lunedì 17 dicembre 2012

roberto benigni legge l'elenco telefonico di abbiategrasso

L'elenco telefonico, c'è qualcosa di più bello, di più grandioso, di più italiano? Il telefono che ha inventato il grande Meucci, uno dei più begli scienziati di tutti i tempi...Abbiategrasso, che invito alla floridezza, abbiate...grasso...l'abbondanza condivisa con tutti...Mario Rossi, tel 02 5837...c'è qualcosa di più bello del nome mario...un nome che tutto il mondo ci invidia...gli americani, che sono un grande popolo, l'idraulico più simpatico che c'è al mondo, come l'hanno chiamato? l'hanno chiamato mario, con i baffi, che va a salvare la sua fidanzata, c'è qualcosa di più bello di lottare per l'amore...il nome mario è così bello, se uno si chiama mario come minimo diventa presidente del consiglio per due legislature...oh silvio, si scherza eh! e il numero, 0, perfetto come l'ha disegnato il nostro giotto, e il 2, che ricorda il figlio che poppa alla tetta della madre, e il 5, il numero del nostro collovati che vince i mondiali, insieme a paolo rossi, che si chiama rossi come mario, rossi e verdi, verdi che ha scritto la musica che tutto il mondo conosce, il canto del nabuccodonosor, che il canto della patria perduta non c'è canto di amore più struggente, e l'8, un doppio cerchio perfetto, e il 3, il numero della trinità perfetta di nostro signore, e il 7, come la gamba di donna che diceva il grande mike, c'è qualcosa di più bello di una gamba di donna, e il cazzo di chi non ti si incula, che io ce l'avesssi uno straccio di donna, maremma maiala mi sono rotto i coglioni di fare sempre il benigni che si esalta per tutte le stronzate che poi mi tocca di tornare a casa a sorbirmi quella vecchia arpia inacidita de mi' moglie, quella scopa di saggina secca della nicoletta...nicoletta mi ha fatto venire in mente una bella canzone del grande maestro nicola piovani, nicole' questa canzone è per te... questo è l'inno-o del corpo sciolto lo può cantare solo chi caca dimorto se vi stupite la reazione è strana perché cacare soprattutto è cosa umana. Noi ci si svegliamo e dalla mattina i' corpo sogna sulla latrina le membra riposano ni' mezzo all'orto che quest'è l'inno l'inno sì del corpo sciolto. C'hanno detto vili brutti e schifosi ma son soltanto degli stitici gelosi i' corpo è sano lo sguardo è puro noi siamo quelli che han cacato di sicuro. Pulissi i'culo dà gioie infinite con foglie di zucca di bietola o di vite quindi cacate perch'è dimostrato ci si pulisce i'culo dopo avè cacato. Evviva i cessi sian benedetti evviva i bagni, le tualet e gabinetti evviva i campi da concimare viva la merda e chi ha voglia di cacare. I'bello nostro è che ci si incazza parecchio e ci si calma solo dopo averne fatta un secchio la vogl'arreggere per una stagione e colla merda poi far la rivoluzione ! Pieni di merda andremo a lavorare e tutt'a un tratto si fa quello che ci pare e a chi ci dice, dice te fa' questo o quello noi gli cachiam addosso e lo riempiam fino al cervello: cacone ! puzzone ! merdone! stronzone! la merda che mi scappa si spappa su di te ! Buon Natale! Buon Natale!

1 commento:

luigi einaudi ha detto...

Questa retorica del lavoro, pure valida a fine anni '40, ha favorito l'architettura di sussidi alle imprese che ha annichilito il progresso materiale e spirituale degli individui che la società la abitano.

La verità è che nessuno dovrebbe avere il dovere di lavorare e invece ciascuno dovrebbe avere il diritto di qualificarsi in qualsiasi modo. Se invece che dare i soldi alle imprese perché creassero occupazione inutile, nella credenza oramai infondata che la dignità personale sia un sottoprodotto della professione, avessimo trasferito lo stesso credito direttamente alla cittadinanza, oggi lavoreremmo tutti meno e tutti meglio.

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