martedì 30 settembre 2008

lezione di giornalismo: sbatti il mostro in prima pagina

sabato 27 settembre 2008

in italia non ci si prende mai sul serio

giovedì 25 settembre 2008

delta v, numeri in mia vita

lunedì 22 settembre 2008

the cold song - klaus nomi sings purcell

giovedì 18 settembre 2008

i'm a simple man

mercoledì 17 settembre 2008

la vergogna di essere giovane, e italiano

http://www.casasonica.it/visore/visore.asp?idNews=16&idVisore=191&risoluzione=low&info=Luglio2008Le%20Luci%20della%20Centrale%20Elettrica%20intervistato%20da%20Franz%20Goria
Per tutto quello che non sai spiegare, pensa a Dio

venerdì 12 settembre 2008

il nuovo cocchi

fa pena. è arredato come una pro loco, i mobili li hanno presi al festival delle sagre e il pavimento un casotto di campagna. il gestore è un babbo di fama internazionale. le brioches si smosciano in mano, il cappuccino tiepido.

martedì 9 settembre 2008

garrincha

lunedì 8 settembre 2008

per un'epistemologia di fabio volo

fabio volo è l'amico che tutti vorremmo avere in compagnia
pero' credo che ognuno dovrebbe sapere stare nel suo spazio
se x esempio umberto eco mi chiedesse di venire a giocare a calcetto, mi metterebbe in imbarazzo
Nel disorientamento dell’era del post, la letteratura, che dovrebbe descrivere le idee, ha finito per corrompersi descrivendo non le idee ma le storie, quindi il tutto per il particolare, la stranezza, dal Giovane Holden a Palahniuk & epigoni, passando per il cinema d’exploitation diventato mainstream al cinema italiano 2 stanze & cucina, fino alla musica, dai Radiohead a Battiato. Così la letteratura, che dovrebbe diffondere la verità e affermare il principio del dubbio come strumento per arrivare alla verità, attualmente propaga ciò che è falso per poterlo fare senza dubbi.
Del resto comporta minor sforzo affermare con certezza il falso che la verità con il beneficio del dubbio, ma ciò che state leggendo invece, come la fisica spiega la verità del funzionamento del mondo, si propone di spiegare funzione / funzionamento dell’umanità: un racconto di fisica sociale che comprenda sia l’aspetto emozionale che quello scientifico, uno sguardo dall’universo nella sua vastità in caduta verticale fino al microcosmo della singola persona, un sistema completo che, in quanto tale, contiene al suo interno i meccanismi per analizzarne il suo stesso funzionamento fino a comprendere la sua infondatezza.
La necessità di un sistema di osservazione contemporanea, che unisca sociologia e letteratura, ma che anche sappia autoverificare la correttezza del suo funzionamento, si evidenzia analizzando la biografia di Auguste Comte, l’inventore stesso del termine fisica sociale e padre della sociologia. L’opera di Comte fu influenzata dal fatto che era basso e brutto, per cui cercò di vincere il suo sentimento di inferiorità edificando un sistema filosofico che avrebbe dovuto farlo accettare dalla società (leggi: dietro a qualsiasi cosa uno dica, c'è dietro qualcos'altro). In realtà fu accettato solo dall’unica donna che si innamorò di lui, Clotilde da Vaux, e bastò quell’unico breve amore per sconvolgerlo a tal punto da modificare il suo sistema tramutandolo in una sorta di religione protetta da una donna angelo, Clotilde appunto. La fisica sociale di Comte perde tutta la sua rilevanza per le deviazioni indotte dal fatto che uno sfigato perde la testa quando finalmente riesce a conquistare una donna, e ciò implicitamente conferma la necessità di una fisica sociale, considerando che alcuni tra gli eventi più importanti occorsi sulla Terra, dalla religione cattolica alla seconda guerra mondiale, sono stati causati dal desiderio di riscatto di sfigati.Ma è la condizione di tutti gli esseri umani lo sforzo continuo teso al riscatto dalla propria condizione, attraverso il raggiungimento di irrangiungibili desideri, la strategia della tensione che tende gli universi in espansione, il desiderio di trascendenza che muove tutto, dai piccoli uomini nella piccola terra ai big bang nelle vie lattee.

