giovedì 19 maggio 2005

Aspettando la ristampa di Neoproletariato

[..]
totò ha venticinque anni, tempra sdegnosa,
molta cultura e gusto in opere d'inchiostro,
scarso cervello, scarsa morale, spaventosa
chiaroveggenza: è il vero figlio del tempo nostro.

non ricco, giunta l'ora di "vender parolette"
(il suo petrarca!...) e farsi baratto o gazzettiere,
totò scelse l'esilio. e in libertà riflette
ai suoi trascorsi che sarà bello tacere.

non è cattivo. manda soccorso di danaro
al povero, all'amico un cesto di primizie;
non è cattivo. a lui ricorre lo scolaro
pel tema, l'emigrante per le commendatizie.

gelido, consapevole di sè e dei suoi torti,
non è cattivo. è il buono che derideva il nietzsche
"in verità derido l'inetto che si dice
buono, perchè non ha l'ugne abbastanza forti"

dopo lo studio grave, scende in giardino, gioca
coi suoi compagni sull'erba che l'invita;
i suoi compagni sono: una ghiandaia roca,
un micio, una bertuccia che ha nome makakita..."
[..]

Guido Gozzano, da "Totò Merùmeni"

Chissà se ci sono delle prof che lo fanno leggere insieme a Labranca.
Adesso vado a proporlo alla professoressa Priarone del Liceo Classico di Asti.
Probabilmente le esploderà il cervello in aula.
Ai miei giovani eredi sembrerà di essere in Natural Born Killers.

1 commento:

nick ha detto...

Perché la voce è poca, e l'arte prediletta immensa,
perché il Tempo - mentre ch'io parlo! - va,
Totò opra in disparte, sorride, e meglio aspetta.
E vive. Un giorno è nato. Un giorno morirà.

Totò Merùmeni c'est moi.

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