lunedì 31 dicembre 2012

quello che c'è da sapere - blog resume ytd 2012

l'amore è dare ciò che non si ha a qualcuno che non lo vuole



pain + avoidance = suffering



ho notato che si può dire qualsiasi cosa su qualsiasi persona senza rischiare di sbagliare



chi cerca lo stile trova la morte, chi cerca la vita trova lo stile



Wilber's approach to this issue involves the theory of evolution. The backbone of this approach is his infamous “half-wing” thought experiment. Wilber argues that, if form follows function, meaning the test of time favors only that which is “existentially practical,” then wings and flying creatures cannot exist because, at one point, the wing was only half of such, and a half-wing serves no flying purpose.



wherever the real imposes itself, it tends to dissipate the fogs of irony



non c'è piacere nel fare niente, se non c'è niente da fare



si è quello che non si ha



il tempo che serve è quello che c'è (silvio berlusconi)



non sono io a non capire le donne, sono le donne che non capiscono un cazzo



quando si tende all'elevazione culturale senza disporre di mezzi strutturali si cerca di farsi un'idea su tutto, ovviamente sbagliando. da ciò il paradosso dei danni di venire a contatto con il deboscio: per la maggior parte sarebbe meglio restare poveri, puri e ignari di tutto.



se qualcosa non funziona, prova a fare l’esatto contrario



no culture of the mind is enough to make a garden out of your soul



follower John Cage was asked, ‘Don’t you think there’s too much suffering in the world?’, he answered, ‘I think there’s just the right amount.’



"Everything simple is false. Everything which is complex is unusable."



I don't make myself. I happen to myself.



Out of a timeless world

Shadows fall upon time,

From a beauty older than Earth

A ladder the soul may climb

I climb by the phantom stair,

To a whiteness older than time



si vous êtes pris dans le rêve de l'autre, vous êtes foutus



la bellezza è una promessa di felicità



wisdom is a marriage of experience and understanding, this is gnosis



la società è un epifenomeno



PER DUE SETTIMANE HO RIATTIVATO TUTTI I NEWS FEED DEI MIEI 200 CONTATTI SU FB, PER CAPIRE COM’E’ VIVERE A NAPOLI



se ti dicessi quello che penso, non lo penserei veramente



"Quello che ti rimproverano coltivalo, perchè quello sei tu" Jean Cocteau



Ho una grande stima per le persone che non conosco, e quindi cerco di non conoscere nessuno



PSICOPOMPO



NARROV YOUR FOCUS



San Giovanni della Croce, il più grande mistico e scrittore del barocco spagnolo, interrompe di colpo le sue due opere principali perché, scriverà poi, lo scopo è la ricerca, è il traguardo è il percorso e quindi non c'è mai vera e propria fine. Sul piano letterario l'esperienza è nella pagina mentre la si legge, non dove questa porti. Ho sempre pensato questo e non credo di avere mai letto un libro "per sapere come va a finire". Semplicemente perché non finisce se non nel preciso momento in cui lo si smette. E nella mia totale indifferenza a gialli e noir ogni volta l'unica cosa che mi viene in mente è : "Be', non sono né un giudice né un avvocato e non mi interessa chi è stato l'assassino. Sarà stato qualcuno, di solito è così".



Mr Gurdjieff puts all such phenomena into three categories: tricks, semi-tricks, and real supernatural phenomena



pattern of psychic energy. l’archetipo è per la psiche ciò che l’istinto è per il corpo



Wahlverwandtschaften



gigli per l’anima



Io non sono io e neppure l’altro / Son qualche cosa di intermedio / pilastro del ponte del tedio / che da me va verso l'Altro.



I sentimenti più dolorosi e le emozioni più pungenti, sono quelli assurdi: l'ansia di cose impossibili, proprio perché sono impossibili, la nostalgia di ciò che non c'è mai stato, il desiderio di ciò che potrebbe essere stato, la pena di non essere un altro, l'insoddisfazione per l'esistenza del mondo



La verità è un simbolo perseguito da matematici e filosofi. Nei rapporti umani, la bontà e le menzogne valgono più di mille verità



MI HA APPENA TELEFONATO MEISTER ECKHART



l’entusiasmo è il disincanto dal disincanto, considerando il disincanto in chiave postmodernista



COSE IMPARATE QUESTA SETTIMANA:1. IF YOU CAN'T THEN YOU MUST 2. NEVER BE AFRAID TO IMPOSE YOUR WILL ON OTHERS 3. SHOPPING IS CHEAPER THAN PSYCHIATRY 4. È MEGLIO MORIRE SEGUENDO LA PROPRIA LEGGE CHE SALVARSI ATTRAVERSO QUELLA DI UN ALTRO



È la più grande di tutte le scoperte fatte dall’uomo nel corso della sua evoluzione spirituale: (...) la scoperta del proprio io, la nascita della riflessione, la visione dell’uomo in quanto specchio in cui e da cui viene riprodotta la realtà. (L’altra faccia dello specchio, Prollegomeni, Lorenz)



Il litigio nasce quando ci si sente dalla parte della ragione e tuttavia si incontra resistenza. Senza la convinzione di avere ragione l’incontro con una resistenza conduce solo a perfidia o a violenta prevaricazione, ma non a lite aperta. Quando si è coinvolti in una lite la sola cosa che possa recar salute è una forte assennatezza pronta ad abbandonare in qualsiasi momento la lite a a conciliarsi a metà strada. Proseguire la lite sino all’amara fine è male anche quando si ha ragione, perché così si perpetua l’inimicizia. È importante vedere il grande uomo, cioè un uomo imparziale la cui autorità sia sufficiente per conciliare pacificamente la lite o per derimerla equamente. In tempi di dissidio bisogna anche evitare di “attraversare la grande acqua”, cioè non si devono affrontare imprese pericolose, poiché queste, per riuscire, richiedono la concordia di tutte le forze. Lite all’interno paralizza la forza per vincere il pericolo esterno.

L’immagine indica che le cause della lite sono già presenti nelle direzioni contrarie delle due parti. La semplice esistenza di tali indirizzi contrastanti porta necessariamente alla lite. Perciò, per evitarla, tutto deve essere ben meditato fin dall’inizio. Quando diritti e doveri sono esattamente definiti, o quando si uniscono uomini dagli indirizzi spirituali paralleli, le cause di liti sono eliminate in anticipo.***



when consciousness becomes aware of its desire to evolve, the excitement is overwhelming and persistent.



Perchè io le cose o le faccio alla grande o non le faccio, e infatti non le faccio



Il bidet è l'aperitivo dell'amore



Jung was certainly elitist. He wrote: 'As a Swiss I am an inveterate democrat, yet I recognize that Nature is aristocratic, and, what is even more, esoteric. "Quod licet Jovi, non licet bovi" is an unpleasant but eternal truth.' Jung passionately believed that the individual was the carrier of value, and that it was personal religious experience akin to his own which prevented the individual from dissolving in the crowd, or mindlessly adhering to some collective belief system like Communism.



Nature is not only aristocratic, she is also esoteric. Yet no man of understanding will thereby be induced to make a secret of what he knows, for he realizes only too well that the secret of psychic development can never be betrayed, simply because that development is a question of individual capacity.



MA Sì MA INFATTI è ANCHE INUTILE SCRIVERE, TANTO IN 2000 ANNI è GIà STATO DETTO TUTTO, SU QUESTI TEMI POI



Sono d’accordo su tutto, ma con una coloritura differente. L’evoluzione del pensiero, di cui il tuo scritto fa parte, è un aspetto positivo. Mentre nella tua accezione, la tua consapevolezza di essere a un punto parziale ha una coloritura negativo nichilista. Mi sembra la dicotomia che diceva briatore: gli ingegneri della Benetton non erano mai soddisfatti perché volevano costruire la macchina perfetta, io mi accontentavo della macchina per vincere il gran premio



NON BISOGNA DESCRIVERE LA REALTà, BISOGNA DESCRIVERE UNA REALTà DIVERTENTE E COMPIUTA IN CUI TUTTO TORNI



rispetto ai fenomeni della vita la mente ha il ruolo di guastafeste



UNCHURCHED



Einstein's definition of insanity? "Doing the same thing over and over again and expecting different results



Bisogna essere minoranza per sparare al pensiero, trasformarlo in depensamento. La minoranza cui mi riferisco è quella stessa di cui parla deleuze quando scrive che i veri grandi autori sono i minori, gli intempestivi, coloro che non interpretano il proprio tempo. Teniamoci lontani dal nostro tempo, lontani da questo sociale che ci frana addosso come una montagna di nulla.



scrivo perché le vite degli altri possano avere un senso, e la mia ne possa fare ampiamente a meno



«La vita è vuota, l’anima è vuota. Il mondo è vuoto. Tutti gli Dei muoiono di una morte più grande della morte. Tutto è più vuoto del vuoto. Tutto è un caos di nessuna cosa… Nulla mi dice nulla, il mondo si è perduto. E in fondo alla mia anima (unica realtà in questo momento) c’è una pena intensa e invisibile, simile al rumore di qualcuno che piange nel buio di una stanza».



lasse alle besser sein als dich



A mystery doesn't need to be solved.



