martedì 22 maggio 2012

Parliamo bene per una volta di beppe grillo

Parliamo bene per una volta di BEPPE GRILLO, ho letto su lavoce.info che è sostenuto da gente educata e istruita, tra i 35 e i 45, che risiede nelle grandi città italiane.
Poi vado direttamente sulla pagina di Grillo e leggo in home che vuole, tagliando i costi della politica, trasferire quei soldi in un fondo, in maniera da creare un "reddito di cittadinanza" minimo per ogni cittadino Italiano. Poi vuole distribuirlo e sconfiggere la poverà. Una specie di cassa integrazione + pensione infinita che ci fa stare tutti bene.
Ovviamente, se dividiamo un miliardo di euro ( immaginiamo i redditi dei parlamentari, la politica in totale costa 3 ) per sessanta milioni di italiani otteniamo 16 euro a italiano. Se facciamo finta di ridurre la spesa pubblica addirittura di 10 miliardi ne otteniamo 160 a italiano. Se dividiamo 160 euro per i dodici mesi dell' anno ne otteniamo 13 euro al mese.

Ecco, io Grillo sinceramente non ho mai neanche voluto ascoltarlo una volta, non vedo perchè dovrei stare a sentire uno con una barba simile e poi allo stadio ci sono stato già una volta da ragazzino e il capo ultras mi diceva "canta canta" col megafono che quasi mi danno le botte gli altri ultras con le sciarpone e i cylum perchè non facevo i gesti con le mani e non fischiavo; solo non credevo le sue argomentazioni fossero tanto basse e meschine.

Ma come lo spieghiamo a Vito del movimento 5 stelle?


Vito era monarchico, fascista, berlusconiano-leghista, necessita di essere dominato, del capo tribù. E' un italiano nato per essere schiavo, per ragionare con la pancia, incazzato perché abbandonato da Roma ladrona che lo ha deluso e Grillo è il reazionario che risponde al suo bisogno violento. Avrebbe senso spiegargli la vischiosità ed incoerenza dell'appoggiare il PDL, la scelta strategica di far amministrare dai comitati d'affari celati dietro candidature di sindaci bambini e che le priorità dell'agenda politica non si inventano ma ascoltano e gestiscono? Non so sai. Grillo non occupa uno spazio lasciato vuoto dalla sinistra, anche se ne cavalca tratti, risponde ad un bisogno ancestrale squisitamente di destra.

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