venerdì 23 dicembre 2011

tre mongoli


puoi smettere di piangere tesoro,
ci sono tre mongoli, per le strade di pavia,
vanno danzando per le strade belle
la mongola, bruna, nel mezzo
i due bei mongoli gagliardi, ai lati
e tutto sa di scoreggia e di gengiva
che sono venuti i mongoli
per le strade di pavia, per il centro, per lo scandalo
per sporcarci le lenzuola, insozzarcele bastardi
e poi ridere, come dei mongoli, correre via

puoi smettere di piangere tesoro
avvolti in quei giubbotti scuri
di mercato, di bancarella umida di nuvola
di nebbia e madri stanche autunnali
dello stesso colore dei divani
alla lunga, distese
piangono per i loro figli mongoli
che non seducono niente
che la matematica mai, e i conti
e c'è solo saliva e denti in fuori

puoi smettere di piangere tesoro
ci sono tre mongoli per le strade di pavia
come baracche abbandonate
quando arriva il terremoto
ballano stonati una danza muta
sembrano spostarsi
ma è solo caduta
che se le vecchie rugose si scansano
lo sguardo, paonazzo, alle case, alle scarpe
ma ai mongoli mai

smettila di piangere tesoro
fuori c'è un fuoco mongolo, feroce
che brucia la città, che brucia i giubbini grigi
color Lambrate
c'è un fuoco di forno, di carrozzella
di scandalo e castigo
brucia le pellicce, gli zaini di scuola
le marche i buoni propositi
divampa bianco ,
[brucia la pasqua, il natale] ignorante
asciuga le gole alle cantanti
e non c'è più musica,
le poccie e il mare
e i pesci muoiono infelici, che non c'è più niente a cui abboccare
e le tue lascrime secche le puoi asciugare
tesoro
che a niente serve dire -poverini
è tutto cenere, e cerini
e legna
e accendini

nelle tasche dei tre mongoli canterini

arnaudo

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