Envy is the central fact of American life...



"Life shrinks or expands in proportion to one's courage."



Tutti loro pensavano di essere balordi e disperati e tormentati, ma nessuno di loro avrebbe mai fatto altro che scrivere e ciascuno era convinto che l'unica persona che poteva star peggio era un altro scrittore, perso chissa' dove, e quando uno di loro mischiava troppi brandy e pillolette viola o si piazzava la canna di un revolver proprio dietro l'orecchio, gli altri ne provavano dispiacere, ma anche la sensazione di riconoscersi. Fraternamente



gli svizzeri celebrano ancora dei meccanismi aggregativi che trovano le loro radici nel medioevo, è una società ancora psichicamente corporativa, è una società che ha la capacità di conservare le sue gestualità nel profondo assoluto. non il ticino che non sono molto svizzeri, ma la svizzera tedesca: elveticità profonda, oppure alla svizzera riformata di ginevra. incrocio tra calvino e zwingli, mescolata però con tutto lo spirito di ribellione elvetica. gli svizzeri sono i primi vietcong in europa. ribellione contro l’austria o poi contro il duca di borgogna, grandi battaglie di liberazione. cocktail: uomo di montagna rude, attento filosofo della propria indipendenza, uno che ha sposato la causa del rigore negli anni della riforma e uno degli esseri meno fanatici d’europa, tra i più tolleranti



il borghese vero dev’essere anarchico e giacobino



conosci te stesso, conosci i tuoi limiti



"Happiness in intelligent people is the rarest thing I know...



You only live twice



IL NOSTRO QUADRO RAZIONALISTICO DELL’UNIVERSO FA SCHIFO AL CAZZO ED È INCOMPLETO



CONOSCI TE STESSO. NON SUPERARE MAI LA TUA MISURA



[pa-stù-ra] s.f
 ■1 Il pascolare degli animali; luogo del pascolo: portare le bestie alla p.
 ■2 Nutrimento, materiale o spirituale || dar p. alla mente di qlcu., nutrirlo spiritualmente
 ■3 Esche non legate all'amo gettate in acqua per attirare i pesci
 ■4 Mangime della selvaggina
 ■• sec. XIII

"Friendship, family life, human relationships are not primary in a man's life. A man who places others first is an emotional parasite."



IL DENARO SERVE SOLO AI POVERI, GLI ALTRI HANNO L'INFORMAZIONE



When you're an egoist, none of the harm you ever do is intentional!



ogni microambiente crea le proprie strutture sociali interne



Gli uomini sono dei romantici: quando camminano per strada e guardano il culo a una, poi la sorpassano, si girano e la guardano in faccia.



Le cose si rompono in continuazione. Bicchieri, piatti, unghie. Le promesse. I cuori. I coglioni.



bisogna abituare la gente al male come la abbiamo abituata alla morte



"rich, handsome perverts."



cladogenesi



Nel tuo caso, invochi razionalmente l’irrazionalità, quindi non vale



Quando le cose si rompono non è la rottura a impedir loro di tornare intere. È il piccolo pezzo che si perde - le due estremità non potrebbero più combaciare neanche se volessero. L'intera forma è cambiata



Tiéni duro anche tu, e ricòrdati che a questo mondo non sempre i buoni vincono, ma i fighi sì



Più presto finisce un festival o una festa, meglio è.. J



Sappiamo che esiste una struttura della realtà (anche se tutti lo negano fortemente, per ovvi motivi) che ci governa e che è prevedibile nelle sue emanazioni. In questi anni abbiamo visto come si possa prevedere con un ottimo grado di approssimazione quali saranno le ambizioni e i gusti di una persona che risponda a particolari caratteristiche sociali o anche semplicemente geografiche.



IMPERTURBABILITÀ



Non avendolo fatto, cerco qualcuno che mi scriva un racconto



Du wurdest geboren, um echt zu sein, nicht um perfekt zu sein. Du bist hier, um Du selbst zu sein, nicht um das Leben eines anderen zu leben.



la nuova religione dei Mercati ci sta facendo espiare in terra i peccati senza nemmeno darci speranze per l’aldilà



l'elefante va mangiato a pezzetti



smettere di fare il verso e fare versi



Si ama per evitare che la ragione ci divori



der Mensch tauscht die göttliche Vielfalt durch die menschliche Einfalt



noi siamo in quello che ci manca



Le fiabe, Tolkien insegna, hanno tre volti, quello mistico che guarda al soprannaturale quello magico indirizzato alla natura, e infine lo specchio di scorno e pietà che offrono all'uomo



Entelechia



tu fammi delle proposte, poi vediamo is the new vaffanculo



Enduring pain to do some good for someone you care about, isn't that what life is?



(6) L'inferiore stabilisce le possibilità del superiore; il superiore stabilisce le probabilità dell'inferiore.



si scrive perché il libro che vorremmo leggere non è ancora stato scritto



we need emotional truth (religione)



1740 respiri consapevoli al giorno



Am I to entertain your ballad of dissatisfaction, or has something actually happened? Because I am at work, dear.



l’opposto dell’amore non è l’odio ma la paura



SINTONICO



“tutti si ammalano perché hanno perso ciò che le religioni di tutti tempi hanno dato ai loro fedeli; e nessuno guarisce veramente se non riesce a raggiungere un atteggiamento veramente religioso”, quello che le religioni e i miti ci offrono tutt’ora sono i simboli che, in quanto messaggeri dell’inconscio, se integrati alla coscienza possono guarirci.



osservarci come ci osserverebbero gli altri



Weltlosigkeit



I won't settle for anything less than butterflies



NOI LO VEDIAMO MA LUI NON CI VEDE, PERCHé CIO' CHE STA SOPRA COMPRENDE CIO' CHE STA SOTTO, MA NON VICEVERSA



Se adottiamo un atteggiamento simbolico nei confronti della nostra vita, esplorando il significato di cio’ che ci succede, e quindi attiviamo la nostra capacità di creare una totalità a partire dagli eventi accidentali e diversi che ci capitano, ci accorgeremo che indipendentemente dall’intreccio, dall’ambientazione e dai personaggi, maggiori o minori che siano, nelle storie della nostra vita niente succede per caso.Nulla Succede per Caso



"Don't listen to what anybody says except the people who encourage you. If it's what you want to do and it's within yourself, then keep going and try to do it for the rest of your life."



He who desires to see the living God face-to-face should not seek him in the empty firmament of his mind, but in human love.



don’t think, feel



ascetismo è rimane puri in mezzo alle impurità



SAY ONLY WHAT IS TRUE, USEFUL & TIMELY

  feeling good by doing good



giudicare: o condanna o discernimento



truth is saying what feels congruent whit my expirience



no woman shoud rise more than one natural child



Guys like that will try anything once, even love



il vostro solo uno stolto sbattere di pentole da casalinghe, un vano fiutascorregge di rabelais



nessuno ha opinioni diverse da nessun altro, al massimo ci si fraintende sulla terminologia, l'opinione nasce già come smegma sul cazzo del luogo comune, l'opinione è uno schifo, non capisco come una persona qualsiasi possa ritenere degno l' avere opinioni e magari poi credere anche che siano libere



everything that has a beginning in time is not real



Editorialista: giornalista preposto a riciclare ogni cosa che accade come metafora utile a sostenere un’agenda predefinita.



death by astonishment



“Solo un idiota si mette tra Achab e la sua balena.”



un faro che strappa all’ombra un universo nascosto



eremitismo di massa



chi vive un’esistenza non autentica ha sempre troppo tempo per lamentarsi



‎"Nel buddhismo è il medesimo tipo di illuminazione che conduce l'individuo a scoprire chi è e che cos'è la verità. Grazie a questa illuminazione simultanea di sé e della verità, l'individuo scopre che il sé non era altro che un'illusione".



Rose Sélavy



He wanted the kingdom of God on earth



IO SONO MIO FIGLIO



Diventare ciò che eri prima prima di essere, con il ricordo e la comprensione di ciò che sei diventato



Arguing with a political activist is like playing chess with a pigeon. You could be the greatest player in the world, but the pigeon will still knock over all the pieces, shit on the board and strut around triumphantly.



il meglio che che ci si può aspettare dall’esoterismo è il buon senso



meglio forzare la tragedia che accettare la farsa



the world of form is an ornament of my manifestation



Of all the lies we were told growing up the biggest one has to be: sex isn't everything.



the chance to be exploited in a long-term job is now experienced as a privilege.



The greater the talent, the greater the need for self discipline.



‎"Che cosa puoi portarti via da qui? Sei venuto al mondo con I pugni chiusi, ed esci dal mondo a mani aperte"



TUTTO ESISTE PERCHÉ IO ESISTO

(RAMANA MAHRSHI MEETS HUGH HEFNER)



"I avoided writers very carefully because they can perpetuate trouble as no one else can." F. Scott Fitzgerald, The Crack-Up.



Il paradosso è il lusso delle persone di spirito, la verità è il luogo comune dei mediocri.



‎"Uscire dallo spazio che su di noi hanno incurvato secoli e secoli è l'atto più bello che si possa compiere"



Quando qualcuno ha delle ferite non guarite, qualsiasi tuo respiro lo ferisce



Aspiro a entrare nella città del mio corpo per vedervi il sultano che l'abita



uomo religioso, di sani principi morali, vende tramite editore pseudospirituale un suo studio sulla sessualità sacra ad uso e consumo di ninfomani neopagane ed esoteristi erotomani.

No secondi fini.

sabato 29 dicembre 2012

nessun uomo é la somma delle sue apparenze
Paul Valery

venerdì 28 dicembre 2012

pigfight

Ho imparato tanto tempo fa a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace
G.B. Shaw

giovedì 27 dicembre 2012

molto meno di una guida: amburgo

Sono stato ad Amburgo per via di una promozione doice bahn: un intercity andata e ritorno per 55€. della gente ha speso meno, ma in dodici ore e cambiando sei regionali. poi dite che sono tirchio, guarda qua.
il viaggio è cominciato al meglio perché arrivati in stazione, io l'altro italiano e la russa, abbiamo incontrato loro, più ubriachi di noi, che ci hanno dato delle cartoline con le loro effigi. io lì per lì non ho girato la cartolina, e ho pensato fossero solamente un paio di ricchioni che hanno avuto l'idea romantica delle cartoline. invece sono due tassisti (di sicuro lo è lovely) che hanno avuto l'idea di cantare e sono diventati famosi (ad amburgo). non escludo comunque che siano ricchioni.
abbiamo pernottato in un ostello economico ma di gran pregio, della catena meininger che già mi aveva ben servito a vienna.
il giorno dopo siamo andati a pranzo in un localino tipico, invero da spender poco, in cui si mangiava bene. io per stare sul tipico, ma tipico bavarese, ho preso il leberkäse e non lo fanno buono come giù da noi. e poi stavo molto male, ho avuto a che dire (per interposta persona: "ma non lo vede che sto male? dille che sono straniero") con una cosiddetta farmacista perché non voleva darmi il domperidone senza ricetta ma mi ha dato un'altra roba che alla fine ha funzionato uguale, con in più il divertente effetto sedativo che mi ha fatto sbattere la testa sul metrò tutto il pomeriggio.
amburgo è anche familiarmente chiamata "la città dei 2302 ponti", più che a venezia stoccolma e londra messe assieme. ebbene girando per il centro ne avrò contati forse sei. pare che dopo la guerra abbiano ricostruito tutto a misura di autotreno e quindi se passi sopra un canale raramente te ne accorgi.
invece sono ben visibili i laghi, penso artificiali, su cui si possono fare incantevoli gite in vaporetto e gratuite gite in kayak, se si possiede un kayak. non penso sia vietato nuotarvi.
finora mi ero battuto il cazzo dei mercatini di natale, pensando fossero perlopiù dedicati agli addobbi. invece sono perlopiù dedicati al cibo, ed essendo amburgo la seconda città della germania l'estensione dei mercatini di natale è pari a quella della città di cremona. avessi avuto un budget più alto ed una cyclette avrei passato giornate intiere saltando da un kaminbrot a un bratwurst, da una ciotola di champignon a un bastone con su la carne. se c'è una cosa che noi italiani dobbiamo imparare dai tedeschi, una, noi che abbiamo una cucina così superiore, è riguardo il cibo da strada. noi no, noi appaltiamo tutto ai pakistani di merda.
quella notte siamo andati a dormire dal nostro couchsurfer (nota per elvis ramone: pare che chiavare le ospiti non sia una pratica tanto rara, checché ti dica il maranza), un simpatico giovanotto rassomigliante a breivik che si permetteva di avere un trilocale tutto per sè, quel bastardo.
dopo aver mangiato la pasta al pesto coop portatagli in dono abbiamo optato per la serata tranquilla in un localino dalle parti di st. pauli, il quartiere ispirato alle magliette dei nostri sharp skin.
mentre aspetto per la mia birretta al bancone non ti arrivano mica due poliziotti? apriti o cielo la gente comincia a mettersi alla porta per non farli entrare, come un muro di persone. poi i poliziotti escono, un tipo urla silenzio silenzio adesso sapete tutti cosa fare. noi però non lo sappiamo. chiedo in giro e mi rispondono solo "fuckin police is here". le bariste non vendono più le bibite. la gente confabula, qualcuno affida alle bariste i propri portafogli in custodia. tutti escono, domandiamo alle bariste se dobbiamo uscire anche noi e loro ci guardano come turisti della democrazia e dicono "fate un po' come vi pare". però è chiaro che le birrette non le vendono più, quindi ci leviamo dal cazzo.
fuori sono arrivati una ventina di poliziotti vestiti di tutto punto, che si mettono in formazione compatta e cominciano a marciare verso casa propria, mentre tutti urlano "GANZ HAMBURG HEIST DIE POLIZEI". c'è proprio un clima di festa che mi invoglia ad unirmi con il mio "la disoccupazione ti ha dato un bel mestiere...", ma poi qualcuno deve aver fatto qualcosa perché un paio di poliziotti piantano un paio di manganellate a un paio di giovinotti.
però non parte la rissa globale alla bud spencer, vedo giusto un paio di scene alla "lassame, lassame che è peggio", con l'amico che impedisce all'altro di fare una pazzia. poi i miei amici volevano andare in un altro baretto e non so come è andata a finire, devo domandare a un italiano dell'uni regensburg che ho beccato là, come è piccolo il mondo.
nell'altro baretto ho conosciuto un paio di amburghesi, di cui uno così uguale ad elvis ramone che a momenti non gli telefonavo. la tipa che era con lui mi ha spiegato che quella sera doveva aiutarlo a trovare una morosa, ma è troppo timido. Helveinz Ramöner.
Il giorno dopo abbiamo perso un sacco di tempo, ma verso sera ho preso in mano la situazione e ho detto: adesso andiamo a vedere il duomo, o la cattedrale, o dove cazzo sta il vescovo, altrimenti per me non è una gita. il nostro ospite ha risposto serafico che loro la cattedrale non ce l'hanno, come se fosse una cosa normale. vabbè allora portaci in una bella chiesa, e infatti siamo andati a St. Michaelis che è uno dei simboli della città, snobbando un paio di chiese del centro dai tetti aguzzissimi.

Non siamo entrati in chiesa, ma per l'incredibile somma di porcodio dieci euro siamo saliti sul campanile, uno dei più alti d'Europa o di Germania, a vedere la vista della città (buio + nebbia = affarone). se c'è il sole però vi prego di andare.
il campanile, dopo un paio di incendi e un bombardamento, è stato ricostruito non più di tre mesi fa e al suo interno non ci sono strette rampe di gradini scavati nel tufo; sembra invece di stare da Cacciamali, la fabbrica dei pulmini.
prima della sommità c'è un baretto con i led fosforescenti e la musica gregoriana elettronica che vende le bibite, ma nei dieci euro è comunque compreso un punch caldo.
alla sera, con calma (perché come chiunque ci ha fatto notare, "non siamo in baviera, qui stiamo svegli fino a tardi"), siamo andati sulla Reeperbahn, la zona della movida, compresa la movida delle troie. c'è persino una strada con le zoccolone in vetrina, in cui le donne e i bambini non possono entrare, tantè che la nostra amica ha fatto il giro dell'isolato, ma è poca roba, tipo cinquanta, cento metri.
girando per la Reeperbahn mi sono sentito come zio paperone quando viveva a Dawson:

tormenta di neve, localini a perdita d'occhio, battone che fermano i passanti, ubriachi in maglietta, illuminazione a giorno.
abbiamo bevuto qualche shot di un drink che va per la maggiore, fatto di salsa per i nachos più qualche goccia di un liquore e poi siamo andati in un posto tranquillo a giocare a biliardino. lì ho scoperto due cose:
- i tedeschi amano davvero il biliardino, alle quattro di notte c'è la gente che fal a coda per giocarci e credetemi è come se io giocassi contro Ibrahim Ba, o qualcuno dei vostri idoli.
- Amburgo è lontano dalla baviera, e se non stai attento ti inculano il portafogli.
infatti la tappa successiva è stata la caserma, che sulla reeperbahn ha un'insegna luminosa grande come quella di hollywood, probabilmente perché a molti serve di andarci.
dopo aver ritirato un fac-simile del passaporto della russa, visto che oramai la frittata era fatta, abbiamo proseguito la notte al Fishmarkt.
se andate ad Amburgo vi consiglio di andarci nel weekend, perché sarebbe un peccato perdersi il fishmarkt della domenica mattina, quando si mescolano i festaioli rinsaviti dal gelo e gli umarell mattinieri, tutti insieme a mangiare i pani col pesce in riva al mare, o a comprare le cassette di frutta dai fruttivendoli che urlano. molto caratteristico, tipo noi che avevamo una cassetta di mandarini e degli altri fruttaroli urlavano "SIGNO' QUANTO L'HA PAGATA? SE MI DA CINQUE EURO E LA CASSETTA IO LE DO STO CESTO DI FRUTTA, CONVIENE! CI AGGIUNGO L'ANANAS!" ma noi italiani avevamo già visto sta storia coi fustini, e allora siamo andati coi nostri mandarini in questo straordinario casermone:

che un tempo ci facevano qualcosa riguardo al pesce ed ora è un gioiello di calorosità per i viandanti della domenica mattina.
la Fischauktionshalle è composta da tre piani dove si può gustare un'ottima colazione a base di sarsiccia o bere l'ultima birretta, e la domenica mattina c'è musica dal vivo, ma fino alle dieci, con la gente che danza il rochenroll e poi va a dormire.
così abbiamo fatto, passando prima per il porto innevato:
manca la neve
e il giorno dopo ho terminato il processo di inversione notte/giorno. sapete come ho fatto a ripristinare la normalità? vi ricordate quelle pastiglie per il vomito che inducono sonnolenza? bene, ieri dopo aver dormito tutto il pomeriggio mi sono svegliato e ne ho prese un paio. ho fatto giusto in tempo a cenare e poi sono crollato come un sacco di patate.
ciao e alla prossima!

mercoledì 26 dicembre 2012

il segreto dei sufi

Un sufi molto vecchio conosceva bene il mondo.
Per questo motivo la gente lo consultava spesso.
Una volta un tizio gli chiese:
"Qual è il segreto di lunga vita?"
"Il segreto è questo: non contraddico mai nessuno!" rispose il saggio.
"Non è assolutamente possibile che questo sia il segreto!", disse l'altro.
"Si, hai ragione: non è assolutamente possibile!", concluse sorridendo, con voce modulata dalla serenità degli anni. 

martedì 25 dicembre 2012

braccio di ferro tra satana e gesù

braccio di ferro tra satana e gesù

lunedì 24 dicembre 2012

Natale

come sono belli questi tossici
che nella notte puntano il cielo
aspettando il guaito del Cane Minore
...

sognano tutti la stessa stella
con le sembianze di una bambina thailandese

nel cortile un filippino organizza il traffico dei tricicli.

lei abita all’ultimo piano.
vicino alla nuvola e ai fiocchi di neve.

sogni rotti e piccole meduse assiderate.

(N.W.)

Cambiare l’Italia, riformare l’Europa, agenda per un impegno comune

Cari cittadini
Negli ultimi mesi si è molto parlato di “Agenda Monti”. Non sono stato io a introdurre questo riferimento, ma diverse forze politiche e della società civile che hanno così inteso ispirarsi all’azione del governo, come linea di confine fra le politiche da fare – o da non fare – nei prossimi anni.
Il dibattito che ne è nato è stato incoraggiante. Non solo per il consenso piuttosto ampio che è sembrato emergerne, ma soprattutto perché, per la prima volta dopo tanto tempo, i contenuti e il metodo di governo sono tornati al centro di un dibattito politico altrimenti concentrato quasi esclusivamente su schieramenti e scontri tra personalità.
Incoraggiato da questi segnali, ho lavorato in modo più sistematico. Questo documento allegato, intitolato “Cambiare l’Italia, riformare l’Europa, agenda per un impegno comune” è il frutto di questo lavoro ed è presentato come primo contributo per una riflessione aperta. Questa agenda vuole dare un’indicazione di metodo di governo e di alcuni dei principali temi da affrontare. Non è un programma di lavoro dettagliato e non vuole avere carattere esaustivo.
Invito tutti coloro che siano interessati a leggere il documento, a condividerlo e a commentarlo con spirito critico, portando il loro contributo di idee e di proposte.
Mi auguro che le idee contenute nell’agenda possano contribuire ad orientare le forze politiche nel dibattito elettorale dei prossimi mesi e a suscitare energie nuove presenti nella società civile. Sia io che tutti noi riceviamo appelli numerosi e molto diversi di gruppi, organizzazioni, associazioni e singoli che semplicemente dicono che la gente è molto arrabbiata con il mondo della politica, che talora la disgusta, ma vorrebbe potersi avvicinare ad una politica diversa.
A quelle forze che manifestassero un’adesione convinta e credibile, sarei pronto a dare il mio apprezzamento e incoraggiamento e, se richiesto, una guida. Questo è il modo in cui intendo rapportarmi con la fase politica che si apre adesso. Ho voluto dirlo con trasparenza, e, spero, chiarezza. Questa mia presa di posizione ovviamente non coinvolge nessuno dei ministri che con me hanno collaborato e di cui sono orgoglioso. Essi possono avere idee coincidenti, oppure in parte o in tutto divergenti. Mi è sembrato comunque utile dare all’opinione pubblica il quadro delle riflessioni che nascono dall’esperienza del Governo che ho presieduto.
Mario Monti
Cliccando qui puoi scaricare Cambiare l’Italia, riformare l’Europa, un’agenda per un impegno comune

domenica 23 dicembre 2012

La conferenza stampa di fine anno del Premier Mario Monti

Berlusconi litiga con giletti

L'ultimo trend dei tamarri è ironizzare sugli hipster portando i pantaloni della tuta col risvolto

la politica spiegata dai tassisti

- destra sinistra, nun cambia niente, il comun denominatore sa qual è?
- qual è?
- i sordi. 'sti qua vanno per magnà
- ma adam smith dice che il profitto personale rende il mondo migliore
- uno può di' 'na cosa, uno può di' n'atra cosa, io dico che 'sti qua magnano

sabato 22 dicembre 2012

pascoli

giovanni pascoli: macchinetta sadica per far piangere gli scolari (edoardo sanguineti)

venerdì 21 dicembre 2012

l'individuo eccezionale

Al mondo sono sempre esistiti e continuano ad esistere individui molto speciali (figure geniali, mistici, tiranni e vari altri soggetti) in grado di lasciare il segno con il loro talento e le loro inclinazioni. La tensione all’eccezionalità è una disposizione inevitabile dell’animo umano e il desiderio di pensarsi un individuo eccezionale non è affatto raro. Ambire alla gloria è voler conquistare l’amore di uomini che non si conoscono e che non si conosceranno mai e, di conseguenza, non è una colpa volere il successo e essere noto agli uomini con il cinema o con i libri o con altro. La questione è pertanto molto complessa.

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Se ripensa a quelle circostanze e a come si è sempre impegolato nelle relazioni amorose, ha la certezza di aver agito con un corpo che non gli apparteneva o, peggio ancora, con un corpo che un dio predatore (somigliante a lui in modo perfetto) gli aveva sottratto senza che egli se ne rendesse conto, per il gusto di farsi passare per lui.Il risultato era però insopportabile e la sola forza che gli restava era di urlare in faccia al mondo (anche lui come Artaud segregato a Rodez e non più padrone di sé) che, a forza di morire giorno dopo giorno, in fondo all’animo doveva aver raggiunto un tangibile grado di immortalità.

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La raffinata capacità intuitiva gli ha fin qui consentito elevata responsabilità nella relazione amorosa ma poca vera passione. Ora, la lettura a voce alta delle lettere di una donna che lo ha profondamente amato, sottraendolo al soliloquio, gli sta indicando la strada da far fare al suo corpo per trovare vitalità attraverso il linguaggio. Se ancora si ostina a ribellarsi è perché vorrebbe essere ciò che non è: un monaco medievale attratto all’afanisi - la carenza di desiderio - e affascinato dal misticismo.

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Pregando, l’uomo ha capito che l’idea di compiere un’opera eccezionale è una trappola dell’infatuazione, un pensiero accecante e mercantile che, dietro il velo di un prodotto sublime e unico, nasconde la fine di tutto. La preghiera (pur senza un preciso destinatario) è la rete invisibile e straordinaria che sempre può tessere sotto di sé per proteggersi dallo sconforto.

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Lo ritrovo dopo una settimana inferocito contro il dio bastardo che lo incita a fare cose che gli costano sforzi immensi di pensiero. Fosse per lui vivrebbe nell’ozio indefinitamente e invece si sente costretto a studiare, leggere, approfondire e, se un libro lo affascina, fosse smpre per lui, lo abbandonerebbe subito cedendo al comito che il piacere della conoscenza gli suscita.Dentro, infatti, il dio serpente lo incita a cercare il perché della sua esistenza e lui, fedele invece al dio dell’inerzia, resiste alla pressione cercando il disgusto per potersi negare ogni curiosità che lo apra sul nuovo e sull’ignoto. Il dioperfido invece vuole la sua disobbedienza e contro il disgusto e il vomito vuole ch’egli assapori il frutto dell’albero proibito. Ma più gli anni passano, egli si rende conto di poter fare a meno di quel dio multiforme che abita il suo intimo. Ora non lo teme più come invece lo ha temuto per molto tempo a partire dall’infanzia.Lo considera un soggetto esigente e brontolone che da lui pretende sempre l’impresa eccezionale ma, se non ci riesce, fa niente: basta aver provato e, quindi, se lo chiama bastardo e perfido seprente è perché non teme ritorsioni quando sente di provare odio per lui.

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Se, prima d’ora, non me ne ha mai parlato è perché dice sempre meno di quanto vorrebbe pur immaginando di dire molto di più di qanto dica così che lo scarto tra ciò che la sua coscienza riesce a esplicitare e il potere della sua immaginazione, già profondo in partenza, diventa incolmabile. Finora la sua mente, soggetta agli attacchi visionari che la colpivano senza preavviso, è stata altrove, passando capricciosa da un posto all’altro senza mai fermarsi. Ora, la paura di dover morire è più reale di prima ma lo inquieta meno di quanto aveva a lungo immaginato.

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“Al pari della creazione, anche la morte del sistema solare avverrà con maestoso splendore”
 (Blaise Pascal)

 Il pensiero, attribuito a Pascal, che introduce il mio film “Apocalisse nel deserto” in realtà è inventato. Mi piace fare queste cose, io sono un narratore e non un documentarista tradizionale. Questa citazione pseudo pascaliana ti guida fin dall’inizio verso un universo poetico - indipendentemente dal fatto che lo spettatore sappia o meno che si tratta di un falso - e che inevitabilmente tocca corde più profofonde che un mero reportage. È qualcosa di cui sono orgoglioso e non mi sento di avere ingannato lo spettatore. D’altronde Pascal non avrebbe potuto scriverlo meglio. Dopo la citazione, la voce off afferma “maestose catene di montagne, nubi, la terra avvolta nella foschìa”. In realtà ho filmato cumuli di polvere e terra formatisi dal passaggio degli autocarri. Queste “catene di montagne” erano poco di più di qualche centimetro”. (Herzog on Herzog, Faber & Faber, Londra, 2002)

TRATTO DA UN LIBRO DI 68 PAGINE

giovedì 20 dicembre 2012

tutto ciò che non è proibito è obbligatorio

lunedì 17 dicembre 2012

roberto benigni legge l'elenco telefonico di abbiategrasso

L'elenco telefonico, c'è qualcosa di più bello, di più grandioso, di più italiano? Il telefono che ha inventato il grande Meucci, uno dei più begli scienziati di tutti i tempi...Abbiategrasso, che invito alla floridezza, abbiate...grasso...l'abbondanza condivisa con tutti...Mario Rossi, tel 02 5837...c'è qualcosa di più bello del nome mario...un nome che tutto il mondo ci invidia...gli americani, che sono un grande popolo, l'idraulico più simpatico che c'è al mondo, come l'hanno chiamato? l'hanno chiamato mario, con i baffi, che va a salvare la sua fidanzata, c'è qualcosa di più bello di lottare per l'amore...il nome mario è così bello, se uno si chiama mario come minimo diventa presidente del consiglio per due legislature...oh silvio, si scherza eh! e il numero, 0, perfetto come l'ha disegnato il nostro giotto, e il 2, che ricorda il figlio che poppa alla tetta della madre, e il 5, il numero del nostro collovati che vince i mondiali, insieme a paolo rossi, che si chiama rossi come mario, rossi e verdi, verdi che ha scritto la musica che tutto il mondo conosce, il canto del nabuccodonosor, che il canto della patria perduta non c'è canto di amore più struggente, e l'8, un doppio cerchio perfetto, e il 3, il numero della trinità perfetta di nostro signore, e il 7, come la gamba di donna che diceva il grande mike, c'è qualcosa di più bello di una gamba di donna, e il cazzo di chi non ti si incula, che io ce l'avesssi uno straccio di donna, maremma maiala mi sono rotto i coglioni di fare sempre il benigni che si esalta per tutte le stronzate che poi mi tocca di tornare a casa a sorbirmi quella vecchia arpia inacidita de mi' moglie, quella scopa di saggina secca della nicoletta...nicoletta mi ha fatto venire in mente una bella canzone del grande maestro nicola piovani, nicole' questa canzone è per te... questo è l'inno-o del corpo sciolto lo può cantare solo chi caca dimorto se vi stupite la reazione è strana perché cacare soprattutto è cosa umana. Noi ci si svegliamo e dalla mattina i' corpo sogna sulla latrina le membra riposano ni' mezzo all'orto che quest'è l'inno l'inno sì del corpo sciolto. C'hanno detto vili brutti e schifosi ma son soltanto degli stitici gelosi i' corpo è sano lo sguardo è puro noi siamo quelli che han cacato di sicuro. Pulissi i'culo dà gioie infinite con foglie di zucca di bietola o di vite quindi cacate perch'è dimostrato ci si pulisce i'culo dopo avè cacato. Evviva i cessi sian benedetti evviva i bagni, le tualet e gabinetti evviva i campi da concimare viva la merda e chi ha voglia di cacare. I'bello nostro è che ci si incazza parecchio e ci si calma solo dopo averne fatta un secchio la vogl'arreggere per una stagione e colla merda poi far la rivoluzione ! Pieni di merda andremo a lavorare e tutt'a un tratto si fa quello che ci pare e a chi ci dice, dice te fa' questo o quello noi gli cachiam addosso e lo riempiam fino al cervello: cacone ! puzzone ! merdone! stronzone! la merda che mi scappa si spappa su di te ! Buon Natale! Buon Natale!

giovedì 13 dicembre 2012

una notte con berlusconi


Francesca la pasta tricolore mi è colata sulla vestaglia…d’ora in poi la sera voglio la pizza…Niccolò mi chiami la Ruby? Ciao Ruby come stai, come è lì in Messico? Eh in Messico sono belli i colori, qui fa freddo…No, non spread, freddo….Lo spread non è un problema, non siamo in una zona default, ne ho parlato con lì quello pelato, Arrigo Sacchi, lui lo sa come funziona la zona, che grande squadra, abbiamo vinto la Coppa…Sì i capelli mi danno un po’ fastidio, Maria Rosaria non lascia che mi gratti la testa quando mi prude…Stai, stai lì in Messico che stai bene, se ti manca qualcosa chiama Niccolò che ti manda i soldi, ciao cara ciao….Che brava ragazza la Ruby, io ci ho fatto l’amore ma non era minorenne…Emilio, era minorenne? Angelino ma Monti cosa dice? Perché non mi chiama? Si è offeso per lo spread? La vendita di Villa Certosa come va? Fosse far togliere il vulcano dalla villa e regalarlo al nipotino di Monti, non sarebbe una bella idea? Per Natale, come gesto distensivo... Lo spread è un'invenzione, come la rucola, ti ricordi quando negli anni '80 hanno inventato la rucola sulla pizza? E' buona la pizza, Francesca domani la pizza la voglio ma non voglio la rucola...Fedele cosa diamo in televisione domani? Mi chiami Gubitosi? Io non voglio che spostino il Festival di Sanremo, Mariano fosse andare io e te al festival a cantare le foglie morte? Voglio vederlo Bersani cosa canta lui al festival di Sanremo…Gerry Scotti fa sempre vuol essere milionario? Non è che riesce a ritagliarsi uno spazio durante la settimana per fare il sottosegretario degli Esteri? Angelino, ma secondo te non si può parlare per farmi presidente della repubblica? Angelino ti piacerebbe fare l’amore con Michela Biancofiore? E’ una bella fica….Come sta Sallusti? Farina scrive sempre gli articoli? Mio fratello fa ancora l’amore con Sara Tommasi? Io l’unica che non mi sono mai fatto  è una come Rosy Bindi, pensa che roba farci l’amore…C'è tanto malcontento in giro, dovremmo intercettarlo, togliere i voti a Grillo, sai cosa potremmo fare Gianni, potremmo fare una lista Gabibbo, è possibile candidare un pupazzo? Oppure se non si può candidiamo il ripieno del Gabibbo, quello che ci sta dentro, come si chiama? Però non è la stessa cosa...Non si può fare un lodo prima che finisca la legislatura per far candidare i pupazzi con il loro nome? Come va la trasmissione di Bonolis? Sai chi è uno bravo, è quello Stasi, quello che faceva le foto ai piedi delle ragazze….Sono belli i piedi, sarebbe da convocare per fargli fare una trasmissione, una trasmissione che ci sono lui e Sollecito che vanno in giro per l’Italia o a quei festival musicali che ci sono d’estate che ci sono le ragazze tutte spogliate… Me ne ha parlato Pato che ci sono dei festival così in Brasile che ci sono le ragazze che fanno l’amore nel fango tra di loro, io gli ho detto Pato non ci portare mia figlia Barbara, portaci me a quelle feste lì….Oppure lì Stasi potremmo metterlo sottosegretario alla gioventù con la Meloni…Io la Meloni ci farei l’amore, ci ho fatto l’amore con la Meloni? Fedele, ma non si può corrompere De Benedetti per non pagargli i 560 milioni che gli dobbiamo? Se parlo con Maroni che lo faccio Presidente della Lombardia e lui in cambio vota  De Benedetti Presidente della Repubblica così non gli pago la multa? I senatori a vita votano per il Presidente della Repubblica? La Montalcini è ancora viva? Ma la cura contro il cancro che fine ha fatto? A proposito il filmato che ho comprato dai sequestratori di Spinelli dove lo avete messo? Angelino mettilo su che c’è Nicole che si spoglia…Angelino tu hai mai fatto l’amore con un uomo? E con un moderato? Monti fa l’amore con me e i moderati?

