sabato 31 dicembre 2005

I love you till the end of the world / year / marginal

Marginal Lisboa Cascais

Le feste rispondono al ritmo circadiano del lavoro onesto / riposo in famiglia, per cui chi non rientra / riesce a rientrare in questa vita standard le nega / rifiuta, allo stesso modo del 17enne magro con gli occhiali che alle feste di classe si mette di profilo alla finestra criticando / negando la necessità di piacere proprio per piacere a chi tendenzialmente è a margine, proprio perché sa che non può piacere in maniera standard, ma solo marginalmente.
Perché da quando esiste il mondo tutto è cambiato, ma il bisogno di mangiare dormire scopare pensare è rimasto uguale, e tecnologicamente in queste funzioni che sono primordiali / essenziali non c’è stato né ci sarà mai nessun miglioramento, mangiare al massimo si è arrivati a cuocere, dormire al massimo è arrivato al materasso, scopare al massimo si è arrivati al profilattico o a farlo sul materasso, pensare si è arrivati a scrivere i pensieri, e si scrivono ancora adesso come li scriveva Omero.
Io percorro la strada Marginale lungo il fiume Tago partendo da Praça do Commercio come quando Ulisse secondo Omero fondò Lisbona, la Marginale che attraversa Estoril e chissà quanti fari, la casa di Re Umberto II e la biblioteca di Cascais del Conde de Castro Guimaraes, dove Pessoa aveva fatto domanda per diventare bibliotecario ma non fu preso e allora morì di miseria in una tabaccheria che descrisse nella Tabaccheria, e poi la Marginale prosegue e arriva fino al Cabo da Roca il punto più occidentale d’occidente, ed è un immenso drive-in di gente che si ferma al ciglio della strada a guardare il mare.
Perché dopo essersi consumata a lavorare la gente non sa come passare il tempo, e allora tutto si riduce ad andare a mangiare fuori o andare al cinema o al massimo a scopare, e non c’è nient’altro da fare, oppure leggere una poesia tipo la Tabaccheria di Pessoa che descrive come non ci sia nient’altro da fare che guardarsi passare, e di come tutto quello che è il mondo un tempo non ci sarà più, e però ci saranno altri mondi dove altri esseri simili alla gente faranno cose simili a mangiare dormire scopare pensare scrivere.
E infatti percorrendo la Marginale mi sento come il protagonista delle Particelle Elementari di Houellebecq quando va a vivere in Irlanda, e ho scoperto che qui in Portogallo di Houllebecq non hanno tradotto estensione del dominio della lotta né nessun altro libro, ma solo le Particelle Elementari, perché difatti tutti i libri di Houellebecq sono uguali, e sono uguali a tutti i libri di Pessoa dal libro dell’inquetudine alla Tabaccheria, e a tutti i libri di Leopardi, che poi Pessoa, Houellebecq e Leopardi quando li invitavano alle feste di classe avevano diciassette anni e gli occhiali e si mettevano di profilo alla finestra considerando quanto tutto è un misero gioco di piacere proprio perché sapevano di essere marginali, e così speravano di piacere a chi rimaneva marginale.
Poi ad Houellebecq è riuscito meglio che a Leopardi e Pessoa, ma questo rimane comunque marginale se si contempla solo il fatto che comunque questa presenza che è la nostra essenza è comunque solo passare.
Ed ovviamente tutto quanto detto e scritto corrisponde a questo stesso detto e scritto, come Leopardi fa gli auguri al venditore di almanacchi, e ognuno conoscendo in fondo bene sé stesso, comunque si aspetta sempre qualcosa di meglio e di diverso dal suo futuro, ed eppure non rinuncerebbe mai al proprio passato, per quanto disgraziato sia stato, essendo il non essere stato come il non essere più, e tutto un eterno presente dove quello che è ora è l’unica cosa importante.

