bakkaglione, che poi quando sarà ridotto come Lorenzo scoles o Giuseppe cederna in televisione non ce lo faranno manco più entrare.
E in questo posto al sole che tarda ad arrivare ed è anzi sempre più irrangiungibile tipo poster da impiegato sul muro dello stanzino ci sono tutte le guerre, tutti tutti i litigi per l’eredità, tutti i conti in banca, tutti i pozzi di petrolio e le invasioni del Kuwait, tutte le religioni , la maxima discontinuità di addirittura un’altra vita, tutte le elezioni e tutti gli spostamenti di percentuale sul cuneo fiscale, tutti gli hobby, per poter dire “io non sono solo questo, io non sono solo l’impiegato, il deejay che alla radio ti legge le notizie bufe, io scrivo poesie, io amo e cresco figli per il riscatto, io costruisco bombe e morirò santo e nel mondo eterno sarò beato come Enrico Comentina, e come lui avrò una via su cui si affacceranno i sognatori”, ma, come dice Ligabue che è uno che ne sa, sia nella canzone sulle donne sia in radiofreccia, ecc. ecc.
La provincia fa paura perché lì tutto è chiaro, le grandi domande tipo “chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo” in provincia hanno una risposta, la provincia ti toglie il respiro perché puoi dire call, puoi dire fold, ma le carte sono scoperte, zunino ti tira su milano santa giulia ma rimane sempre e solo il figlio di zunino, invece viaggiando potrai trascinare te stesso verso fallimenti sempre diversi, di cui nessuno ti chiederà conto, eccetto tu, quando finirà la discontinuità dei traslochi, dei passaggi di livello, dei cambi di azienda, degli scatti di anzianità, che poi basta guardarti, basta vedere come tieni la giacca, come stringi una maniglia apri una porta o ordini un caffè, quanto sei capace di parlare o di non parlare, ed è chiaro in ogni istante quanto sfigato sei, ovunque, e allora fuggire la provincia è appunto solo fuggire da te, che credi che altrove non si accorgano di quanto sfigato sei, e allora è proprio come dice Ligabue, che sia con radiofreccia o con la canzone sulle donne sia senza, sia in emilia sia altrove, è uno che avrebbe bombato comunque parecchio, perché non è teorizzare chi è figo è figo ovunque, chi è sfigato è sfigato ovunque che ti rende figo o sfigato, perché ovviamente ognuno ha un concetto di sfigato da cui automaticamente tende a ritenersi escluso, e invece no, le cose sono sempre come sono subito, se ci arrivi dopo hai perso tempo, tipo sigmund freud che diceva che il 90% del comportamento umano è volto a, e quindi anche lui lo diceva per, ma ormai era un vecio, quindi no gioia no felicità, mentre il Ferro a 16 anni nello spogliatoio prima di Liceo Classico Vittorio Alfieri – Istituto Giobert per geometri e ragionieri te lo sapeva già spiegare che non c’è da fidarsi di chi non scopa mai, e infatti, non c’è bisogno di andare a Vienna, non c’è bisogno di essere Immanuel Kant, per sapere che.

venerdì 7 aprile 2006

il partito dei fighetti

i nostri cuori fanno boom boom per la rosa nel pugno

Franco Battiato, Antonella Elia, Luca R., Eugenio Bennato, Francesca G., Davide C., Oliviero Toscani votano rosa nel pugno.

se ti piace Coccoluto, Rosa nel Pugno è il tuo partito.
Labranca al salone del mobile

giovedì 6 aprile 2006

...invece ho paura del buddy christ, dei papaboys con la chitarra, dei preti buoni, dei bravi ragazzi che ci credono sinceramente: fanno del bene, bravi, ma sono il braccio armato dell'irrazionalità, e questo pianeta ne ha già troppa.