Pesce crudo e massaggi rilassanti, pettegolezzi e attività di relazione. Il cortocircuito fra politica, impresa e affari che emerge dal caso Tarantini come da altre inchieste e gossip di fine estate disegna anche una nuova geografia dei luoghi del potere romano. Una mappa aggiornata che comprende ristoranti, hotel, locali in cui si fanno cose, si vede gente, ci si incontra. Transatlantico e mondanità, establishment e sottopotere, gente che tiene famiglia e climbers arrembanti, Roma mescola tutto e poi mette seduti tutti intorno allo stesso tavolo.
Non è più il tempo del Tartarughino, il night simbolo della prima Repubblica, in cui furoreggiavano il liberale Renato Altissimo e il socialista Gianni De Michelis, oggi il tempio che mette insieme politica e show-biz è il ristorante di pesce in via Giulia Assunta Madre, il buen retiro di parlamentari, ministri, attori e celebrità dello spettacolo finito nei faldoni dell'inchiesta su Tarantini ma che resta una dependance culinaria sul Tevere di Hollywood in cui una sera puoi trovare Woody Allen, un' altra Robert De Niro, e un'altra ancora imbatterti in Elisabetta Canalis, insieme alle sue amiche, e in fuga da George Clooney.
Assunta Madre non è solo una passeggiata di divi ma anche la location di un discusso incontro di mezza estate quando grazie ai buoni uffici del proprietario Johnny, il finiano di stretta osservanza, Italo Bocchino si ritrova allo stesso tavolo di Sabina Began, meglio conosciuta come l'Ape regina per la sua vicinanza a Silvio Berlusconi. Scambio di numeri di telefono e vacanze insieme in Costiera amalfitana con tanto di foto prima che la storia finisca a carte bollate.
È sterminata la letteratura tra cibo e potere, già dai tempi della prima Repubblica quando la Democrazia cristiana organizzava cene conviviali e l'ex ministro Prandini chiamava a raccolta gli elettori in grandi tavolate al ristorante, mentre i socialisti si ritrovavano da Alfredo in piazza Augusto imperatore e Settimio al Pantheon era la base di Pinuccio Tatarella e di un nutrito gruppo di ex An che si ritrovavano a tavola con quello che fu definito il ministro dell'armonia per proseguire i dibattiti iniziati in Aula e discutere di scelte ed assetti futuri, trame che oggi possono essere allacciate anche davanti alle raffinate specialità del ristorante Gallura, nel cuore dei Parioli, teatro nella primavera del 2010 della festa di Giuseppe Lasco, ex finanziere poi diventato capo della sicurezza di Terna, in cui si ritrovarono politici, alti magistrati ed esponenti delle forze dell'ordine, finita nelle carte dei magistrati Henry John Woodcock e Francesco Curcio sulla presunta P4.
Se Fortunato al Pantheon mantiene la sua centralità simbolica e rimane uno dei posti preferiti, tra gli altri, dal leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, nella nuova topografia del potere, gli alberghi raccontano di incontri e di un rinnovato attivismo conviviale.
Dall'hotel De Russie, dietro piazza del Popolo, con bar, ristorante e centro benessere interno, sede di uno degli ultimi faccia a faccia prima della rottura tra Fini e Berlusconi fino al Majestic, di via Veneto, che esibisce come fiore all'occhiello l'arte culinaria dello chef siciliano Filippo La Mantia. Il suo celebre ristorante, al secondo piano, accoglie riunioni di corrente, pranzi di lavoro e feste di compleanno, come quella della giovane deputata Pdl, Michaela Biancofiore. Elegante e trasversale, piace non solo all'ex sindaco di Roma, Rutelli ma anche a molti ministri, da Brunetta a Romani fino al leghista Maroni.
Via Veneto è la strada preferita per le cene dei parlamentari del Carroccio che quando sono a Roma abbandonano ossi e altri sapori cadorini per le atmosfere minimal e il pesce crudo del ristorante Tuna. Se Denis Verdini, insieme ad altri parlamentari del Pdl, si muove fra la Bottega di Montecitorio, osteria-bistrot alle spalle del palazzo, e i ristoranti della Galleria Alberto Sordi dove i peones approfittano dei tavolini per ricevere i postulanti, il centrosinistra ha il suo Assunta Madre dietro al Campidoglio, al ristorante San Teodoro, sede dell'incontro, qualche tempo fa, fra Bersani e Vendola.
Cambia la politica, e cambiano anche i luoghi deputati all'incontro, agli accomodamenti, alle trattative, alle segrete manovre. «I salotti non esistono più - chiosa lo sceneggiatore Enrico Vanzina, che sulla Roma dei potenti ha scritto tanti e tanti film - o restano legati alla prima Repubblica. Oggi il vero potere a Roma resta nascosto. Chi conta davvero in città, non si fa mica vedere in giro».
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