Marginal Lisboa Cascais

E c’è il dire tutto questo, che è / sarebbe il compito della Letteratura, che sarebbe appunto la traduzione del pensiero in maniera che possa rimanere, e dovrebbe essere la cosa più alta di tutte le cose.
Che se c’è bisogno di dirlo allora la Letteratura dovrebbe dire questo, e se invece è sottinteso, allora comunque la Letteratura dovrebbe dire questo come lettura per passare il tempo quando si fa il drive-in davanti all’oceano.

venerdì 23 dicembre 2005

Natale 2004, Asti, Piazza San Secondo

Natale in Piazza San Secondo

domenica 18 dicembre 2005

Milano Lisbona

Milano, verso ovest

Aldo Nove la prima volta a Milano, bambino, a vedere la Fiera, l'incanto di una macchina mondiale che sforna meraviglie che non smettono di migliorare, quando sembrava che tutto sarebbe stato più bello per sempre.

Piazza Piemonte

I due grattacieli di Piazza Piemonte, progettati a quattro mani da due studi differenti, come le danze ungheresi di Brahms eseguite dal duo Moneta-Rota, nella città punto di "memoria", capo saldo volumetrico, coronamento dell'asse di via Buonarroti.

Fuksas, Fiera di Milano

Fuksas, Fiera di Milano

Ciò che pretende di essere nuovo è già vecchio -> il giovane amore è già cadavere -> scapigliatura ->
maniera
<- scheletro ferro e vetro <- architettura <- up-to-date <- out-of-time.


Calatrava, Estação do Oriente

Calatrava, Estação do Oriente

Lo scopo della vita è mancato. Sono le due del pomeriggio.
Il Padrone della Tabaccheria s'è affacciato all'entrata ed è rimasto sulla porta. Lui morirà e lascerà l'insegna. A un certo momento morirà anche l'insegna, dopo un po' morirà la strada dov'era stata l'insegna. Morirà poi il pianeta ruotante in cui è avvenuto tutto questo. In altri satelliti di altri sistemi, qualcosa di simile alla gente. Continuerà a vivere sotto cose simili a insegne.
Allora non c'era più niente, ho messo la tutina della Chicco e sono uscito nel nulla più assoluto.


Verso est, Lisbona

sabato 17 dicembre 2005

a baixa

Lisboa, a Baixa

C'è un'ora, c'è un'ora precisa
che un migliaio di persone sta per uscire per strada.
C'è un'ora, vero le sette e mezza del mattino,
che un migliaio di persone sta per uscire per strada.
Siamo nell'anno di grazia del 1946,
a Lisbona, a uscire per strada.
Usciamo? Ma sì, usciamo!
Usciamo: persone tutte uguali, gente-gente, occhi, nasi, bocche,
gente felice, gente infelice,
un banchiere, cassieri disoccupati,
sarti, telefoniste, venditrici,
gli uni con gli altri, gli uni addosso agli altri,
tossendo, sorridendo, aprendo i soprattutto,
passando per i bagni pubblici prima di prendere l'elettrico,
gente in ritardo in relazione al traghetto per Barreiro
che infine ancora là sta, fischiando stridentemente,
gente in lutto, normalmente silenziosa,
ma obbligata a parlare al vicino di fronte
sulla piattaforma veloce dell'elettrico in marcia,
gente educata al seguito di funerali,
e una madre triste che accetta due dolci per la sua bambina.
In un'ora, tutto questo: Lisbona e molto di più.
Umanità cordiale, insomma,
con tutte le conseguenze
di tutto questo,
uscire per strada.

E io?
Io, niente.
Io, io, è chiaro...

MARIO CESARINY, Louvor e simplificação de Alvaro de Campos, Nobilíssima visão

venerdì 16 dicembre 2005

Michel Houellebecq, la letteratura

Come il liberalismo economico incontrollato, e per ragioni analoghe, così il liberalismo sessuale produce fenomeni di depauperamento assoluto. Taluni fanno l'amore ogni giorno; altri lo fanno cinque o sei volte in tutta la vita, oppure mai. Taluni fanno l'amore con decine di donne; altri con nessuna. E' ciò che viene chiamato "legge del mercato". In un sistema economico dove il licenziamento sia proibito, tutti riescono più o meno a trovare un posto. In un sistema sessuale dove l'adulterio sia proibito, tutti riescono più o meno a trovare il proprio compagno di talamo. In situazione economica perfettamente liberale, c'è chi accumula fortune considerevoli; altri marciscono nella disoccupazione e nella miseria. In situazione sessuale perfettamente liberale, c'è chi ha una vita erotica varia ed eccitante; altri sono ridotti alla masturbazione e alla solitudine. Il liberalismo economico è l'estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società. Altrettanto, il liberalismo sessuale è l’estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società. Le imprese si disputano alcuni giovani laureati; le femmine si disputano alcuni giovani maschi; i maschi si disputano alcune giovani femmine.