Ogni volta che ho visto una donna che mi piaceva, ho sempre cercato di conoscerla, ma soprattutto di farci l'amore.
Amo le donne. Senza di loro me ne sarei già andato. Senza di loro non sarei mai più tornato.
Spesso si vive come se fosse per sempre e ci si dimentica degli attimi.
Il problema non è quanto aspetti, ma chi aspetti.
È stata quella volta che scherzando mi ha detto che ero un erotomane romantico. Non so esattamente cosa volesse dire. Ho immaginato di essere uno che compra una rosa, ma poi cerca di infilarla nel sedere.
La cosa importante è ciò che mi ha insegnato. Lei non era e non è il mio tesoro ma gli strumenti per trovarlo. Lei è il cartello che indica la strada.
Tutto ciò che ho di lei è nella mia testa e nella mia anima. Per sempre. Lei è un respiro, un pensiero, un'emozione, è confusione e chiarezza.
... lei per me è sempre stata una casa con il tetto di vetro: posso osservare il cielo sentendomi al sicuro.
Il biglietto aveva una parola cancellata. Ho continuato a guardare il foglio controluce per cercare di capire cosa avesse cancellato. Le cancellature per me diventano più interessanti di ciò che si legge. Perché non penso che siano stati errori di ortografia, ma un ripensamento su una confidenza troppo intima.
"Che begli occhiali da sole che hai, Carlo". "Oh grazie". Non ho mai capito perché alcune persone ti ringraziano per un complimento fatto a qualcosa che possiedono. Mi verrebbe da dirgli:"Mica li hai disegnati tu, gli occhiali! Svegliaaaaaa!".
Forse uno dei miei problemi è che non chiedo niente a nessuno, ma ho bisogno di tutti.
A volte, mentre passeggio, mi viene voglia di andare in una libreria. Entrare e trascorrere del tempo, prendendo ogni tanto un libro in mano, mi rilassa. Mi fa stare bene. Mi fa sentire sempre un po' più intelligente e interessante di come sono realmente.
La vita non è ciò che ci accade, ma ciò che facciamo con ciò che ci accade...
Io a volte scopro come la penso su di un argomento quando ne parlo. È parlandone che scopro la mia opinione, insieme a quelli che mi ascoltano.
Ti ricorderò come il fidanzato che mi ha fatto ascoltare la musica migliore.
E tu vuoi essere ricordata coma la migliore? "Quella con cui ti sei visto più bello. O come quella più sexy di tutte."
In silenzio ho riflettuto su cosa mi piacesse di lei. A parte tutto le cose che già sapevo, fin dall'inizio ho intuito che lei mi avrebbe fatto sentire diverso. Sarei stato quello che volevo essere in quel momento della mia vita.
Non c'è sempre una risposta a tutto. Magari sì, magari no. Magari tu non sei fatto per quel tipo di rapporto. Punto.
Ci sono persone che non riescono a costruirsi un'armatura e altre che non riescono più a liberarsene. Io volevo riuscire a vivere questa nuova fase, fatta di fragilità, emozioni, dolore e gioia.
Sentivo che mi leggeva dentro, e io avrei voluto essere più uomo con lei. Avrei voluto essere quell'abbraccio in cui desiderava perdersi. Protetta e libera di lasciarsi andare, perché tanto c'ero io a prendermi cura di lei, a difenderla dal freddo e dal male.
Amo le labbra: le amo perche sono costrette a non toccarsi se vogliono dire "Ti odio" e obbligate a unirsi se vogliono dire "Ti amo".
A volte i minuti non sono minuti, sono reincarnazioni di vite. Nell'attesa, sono già rinato mille volte. Ho percorso tutta la catena alimentare. Sono stato zanzara, armadillo, elefante…
Chi non si ama può darsi a chiunque.
Ci sono bellissime storie d'amore nel fondo delle borse, tra i pacchetti di sigarette e le chiavi; per questo a volte si fa fatica a trovarle, semplicemente perché tentano di nascondersi per poter rimanere lì.
Comunque la felicità non è che sia fare sempre quello che si vuole, semmai è volere sempre quello che si fa…
Dava l'idea di essere una donna che dona tutto, ma non regala niente.
Era come se andando via in realtà avessi preso la rincorsa per tornare più vicino.
Erano state le lacrime ad aprirmi la porta della sua vera intimità.
"Fai conto di essere una maratoneta. Stai correndo con i tuoi amici e le tue amiche. A un certo punto capisci di avere una buona gamba, un bel passo, di poter andare più veloce, e allora decidi di seguire questa tua forza. Di convertirti al tuo talento. Dopo un po' che corri, ti accorgi di aver staccato il gruppo. Ti giri e ti scopri sola. Loro sono indietro, tutti insieme che ridono, e tu sei sola con te stessa. Siccome non riesci a reggere questa solitudine, rallenti finché il gruppo ti raggiunge e, negando il tuo talento, fingi di essere come loro. Rimani nel gruppo. Ma tu non sei così, non sei come loro. Infatti anche lì in mezzo ti senti comunque sola."
Fai vedere al tuo sogno che veramente ci tieni a incontrarlo, senza pretendere che lui faccia tutta la strada da solo per arrivare fino a te, poi le cose accadono. I sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi.
Gli infelici valutano constantemente gli altri, criticano continuamente il loro comportamento e spesso su di loro sfogano il proprio personale malessere o fallimento.
Ho letto da qualche parte che il vero motivo per cui si sono estinti i dinosauri è perché nessuno li accarezzava. Bisogna sperare che l'uomo non faccia lo stesso stupido errore con le donne.
Il cammino si fa da soli: in 2 è una scampagnata.
In qualsiasi momento della vita si può prendere in mano le redini e cambiare il proprio destino.
L'amore per sé è il ponte necessario per arrivare all'altro.
