giovedì 28 febbraio 2013

Conserva Acabada - João César Monteiro

papa closing party

papa closing party

mercoledì 27 febbraio 2013

la storia me la sono dimenticata

Il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia, è la lezione più importante che la storia ci insegna. 
Aldous Leonard Huxley

lunedì 25 febbraio 2013

fine campagna elettorale

fine campagna elettorale

sabato 23 febbraio 2013

elezioni

se fossimo nel 1789 si potrebbe votare ingroia, nel 1889 giannino, nel 1989 grillo
 

Istruzioni rimborso IMU

Istruzioni Rimborso IMU PDL

mercoledì 20 febbraio 2013

cosa vogliono dirci i Baustelle

Fantasma, l'ultimo disco dei Baustelle, ha esordito al secondo posto in classifica. Questa settimana partono per il tour con l’orchestra dell'ensemble simphony di Massa Carrara con quattro date esaurite a Bari, Roma, Firenze (dove ci sarà anche lo staff di dezgeist) e Milano.

Baustelle

Tralasciato il solito giochino hipster / mainstream, è giunto il momento di chiedersi cosa vogliano dirci i Baustelle: Bianconi crede davvero in quello che scrive, o tutto in lui è costruito per darci l'idea che non lo sia? Ma soprattutto, cosa vuole davvero dirci? E' un semplice nichilismo post comunista ma assolutamente non post modernista, da liceale sdrucito che approfitta della maudit per limonare le figlie dei divorziati e ruba la cassa della festa di fine anno per comprarsi le canne, o vi è reale analisi e critica sociale?

Abbiamo provato a chiederlo a tre intellettuali, che per par condicio rappresentano aree differenti del panorama culturale italiano.

Non vi è in Bianconi l'intenzione di passare per spontaneo. La cattiva fede è la sua cifra stilistica, esibita e compiaciuta, quindi penso che sì, ci creda davvero. Non vedo né analisi né critica sociale, ultimamente vedo più che altro la filigrana del marketing come quando imponevano a Vasco gli occhiali con le lenti gialle, sono diventati un feticcio per categorie-target definite che istintivamente catalogherei così: professori di liceo che vogliono farsi le ragazzine, donne che frequentano speed-date, omosessuali singles, hipster con poca vita sociale, guia soncini. Comunque, pur facendo questi pensieri non me ne faccio minimamente condizionare, nella rete delle relazioni tutto perde senso, e loro continuano colpevolmente a piacermi, nonostante mi sia consumato le palle nello scacciare la sfiga. Ma non credo che bianconi porti sfiga davvero, mi sembra più che si travesta da becchino come il prestigiatore alle feste per bambini, insomma, il figurante di un parco a tema.
Riccardo C. Mauri, scrittore.

 


Essere Bianconi. I fenomenologi affermano che è impossibile capire davvero gli altri. I movimenti interiori di ognuno sono inaccessibili, comprensibili solo per metafore grossolane e inefficaci. Quando tu mi dici “mi sento triste”, non posso fare altro che immaginare la tua tristezza, paragonandola alla mia. Ma sono veramente la stessa cosa? Io mi chiedo come sia essere Bianconi e so che non lo saprò mai. Se fossi Bianconi, crederei ai miei testi? Ai miei riferimenti midcult (Fassbinder e il poliziottesco, Cattelan e l'eroina)? Al fatto di essere frontman, scrittore, intellettuale, timido ma affascinante, maledettino ma nemmeno troppo? E al fatto di esserlo in un tempo e in un luogo in cui pochi sono meglio di me, ma non per merito mio. Bisognerebbe provare a fare una fenomenologia di Bianconi. Non dei Baustelle, che sono un'emanazione di Bianconi (Bianconi au second degré AKA metaBianconi), non diversa dalla sua cacca del mattino. Ma proprio di Bianconi. Com'è essere lui? E anche, come sarà essere lui tra trent'anni, non più frontman, non più maledettino, che i poliziotteschi non se li inculeranno più nemmeno i nerd?
Riccardo Fassone, professore.