mercoledì 12 dicembre 2012

la voce della ferrari


ristorante manna, milano

Se Torretta incute timore, l’altro big Matteo delle cucine milanesi, il Fronduti di Manna, visto in foto parrebbe anche peggio. “Adesso mi rompe il culo” pensavo, tirando a manetta lo scooter per le vie intricate del quartiere Turro, cercando di raggiungere il suo ristorante in clamoroso ritardo e pensando a quel profilo da Mastro Lindo che non promette affatto bene: il classico tipo che non è il caso di far aspettare troppo a lungo. Così parcheggio dove capita, mi fiondo al campanello, suono e mi si presenta di fronte lui: espressione non particolarmente minacciosa, pare più che altro sofferente; in più zoppica, ma è tranquillo, mi offre il caffè e dalle prime battute intuisco che l’uomo non è particolarmente fotogenico, vis a vis sembra un’altra persona. In due minuti prende il via, parlando a ruota libera di grandi nomi della cucina italiana e di cene memorabili. Come quella da Massimo Bottura a Modena, qualche anno fa, 11 piatti tutti “work in progress”, che quasi lo sconvolsero. “Forse la migliore esperienza gastronomica della mia vita” ricorda Fronduti.

E che delusione quando, un paio d’anni dopo, quegli stessi piatti erano finiti in carta ma non gli avevano dato le stesse emozioni… Il discorso scivola poi sul neotristellato Enrico Crippa e la sua insalata. “Viste le foto e letti i commenti, pensavo alla solita gastropugnetta. Così, la prima volta che sono andato ad Alba, ho chiesto l’insalata, con tutti i pregiudizi del caso. Devo ammettere che si tratta di un piatto della madonna!”. Terzo collega passato in rassegna: Philippe Leveille, Miramonti l’Altro, Concesio. “Ci ho portato i ragazzi lo scorso anno per il pranzo di Natale. Volevo far provare loro, che non la conoscono, cos’è l’alta cucina, ho perciò scelto un collega che non la interpreta come puro svolazzo. Philippe sa unire forma e sostanza, fa cose terragne e consistenti, e io in cucina ho dei ‘torelli’, che non si saziano con gli assaggini. Abbiamo fatto il percorso degustazione e devo dire che nessuno dei ragazzi è uscito affamato”.
insalata di barbabietola, erborinato di capra e indivia
Tu però proponi tutt’altro.
Per non incasellare la mia cucina in uno schema predefinito l’ho battezzata, con una paraculata, “attuale”. Nelle guide esce come “cucina creativa”, che vuol dire tutto e niente. A pensarci, è una definizione un po’ idiota.
Spiega con parole tue.
Il concetto alla base di Manna è: abbassare il livello dell’alta cucina, pochi fronzoli, tanta sostanza. Volevo una trattoria con coscienza, un locale fruibile a tutti, dove i clienti possono tornare spesso e senza spendere l’impossibile. Per questo ho abolito frizzi, lazzi, orpelli. Philippe a Concesio fa una cucina “carnale”, che mi piace da impazzire, ma opera in una location bellissima e prestigiosa, con un servizio d’alto livello, posate d’argento, calici Riedel da 36 euro l’uno. Tutto ciò ha un costo.
È solo una formula economica? Percepisco in te una certa antipatia verso il “grande ristorante”.
Diciamo che, nel momento in cui ho deciso che avrei fatto il “mio” ristorante, non volevo intercettare quello stesso pubblico che avevo sfiorato quando lavoravo in certi posti. Perché se prima non avevo rapporti con i clienti, essendo chiuso in cucina e dovendomi misurare esclusivamente con lo chef di cucina, i miei commis, il cibo, qui invece sapevo che sarei dovuto “uscire”, parlare con i clienti, intrecciare relazioni. Siccome non ho voglia di fingere né di sentirmi a disagio, non volevo interfacciarmi quotidianamente con gente che non mi piace.
Perché non ti piace?
Perché l’alta cucina è fruita sì da gastrofanatici alla ricerca del piatto e del beau geste, ma essendo anche una cosa molto cara, viene vissuta dai più come uno status symbol. E io ne avevo abbastanza dei ragazzini figli di miliardari che in discoteca si fanno i gavettoni con il Crystal che, perdio, è un ottimo champagne, ma ha assunto una connotazione molto volgare per l’utilizzo sbagliato che una fascia di pubblico ne fa. Questi discotecari pieni di soldi lo hanno preso come simbolo per il fatto che è molto caro, non perché molto buono.
Un po’ come il caviale, no?
Al Manna non troverai mai caviale, tartufo o scampi. Tanto meno il foie gras, e non certo per motivazioni ideologiche. Ho scelto di inserire materie prime di ordinaria reperibilità, le stesse che potrebbe comprare la sciura Pina al mercato sotto casa. Con la differenza, non banale, che io ho i miei pusher di fiducia, mentre la sciura Pina, forse per ragioni di tempo, non è riuscita a procurarseli.
Eppure il tuo collega Torretta diceva che le più belle “sorprese” le aveva trovate proprio al mercato sotto casa.
Vale anche per me. Il mio macellaio l’ho conosciuto in un hard discount, un posto orribile che frequentavo esclusivamente perché, tra le botteghe di servizio, c’è una tintoria che riesce a tirare le divise bianche immacolate, non gialline come te le riducono in altri lavasecco. Il lavandaio un giorno me lo presenta, dicendogli: questo ha un ristorante, prova a vendergli la carne. Vado al bancone, guardo e gli dico: non ti offendere, ma non ci siamo proprio. Lui mi risponde: se voglio vendere a chi esce dal discount devo proporre questa carne, ma tu dimmi cosa ti serve e io provo a cercartelo. Dopo qualche giorno mi porta una guancia di maiale da urlo, che si era procurato in macello familiare in provincia di Mantova, e sai bene quanto sia difficile trovare un buon guanciale di suino, perché va scalzato a mano dal musetto: tanto lavoro, poca resa, non gliene frega niente a nessuno. Loro invece lo fanno. Ora mi fornisce un sacco di carne, assicurandomi la tracciabilità da animali allevati allo stato semibrado.
La sala delle palle
C’è chi è ancora più esigente…
Ti dirò, non credo alle forme estreme di allevamento, dallo stato brado al rupestre. La gallina che vive nei boschi e torna quando vuole a dormire nel pollaio sarà anche buona, ma se vale dieci in più non possono fartela pagare 100 mila in più: la differenza di prezzo non giustifica il plus qualitativo. Io sono per un allevamento commerciale e rispettoso del benessere animale. Non compro polli di batteria, dopati, con le ossa che si spezzano. Mi rifornisco da aziende in cui le galline hanno le loro metrature, non sono nutrite soltanto con latte di capra ma anche con mangimi assemblati in azienda.
Diranno che vuoi stare nel target price.
Non posso vendere polli a prezzi da vitelli, non è il concetto di Manna. Da Crippa e Bottura ci andiamo io e te, gli altri 150 mila gastrofanatici strippati d’Italia, qualche turista, il pubblico televisivo se sei Cracco, che dopo Masterchef ha sempre il ristorante stipato. Ma qui torniamo al concetto iniziale. Se sei diventato un personaggio televisivo, da te arriva quel pubblico che non voglio nel mio ristorante: gente che non capisce un cazzo di cucina, ma ha 200 euro in tasca da spendere e vuole provare l’esperienza del divo, non quella gastronomica. Massimo rispetto per Cracco, ma io ho scelto diversamente.
Con quali risultati?
Ho inaugurato Manna tre mesi prima del fallimento Lehmann Brothers e di tutto quel che ne è seguito. Quindi è dura. Ma il concetto di base e la strutturazione stessa del ristorante, aggiungendoci poi arrogantemente la qualità di ciò che proponiamo, ci ha permesso di rimanere aperti, poter pagare i fornitori, non avere nessuna tasca alle spalle che copre i conti in scoperto. Non avrò fatto i milioni, ma sono cresciuto a piccoli passi, e con me i tre ragazzi che ho preso all’inizio e che in 4 anni non sono mai cambiati. Da qualche mese, visto che fortunatamente c’è più lavoro, ne ho inserito un quarto.
la sala delle palle
Ti trovi meglio in cucina che in sala?
Assolutamente sì. Dicevo l’altro giorno ai ragazzi: mi manca da pazzi uno di quei bei servizi completi alla stufa, di quelli che gestivo ai tempi in cui lavoravo con Riccardo Camanini sul Garda, ristorante da una stella Michelin che gli stava stretta, dove alle otto non c’era nessuno e un quarto d’ora dopo avevi ottanta coperti in sala. Ho nostalgia dei livelli adrenalinici che raggiungi in cucina, delle sensazioni che provi quando sposti l’ultima comanda, guardi in faccia i colleghi e dici: anche questa sera è finita, tutto ok, tempi rispettati. Qui, giocoforza, mi sono allontanato dal servizio, non faccio l’attività produttiva e mi limito a operare da supervisor.
In cucina come ci sei arrivato?
Dopo il liceo scientifico. Prima di allora non avevo la minima idea di cosa significasse fare il cuoco, ma volevo provarci e allora entro nel ristorante di amici dei miei genitori, convinti che dopo tre mesi avrei mandato tutto all’aria. Invece…
I tuoi che fanno?
Mamma era educatrice in una scuola materna, oggi in pensione. Papà imprenditore, proprietario di una fabbrichetta di meccanica di precisione a sua volta ereditata dal nonno e che sognava di affidare all’unico figlio. A distanza di 17 anni penso che ormai si sia rassegnato.
la sala delle palle
Gli farai lo sconto quando viene a pranzo…
No, loro non pagano, sono gli unici a non pagare. Qui ho sempre presentato il conto a tutti, compresi i critici.
Panzanella
Qualcuno l’avrà presa male.
Pazienza. Quando viene un critico naturalmente lo riconosco, perché le facce sono sempre più o meno le stesse, ma faccio finta di nulla e niente trattamenti di favore. Ai miei ragazzi dico: con loro dobbiamo solo stare attenti un po’ più del solito a non sbagliare, concedere quello 0,1% in più dell’attenzione che prestiamo sempre ai clienti “normali”. Ma la polpetta è uguale per tutti. Sarebbe idiota offrire al critico quella ripiena di foie gras, controproducente abbellirgli il piatto con il fiorellino solo perché è lui. Poi il critico scrive, creando nella gente delle aspettative che finirebbero per essere deluse.
l'altra sala
Cucina democratica?
Uguale per tutti. Perché devo concedere lo sconto o offrire la cena al giornalista che fa il suo lavoro? I grandi nomi, da Bay a Vizzari, da Bonilli a Mura, alla presentazione del conto non hanno mai battuto ciglio. Del resto, a certi livelli, voglio pensare che non paghino di tasca loro, ma che siano rimborsati dall’editore. E allora a che serve?
Nessuna vendetta?