La cosa più fastidiosa quando mandi un messaggio a una persona a cui tieni è che dal momento dell'invio parte il conto dei minuti. Rispondi, rispondi, rispondi. Non ha risposto. Magari ha il telefono spento. Che faccio chiamo, faccio uno squillo per vedere se è acceso? E se poi è acceso? Messaggio più chiamata: divento pesante. Chiamo con anonimo. Solo che se faccio uno squillo e poi metto giù capisce che sono io che controllo. Lo capisce? Sì, lo capisce. A volte i minuti non sono solo minuti, sono reincarnazioni di vite.
La prima cosa che due persone si offrono stando insieme dovrebbe essere un sentimento d'amore verso se stessi. Se non ti ami tu, perché dovrei amarti io?
La prima volta che ci siamo frequentati non eravamo in grado di amarci. Eravamo come due persone che hanno tra le mani lo strumento che amano, ma non lo sanno suonare. Poi abbiamo imparato.
Le cose non si vedono per ciò che sono ma per ciò che sei!
L'odio appartiene ad attimi di impotenza.
Mentre la sfioravo, sentivo sulla punta delle dita una forza misteriosa che mi attraeva verso di lei.
Non avevo nulla, nemmeno i mobili, ma mi sentivo pieno. Arredato dentro!
Non ci si può far niente, le persone che amano si finisce sempre per amarle. È una legge della natura.
Ognuno di noi è fatto da tanti se stesso e non solamente da uno. Diciamo che siamo come un'assemblea condominiale composta da tante persone diverse. C'è quello più tollerante, c'è quello più permaloso, quello che si incazza subito, quello che parla poco e quello che non sta mai zitto.
Pensare a se stessi non è egoismo. Egoismo semmai è occuparsi solo di se stessi.
Voglio lasciarmi andare, voglio di più per me voglio buttarmi per cadere verso l'alto.
Avevo capito che rinunciare a se stessi, non amarsi è come sbagliare a chiudere il primo bottone della camicia. Tutti gli altri poi sono sbagliati di conseguenza. Amarsi è l'unica certezza per riuscire ad amare davvero gli altri.
Pare che i notai guadagnino molto perché hanno dovuto studiare parecchio. Sembra che quel parecchio sia a spese nostre. Forse pensano che, quando loro stavano studiando, noi eravamo in giro a non fare un cazzo.
Che ne so?! Io non so nemmeno se esiste la felicità. Intendo dire come condizione perpetua. Credo che la felicità siano picchi che durano attimi, secondi.
Flavia era come quei tulipani che compro per casa mia. Ho imparato a prenderli chiusi, così mi durano di più. Sono belli ugualmente, ma mi piacciono anche perché so come saranno quando si apriranno. Compro quella bellezza che ancora non si vede, ma che comunque si percepisce. Si conosce.
Il mio lavoro mi rendeva uguale a tutti gli altri. Non mi permetteva di esprimermi. Ero sostituibile come un bullone di una macchina, e questo condizionava tutti i miei rapporti. Perché poi la sera, quando tornavo a casa, avevo voglia di stare con una persona che mi avesse scelto. Volevo essere SCEL-TO! Volevo una persona che voleva me. Una persona per la quale io non potevo essere sostituito da un giorno con l'altro. Una persona che mi facesse sentire speciale. Diverso da tutti. Un individuo. Una persona. Un principe azzurro.
Mi sono seduto nella sala d'attesa. C'era una ragazza che sfogliava senza interesse una rivista. Mi piace stare in una stanza con una donna. Anche quando prendo il treno, se entro in uno scompartimento e ci trovo una donna sono più contento. E se non c'è continuo a cercare finché la trovo. Non è che poi le rivolgo la parola, o ci parlo, o ci provo per forza, anzi, ma mi piace che sia lì. Mi piace la loro compagnia anche se silenzio-sa e sconosciuta. Le donne sono belle da respirare.
Nell'arco della vita puoi incontrare un sacco di persone e di qualcuna diventare veramente amico. Ma chi ha passato con te il periodo dell'adolescenza conserva un posto speciale. Forse più ancora dei compagni dell'infanzia.
Prima di uscire ho apparecchiato la sua colazione. Sul sacchetto dei biscotti ho attaccato un post-it con la mia dichiarazione d'amore. Tu sei tutto ciò che prima non sono mai riuscito a dire, mai riuscito a vedere, fare, capire. Finalmente sei qui... ho aspettato tanto. Ci vediamo stasera.
Ti ricordi quando mi hai chiesto se avevo le pastiglie per la felicità? La pastiglia è la vita. Vivi, buttati, apriti, ascoltati. Le tue paure, le tue ansie sono dovute al fatto che tu esisti ma non vivi. Sei castrato nei sentimenti. Sei bloccato. Ti ricordi quella frase di Oscar Wilde? Diceva che vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste, e nulla più.
Ero talmente felice che per esserlo di più avrei dovuto essere due persone.
A Milano camminano più veloci che a Roma, ma non è ancora niente in confronto a Londra o New York. Diventeremo come loro?
C'è chi cerca l'altra metà della mela, io sto cercando ancora la mia mezza. Sono uno spicchio di me stesso.
Si parla sempre delle donne che fingono l'orgasmo. Anch'io a volte lo faccio. Io sono un uomo che finge l'orgasmo: cioè non è che fingo di venire, fingo il contrario.
Molti credono che la fantasia serva solo per sfuggire alla realtà, mentre quasi sempre serve per capirla e interpretarla meglio.
Rispetto alla fantasia la realtà cosa può fare? È un po' come quando vai a vedere il film del tuo libro preferito: una delusione.
Paura d'amare: credo sia paura restare soli per paura di rimanere soli.
Innamorarsi è una droga, amare è una medicina.


io credo che si debba comprendere tutto.
non si puo' dire fabio volo = merda, si deve dire fabio volo = questo + questo + questo per cui = merda.
ora, fabio volo e jovanotti affondano le loro radici in quella che si chiama rivoluzione sessuale. l'emancipazione della donna nella cattolicissima italia ha portato a sbarellare dall'altro lato, come capita sempre quando qualche minoranza è tenuta sotto il tappo troppo a lungo ingiustamente.
fabio volo & jovanotti nascono entrambi come bei ragazzi, questa è la loro genesi. a seguire, gli sono stati dati dei contenuti, come vestiti: si pensi a cos'erano fabio volo jena e jovanotti gimme five agli inizi, mentre x esempio sgarbi o lucio dalla sono esattamente oggi quello che erano quando si sono affermati.
quindi l'obiettivo di volo e jovanotti è titillare l'ego femminile, trasformare il rapporto di naturale scambio tra uomo e donna in un rapporto unilaterale in cui la donna solo prende & pretende, da un uomo che è sempre gentile ed è pure un gran figo e le caga sebbene loro siano culonacce. (sentire le telefonate di fv in trasmissione è illuminante: a lui piacciono tutte, come nelle canzoni di jovanotti, in cui lei è una donna che non esiste, cui lui dà il suo amore a prescindere, non dice mai "ti amo perchè...", per essere amate nelle canzoni di jovanotti è sufficiente esistere, cosa che non è affatto vera nella realtà).
l'operazione letteraria di fabio volo è pertanto una declinazione di questi poveri concetti, un paulo coelho povero (se è possibile, e purtroppo lo è).
certo, per una serata in pizzeria è un ottimo armamentario di attrezzi del mestiere, ma appunto da un libro ci si aspetterebbe di +.
VA BENE, volo scrive questi libri, se non ti piacciono non li comprare, no?
NO. perchè questa è arte degenere, e corrompe la società. saviano che scrive gomorra può piacere o non piacere, però alza il livello di guardia, può essere che magari nei giovani porti ad atteggiamenti meno omertosi, è già un grande risultato.
Invece fabio volo / jovanotti sobillano nelle donne un atteggiamento per cui a loro è tutto dovuto, quindi ok essere culone, ok avere 40 anni, ok pretendere di comportarsi ancora come delle bambine.
mentre la generazione dei 30enni di cui faccio parte annega tra precariato e scarsa natalità, fidanzati a casa dei genitori ecc., jovanotti e fabio volo invece di condannare la situazione se ne fanno cantori, drogano la realtà e la fanno apparire felice.

