domenica 30 gennaio 2005

anacronismo

Anacronisti: Ubaldo Bartolini

sabato 29 gennaio 2005

Antonio Variações

Il disco + venduto (e + bello) attualmente in Portogallo si chiama Humanos, ed è un disco che raccoglie inediti di Antonio Variações.
Antonio Variações fu il primo caso di AIDS in Portogallo, nel 1984: la sua morte creò problemi (non volevano nemmeno lasciarlo seppellire, ma cremarlo), uno dei pochi che gli rimasero accanto fu Pedro Ayres Magalhães, il fondatore dei Madredeus, che poi scrisse una canzone su di lui che parlava di un'ombra che si aggirava per Lisbona, e con quella canzone si mise alla ricerca di una cantante che potesse cantarla, e trovò Teresa Salgueiro.
Queste ultime canzoni di Antonio Variações hanno tutte una forza strana, un'attitudine radiosa che commuove:
la colpa non è del sole, la colpa non è della spiaggia,
se il mio corpo si è bruciato,
la colpa è della voglia
che ho di abbracciarti,
la colpa non è del vento
se la mia voce si sta spegnendo,
la colpa è del lamento
che soffoca il mio cantare,
la colpa è della volontà
che vive dentro di me


cambia vita, se non sei soddisfatto
la vita non è un castigo che devi vivere
sei sempre in tempo a cambiare


Muda de Vida mp3

giovedì 27 gennaio 2005

Fino a 24 anni non avevo mai baciato una ragazza. Il passo successivo fu, ovviamente, sposarsi.
Robert Crumb

C'è un'ora, c'è un'ora precisa

C'è un'ora, c'è un'ora precisa
che un migliaio di persone sta per uscire per strada.
C'è un'ora, vero le sette e mezza del mattino,
che un migliaio di persone sta per uscire per strada.
Siamo nell'anno di grazia del 1946,
a Lisbona, a uscire per strada.
Usciamo? Ma sì, usciamo!
Usciamo: persone tutte uguali, gente-gente, occhi, nasi, bocche,
gente felice, gente infelice,
un banchiere, cassieri disoccupati,
sarti, telefoniste, venditrici,
gli uni con gli altri, gli uni addosso agli altri,
tossendo, sorridendo, aprendo i soprattutto,
passando per i bagni pubblici per prendere l'elettrico,
gente in ritardo in relazione al traghetto per Barreiro
che infine ancora là sta, fischiando stridentemente,
gente in lutto, normalmente silenziosa,
ma obbligata a parlare al vicino di fronte
sulla piattaforma veloce dell'elettrico in marcia,
gente educata al seguito di funerali,
e una madre triste che accetta due dolci per la sua bambina.
In un'ora, tutto questo: Lisbona e molto di più.
Umanità cordiale, insomma,
con tutte le conseguenze
di tutto quello che è
uscire per strada.

E io?
Io, niente.
Io, io, è chiaro...

MARIO CESARINY, Louvor e simplificação de Alvaro de Campos, Nobilíssima visão
muito simplificado por Duarte Dez

mercoledì 26 gennaio 2005

Scritto, Aldo Nove

C'è uno squarcio commovente in un racconto di Aldo Nove su Nazione Indiana:
Non ho capito perché abbiamo questi buchi dove le persone entrano nella forma più scurrile di loro padre e escono se stessi. Deve essere la vita. Io comunque non ci penso sempre, alla figa, vado in giro per la mia città e guardo le strade che crescono di volume, o altre cose ugualmente confuse che avevo in mente prima di iniziare a scrivere.
Però il romanticismo che c’è nel baciarsi quando si è innamorati è meglio di morire dimenticati da tutti nella stanza di un motel che costa poco, con i calzini rossi in un letto freddo ad aspettare la morte è terribile, meglio baciarsi e incontrare le lingue.


