la prima pagina de il giornale del 27 gennaio 2011, giornata della memoria
Secondo Der Spiegel siamo un popolo di Schettino e non c’è da meravigliarsi di ciò che è successo al largo del Giglio. Di più: siamo tutte persone da evitare, un peso per l’Europa, un ostacolo allo sviluppo della moneta unica.
Loro, i tedeschi, sì che sono bravi, «con noi certe cose non accadono perché a differenza degli italiani siamo una razza». Che i tedeschi siano una razza superiore lo abbiamo già letto nei discorsi di Hitler. Ricordarlo proprio oggi, giorno della memoria dell’Olocausto, quantomeno è di cattivo gusto. È vero, noi italiani alla Schettino abbiamo sulla coscienza una trentina di passeggeri della nave, quelli della razza di Jan Fleischauer (autore dell’articolo) di passeggeri ne hanno ammazzati sei milioni.
Erano gli ebrei trasportati via treno fino ai campi di sterminio. E nessuno della razza superiore tedesca ha tentato di salvarne uno. A differenza nostra, che di passeggeri ne abbiamo salvati 4.200 e di ebrei, all’epoca della sciagurate leggi razziali, centinaia di migliaia.
Era italiano anche Giorgio Perlasca, fascista convinto, che rischiò la vita per salvare da solo oltre 5mila ebrei. È vero, noi italiani siamo fatti un po’ così, propensi a non rispettare le leggi, sia quelle della navigazione che quelle razziali. I tedeschi invece sono più bravi. Li abbiamo visti all’opera nelle nostre città obbedire agli ordini di sparare su donne e bambini, spesso alla schiena. Per la loro bravura e superiorità hanno fatto scoppiare due guerre mondiali che per due volte hanno distrutto l’Europa. Fanno i gradassi ma hanno finito di pagare (anche all’Italia) solo un anno fa (settembre 2010) il risarcimento dei danni provocati dal primo conflitto: 70 milioni di un debito che era di 125 miliardi. Ci hanno messo 92 anni e nel frattempo anche noi poverelli li abbiamo aiutati prima a difendersi dall’Unione Sovietica, poi a pagare il conto dell’unificazione delle due Germanie.
Questi tedeschi sono ancora oggi arroganti e pericolosi per l’Europa. Se Dio vuole non tuonano più i cannoni, ma l’arma della moneta non è meno pericolosa. Per questo non dobbiamo vergognarci. Noi avremmo pure uno Schettino, ma a loro Auschwitz non gliela toglierà mai nessuno.
Zio Tibia Sallusti
L'articolo di Sallusti è in risposta al seguente articolo di Jan Fleischhauer su Der Spiegel
Il carattere di un popolo é un’invenzione ormai superata, lo si apprende già a scuola, gli sterotipi sulle nazioni hanno fatto il loro corso. Ma é davvero così? Pensieri anacronistici sull’odissea di un capitano italiano
Mano sul cuore: qualcuno si é meravigliato del fatto che lo sfortunato capitano di “Costa Concordia” sia italiano? Qualcuno riesce ad immaginare un capitano di marina tedesco o piuttosto inglese facendo una tale manovra, compresa la fuga finale?
Questi tipi li abbiamo conosciuti durante le vacanze al mare: un uomo dalle imprese eroiche che usa troppo le mani mentre parla. In principio sembra innocuo, basta non lasciarlo avvicinare a macchinari pesanti, come dimostrato. Fare una “bella figura” é ormai lo sport nazionale italiano, che consiste nell’impressionare gli altri. Anche Francesco Schettino ha voluto fare una bella figura, peccato che si é trovato davanti una roccia.
Va bene, non é stato per niente corretto. Da molto tempo abbiamo perso l’abitudine di scomodare gli stereotipi culturali per esprimere giudizi sui nostri vicini. E’ una cosa da ignoranti o ancora peggio da razzisti (anche se, tanto per rimanere in tema, non é molto chiaro fino a che punto esista la razza italiana).
Il carattere nazionale é un po’ come le differenze tra i generi. Ovviamente é scomparso da tempo, ma nella vita di tutti i giorni continuiamo comunque ad incrociarlo. Basta trascorrere un pomeriggio all’asilo, per dubitare di tutto ciò che la pedagogia illuminata ci insegna sulla differenza dei generi come costrutto sociale.
Tatsächlich lebt eine ganze Schattenindustrie sehr auskömmlich vom Unterschied zwischen Mars und Venus und wie man am besten damit zurechtkommt. Das Pendant zu solchen Anleitungen ist der Reiseführer, der einen in die Eigenheiten und damit Typologie fremder Kulturen einführt.
In realtà esiste un’intero mercato clandestino che si mantiene anche abbastanza bene trattando delle differenze tra Marte e Venere e dei modi migliori per affrontarle.
Pendant a tale introduzione é la guida turistica, che ci guida tra le caratteristiche e perciò le tipologie di culture differenti.
In qualche modo, dal punto di vista mediatico almeno, ancora oggi l’unno si nasconde in ognuno di noi
Sono soprattutto i tedeschi ad avere qualche problemino con le attribuzioni culturali. Ad esempio ancora oggi gli Inglesi pensano che siamo dotati di poco humor – nonstante anni di sforzi da parte di grandi della comicità come Mario Barth, Achtung Kabarett e Hagen Rether. I Francesi a loro volta prendono in giro la cucina inglese e i Belgi l’avarizia degli Olandesi.
Conosciamo il carattere di un popolo solo nelle sue varianti negative, come autoaccusa. Appena spuntano fuori dei ragazzi con delle stupidità, allora compare sui giornali l’investigatore dei conflitti Wilhelm Heitmeyer che ci spiega perché la pace sociale sia in pericolo (“una situazione esplosiva”) e si trovi sull’orlo del precipizio.
In qualche modo, dal punto di vista mediatico almeno, ancora oggi l’unno si nasconde in ognuno di noi.
Non c’è bisogno di scomodare la genetica per capire che le nazioni sono diverse una dall’altra. Le cause sono climatiche e anche la lingua gioca un suo ruolo. Di norma questo non ha grande importanza, basterebbe solo non basare la politica sulla supposizione che i confini significano ancora solo nel loro senso figurato.
Difetto congenito dell’Euro? Essere la camicia di forza di culture differenti
Se ora si parla dappertutto solo delle diverse capacità dei Paesi dell’Eurozona, questo é il modo certo per dire che alucni stereotipi hanno la loro legittimità. Il difetto congenito dell’Euro é stato stringere culture economiche tanto diverse con la camicia di forza di una stessa moneta.
Per capire che questo non avrebbe mai potuto funzionare, non erano necessari studi di economia politica, una visita a Napoli o nel Peloponneso sarebbero state sufficienti. Adesso si cerca disperatamente una soluzione. La risposta della Cancelliera é che tutti diventino come noi. Vedremo se avrà successo. Le nazioni possono cambiare, e questa é una consolazione. 2000 anni fa gli Italiani avevano un impero che si estendeva dall’Inghilterra all’Africa. I Tedeschi, nel frattempo, si danno da fare per salvaguardare il sistema ferroviaro da troppa neve e ghiaccio. A volte ci vuole molto tempo per sfatare gli stereotipi. A volte ci vogliono generazioni.
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