Utilizzando tutti i mezzi della commedia all'italiana, epigono di Totò in chiave meneghina, dalla ripetizione iterativa di luoghi comici ("le scuole serali") alle gag fisiche (lo spolverio della sedia su cui si era seduto Travaglio), Berlusconi ha stravinto anche lui 4-0, con la differenza che di fronte al rischio di affossare un'altra volta e forse per sempre l'Italia, gli italiani questa volta si sono divertiti come non gli capitava da tempo.
Berlusconi è ormai completamente trasformato nel nonno piazzista che "ne combina di ogni" (Nicole Minetti dixit), lascerà figli e nipoti sul lastrico carichi di debiti, ma in fondo tutto gli sarà sempre perdonato.
In fondo chi non vorrebbe il reality con lui 24h al giorno, Berlusconi che va in Senato, poi passa in Mediaset, fa il motivatore ai commerciali in Publitalia, la sera cena con la pasta tricolore, la danza delle sgallettate, lui che ne sceglie una, e mentre l'accompagna nello scannatoio chiude la porta alla telecamera "eh però qui ci lasciate un po' di intimità" e fa l'occhiolino.
Anche questa volta c'è un clamoroso errore a sinistra, nella persona di Santoro che è stato battuto proprio in casa; tornano in mente i diktat di Grillo, da buon fascista molto più pragmatico (a proposito, auguri per il matrimonio con Casa Pound!), che saggiamente invita a non confrontarsi con avversari televisivamente più forti.
No, non moriremo berlusconiani, il buon senso alla fine prevarrà: ma un pezzettino di noi, come dice Michele Serra, conserverà con simpatia il ricordo di quel miliardario senza scrupoli ganassa e fottitore sempre pronto a farci ridere, ridere ancora.
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