Poi purtroppo parte come al solito con l'accozzaglia di stranezze e non finisce più; Blog Discount, nel suo corso di scrittura mediocre, le chiama idee geniali.

lunedì 24 gennaio 2005

Solo chi veramente sa, sa quando può permettersi di dire che non sa.

venerdì 21 gennaio 2005

Tango Bond

Alla fine tutto si riduce nella bipartizione azioni/obbligazioni.
Uno si sposa e sta tranquillo, con la sua obbligazione, però il rendimento alla fine è sempre lo stesso, poco attraente; oppure si mette sul mercato ogni giorno, e a volte va bene, a volte va male.
Come nel matrimonio, anche sul lavoro si può scegliere di fare il lavoratore dipendente, e avere il proprio rendimento fisso, oppure fare il libero professionista, soggetto agli sbalzi di umore del mercato (il fatto che attualmente vi siano lavoratori dipendenti, con retribuzioni basse come appunto dipendenti, ma esposti alle variazioni di domanda in quanto interinali, è un'aberrazione inaugurata dal disastroso governo D'Alema e poi proseguita dai governi successivi).
All'interno delle stesse società di consulenza, ci sono le società di tecnologia, come Accenture, dove mettono nella stiva dei programmatori, li frustano a dovere, fanno quel margine dato e tirano avanti in maniera lineare, oppure ci sono quelle che fanno strategia, tipo McKinsey, che a seconda dei periodi fanno i bilioni oppure outplacement.
Anche la religione si presta alla bipartizione: chi è senza fede vive alla giornata, ha in mano le azioni della sua vita e ogni tanto ne riscuote i dividendi in termini di instant satisfactions, mentre le religioni ricordano delle obbligazioni senza cedola, dove il rimborso di capitale è tutto alla scadenza (della vita).

giovedì 20 gennaio 2005

Snow White - By Mark Ryden

Devo ammettere che una delle ragioni per la quale dipingo carne è perchè la gente si meraviglia tanto a riguardo. Veramente ci sono tante ragioni. Uno dei miei pensieri primari era semplicemente espresso da Virgil Crow quando scrisse: "La vita è una grande illusione". Noi siamo creature di pura energia e "carne", questo è l'elemento che ci tiene qui. Io penso come la "carne" era una volta parte di una bella creatura vivente che è diventata una "sostanza" inanimata che noi trattiamo con un pò di riguardo o accortezza di quello che una volta era...una volta era viva. Recentemente l'artista australiano Flatz diede la notizia di quando lasciò cadere una vacca morta da un elicottero a Berlino. Non mi interessa molto questa specie di arte "shock", ma c'erano parti della storia molto interessanti. Un giovane tentò di fermare legalmente la rappresentazione e il tribunale respinse la protesta perchè la vacca aveva lo stato legale di "cibo". Questo mi affascina. A che punto esatto l'animale passa la linea e diventa carne? Dalla Bibbia, matteo 26:26: "e mentre loro stavano mangiando, Gesù prese il pane e lo benedì, lo spezzò e lo diede ai discepoli e disse, prendete, mangiate; questo è il mio corpo". Ho trovato questo verso della Bibbia fonte di tanta curiosità. E' bizzarro partecipare al rito cattolico ogni domenica quando mangiano il corpo di Cristo nella comunione. L'interpretazione letterale può essere la fonte di visioni senza fine dall'umoristico all'orribile. C'è un ovvio orrore collegato con l'industria della carne. Il sangue, sangue coagulato, la disumana macellazione. Quindi molti di noi partecipano indirettamente a questo evento con vorace consumo di carne. Sue Coe ha esplorato questa "arena" squisitamente nel suo lavoro e nei suoi scritti. Nella mia arte non dò personalmente giudizi o dichiarazioni sul consumo di carne nella nostra cultura. Mi sento più un osservatore. Proprio come T-rex io sono un appassionato mangiatore di carne. Io sento che il consumo di carne animale è un istinto naturale primario, proprio come il sesso e il dipingere. Ma c'è quel paradosso nel sapere come quella deliziosa bistecca di manzo scelto è arrivata sul mio piatto. Noi abbiamo perso ogni tipo di riverenza per questo. Sarebbe interessante se qualcuno avesse ucciso un animale lui stesso prima di guadagnarsi il diritto di mangiarlo. Al di là dell'impatto concettuale, la carne ha semplicemente una forte qualità visiva. La meravigliosa varietà di sapori e modelli della carne è suntuosa. Il sottile turbinare gentilmente intorno con ricchi vermigli e grassi giallo ocra. Queste qualità visive da sole, sono abbastanza seducenti per fare della carne il soggetto di un lavoro artistico. E' glorioso dipingere la carne. E' così facile trascendere il rappresentativo. La carne è stata un soggetto per molti pittori da Rembrandt a Van Gogh
Mark Ryden

lunedì 17 gennaio 2005

Neuproletariat

Neuproletariat

sabato 15 gennaio 2005

Dave McKean presenta Narcolepsy a Milano

Dave McKean

Dal 15 gennaio al 12 febbraio la retrospettiva completa dei lavori di Dave McKean alla Fabbrica del Vapore a Milano.
Il percorso della mostra è stato pensato dallo stesso McKean, che raggruppa le opere secondo i diversi temi trattati nei vari periodi della sua carriera, che l'ha visto sperimentare per la prima volta tecniche digitali nel campo della grafica.
Fumetto, design, illustrazione, video musicali e cortometraggi.
Martedì-sabato ore 9.30-18.30, domenica 13.00-18.30
ingresso €5

venerdì 14 gennaio 2005

Incerti & Interinali, Depressi e Malati

Incerti & Interinali
Single, laureato, precario e insicuro. Questo è il ritratto che fa l'Eurispes del lavoratore italiano di età compresa tra i 18 e i 40 anni, nel Rapporto Italia 2005 che il presidente Gian Maria Fara presenterà a Roma il 28 gennaio. Un'anticipazione, dunque, che rivela come il lavoro flessibile sia sempre più una condizione permanente per gran parte degli italiani: non solo tra i più giovani, ma anche nella fascia d'età compresa tra i 26 e i 39 anni.
Dall'indagine - condotta tra il 25 novembre 2004 e il 5 gennaio 2005 su un campione di 446 lavoratori atipici - emerge infatti che il 61,7% degli uomini e il 62,8% delle donne intervistati ha lavorato sempre con contratti atipici. Il lavoro flessibile sembra trasformarsi in una permanente condizione lavorativa non solo per i più giovani (il 57% ha tra i 18 e i 25 anni), ma anche tra i 26 e i 32 anni (66,9%) e fra i 33 e i 39 (67,8%).
La stragrande maggioranza del campione (89,7%) risulta inoltre celibe o nubile: appena il 6,5% è sposato, l'1,3% convive e il 2,5% è divorziato o separato. Solo il 6,5%, poi, ha uno o più figli. Il 55,9% è in possesso di master o specializzazione post-laurea, l'83,2 di laurea.
Fara accusa la concezione italiana di flessibilità: ''Purtroppo in Italia è stata interpretata solo come possibilità per l'imprenditore di modificare in qualsiasi momento le condizioni del rapporto di lavoro (e quindi anche le modalità di cessazione), e non come strumento in grado di rendere flessibile l'organizzazione del lavoro''.
La tipologia di contratto più frequente risulta quella ''a progetto'', con il 27,9%; il 22,9 ha un contratto occasionale, il 20,9 è un collaboratore coordinato e continuativo, il 13,2 ha un contratto di tipo subordinato a tempo parziale, l'8,5 lavora tramite agenzie interinali e il 5,4% con un contratto d'inserimento. Inoltre, il 71,5% dei lavoratori atipici percepisce mensilmente lo stipendio, mentre il 10,8 viene pagato ogni 2/3 mesi, lo 0,7 ogni 4/5 e il 5,2 alla consegna del lavoro. Ma c'è anche un 11,2% (soprattutto tra le donne e i più giovani) che viene pagato senza una cadenza regolare. Per i 3/4 di questi lavoratori lo stipendio non supera i 1000 euro netti al mese.
Circa i 2/3 lamentano di conseguenza difficoltà nel far progetti di vita. Per il 66,1% del campione, infatti, la flessibilità ostacola la capacità progettuale, minando alla base la possibilità di operare qualsiasi scelta: la condizione di lavoratore atipico, ad esempio, impedisce a molti l'accesso al credito per mutui o per contrarre affitti.
Il fatto di non avere un lavoro sicuro e stabile procura poi alla maggior parte delle donne stati di ansia (52,5% contro il 37,7% degli uomini) o di stress (56,5%, contro il 32,1% degli uomini) ed espone 1/5 di loro (il 20,5%, contro il 10,4% degli uomini) a stati depressivi frequenti o continui.
AdnKronos