Estensione del dominio della lotta è il primo romanzo scritto da Michel Houellebecq, dove viene esposto l’argomento che poi tornerà in tutti i suoi altri libri, la consapevolezza dell’infelicità del genere umano come dato di fatto strutturale evidenziato dalla scienza, un pessimismo cosmico con un’unica via di uscita apparente costituita dal sesso.
Ma come la fisica sociale di Comte delinea il metodo per comprendere la vita e quindi ci impone di analizzare la vita stessa dell’autore per comprenderne il metodo, e come le ragioni del pessimismo cosmico di Leopardi erano tutte contenute nel microcosmo della sua vita, si consideri che Michel Levy, nato il 26 febbraio 1958, venne affidato all’età di 6 anni alla nonna paterna (da cui prese il cognome come pseudonimo) in quanto i genitori si disinteressavano della sua esistenza.
Nel 1978 muore la nonna, nel 1980 ottiene la laurea in agraria e sposa la sorella di un suo collega; comincia allora per lui un periodo di disoccupazione.
Nel 1981 nasce suo figlio Etienne, e divorzia; una depressione lo conduce spesso in clinica psichiatrica.
Nel 1991 entra all’Assemblea Nazionale come segretario amministrativo e pubblica il suo Metodo per restare vivi e una raccolta di poesie.
Nel 1994 pubblica Estensione del dominio della lotta, nel 1999 le Particelle Elementari, nel 2000 Piattaforma.
In Estensione del dominio della lotta definisce la sessualità un sistema di gerarchia sociale (per cui il lavoro e l’amore hanno le stesse dinamiche), descrivendo gli effetti della liberalizzazione del mercato del sesso in occidente a seguito dell'emancipazione femminile, con conseguenze descritte poi in Piattaforma dei viaggi turistici a scopo sessuale, in cui l’uomo per superare la condizione di liberalismo vigente in occidente che lo esclude dall’accoppiamento deve andare laddove il semplice potere economico è uno strumento di riequilibrazione dei partner (si pensi all’apartheid che permetteva ai boeri di sopravvivere in Sudafrica, o al fatto che nella concezione comunista la famiglia costituisse una cella di società, per cui le donne dell’est europeo si ritrovano divorziate a 25 anni con figli, perchè sempre vincolate prioritariamente alla ricerca di un compagno, mentre le occidentali emancipate dall’apartheid e senza vincoli matrimoniali, possono permettersi di scegliere).
Ma come l’universo di Leopardi era Leopardi stesso, e il concetto di cosmo di ogni uomo si ferma alla punta del proprio naso, la letteratura di Houellebecq come tutte le letterature è la discarica dei propri malesseri, il letterato pietrifica le proprie sconfitte nella pagina e ne fa un monumento per richiamare attenzione, perchè più o meno inconsciamente spera che così riuscirà ad ottenere ciò che desidera, sotto forma d’amore (volontà di piacere), prestigio sociale (volontà di potere), riconoscimento per continuare a vivere scrivendo (volontà di senso).

mercoledì 14 dicembre 2005

la cena del downtown

Alla cena del downtown sono invitati i clienti che frequentano la palestra col personal trainer.
ci sono un sacco di burini, l'età media è 35 anni ma ci sono anche tanti cinquantenni.
Tutti quelli che incontri nudi nello spogliatoio li rivedi in discoteca.
prima si mangia e si beve poi si balla.
In palestra se ne parla già un mese prima e tutti promettono che faranno la gara a chi beve di più.
I discorsi son gli stessi che si fanno in palestra, tutti raccontano che si son fatti una strafiga, che son pieni di donne (uno l'altra volta mi ha raccontato che a formentera s'è fatto la fabiani).
Si parla delle proprie macchine, di calcio e poi ci si prova con le clienti più in voga per poi vantarsene il giorno dopo.

