martedì 20 dicembre 2011
Cecilia
Cecilia per le strade provinciali
io ti voglio guidare
come un suv bianco
si lascia guidare,
comodo bianco
che viaggi sicuro
che le facce stupite
si girino ingenue
e mormorino
frasi sceme, scontate
Cecilia io ti voglio parcheggiare
sui marciapiedi del centro
i tuoi lunghi capelli
il tuo sorriso di mediaset
lascia ti noleggiare;
nelle riviste di gossip
fatti portare
coi tacchi in gola
e la gonna stretta
Con l'Iphone in mano
e la sigaretta
Cecilia lo vedi la notte
questo cappotto scuro
ti prende sicuro
ti prende per mano
ed un braccio perfetto
di ferro
d'acciaio
di ore in palestra
di lampada nera
ti avvolge la vita
la schiaccia
la preme
amaro di seme
Cecilia io ti voglio stappare
come le bottiglie sui tavoli
per berti d'un fiato,
e fare le foto -
e in un panno dorato
portarti in salotto
su una mensola
nuda,
vederti appoggiare
Cecilia stai ferma, muta
che delle tue amiche
non voglio sapere
vipere ingrate
sazie, ingrassate
delle tue unghie, bianche e allungate
di borse marroni,
di tutti i cognomi
s'è spenta la luce
non voglio sapere
della tua infanzia
gli odiosi cartoni
le sigle, i motivi
del tuo comportare
Cecilia io pompo tra queste coperte
e di tanto
in tanto
mi tocco il ciuffo,
ma se poi non gridi
mi sento un verme
un uomo ridicolo
un uomo buffo
E come il prete parla alle folle
sul letto sdraiata mi dovrai ascoltare
di macchine e moto
del grande tuffo
di amici, camicie
e vacanze al mare
di spintoni e rispetto
dentro al locale
di facce gradasse
che vorrei spaccare
di scherzi volgari, di frasi argute
lette sui libri
di questo pagliaccio
cecilia
ti prego
stringimi forte.
ti prego
cecilia,
dammi
un abbraccio.
arnaudo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento