domenica 11 settembre 2005

Settembre, Mario Giordano

Il mio paese sono quattro baracche e un gran fango, ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino. Siccome - ripeto - sono ambizioso, volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti: 'Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là'
Cesare Pavese

Quando la Fiat è crollata, quando è diventato ancora + difficile tirare avanti, quando anni di fatica non sono serviti a niente, allora qualcuno che era stato a milano, che poi è essere corrotti come gli amish che vanno in città, si è inventato che bisognava fare marketing territoriale e diventare turistici, noi che turistici non lo saremo mai morfologicamente e geneticamente.
E se proprio si deve fare questo marketing territoriale, io per un depliant del sud piemonte, invece che ville avite e romanico diroccato, stamperei la foto di mario giordano.

Mario Giordano

Mario Giordano è una terra, è una zona depressa, è una stirpe.
Gente che quando le cose vanno bene e gli fai un complimento, storce la bocca in una smorfia da contadino, e non sa cosa rispondere.
Gente che quando le cose vanno male, si dà la colpa anche se la colpa non è sua, e senza chiedere niente a nessuno si mette a lavorare a testa bassa, e si vergogna anche di piangere.
Mario Giordano è il disadattato fisico come è disadattata questa terra, che le vigne sono un'eterna salita e discesa, e a settembre ti bruci un anno di lavoro con un po' di grandine oppure, come oggi, c'è il festival che dovevano venire 200.000 persone e sta venendo giù il cielo e va tutto in malora, alla Fenoglio.
Mario Giordano è il monsù travet dell'informazione, che snocciola quintali di dati sugli sprechi, come Raffaele Costa che quando faceva le mostre delle foto delle impiegate di Roma prese a fare la spesa in orario d'ufficio, i ragionieri di dogliani si sdilinquivano come le ragazzine al concerto di Vasco, e poi vagli a parlare di investimenti, di vedere aldilà del naso, del fatto che la Fiat è rimasta indietro perché ottusa come i suoi dirigenti piemontesi, rimasti bugianen in Crimea che credevano che il cliente si dovesse adattare alla macchina, e non viceversa.
Mario Giordano è l'ideologia del sud piemonte più retrivo ed arretrato, però con la fantasia folle ma sempre ordinata ed educata di un Paolo Conte che ti fa attraversare oceani in un bicchiere d'anice e montagne in un gelato al limone, che arriva a studio aperto e fa il tg più moderno che c'è in Italia, con la concretezza di vedere com'è il mondo, che il mondo non è la retorica della politica o l'estetica dell'altrove, il mondo è scoprire la nuova valletta di controcampo, perchè non interessano i destini del mondo, ma i nostri destini, perchè puoi arrivare attraversare come Anguilla tutta l'America da costa a costa, ma alla fine ti interessa sempre e solo della ragazza di cui sei stato innamorato quando guardavi la Piana del Salto dalla collina di Calosso.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Edoardo stai diventando troppo evoluto e sofisticato (nel senso anche di sofista);credo che la cognizione dell'impossibilità di scrivere di valori altri dal trash abbia ormai messo radici più che profonde.
Giudica tu se ciò sia un bene o un male.
M

Anonimo ha detto...

un post eccezzionale, da mettere nei migliori di sempre.
sempre fedele

stam

Anonimo ha detto...

P-U puoi essere più preciso circa l'idea della possibilità cinematografica?
Film molto sopravvalutato "Donnie Darko"...

Anonimo ha detto...

Caspita, da Pavese a Fenoglio a Mario Giordano... su e giù per le vigne grandinate con il tufo che scivola in ripa e si porta tutto dietro, speranze e lavoro della gente di langa compresi. Quando tornata dall'America sono passata dal lato della piana del salto e ci ho trovato il cartello: "seguite le vie di Pavese. Cammminamento panoramico"... Beh, ho sorriso del turismo alla piemontese. Ottimo post.

Anonimo ha detto...

Mi sto innamorando di te.
francesca

thy.fore ha detto...

Addio bei giorni passati,
mia piccola amica ti devo lasciar,
gli studi son già terminati
abbiamo finito così di sognar.
Lontano andrò
Dove, non so;
parto col pianto nel cuor,
dammi l’ultimo bacio d’amor.
Non ti potrò scordare
piemontesina bella,
sarai la sola stella
che brillerà per me.
Ricordi quelle sere
passate al Valentino,
col biondo studentino
che si stringeva sul cuor?
Rosina, il tuo allegro studente,
di un giorno lontano è adesso dottor,
io curo la povera gente
ma pure non riesco a guarire il mio cuor.
La gioventù,
non torna più.
Quanti ricordi d’amor!
A Torino ho lasciato il mio cuor.

Anonimo ha detto...

aaaahh sudpiemontesi, basta godere dei vostri (nostri) difetti; la genetica, le radici, la terra, tutte palle, alibi per coccolarci :)
(lo dice uno che non c'è mai riuscito).
bel post
e. (omonimo, roero e dintorni)

Anonimo ha detto...

PS fantasia folle ma educata e ordinata, verissimo

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