qui la seconda parte dell'epistemologia di fabio volo

lunedì 1 settembre 2008

venezia 00 bv Nocturno

AKILLES TO KAME di Takeshi Kitano

Con Akilles to kame, Takeshi Kitano porta a compimento la trilogia che dovrebbe rappresentare il necessario harakiri prima della propria resurrezione artistica. Il film ha in effetti i contorni di un giocoso epitaffio, in cui dialogano l’autoreferenzialità ossessiva di Takeshis’ e il nichilismo di Glory To The Filmmaker! Succede così che questo Achille e la tartaruga sia l’ennesimo sguardo nell’abisso artistico di Beat Takeshi, infilatosi questa volta nei panni di un pittore senza talento che insegue la notorietà senza mai raggiungerla. Un po’ melodramma, un po’ slapstick, un po’ esplorazione metalinguistica, Akilles to kame racconta moltissimo del proprio autore e tace su quasi tutto il resto. La teoria sulla vacuità dell’arte contemporanea avanzata da Kitano è un autodafé cinico di cui non si sentiva la mancanza, mentre il rotolare inesorabile del film verso il massimalismo comico è ormai pratica assodata che stupisce solo gli ingenui. Suicidio completato, si direbbe; speriamo di trovare il sepolcro vuoto fra tre giorni. (RF)

VOTO: OO

THE BURNING PLAIN di Guiilermo Arriaga

Arriaga è il peggior sceneggiatore vivente. C'ha colto di sorpresa con Amores perros, si è giovato di interpretazioni strepitose in 21 grammi (il cui finale è pateticamente mimato qui) e dell'immenso talento per l'epica di frontiera di Tommy Lee Jones ne Le tre sepolture (ad oggi, la cosa migliore che sia uscita dalla sua penna). Con Babel aveva già ampiamente rotto le palle, e con questo The burning plain mostra alle folle, anche le più distratte, quanto si era già capito: Mr. Arriaga non ha niente di niente da dire. Dialoghi da brutta telenovela, recitazioni straziate ben oltre il ridicolo, psicanalisi da patatine fritte. E questa frammentazione narrativa che niente cela (l'impasto narrativo è già palese dopo cinque minuti) e tutto sovraespone nella propria vacuità. Fermatelo o rimandatelo a boxare: che tanto nelle interviste come un pugile continua a esprimersi. (GV)

VOTO: O


http://www.nocturno.it/op/mostraScheda.php?tabella=news&gruppo=Cinefest&idRecord=20080829174843