martedì 13 dicembre 2005

Il 10 giugno 1981 Romano Prodi fu chiamato a testimoniare davanti alla Commissione Moro perché aveva dichiarato di aver partecipato per gioco, il 2 aprile 1978, ad una seduta spiritica in una casa di campagna di alcuni amici. Prodi raccontò agli inquirenti che nel corso della seduta, il piattino utilizzato avrebbe "composto" la parola "Gradoli": Aldo Moro, rapito 17 giorni prima, il 16 marzo 1978, era al momento tenuto prigioniero dalle Brigate Rosse, e Prodi ritenne di poter segnalare che potesse trovarsi nel paese di Gradoli, sul lago di Bolsena, vicino Viterbo.

Ecco le parole di Prodi, dai verbali della testimonianza:

«Era un giorno di pioggia, facevamo il gioco del piattino, termine che conosco poco perché era la prima volta che vedevo cose del genere. Uscirono Bolsena, Viterbo e Gradoli. Nessuno ci ha badato: poi in un atlante abbiamo visto che esiste il paese di Gradoli. Abbiamo chiesto se qualcuno sapeva qualcosa e visto che nessuno ne sapeva niente, ho ritenuto mio dovere, anche a costo di sembrare ridicolo, come mi sento in questo momento, di riferire la cosa. Se non ci fosse stato quel nome sulla carta geografica, oppure se fosse stata Mantova o New York, nessuno avrebbe riferito. Il fatto è che il nome era sconosciuto e allora ho riferito immediatamente».
Il professor Prodi, in seguito alla seduta, si recò a Roma, solo due giorni dopo, il 4 aprile, per trasmettere l'indicazione ad Umberto Cavina, capo ufficio stampa dell'on. Benigno Zaccagnini.

L'informazione fu ritenuta attendibile, al punto che quattro giorni dopo, il 6 aprile, la questura di Viterbo, su ordine del Viminale, organizzò un blitz armato nel borgo medievale di Gradoli alla ricerca della prigione di Moro. Tuttavia, fu trascurata un'altra indicazione che la moglie dell'onorevole Moro avrebbe ripetutamente fornito, relativa all'esistenza a Roma di una "via Gradoli". Fallito il blitz conseguente alla seduta spiritica, il 18 aprile i vigili del fuoco, a causa di una perdita d'acqua, scoprirono a Roma, in via Gradoli 96, un covo delle Brigate Rosse da poco abbandonato, che si sarebbe rivelato come la base operativa del capo della colonna romana delle BR, Mario Moretti, il quale aveva preso parte all'agguato di via Fani.

Il caso è stato riaperto nel 1998 dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo e le stragi, al fine di chiarire le motivazioni che avrebbero portato su un'altra pista le ricerche della prigione di Moro ed escludere che l'utilizzo del nome "Gradoli" fosse stato un modo per informare le stesse Brigate Rosse dell'avvicinamento delle forze di polizia all'omonima via, sita nei pressi della via Cassia di Roma. Il professor Prodi non si rese disponibile per essere ascoltato dalla Commissione parlamentare, contrariamente a Mario Baldassarri ed Alberto Clò (ministro dell'Industria nel governo Dini e proprietario della casa di campagna), entrambi presenti alla seduta spiritica.

