Il 2013 iniziò con un messaggio di augurio di Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio, in cui spiegava agli italiani gli ultimi provvedimenti del Governo che avrebbero accelerato la ripresa, confermando che si sarebbe presentato come candidato del PdL alle elezioni politiche previste in primavera, ribadendo così la necessità di una rielezione per portare avanti le riforme, mentre una vittoria delle Sinistre avrebbe riportato il Paese nella recessione.
Il messaggio, diffuso il 2 gennaio, era stato registrato nella sera del 30 dicembre per non destare sospetti.
Quella stessa sera, sul suo Airbus A319-115, Berlusconi partì dall’aeroporto di Linate alla volta di Panama dove lo attendevano il faccendiere Valter Lavitola e l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, lasciando per sempre l’Italia.
Erano con lui:
- Le figlie Maria Elvira detta Marina ed Eleonora (i figli Pier Silvio e Luigi perirono in circostanze non accertate, probabilmente durante i bombardamenti della seconda battaglia di Segrate; la figlia Barbara si trovava già in Brasile al momento della fuga);
- le attrici Sabina Began, Manuela Arcuri, Belen Rodriguez, Debbie Castaneda, le starlets Evelina Manna e Barbara Faggioli e infine Moana Sforbicioni, da tempo impiegata presso Mediaset come parrucchiera e “concubina ufficiale” del Premier;
- i leader del Pdl Gianni Letta, Paolo Bonaiuti, Enzo Ghigo;
- il leader della Lega Nord Umberto Bossi con il figlio Trota;
- il leader del PD Massimo d’Alema con la moglie e i due figli;
- Beppe Grillo, comico e leader del movimento politico fantoccio Cinquestelle, che si scoprì al momento della fuga essere sempre stato finanziato dallo stesso Berlusconi;
- Le ceneri della madre Rosa Berlusconi;
- I giornalisti Vittorio Feltri e Bruno Vespa, che in fase di decollo si adoperarono con Bonaiuti per impedire ad Alessandro Sallusti di essere imbarcato;
- gli autori televisivi Antonio Ricci e Fatma Ruffini;
- Giulio Andreotti dentro un polmone d’acciaio, date le sue condizioni di salute ormai precarie.
La notizia della fuga di Berlusconi si diffuse inizialmente a Milano e poi in tutta Italia solo il 5 gennaio, cogliendo di sorpresa molti di coloro che fino ad allora erano stati considerati dei fedelissimi del Cavaliere.
Emilio Fede fu catturato la sera del 5 gennaio da parte di una pattuglia di giornalisti precari, mentre con tre meteorine si recava al ristorante giapponese Finger's di via Emiliani.
Nei convulsi momenti della cattura di Emilio Fede cadde nelle mani dei precari anche il Sallusti, che cercava di ricongiungersi a Fede per ricostituire un ridotto alpino in Svizzera presso la casa di Lele Mora.
Sallusti, opponendo resistenza, perse la dentiera, per cui la mandibola gli fu assicurata con un tovagliolo, tanto da essere appellato in seguito il novello Robespierre dai nostalgici; invero il bendaggio lo rendeva alquanto simile a un neonato in fasce, tanto che alla sua richiesta di essere fucilato sul posto come già il nonno, i precari partigiani lo ricoprirono di ingiurie.
L’assalto dei partigiani a Cologno Monzese permise il rastrellamento dei dirigenti Fininvest, che vennero deportati presso lo stadio di San Siro: la maggior parte di essi avevano cercato di mescolarsi tra la folla indossando costumi di scena di La squadra 14 e Il Bello delle Donne 8, ma furono subito riconosciuti.
Inizialmente uno dei pochi a riuscire nell’intento di fuga fu Giuliano Ferrara, travestito da Gabibbo: il disorientamento di trovarsi di fronte due Gabibbi in fuga, quello vero e quello impersonato da Ferrara, diede alla testa alle truppe partigiane, che decisero di procedere a una fucilazione sommaria.
I cadaveri dei due Gabibbi furono appesi a testa in giù presso il distributore di olio di colza equosolidale di Piazzale Loreto che era stato aperto l’anno precedente per volere della giunta Pisapia, fino a che l’artista Maurizio Cattelan, intervenuto sulla piazza, pose fine allo scempio facendo deporre i cadaveri.
Nel frattempo l’attore Ezio Greggio, nonostante le ferite riportate per la fucilazione insieme ai due Gabibbi, riusciva a scappare, finendo per morire dissanguato sul 29.
Berlusconi lanciò per alcuni mesi proclami da Panama di un suo possibile ritorno insieme al Colonnello Gheddafi che lo aveva raggiunto, poi in seguito a trattative con il Governo Provvisorio per lo scambio di ostaggi tra cui Augusto Minzolini, Fabrizia Carminati e l’inviato da Milanello Carlo Pellegatti, desistette da ogni ulteriore tentativo di influire sulla politica italiana.
Alle elezioni costituenti del 4 marzo 2013 le divisioni interne dei partiti politici già esistenti decretò il successo di nuove formazioni: Forza Juve al nord, partito azienda di Sergio Marchionne e Jaki Elkann, il partito della Magistratura al sud, capitanato da Roberto Saviano, mentre su posizioni centriste si attestò l’alleanza Baciami Ancora Che Tempo Che Fa di Jovanotti, Fabio Fazio, Gabriele Muccino e il redivivo, recidivo Walter Veltroni.
Il primo governo della cosiddetta Terza Repubblica fu pertanto una riedizione del vecchio Pentapartito, coalizzando oltre a Baciami Ancora Che Tempo Che Fa, Forza Juve e Partito della Magistratura anche Sinistra e Libertà di Nichi Vendola e Zaino e Marsupio di Vasco Rossi, mentre il Pd, sconquassato dalle polemiche sulle primarie, fu relegato all’opposizione; la presenza di Nichi Vendola nella coalizione fu fondamentale perché venisse eletto come primo Presidente del Consiglio Lapo Elkann.
1 commento:
Beh, penso che sia sempre andata così, c'è però una
discrasia dell'ultim'ora: la scissione tra Berlusconi e confindustria
(e banche, a parte quella del tipo che fa i cerchi nel grano).
Almeno nella facciata, credo.
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