martedì 13 dicembre 2005

Il 10 giugno 1981 Romano Prodi fu chiamato a testimoniare davanti alla Commissione Moro perché aveva dichiarato di aver partecipato per gioco, il 2 aprile 1978, ad una seduta spiritica in una casa di campagna di alcuni amici. Prodi raccontò agli inquirenti che nel corso della seduta, il piattino utilizzato avrebbe "composto" la parola "Gradoli": Aldo Moro, rapito 17 giorni prima, il 16 marzo 1978, era al momento tenuto prigioniero dalle Brigate Rosse, e Prodi ritenne di poter segnalare che potesse trovarsi nel paese di Gradoli, sul lago di Bolsena, vicino Viterbo.

Ecco le parole di Prodi, dai verbali della testimonianza:

«Era un giorno di pioggia, facevamo il gioco del piattino, termine che conosco poco perché era la prima volta che vedevo cose del genere. Uscirono Bolsena, Viterbo e Gradoli. Nessuno ci ha badato: poi in un atlante abbiamo visto che esiste il paese di Gradoli. Abbiamo chiesto se qualcuno sapeva qualcosa e visto che nessuno ne sapeva niente, ho ritenuto mio dovere, anche a costo di sembrare ridicolo, come mi sento in questo momento, di riferire la cosa. Se non ci fosse stato quel nome sulla carta geografica, oppure se fosse stata Mantova o New York, nessuno avrebbe riferito. Il fatto è che il nome era sconosciuto e allora ho riferito immediatamente».
Il professor Prodi, in seguito alla seduta, si recò a Roma, solo due giorni dopo, il 4 aprile, per trasmettere l'indicazione ad Umberto Cavina, capo ufficio stampa dell'on. Benigno Zaccagnini.

L'informazione fu ritenuta attendibile, al punto che quattro giorni dopo, il 6 aprile, la questura di Viterbo, su ordine del Viminale, organizzò un blitz armato nel borgo medievale di Gradoli alla ricerca della prigione di Moro. Tuttavia, fu trascurata un'altra indicazione che la moglie dell'onorevole Moro avrebbe ripetutamente fornito, relativa all'esistenza a Roma di una "via Gradoli". Fallito il blitz conseguente alla seduta spiritica, il 18 aprile i vigili del fuoco, a causa di una perdita d'acqua, scoprirono a Roma, in via Gradoli 96, un covo delle Brigate Rosse da poco abbandonato, che si sarebbe rivelato come la base operativa del capo della colonna romana delle BR, Mario Moretti, il quale aveva preso parte all'agguato di via Fani.

Il caso è stato riaperto nel 1998 dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo e le stragi, al fine di chiarire le motivazioni che avrebbero portato su un'altra pista le ricerche della prigione di Moro ed escludere che l'utilizzo del nome "Gradoli" fosse stato un modo per informare le stesse Brigate Rosse dell'avvicinamento delle forze di polizia all'omonima via, sita nei pressi della via Cassia di Roma. Il professor Prodi non si rese disponibile per essere ascoltato dalla Commissione parlamentare, contrariamente a Mario Baldassarri ed Alberto Clò (ministro dell'Industria nel governo Dini e proprietario della casa di campagna), entrambi presenti alla seduta spiritica.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

finalmente wikipedia ha un senso. :)
Z

thy.fore ha detto...

indymedia invece continua a non averlo

alduccio ha detto...

La notizia era uscita come un'inedita rivelazione del sen. Guzzanti, presidente della comm. Mitrokhin. Era una notizia già vecchia, ne aveva parlato Lucarelli a Blu notte, l'avevo letta sui libri che parlavano del rapimento Moro .. non aggiunge nulla alla vicenda. Una cosa che non raccontano è che in via Gradoli ci fu un mancato blitz, nel marzo del 78 (poco dopo il rapimento), blitz bloccato dal colonnello dei CC Guglielmi (iscritto alla loggia P2). Strano no?L'ipotesi del coinvolgimento del SISMI nel rapimento di Moro è stata fatta da diversi storici, è compare anche nel film "Piazza delle cinque lune" di Martinelli e nel film "Il caso Moro" di G. Ferrara. L'idea che mi sono fatto io, ma magari mi sbaglio, è che del covo di via Gradoli fossero in molti a saperlo, come un segreto di Pulcinella.

Anonimo ha detto...

Certo questa notizia..
è una bomba.. vero?
Aggiunge.. e chiarisce tutto quanto accaduto.. a Moro..!

Io penso che dove c'è lo stato dietro (Bologna, Brescia, Milano, Italicus,
Orlandi, Moro, Ustica) non si saprà mai nulla...

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