L’amore, l’universo, l’entropia e tutto quanto. Avete presente, no? La solita metafisica d’accatto alla portata di tutti. Facile, sicura, disponibile. Come quelli che pensano che nominare "malinconia" in un testo renda quella canzone malinconica. Suggestioni pompose e impalpabili buttate là come un rumore di fondo e che fanno calma piatta. Prodotti medi di media qualità per un pubblico con l'ansia di suggestionarsi l’Amazzonia in un Arbre Magique. Musica da chiacchiere in enoteca. 
Ma puoi decidere di rischiare la pelle e raschiare il fondo. Fregartene della metafisica e percorrere il filo del ridicolo. Raccontare il dolore senza nominarlo. Dire solo di cose che puoi vedere e toccare, perché è di quelle che è lastricata la via per l’inferno. Cose inutili e vili. E se riesci nell’ardua impresa di rimanere in equilibrio su quel filo senza cadere, improvvisamente sarà tutto il resto ad apparire ridicolo. Ad essere inutile e vile. L’amore, l’universo, l’entropia e tutto quanto.
I Baustelle non hanno bisogno di attaccarsi alle supercazzole di metafisica. Così giocano d’azzardo: ipermercati, penne Bic, fumetti neri, Festivalbar, trattamenti sanitari obbligatori e Hatù. La loro "malavita" non si nasconde, ma per dirci del dolore si racconta per nomi propri e blisterati. Canzoni come unghie che graffiano il gesso, senza bisogno di -ismi di sorta.
 Quella dei Baustelle è la cronaca di un dopobomba possibile. 
Quello che resta sono mozziconi di vita di personaggi borderline, donne killer, corvi, barboni antropofagi, bambini finiti in un pozzo artesiano, ragazze suicide, dandy e groupie. Storie nere che i Baustelle vestono di fiero pop, nell’accezione più nobile del termine e nella miglior tradizione del gruppo.
Melodie irresistibili, a presa rapida ma dal potenziale davvero inesauribile. Ritornelli killer come se non ci fosse domani. Pochi hanno innato un tale istinto creativo e una così grande capacità comunicativa. E’ il tocco di Bacharach e di Noel Gallagher. E, più di loro, ce l’ha Bianconi.
 I Baustelle mai presuntosi, sempre ambiziosi. Attraversano generi e aggettivi senza fermarsi, sempre bigger than life. Le loro canzonette sono femmine fatali. Ti avvolgono ma restano impossibili da trattenere e contenere. No, non puoi assumerne il controllo. Qual è l’ingrediente segreto del Rosso Antico? Di cosa sono fatte le nuvole? E rende La Canzone Del Riformatorio una scocca unica e non replicabile? E’ roba da rovinarsi la vita in cerca di un perché. 
Ogni loro canzone è un film e un feticcio perfetto. E sembra fissata nello spaziotempo nella sua unica versione possibile, come un dipinto di Edward Hopper. 
Alessandro Gori, scrittore.


lunedì 18 febbraio 2013

30 posti abbandonati


Abandoned Mill from 1866. Sorrento, Italy
italy
Eilean Donan Castle. Photo by pboehi
castle
Holey trinity by rustyjaw
trinity
Tunnel of Love, Kleven, Ukraine
tunnel
Abandoned power plant cooling chamber. Photo by richard gubbels
tower
Lighthouse
lighthouse
Goražde, Bosnia. Photo by Andrew Moore
bosnia
The Hotel del Salto, Tequendama
house
Oval skeleton of the House of the Bulgarian Communist Party. Photo by Dimitar Kilkoff
bulg
Swallowed by Nature, Taiwan. Photo by cock_a_doodle_do
green
Abandoned Power Plant. Photo by stevenbley
power
Curon Venosta, Italy
lake
Sunken Yacht In Antarctica
boat
Underwater statue of Jesus, Malta
jesus
Under a blue sky. Photo by Sven Fennema
blue
Winter sun. Photo by odin’s_raven
winter
Scale. Photo by Voreas
cold
Church, Gary, Indiana. Photo by eholubow
abd
Herdman’s Mill. Photo By Martino ~ NL
mill
Theater
teatro
The Abandoned City Hall Subway Stop
subway
Arbutus. Photo by Burningphotography
arbtus
Japan’s Abandoned Amusement Park
rollercoaster
St Dunstan-in-the-East EC3R. Photo by yorkshire stacked
duncan
St Etienne by Jurg Roessen
church
Ivy Ruins by John Neville Cohen
belgium
Buchanan Castle Corridor by Bora Horza
castle
#2357. Photo by Pheizy
abbandonato
Great white. Photo by andre govia
roses
Abandoned railroad in France
france
Lawndale Theater
masked
The very strange organ’s room. Photo By Bousure
room
snow
 