lunedì 12 dicembre 2005

-10 a lisbona

Parque Eduardo VII

C'è un punto, un punto esatto di Lisbona, nel Parque Eduardo VII, da cui tutta la città è una grande nave che galleggia sull'oceano, e in quel momento si è il nostromo destinato a farle attraversare l'Atlantico, mentre il Marchese di Pombal davanti a noi sembra il capitano che indica la rotta; scendendo verso il basso, la prua, Praça do Comércio, chiusa sul quarto lato dal cais das colunas che degrada verso il mare.
Josè Cardoso Pires, Lisbona, Diario di Bordo

sabato 10 dicembre 2005

un altro inverno di guerra

Carlo Carrà, Sintesi futurista della guerra, 1914

In Portogallo, i vecchi in coda fuori dagli ambulatori e dai pensionati per i poveri, gli storpi che chiedevano la carità, gli angolani senza gambe che si trascinavano per le strade.
A Milano, i poveri di tutte le razze radunati al Mc Donald's, i vecchi zoppi che facevano ancora il portiere d'albergo o i posteggiatori nelle notti fredde davanti a qualche ristorante, i 16enni apprendisti maltrattati dai padroni, i praticanti e gli stagisti costretti a dire sempre sì senza nessuna prospettiva per il giorno dopo.
Gli inverni di guerra sono sempre così, oggi come il 1943, anche se non sparano nelle strade e non bombardano di notte.
La guerra è nei rapporti di lavoro, nei rapporti d'amore, negli affitti delle case, nelle campagne elettorali, nei parcheggi delle auto, nelle stazioni dei treni.
Il cinismo di guardare le cose come sono e ricondurre tutto a un razionale quantificabile è compassione ed altruismo, in una realtà ben più feroce che costringe tutti a un concreto chiagn' e fott' perchè, come scriveva Isaac Bashevic Singer della sua condizione di ebreo durante la seconda guerra mondiale in Nemici - Storia di un amore, per sopravvivere bisognava trasgredire la legge, perchè tutte le leggi ti condannavano a morte, e noi volevamo vivere.
In guerra la sopravvivenza richiede prevaricazione, e chiunque voglia fare scelte etiche, per questo semplice fatto, è un eroe, come il partigiano Johnny.
Pertanto il tentativo di riportare uno scambio di reciprocità, di dare un razionale etico ai principi cristiani del non fare agli altri quello che gli altri non vorresti facessero a te, è la traduzione del sogno di una forma più evoluta di democrazia basata sulla gentilezza.
La guerra è ovunque per una serie di aspettative insoddisfatte e insoddisfacibili che sono connaturate alla vita: l'idea stessa di avere figli è da incoscienti, e infatti gli incoscienti sono quelli che hanno più figli.
Se si calcolasse bene, non si farebbe nulla, perchè la vita è un investimento in perdita, che dal microcosmo si spiega all'universo che si espande, questa enorme forza richiesta che da nulla è ripagata.
Le metropoli, il capitalismo, le forme di governo, il mondo intero, sono strutture che si sono create prima di essere pensate, sistemi burocratici complessi senza ragione che alimentano la propria inadeguatezza.
Dall'insensatezza dell'espansione cellulare del big-bang il razionale del comportamento irrazionale del mendicante senza gambe che si trascina a mendicare per trascinare la sua esistenza dolorosa.
La legittimità di ogni guerra, di ogni prevaricazione, sta nell'investimento sbagliato e perduto che ognuno deve legittimare / colmare: è dubitabile che una vita alla Berlusconi valga la pena di essere vissuta, piena com'è comunque di compromessi, di sacrifici, di prevaricazioni, di menzogne, di comportamenti scorretti, ed è comunque una delle migliori possibili.
Allora è giusto riconoscere che tutti sono legittimati, per la loro condizione di disperazione, a chiagnere e fottere, che tutti coloro che possono chiagnono e fottono, e il mendicante senza gambe non lo fa solo perchè non può alzare la testa al di sopra del proprio stato, ma se potesse anch'egli sarebbe disonesto e scorretto, come la vita impone.
Allora l'assenza di pietà, la consapevolezza del nemico in quanto tale, questa è la vera forma di comunismo che tutti affratella nella condizione umana.

venerdì 9 dicembre 2005

-14 a lisbona

Terreiro do Paço

giovedì 8 dicembre 2005

La verità non viene nuda al mondo, ma per segni e simboli.
L'esistenza è un gioco a somma zero, dove alla fine gioie e dispiaceri si elidono a vicenda e tutto viene reso alla natura insieme all' acqua e al carbonio.
Nel serbatoio dell auto, la metamorfosi di antichi esseri viventi: fiori, piante, animali.

