sabato 19 marzo 2011

Ruby come Matteotti


Giuliano Ferrara su Ruby (Qui Radio Londra, 15/03/2011)

Lo schieramento delle truppe pesanti "giuliano ferrara" su rai1 ha reso evidente che a questo punto il processo Ruby equivarrà a quello che il caso Matteotti ha significato per Mussolini.
La scelta di Berlusconi è tra continuare a sopravvivere e inevitabilmente declineare, ingabbiato dai lacci e lacciuoli anticoncezionali giurisdizionali, oppure, proprio in occasione dei 150 anni (coincidenza che non mancherà di titillare le ragioni del Cavaliere, sempre attento alle lusinghe del marketing) pronunciare leggi berlusconissime e cancellare quello che resta di una fallimentare ipotesi democratica: democrazia che, per altre ragioni, ha decisamente e continentalmente stancato, tanto che una svolta plutocratica permetterebbe all'Italia di ritornare ad essere all'avanguardia nel mondo.
Quello che sicuramente non ci serve è un Berlusconi a metà, anzi a un quarto: se chi vota Pd sognava un Obama, chi vota Pdl sognava un Bush che per esempio in caso di crisi libica strappasse un mandato Onu al fine di riproteggere l'antica colonia, appropriandosi delle risorse energetiche e contemporaneamente risolvendo anche l'annosa questione delle centrali nucleari.
Ma di certo quest'attenzione agli scenari e ai tempi sono preclusi a un Premier rinchiuso in casa con le pattine, senza cellulare costretto a chiamare dalle cabine, per cui urge che rompa al più presto gli indugi, anche a costo di una bella guerra civile; del resto delle nazioni africane che si affacciano sul Mediterraneo l'Italia è l'unica a non essersi ancora mossa.

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