Depressi e Malati
“La salute mentale deve diventare una priorità politica”, ha affermato ieri a Helsinki il commissario europeo alla Salute e alla Protezione dei consumatori, Markos Kyprianou, in apertura della Conferenza ministeriale europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dedicata a questo problema, che si concluderà il 15 gennaio.
I suicidi, in Europa, uccidono più persone degli incidenti stradali: 58.000 contro 50.700. I morti per omicidio sono meno di un decimo, 5.350. La maggior parte delle morti per suicidio è legata a problemi di salute mentale o alla depressione. Il 15% dei depressi si toglie la vita e il 56% ci prova.
“Le malattie mentali hanno un tasso di mortalità uguale alle malattie fisiche, come il cancro”, ha affermato il commissario Kyprianou. “Tuttavia, è sorprendente che la questione della salute attenzione riceva scarsa attenzione. Si può dire che è un assassino invisibile. Io sono determinato a cambiare questo stato di cose.”
RSInews

Il Mondo spaccato in due
Resta lo sgomento di fronte a un mondo del lavoro spaccato in due, dove i superprotetti del posto fisso sono sempre più vecchi e sottopagati, mentre i sottoprotetti dell’«up or out», cresci o esci, ringiovaniscono di anno in anno, in molti casi lasciando per strada già dei quarantenni. Nessuno al momento ha soluzioni rassicuranti: solo speranze e nostalgie.
Massimo Gramellini


giovedì 13 gennaio 2005


...e la contessa Laure de Chevigné, di cui si innamora ridicolmente, venendone umiliato.

...si fa ricoverare in una clinica privata, per sottoporsi a una cura che dovrebbe ridargli orari di vita normali (già da tempo ormai si corica all'alba e si alza nel tardo pomeriggio).

...non si allontana da Parigi nemmeno quando i tedeschi la minacciano da vicino e la bombardano.
Nella città da cui è scomparsa ogni vita mondana, cena nottetempo al Ritz e, sempre di notte, ottiene di far suonare in casa sua, per lui solo, un quartetto d'archi che esegue, tra gli altri, gli ultimi quartetti di Beethoven.

mercoledì 12 gennaio 2005

Una volta venni incaricata di intervistare Boutros Ghali. Lilli Gruber disse: "Ma perché la prossima volta non fate fare l’intervista alla mia portinaia?". Le mandai una copia del mio libro, Uomini, con una dedica di una ruffianaggine assoluta, quasi vergognosa: alla più grande, alla più bella, alla più straordinaria, alla più unica e fantastica giornalista della terra della quale ho una stima infinita... e lei mi richiamò facendomi un sacco di complimenti.
L’ho imparato leggendo Nietzche. Bisogna sempre ricambiare con una gentilezza esagerata chi ti fa uno sgarbo. Non è ruffianaggine. È saggezza e paraculaggine, l’utilizzo più volgare della cultura a fini privati. Funziona. Ottieni la prostrazione dell’avversario.


Alba Parietti

lunedì 10 gennaio 2005

Il ritorno di Sergio Baracco

Sergio Baracco in azione

E' difficile fare il televenditore. Capita che magari sei famoso, sei Sergio Baracco, vai da Lubrano e lui dice che quello che vendi è solo vetro, e tu gli tiri una torta in faccia. Poi i Fichi d'India diventano famosi grazie a te, dicendo amici ahrararara, però ormai tu non vendi più niente, e allora che fai?
Se sei un grande, sei ha la tempra di un Sergio Baracco, emigri.
Per quella fratellanza che accomuna i connazionali in terra straniera, mi ha fatto piacere ritrovare Sergio Baracco sul canale portoghese delle televendite, Gigashopping.tv.