mercoledì 7 dicembre 2005

Il Mondo come volontà di potenza, com’è e non come rappresentazione

Ognuno è un wannabe, e Marilù Manzini lo è + di tutti:
"Io non chiedo permesso", il romanzo in cui descrive la generazione Xanax, i figli di papà, con auto fuori serie, ville con serre e piscine, vestiti firmati. La mondanità li avvolge, li esalta, li sterilizza. Sono giovani, belli e ricchi. Anestetizzati dalla noia, assordati dalla musica. I sogni infantili distrutti da un disincanto osceno. Gli psicofarmaci sono un'altra delle tante vie di fuga, come la droga e le esperienze forti. Forse siamo una generazione di fuggitivi, o forse siamo solo una generazione di persone troppo sensibili. Per ogni fuga c'è sempre un perché a monte.

Ognuno si sente diverso, unico e speciale, ognuno si sente degno di essere amato, specialmente verso sera; le ragazze sui siti si descrivono invariabilmente un po’ pazze, mentre chiunque scriva si sente invariabilmente un genio, infatti Marilù Manzini ricopia sul suo sito, sottolineando che è qualcosa che fa bene alla testa, di chi ha deciso di fare dell'Arte il suo primo respiro, il seguente brano di John Lennon:
quando avevo circa 12 anni dicevo di continuo: "Devo proprio essere un genio". Ma nessuno se ne accorgeva. Le possibilità erano due: o ero un genio o un pazzo. Siccome nessuno mi ha rinchiuso di conseguenza ero un genio, che poi è una forma di pazzia e tutti siamo un pò matti. Esiste poi davvero il genio. E che cosa significa? Che cazzo è? Io sono un genio. E se il genio non esistesse, me ne frego. Ma quando ero ragazzino, mentre scrivevo poesie e dipingevo, ci pensavo. Non sono diventato qualcuno quando iBeatles hanno sfondato, sono stato così tutta la mia vita. Il genio implica anche dolore. Le persone come me sono coscienti del proprio genio. Ho sempre pensato di esserlo: perché nessuno si era accorto di me? A scuola non si rendevano conto che ero più intelligente di chiunque altro? Allora anche gli insegnanti sono stupidi? O forse tutti avevano informazioni da trasmettermi, di cui non avevo bisogno? Non mi sono reso conto di essere un genio durante il periodo con i Beatles. Lì mi sono perso, come se fossi stato al liceo. Mi ricordo che dicevo spesso a mia zia: "Hai buttato via le mie poesie, cazzo, te ne pentirai quando sarò famoso!". Non lo'ho mai perdonata per non avermi trattato come un genio quando ero un ragazzino! Per me era ovvio! Perché non mi hanno mandato alla scuola d'arte? Perchè diavolo mi costringevano a essere uno scalzacane come loro? Sono sempre stato diverso! Perché nessuno se ne rendeva conto? Un paio d'insegnanti s'erano accorti di me e mi avevano incoraggiato a esprimermi. Ma per la gran parte del tempo cercavano ostinatamente di convincermi a diventare un dentista o un professore del cazzo! E non datemi dei voti come fossi il migliore in matematica o il numero uno in inglese, perché non lo sono mai stato. Semplicemente giudicatemi per quello che sono e per quello che esce dalla mia bocca, e per il mio lavoro:non datemi voti in classe! Mi sono appena laureato all'università del mondo dello spettacolo o come diavolo si chiama...Se avessi la capacità di essere qualcosa di diverso da quello che sono, lo farei. Non è divertente essere un artista. E' come scrivere: una tortura. Ho letto di Van Gogh o di Bethoven, di qualsiasi altro genio del cazzo. In un articolo si diceva che se un tempo ci fossero stati gli psichiatri, non avremmo avuto i meravigliosi dipinti di Gauguin. Lo so che suona sciocco, e certo preferisco essere ricco che povero e via dicendo, ma il dolore, no, il dolore preferirei non provarlo...L'ignoranza è una benedizione o qualcosa di simile.

