venerdì 20 gennaio 2012

Forse Italia



Lui non mi ha insegnato l'inglese, non mi ha insegnato il francese e neanche l'italiano in modo corretto. Lei non mi ha parlato di libri, della storia delle idee, nessuna politica da seguire, nessun movimento di pensiero. Lei non mi ha mostrato niente di pratico, né cucina né cucito, montare la maionese, mettere su una SRL, tener pulita la casa. Lui non sapeva molto di matematica, né l'equazione di Schrödinger, ma per essere onesto si è fatta attenzione che perfezionassi il mio rovescio a due mani, che mi piegassi bene sulle gambe. Ma questo non è rimasto, questo non è entrato. Mi è stato dato un modello liberal-democratico, poi mi è stato dato un certo disinteresse, una certa distanza dalla religione, ma lui non mi ha detto a cosa servisse il pianoforte né il cinema italiano dove però lavorava. Lei non mi ha detto come si erano sposati, traditi, lasciati, né mi ha dato altri modelli da seguire. Non mi hanno parlato di Marx, il rivale di Tocqueville, né di Weber, il nemico di Lukács. Mi hanno detto che bisognava votare. Lei non me ne ha nascosto l'esistenza ma ha taciuto su Galileo, Pirandello, Una vita violenta. Il sessantotto non fu mai materia di discussione, nessun commento sulla società dello spettacolo, ma sapevano che Balzac era pagato a riga, e che questo era disprezzabile. Non conoscevano storie di resistenza o di mafia, ma alcuni trucchi per non pagare le tasse. Ricordavano sorridendo la tessera del partito comunista dei loro padri, ma poco di Togliatti, alcune battute su Andreotti, e niente su Mussolini. Hanno conosciuto com'era il mondo senza televisione ma non ne dicevano niente. Non potevo vedere Apocalypse Now ma potevo leggere Cuore di tenebra: non l'ho letto, non mi hanno detto che era bello. Nessuno mi ha detto come fare con le ragazze, con i soldi, come fare con i morti. Bisognava capire come fare a ridere con i fratellastri, sorellastre, mezzi morti, mezze compagne, amanti e nuovi sposi, alcolizzati, stranieri. Figlio di una famiglia di sinistra tu militi, milita. Figlio di una famiglia di destra eredita, goditela. Non mi hanno picchiato, mi hanno sicuramente amato molto. Non c'era qualcosa che bisognasse fare a parte forse l'ingegnere, niente da non fare a parte forse il musicista. Lei mi ha detto che le droghe erano troppo rischiose, lui mi disse che le sigarette erano troppo costose. Lei mi disse di essere stata innamorata una volta soltanto, ma non mi disse se si trattava di mio padre. Lei non mi ha detto come si fa quando ci si sente soli, lui non mi ha detto che tra amici spesso si litiga, ci si offende e che tutto diventa confuso e complicato, che bisognerebbe farne a meno. Lei non mi ha detto niente riguardo a Freud e io ignoro Lacan. Nessun consiglio, nessuna morale, nessuna saggezza familiare, nessuna favola per addormentare i bambini, nessuna favola per far sognare gli adulti. Lui non fiatava sulla Novelle Vague né su quello che si vedeva prima, ma diceva che gli Uffizi erano interessanti. Non abbiamo parlato di Celentano ma si doveva amare Battisti. Mi hanno parlato di un concerto. In ogni caso non so nulla dei poveri, nulla della grande borghesia, niente degli attivisti di sinistra, niente dei nuovi ricchi. Non si parlava dei cattolici, né degli ebrei, né degli arabi. Non c'erano cinesi. Lei era convinta che i neri avessero un cattivo odore, e non sopportava i cattivi odori. Lui... A lui non gliene fregava niente.

Versione tradotta e adattata, ad opera di Sergio Chibbaro, di France Culture di Arnaud Fleurent-Didier.

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