giovedì 14 febbraio 2013

il racconto di S. Valentino

dark valentino

La vecchia signora elargisce la serenità del suo sorriso a chiunque entra nella piccola bottega di pasticceria; pochi metri quadri rivestiti da un'antica boiserie in rovere intarsiato, pregna del profumo delle mandorle tostate e delle creme vellutate debordanti dai paffuti bignè.
Unico ornamento sono le targhe e i ritagli di giornale che testimoniano come sia riconosciuta quale “miglore pasticcera” della città.
Sta per chiudere il negozio al calare della sera, quando un giovane con occhi verdi, capelli ricci e rossi ed un simpatico viso lentigginoso entra di corsa nella bottega.
Lei sorride vedendolo affannato. Si passa la mano sulla crocchia grigia per sistemare le poche ciocche ribelli e si aggiusta il grembiule con i pizzi antichi.
“Scusi signora....ha ancora delle paste?....è il compleanno della mia ragazza..”.
“Sto chiudendo e ho riposto quasi tutto sul retro...ma vediamo cosa è rimasto. Vieni con me  così puoi scegliere nei vassoi”. Il giovane guarda gli occhi azzurri della nonna e pensa che da giovane doveva essere stata una bella donna, per un attimo immagina il suo corpo non ingobbito dal peso degli anni, i seni sodi e le gambe snelle.
Quando il giovane varca la porta si trova nel laboratorio della bottega. Piastrelle bianche immacolate, grandi tavoli d'acciaio su cui sono posati pentoloni enormi, sacchi di farina, frutti maturi, coni di zucchero su piani di legno, mattarelli lunghi e scaglie di cioccolato lo circondano, come fossero numi tutelari di un tempio.
La vecchia sorride: “assaggia questo è una delle mie ultime creazioni”. La pasta è una frolla dalla crosta brillante di zucchero, con piccole e umide ciliege candite. Mentre assapora la dolcezza dei frutti, ricordando il rosso cupo della loro pelle, lui sente improvvisamente le sue gambe che si intorpidiscono. Pochi secondi sono sufficienti perché cada a terra, incapace di rialzarsi, con la sensazione che il suo corpo sia completamente immobilizzato. La vecchia è sopra di lui. Lo guarda e sorride. Il ragazzo vorrebbe urlare ma anche la lingua è bloccata. Solo un filo di bava esce dall'angolo della bocca. La vecchia lo accarezza, lo guarda con tenerezza, come quaranta anni prima aveva osservato il volto di Marco, nella stessa posizione, nello stesso momento. Aveva amato molto Marco, anzi ormai poteva dire che era stato il suo unico amore.
La vecchia signora trascina il giovane verso il tavolo d'acciaio alzando intorno a sé una nuvola di farina. E' stanca, fa molta fatica, pensa tra sé che ormai è giunto il momento di andare in pensione, dovrà chiudere la bottega perché il suo corpo non regge più di fronte al peso di tanto lavoro.
Sul tavolo sono posti una serie di coltelli con lame piccole e grandi, zigrinate o lisce, dai manici di olivo o di acciaio. Ne prende in mano uno con l'impugnatura di legno e la lama a forma di vela di nave. Si avvicina alla mano del ragazzo e sfiora la sua pelle. Rammenta quando Marco le aveva preso la mano la prima volta, le sovvengono la forza e la dolcezza di quell'atto, ricorda come le erano sembrate belle le sue dita, eleganti e affusolate. Con gesto deciso la lama trancia il primo dito  del ragazzo. Il dolore che l'uomo prova non è descrivibile, ma solo percepibile dai suoi occhi, dove si può intuire cos'è l'inferno senza che dalla sua gola possa uscire un solo rumore per raccontarlo.