John Lennon non era affatto un genio, come non lo era Maradona o Marylin Monroe.
John Lennon aveva la predisposizione a fare certe cose, ma il saper fare certe cose non vuol dire capire il complesso delle cose.
Proprio la stessa ignoranza che lui riteneva di non avere, lo proteggeva e lo instradava a fare solo le cose che sapeva far e non capire il complesso delle cose.
Sapere, conoscere l’inanità di ogni cosa, porta alla paralisi?

L’uomo che sapeva tutto

Venerdì, dicembre, durante la mia pausa pranzo di inappetente, guardavo i muratori giocare a carte.
Qualunque fascista classista letterato inappetente come Leopardi il sabato o D’Annunzio a settembre, il Candido di Voltaire, giù giù fino a Marilù Manzini o un banchiere con troppi problemi, avrebbe pensato beati muratori, che giocano a carte, come vorrei essere spensierato come loro, il cui unico pensiero è il settebello, ma io valgo di più e ho più responsabilità, io sono migliore di loro, ma loro sono felici perché l'ignoranza è una benedizione o qualcosa di simile.
Questo pensiero vale (niente) come il pensiero di John Lennon, perché visto dalla Luna ogni problema ha lo stesso peso, e i problemi di ognuno sono davvero i veri problemi di ognuno, se per il mondo non sei nessuno per qualcuno puoi essere il mondo, e la ragione per avere amori & figli è proprio essere diverso, unico e speciale, degno di essere amato, specialmente verso sera.

Perché ogni attività, dall’essere banchiere, 10 dell’Argentina o il miglior giocatore di scopone dei muratori, si compone di tre fattori:
- formazione (studi, apprendistato, esperienza);
- predisposizione (intelligenza pura e creativa, ovvero conoscere il mondo);
- applicazione (impegnarsi in quello che si fa).

Il banchiere e il muratore che cala l’asso sono le facce della stessa moneta, solo che quello che fa il banchiere ora è ripagato con più moneta, anche se poi alla fine tutto è importante ed inutile allo stesso modo.
Di fronte all’inanità del tutto, di fronte all’assenza di peso che ha ogni cosa vista dalla Luna, ha senso fare le cose perché questa è la nostra natura, perché se l’universo non è stato fatto a nostra misura, ma tutto tende a qualcos’altro come l’universo si espande e tende all’infinito, e se anche in questo respiro che non ci appartiene i nostri respiri si perdono, comunque questa vita è l’unica cosa che abbiamo, e se non avessi questa vita morirei.

Ognuno ha la sua vita, e deve fatturare tutti i giorni della sua vita, ha assunto i giorni con contratto a tempo determinato (un giorno, appunto), e vorrebbe fare progetti belli, che gli portino sempre ricavi maggiori dei costi, sempre valore > 0, con valore = felicità * tempo.
Solo che poi non si trovano sempre progetti belli, con margine favorevole, e però si hanno comunque i giorni che sono stati assunti che sono un costo e bisogna farli fatturare, e allora invece che uscire sempre con le ragazze che si amano si esce anche con le ragazze che boh, giusto per non stare a casa e non andare in perdita.
Ed ecco quindi che poi ci sono quelli che bene che vada sono comunque in perdita, felicità * tempo =< 0, gli handicappati i malati i vecchi, e comunque anche loro vanno avanti e cercano di limitare i danni, perché appunto l’unica cosa che hanno è appunto questa vita, e chiudere equivale sempre al fallimento.

Non si pensi che la felicità stia soltanto nel godimento, nella soddisfazione immediata, ma la si concepisca come la capacità di vittoria, nell’accrescersi e superare l'ostacolo. Se si intendesse la felicità soltanto in termini di fruizione, se ne perderebbe il più alto messaggio, per cui nella felicità può esserci il dolore, il dolore del protendersi all'estremo.
La felicità pigra non è la felicità vera, che consiste nel tendersi, e in cui entra la stessa sofferenza. Il tempo, in quanto movimento, sviluppa un protendersi lineare.