Sergio Baracco e l'amico spagnolo

In pratica la trasmissione è sempre quella: lui propone il classico Lotto Venezia a 100€, aggiunge progressivamente pezzi, tutto in italiano.
A fianco c'è uno spagnolo che traduce in spagnolo quello che dice, e nella versione portoghese c'è una voce fuoricampo che traduce lo spagnolo in portoghese.

Il Lote Veneza, vale 1000€ ma è in promozione a 100€.

Delle sparate di Baracco non filtra praticamente nulla, perchè i traduttori spagnolo e portoghese trasformano tutto in una cosa seria.
Qualcosa del suo talento gli spagnoli lo percepiscono soltanto quando Baracco chiede la traduzione di qualche termine e lo ripete male apposta (dicioito caratos!!!), oppure quando si lancia in lodi sperticate dei rubini burman, che qui da noi erano sangue di piccione e in Spagna sono stati adattati in sangue de touro

domenica 9 gennaio 2005

Un uomo in giacca e cravatta che sta dietro una scrivania, chiama gente al telefono e vende loro prodotti finanziari, è visto come rispettabile. Ma un muratore passa i propri giorni usando la sua mente, le sue arti, i suoi attrezzi e le sue nude mani per costruire qualcosa di tangibile, funzionale e spesso molto bello... C'è la credenza comune che i lavoratori manuali non usino il loro cervello... anche se sei un calciatore o un muratore, la qualità del tuo lavoro ha una diretta correlazione tra la tua intelligenza e l'etica del lavoro.
Paolo Di Canio

NdE: questa citazione di Paolo Di Canio mi è venuta in mente vedendo i servizi che offre la Adaptive Path, la consulting user experience firm in cui lavora Peter Merholz, l'inventore della parola blog.

martedì 4 gennaio 2005

Umberto II a Cascais

Non ho mai avuto molta simpatia per le istituzioni monarchiche che non mi prevedano come principe ereditario, ma in particolare non mi sono mai piaciuti i Savoia, che amano tanto l'Italia ma vivono a Ginevra, che si prendono a cazzotti tra loro ai matrimoni reali.
Ma soprattutto ho sempre trovato indecoroso lo stato in cui avevano lasciato cadere le case di Umberto II a Cascais.
Umberto II, dopo la proclamazione della Repubblica nel giugno del 1946, partì per l'esilio in Portogallo, che aveva già ospitato Carlo Alberto nel 1849 dopo la sconfitta di Novara.
Arrivato in Portogallo, fu ospitato dalla marchesa piemontese Olga de Cadaval in una villetta di Colares, per poi passare il mese successivo in una villa a Cascais offertagli dal conte di Montereal.

La prima Villa Italia, quel che ne resta

In quella villa, la prima Villa Italia, Umberto II visse per una decina di anni, in attesa di completare la costruzione di un'altra villa a fianco, che diventò la definitiva Villa Italia.

La prima e la seconda Villa Italia

Pur essendo vicinissima al centro di Cascais, Villa Italia si protendeva come una semi-penisola nell'oceano, e mi ha sempre dato un senso di assoluta disperazione, come arrivati alla fine di tutto.

La vista sull'oceano da Villa Italia

Dopo che Umberto II morì, nel 1983, entrambe le ville furono abbandonate alla rovina, fino ad essere vendute a un imprenditore giapponese che quest'anno ha iniziato i lavori per costruirci un hotel e un residence.

Il vecchio cancello di Villa Italia

Sono stati buttati giù tutti i muri e sono state mantenute solo le due facciate, come simulacro del re italiano che ha vissuto qui, nell'Avenida Rei Humberto II de Itália.

L'hotel Villa Italia che sorgerà

domenica 2 gennaio 2005

deboscio, le origini dell'hip hop

Le radici dell'hip hop