Della critica non mi posso lamentare. Quest’anno mi sarei aspettato mezzo punto in più da L’Espresso, perché siamo cresciuti parecchio, ma non è importante, sennò entriamo nella sfera delle gastropugnette. Ciò che conta per me è riempire i tavoli, far da mangiare bene, aver la cassa piena a fine servizio, vedere che la gente quando esce è contenta. Ieri sera un cliente mi ha detto: puoi riservarmi un tavolo per tre la prossima settimana, che arriva mio cugino da Londra? Fantastico, aveva appena finito la cena e già pensava alla prossima. 
Torniamo ai 19 anni. Dopo la prima esperienza hai fatto un po’ di scuola?
Zero. La mia scuola è stata l’esperienza in cucina.
Più facile o difficile rispetto ad aver frequentato una scuola?
Boh, potrei risponderti soltanto se l’avessi frequentata. Vedendo però i miei ragazzi, che hanno iniziato a lavorare dopo aver studiato in istituti pubblici o privati, penso che la scuola, per com’è strutturata in Italia, grossomodo non serva a una minchia.
Quindi, cosa consiglieresti al ragazzino che vuole diventare cuoco?
Gli direi: prima fatti una cultura personale, acquista una sovrastruttura intellettuale solida e che ti permetta di comprendere il mondo. Poi, se vorrai, potrai fare l’orologiaio, il meccanico o il cuoco, avrai in ogni caso gli strumenti per capire la materia. Se non sei un’idiota, sarai in grado di capire ed eseguire ciò che gli altri ti spiegano. Magari questo non vale per il ricercatore astrofisico, ma sono certo che per fare il cuoco la scuola non sia indispensabile.
Fragole, latte cotto e pesto di basilico
Cos’è indispensabile?
Scegliersi un posto difficile, uno di quelli dove si lavora tantissimo, magari un locale della “Milano da bere” nei quali la clientela ci va in auto blu e mediamente di cucina non ne capisce un cazzo. Ma sono anche quelli che fanno cento coperti al giorno e dove in cucina ci stanno quattro cinesi, due magrebini e un italiano: se non muovi le mani lì, te le fanno muovere per forza.
Parli per esperienza personale?
Quel posto per me è stato l’Armani Caffè. Arrivavo da diverse esperienze, alcune delle quali allucinanti, e mi trovo finalmente in un locale “vero”, con Nicla Nardi come direttrice e Roberto “Bebo” Cristoferi come chef, piatti strutturati e cento coperti a pranzo. In cucina eravamo in 4. Per 15 giorni faccio il commis, poi mi chiamano in disparte e mi dicono: muoviti, non sei qui per prendere appunti, devi assumerti le tue responsabilità. L’ho fatto. Preparavamo la pasta in casa: non avevo la minima idea di come si facesse un raviolo, mi trovo a doverne preparare 70 porzioni al giorno. Se iniziavo alle nove, mi presentavo in cucina alle otto e mezza, poi alle otto. È stata una grande esperienza.
Ravioli tostati di patata, bitto e coste
Poi?
Con Armani inizia il mio periodo “griffato”. Da lì passo a Trussardi alla Scala, nella fase pre Berton, quindi un anno di Just Cavalli Caffè. Non ho fatto Dolce e Gabbana solo perché non avevano ancora aperto il Gold… Cavalli, a suo modo, mi è servito moltissimo: ho capito cosa non si deve fare in un ristorante. In più mi sono divertito come un pazzo, guadagnando un sacco di soldi e lavorando solo di notte. Certe volte staccavo alle 4 del mattino e poi la tiravo lunga, fino alle 9, che tanto poi stavo a dormire fino al tardo pomeriggio. Una stagione pazzesca, alla fine però ti rendi conto che, stretti i pugni, ti rimane solo la sabbia tra le mani.
Sesso, soldi, successo. La “filosofia” di Sara Tommasi.
Quella della movida milanese può essere un’esperienza divertente, ma vissuta da questa parte della barricata presenta troppi rischi. Milano di notte è una città estremamente pericolosa, esistono delle commistioni tra luce e buio che corrono sul filo della legalità, e a volte varcano decisamente il confine. Devi stare più attento a come ti muovi. Da cliente è una cosa, ma se stai dentro gli ingranaggi vedi delle cose nel backstage che non hanno nulla a che fare con la cucina e tanto meno con la legalità.
Ti riferisci a?
Droga, zoccole, criminalità organizzata.
Il più grande gruppo della ristorazione a Milano si chiama ‘ndrangheta. Hai mai avuto a che fare nella tua carriera con dei locali-copertura?
Ho quasi sempre avuto la fortuna o l’accortezza di scegliere posti dove il primo pensiero era il meccanismo del ristorante: cucinare, vendere cibo, incassare. Ciò non toglie che di realtà come quelle che tu indichi ce ne sono tante a Milano. Le riconosci subito: spuntano come funghi, non hanno identità, spesso chiudono nel giro di qualche mese, non si sa mai chi c’è dietro, chi ci lavora e chi li frequenta.
Come si può difendere il cliente che non intende frequentarle?
Leggendo il menu, secondo me, capisci tante cose. Se tra gli antipasti trovi crudo imperiale di gamberi, scampi rossi, mozzarella di bufala, pizze, carne argentina e foie gras, già intuisci che qualcosa non va. A parte che in un posto del genere non ci entrerei neanche se fosse sano, ma un menu simile riflette l’assenza di identità e il fatto che la proprietà lo abbia aperto nella migliore delle ipotesi come divertissment, nella peggiore come lavanderia. Sono posti senz’anima, nei quali il cibo ha un valore secondario.
Quanta droga gira nei ristoranti alla moda?
Ti posso rispondere così: all’epoca ero visto molto male, perché pare che fossi l’unico a non drogarsi.
L’unico dello staff?
Forse l’unico di tutto il locale, clienti compresi. All’interno dello staff c’erano i più oculati, che usavano le sostanze a scopo didattico e ai fini del lavoro, ma c’erano anche i tossici duri, distrutti, che arrivavano alle sei del pomeriggio marci, appena svegliati, completamente devastati dalla serata precedente. Poi, magicamente, andavano a cambiarsi e uscivano frizzantissimi dallo spogliatoio.
E tu?
Ero malvisto, considerato poco congruo perché non pippavo. Ti racconto questa. Avendo praticato il basket a livelli agonistici, mi sono spaccato otto volte il naso, quindi in alcuni momenti mi capita di soffrire di epistassi. Una sera al lavoro, improvvisamente, mi si apre il rubinetto dal naso, senza alcun motivo. Beh, nessuno in cucina ha avuto il minimo dubbio che si trattasse di un problema medico legato a infortuni precedenti; era ovvio, scontato, che fosse una conseguenza dell’assunzione di cocaina. Io negavo e loro mi dicevano: è arrivato il principino, quello che certe cose non le ha mai fatte… a chi la vai a raccontare, guarda come sanguini!
Bell’ambientino, niente da dire. Torniamo al mestiere, che è meglio. Com’è stata l’esperienza da Oldani?
Sono andato al D’O perché si trattava dell’esempio più chiaro da frequentare per arrivare a proporre ciò che volevo. Dissi a Davide, in uno dei primi colloqui avuti con lui: il mio futuro lo vedo in un mio ristorante. Lui pose come condizione un periodo minimo di servizio, io lo accettai, andandomene via alla scadenza. Dopo un anno trascorso a cercare il “mio” luogo, ho trovato il Manna ed eccomi ancora qua, a tentare la strada del bistrot moderno in Italia.
Cos’è che garantisce il successo a un ristorante?
Se lo sapessi avrei già fatto un sacco di soldi! Battute a parte, ci sto provando. Quanto il terribile e bravissimo critico gastronomico del Corriere, Valerio Massimo Visintin, venne qui la prima volta, mi massacrò. La seconda volta, per i suoi standard, secondo me fu un’ottima recensione. Il titolo: “Qualche consiglio al bravo Fronduti”. Scrisse che qui dentro c’è troppa luce, il verde delle pareti è eccessivo e ricorda un’astanteria, la zuppa di fagioli buonissima ma le cozze inutili, i carciofi cucinati in maniera eccezionale ma il piatto risulta slegato. Ci ha fatto, a modo suo, dei complimenti, concludendo che la somma totale dei singoli elementi risulta maggiore rispetto ai singoli elementi stessi.
Qual è il valore aggiunto del Manna?
Chi viene qui dentro è come se entrasse a casa mia. Si tratta di un investimento a lunghissimo termine, non di una mera operazione di cassa, che se si concretizzerà come voglio sarà la roccaforte di un progetto più ampio, in fase di studio. Mi piacerebbe ‘togliere’ ancora di più: via le posate, via il servizio, andare all’essenza, vendere cibo buono e decontestualizzato. Vorrei creare una valida alternativa al panino in piedi al bar da cinque euro.
Cosa ti fa incazzare di più?
La non corrispondenza tra parole e fatti, il quaquaraquesimo come disciplina imperante: non lo sopporto. Il valore fondamentale per la caratura di un uomo è il rispetto di se stesso, che implica il mantenimento della parola data. Capiamoci: solo gli idioti non cambiano mai idea, ma non devi essere volubile secondo il tuo tornaconto. Non devi promettere per ingraziarti chi ti torna utile e poi non mantenere ciò che hai detto perché questo ti porterebbe a fare ciò che non vuoi. Mi repelle, e non soltanto in campo lavorativo. Se non rispetti la tua parola non rispetti te stesso, non sei un uomo ma soltanto bruciante ossigeno.
Quante ore passi qui dentro?
12, 14, 16… dipende dalla giornata.
Riesci ad avere una vita privata?
Questo mestiere ti fotte la maggior parte del tempo, per sopravvivere devi elevare il livello qualitativo di ciò che ti resta. Non posso certo permettermi di cazzeggiare sul divano.
Fammi capire meglio. Domani è domenica, siete chiusi, che fai?
Domani lavoro, mi tocca mettere a posto la mailing list, finire di pensare alla carta d’inverno, badare ai conti.
Iniziamo bene… domenica scorsa che hai fatto?
Sono andato da Crippa. Sveglia presto, giretto per Alba con gli amici, poi pranzo.
Arrosto di coniglio in salagione, cavolo rosso e senape
Sempre lavoro, in fin dei conti. Come fai ad essere fidanzato?
Infatti non lo sono più. Vengo da una storia di dieci anni, che si è chiusa da poco perché lei, che come me lavorava di notte, al compimento dei 30 anni ha sovvertito la sua scala personale di valori. A quel punto il mio lavoro non rientrava più nelle sue esigenze.
Ma come diavolo fanno i cuochi a creare una famiglia? Siete costretti a riprodurvi tra di voi.
Ne conosco diversi che hanno sposato donne di tutt’altra vita e professione. Donne con le palle, che sapevano a cosa andavano incontro e che riescono a convivere con la mancanza di tempo del proprio uomo.
Questo mestiere lo farai fino a quando….
… riuscirò a stare in piedi, con i dolori alla schiena che ho.
Noto. Certo che, per avere 35 anni, sei preso un po’ male.
Ma no, è soltanto un’ernia in fase acuta. Solitamente non sto così, e poi fa male soltanto quando mi alzo dalla sedia, fatti i primi passi va meglio. Magari la prossima settimana sono già in forma smagliante. Ogni tanto devo andare in ospedale a farmi fare la morfina, che è una figata…