Salvatore Natoli, La felicità

La felicità allora è, empaticamente con la tendenza all’estensione che è propria dell’Universo, la tensione a una serie di desideri progressivi che si realizzano, non troppo in fretta, ma prima o poi, non mai, margini crescenti nel tempo di felicità * tempo.
E + ci penso + mi accorgo che è così.

venerdì 2 dicembre 2005

Genova Lisbona

Rodrigo Leão & Ludovico Einaudi in concerto

A Lisbona, questa sera, Rodrigo Leão e Ludovico Einaudi, nella sala concerti della Società di Geografia.
Non si ha idea di cosa sia Rodrigo Leão fino a che non si ascolta Ave Mundi Luminar.

The children of Uranium

A Genova, fino al 18 dicembre a Villa Croce, I Figli dell'Uranio: Newton, Smith, Maria Curie, Einstein, Oppenheimer, Krushev, Gorbaciov, Bush.

Un progetto di musica teatro e installazione di Peter Greenaway, Saskia Boddeke & Andrea Liberovici.

100 anni dalla prima dichiarazione della relatività di Einstein
50 anni dalla morte di Einstein
60 anni dal lancio della bomba di Hiroshima
92 elementi della tavola periodica
8 responsabili della fissione nucleare e del suo impiego politico
da 1 all'uranio.

Isaac Newton, fondatore della scienza moderna;
Joseph Smith, fondatore dei Mormoni, che ha cercato e scavato per trovare l'oro e ha infine trovato il più grande tesoro americano, che si è rivelato l'uranio;
Madame Curie, vittima dei poteri delle radiazioni;
Einstein, profeta della relatività;
Oppenheimer, costruttore pentito della bomba atomica, punito per la sua coscienza e compassione da un sistema anticomunista e da un'opinione pubblica xenofoba;
Krushev, leader sovietico durante la guerra fredda;
Gorbaciov, l'ultimo leader comunista della Russia sovietica che distese i rapporti tra Est e Ovest e disinnescò la bomba;
George W. Bush, attuale Presidente degli Stati Uniti.

Non si può ignorare il sapere; dobbiamo assumerci le responsabilità che derivano dalla conoscenza, per quanto esse possano essere sgradevoli. I personaggi discutono, litigano, dibattono e dichiarano le loro responsabilità a riguardo, in quello che potremmo definire il primo capitolo della storia dell'uranio: dalla sua scoperta in Occidente, a Moab, nello Utah, il piccolo regno di Joseph Smith, fino al grande regno dell'influenza politica mondiale del Presidente Bush.

giovedì 1 dicembre 2005

Magazzini Generali

ai magazzini sono stato qualche sabato fa, una ressa tremenda, anzi una rella tremenda.

la scena che ricordo con più gusto era quella di due figuri che pippavano in mezzo alla pista (completamente piena) avendo sapientemente steso su una carta d'identità in mano a uno dei due. e nel frattempo ballavano.

due saltimbanchi. mancava solo la scimmietta legata.

poi un tizio a un'altra serata aveva avuto da discutere con un altro, è uscito, ha preso in macchina una mazza da golf, è tornato dentro e ha spaccato la mandibola al povero malcapitato.
poi è stato fermato.

un tizio completamente strafatto è salito in macchina e ha investito dei buttafuori, ma era talmente incosciente che è rimasto in macchina. a quel punto c'è stata una rivolta, 30-40 persone intorno alla macchina. hanno spaccato i vetri, lo hanno tirato fuori e poi il seguito ve lo immaginate.

un tizio è stato scaraventato giù dalla balconata che c'è fuori, con schizzi di cocktail da tutte le parti. sembrava dovesse cadere di testa, poi non ho visto, perché la folla copriva la mia visuale. nessuno ci badava e tutti continuavano a parlare, a fumare, ecc. ecc.

poi sabato sera ai magazzini c'è stata la più grande rissa che si sia mai vista.
hanno picchiato anche i buttafuori. hanno dovuto chiudere i cancelli.

infatti adesso al mercoledì entri solo con il tesserino universitario.
così adesso debauched è l'unico mercoledì bello a milano.
ogni secondo mercoledì del mese.


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