sabato 2 aprile 2005

Il bisogno di credere

Il Papa sta morendo.
Il senso della sua esistenza e della sua morte trascende quello che rappresentava per la Chiesa, in quanto simbolo diretto per milioni di persone, non solo della religione cattolica.
L'esistenza dell'uomo è tesa ad avere un senso.
Il piacere richiede sempre nuovo piacere, il potere sempre nuovo potere, la felicità mentre la si insegue ce ne si allontana.
La fede invece dà conforto, perché è un obiettivo in cui impegnare tutta la propria vita, e che prevede che le attese non possano essere deluse: gli amori e il potere finiscono nel corso della nostra vita, mentre la fede ha la sua realizzazione oltre il nostro orizzonte.
Per questo, l'importante è credere.
Solo che credere è difficile, e allora è fondamentale qualcuno che sostenga l'illusione, che dia una presenza visibile dell'intangibile: il Papa aiutava e incitava a credere, perché nemmeno importa quale sia la religione, e infatti è stato il primo Papa a visitare sinagoghe e moschee (in questo il suo essere simbolo aldilà delle confessioni).

Rientrando a casa, trovarono in fondo alla scala, sotto la Madonna, Marcel in ginocchio, che pregava fervidamente.
"Che idiota", disse Bouvard.
"Perchè? Forse sta vedendo cose che tu gli invidieresti, se potessi vederle. Che importa ciò a cui si crede! La cosa principale è credere". Tali furono, alle osservazioni di Bouvard, le obiezioni di Pécuchet.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Profondamente vero quello che hai scritto. E anche commovente se mi permetti...

Anonimo ha detto...

bellissimo post...

Anonimo ha detto...

Mi pongo in disaccordo rispetto al concetto di uomo come sistema aperto affermato dalla psicologia che non tiene in considerazione la struttura biologica e genetica dell'uomo...
Le prime affermazioni dell'articolo sono degli assiomi e quindi rivendico la possibilità di non credere affatto a queste cose.
E' una questione di fede e io non ho fede nella natura superiore dell'uomo...
Mi fermo consapevole di aver scatenato una contesa.
M

thy.fore ha detto...

il senso dell'articolo mi pare che sia "nel volere c'è l'equilibrio dell'uomo, ma non si può voler volere". lo condivido.

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