http://www.mannamilano.it

intervista tratta da http://www.lucianopignataro.it/a/giovani-certezze-matteo-fronduti-ho-scelto-il-cliente-che-volevo-ho-conosciuto-i-discotecari-e-ve-li-lascio-la-movida-milanese-e-droga-zoccole-mafia/52963/
 

martedì 11 dicembre 2012

auto

l'auto è il modo + veloce x chi non è nessuno di sentirsi qualcuno, o x chi non ha soldi di fingere di averne

domenica 9 dicembre 2012

il moralista

Il moralista dice di no agli altri, l'uomo morale solo a se stesso. 
Pier Paolo Pasolini

venerdì 7 dicembre 2012

il paradiso

il paradiso secondo stephen hawking
Considero il cervello come un computer che smetterà di funzionare quando i suoi componenti si guastano. Non c'è paradiso né aldilà per i computer rotti. È una fiaba per persone che hanno paura del buio. 
Stephen Hawking

giovedì 6 dicembre 2012

La vita è l’arte di trarre conclusioni sufficienti da premesse insufficienti
Samuel Butler

mercoledì 5 dicembre 2012

volevo essere tirabassi vol.1

notizie dal terzo mondo

Misseri:«Ho ucciso Sarah con la corda» e il suo legale rimette il mandato

Fico, ultimatum a Balotelli: «Se ami nostro figlio, sposami»

Zichichi: «Sogno una Sicilia piena di centrali nucleari»

Napoli penultima per qualità della vita
Polemica letteraria tra De Luca e Lanzetta: il golfo, il caffè e Posillipo
sara tommasi

martedì 4 dicembre 2012

un amore di lacan

L'amore è dare ciò che non si ha a qualcuno che non lo vuole. Jacques Lacan

lunedì 3 dicembre 2012

toju

sono tra gli astigiani di toju:)

domenica 2 dicembre 2012

lo stile

Chi cerca lo stile trova la morte, chi cerca la vita trova lo stile
 Eduardo de Filippo

sabato 1 dicembre 2012

il modo è il messaggio