Le altre dita entrano presto nella grande ciotola di marmo bianco. Dieci piccoli arti. Dieci frammenti di quel corpo che con il suo sangue sta allagando il pavimento.
La vecchia signora prende delle tenaglie di ferro nero e guarda con tenerezza il giovane. Evoca nella sua mente i baci di Marco, quando le loro lingue si toccavano e lei esplorava la sua bocca con quelle labbra così carnose e seducenti. La donna apre con forza la bocca del giovane e comincia a strappare  i denti del ragazzo. La bocca si muta presto in una poltiglia di carne sanguinolenta.
La signora riflette sul fatto che le tenaglie sono oggetti utilissimi per svariati usi, chiunque dovrebbe sempre tenerle a portata di mano. Così guarda un'ultima volta quegli occhi verdi così limpidi e ricorda di come aveva pianto la prima volta che aveva fatto l'amore con Marco e aveva sentito il suo sguardo perdersi in quello di lui.  Con le pinze afferra il bulbo è lo strappa gettandolo nel vassoio di marmo. La signora pensa che è strano come si assomigli il rumore dell'occhio gettato nel vassoio con quello che fanno le seppioline sbattute nella farina per la panatura.
Il relitto umano è ormai ridotto a fontana di sangue.
Quando abbassa i pantaloni e vede il cazzo ricorda di quando Marco la scopava con dolcezza, dicendole che l'amava, che non l'avrebbe abbandonata. Ricorda quando lo prendeva in bocca e succhiava avidamente la cappella, mentre la lingua si soffermava ad assaporarne il gusto, aspettando ansiosamente di poter ingoiare il suo piacere.
Un giorno, mentre stava preparando dei pasticcini nel laboratorio, lui le aveva detto con voce noncurante che la lasciava, che semplicemente di lei non voleva più saperne.
In quell'istante  aveva deciso che quel corpo sarebbe stato per sempre suo. Si girò di scatto e con un solo fendente piantato in mezzo al cuore lo avevo ucciso. Una piccola goccia di sangue era uscita dal suo torace. Il corpo si era accasciato a terra con gli occhi ancora stupiti di chi non ha compreso che quello è il suo ultimo istante.
Mentre amputava il cazzo e i coglioni del ragazzo sospirava, rammentando quanto aveva amato Marco e quanto era bello il suo membro.
La ragazza aveva straziato il  corpo, velocemente macinato e impastato con le farine più selezionate e le uova più fresche e poi divorato interamente la prima produzione di pasticcini che l’avrebbero resa famosa per il resto della vita.
La vecchia signora pensò che era proprio tardi e doveva ancora pulire tutto. Meno male che questa sera in tv davano “C'è posta per te”, è bello emozionarsi vedendo che le persone sanno perdonare ed amarsi ancora.

mercoledì 13 febbraio 2013

PRETTY VACANT

Innanzitutto una carrellata degli highlights di questo papato:




















E ora le 15 frasi più sentite al bar dopo la notizia delle dimissioni:

1) Berlusconi prendi esempio
2) Vedrai che adesso esce fuori qualcosa sullo IOR
3) Eh guarda caso proprio in campagna elettorale, è una scusa per non farci parlare della crisi
4) Adesso Monti prenderà il 40%
5) Vabbè tanto questo papa non mi piaceva, era meglio quello di prima
6) Tra l'altro pare sia gay
7) Comunque l'ultimo di Moretti è stato profetico
8) Meno male dai, così adesso si parla solo di questo e Berlusconi non rimonta più
9) Adesso è il momento di un papa nero/gay/donna
10) Il prossimo papa bisogna eleggerlo su internet
11) E' stato un gesto di grande dignità
12) Ma chi se ne frega del papa, ma parlate di cose serie, la crisi lo spread il calcio la figa
13) Comunque se non era per la latinista in Vaticano nessuno se ne sarebbe mai accorto
14) Come prossimo papa vedrei bene Benigni
15) Però che imbarazzo che ha sbagliato a scrivere la lettera di dimissioni in latino...