venerdì 19 agosto 2011

[le medie guide] grand tour nella mitteleuropa per andare a sentire i motorhead

Essendo che un mio amico aveva fatto l'erasmus a praga e vi poteva risiedere fino a fine agosto, si è ben pensato di andare a visitare la città alloggiando gratis. Essendo anche che il 10 agosto suonavano i motorhead allo sziget di budapest, si è ben pensato di allungare il viaggio, inserendo delle tappe intermedie così, per temporeggiare.
Niente interrail, che è cosa da milionari, e optiamo per aeroplani + corriere, davvero economiche.
La casa del mio amico mi ricorda la mia in quanto a igiene, solo che ci vivono in sette. sono quasi tutti cechi, e in quanto tali poverelli che non si possono permettere la singola. noi sì, ma siamo in quattro, e meno male c'è la stanza degli ospiti, che però è un armadio degli ospiti, e io piuttosto che condividerlo con un altra persona mi accomodo qualche giorno sul pavimento.
avevo già visto praga in passato, era inverno ed era molto più noir, e infatti avevo fatto le foto in bianco e noir; ma comunque anche d'estate è una città che mi piace molto, forse più come veduta generale, camminando per le strade, che per i luoghi d'interesse veri e propri: piazza venceslao in realtà è una strada, il castello non è un vero castello (come invece lo è quello di brescia) bensì un palazzo su una collina, di chiese gotiche ne ho fatto una scorpacciata l'anno scorso in normandia. nonostante ciò è una delle città più belle che abbia mai veduto, e si capisce che fino a un paio di secoli fa o anche meno era una delle città più importanti al mondo.
tra le altre cose che ho visto ci sono un paio di cimiteri, il museo senza pretese della tecnica, un monumento/mausoleo sovietico in cui ha fatto la prima comparsa il mio nemico della vacanza: l'impalcatura.
nel cimitero di praga reso celebre da umberto eco stavolta non sono entrato: il prezzo è esorbitante e non sono stato svelto come i miei amici a entrare dall'uscita eludendo la sorveglianza. comunque me lo ricordo abbastanza bene: è composto da un'infinità di tombe ammassate in uno spazio abbastanza ridotto, con le lapidi illeggibili che si sovrappongono. molto caratteristico, ma vuoi mettere d'inverno? il tour delle sinagoghe di cazzo costava un altro patrimonio e allora siamo andati a pranzo.
il pranzo costava di meno, perchè se non hai grosse pretese e vai a mangiare in un pub o anche in un ristorantino fuori dagli itinerari turistici te la cavi con una manciata di euro (che avrai avuto l'accortezza di cambiare in corone). la birra poi non parliamone: quando mangi fuori costa meno dell'acqua minerale, e forse per questo motivo i cechi sono i maggiori consumatori al mondo di birra. trovi praticamente ovunque la gambrinus, lager molto economica ma comunque discreta, e la pilsner urquell, che costa leggermente di più ed è un po' più corposa.
l'economicità della birra (una media di 1,5 litri al giorno, per oltre due settimane) e del mangiare - anche nelle tappe successive - mi ha portato a mettere su un ventre da pater familias, che adesso cercherò di buttare giù fino a quando non avrò una familia da amministrare.
la città è attraversata da un fiume, la moldava, è stata anche la colonna sonora della nostra vacanza, pur essendo le altre città percorse dal danubio.
un'altra caratteristica della repubblica ceca è che un sacco di cose non sono illegali, o perlomeno non sono perseguite: mi è capitato di vedere prostitute mercanteggiare tranquillamente col cliente in piazza venceslao, o che venissero a propormi la droga al tavolo mentre bevevo una birra in un locale. secondo quanto mi diceva il mio amico dell'erasmus, se dici a qualcuno che ti fai la canne quelli tirano un sospiro di sollievo, perchè con una certa frequenza i giovani si fanno di molto peggio, e tutta la generazione precedente è formata da alcolizzati.
a praga c'è pieno di giovini, quindi proliferano i locali che spesso fanno cagare i morti, come le grandi discoteche. dopo due sere che provavamo a trovare un locale con la musica industriale (si chiamava bunker ed era sottoterra, forse per quello si faceva fatica a trovarlo (o forse perchè la nostra guida era datata e il locale non esisteva più)) il nostro contatto ci ha portati in una di queste maxidiscoteche. la nostra era proprio a fianco a quella dove stavano entrando tutti i giovani di praga, un'esperienza che non ti dico. ci sono comunque posti interessanti, a saperli trovare.

da praga ci siamo spostati a vienna, ed io ho potuto finalmente dormire in un letto. alloggiavamo all'ostello meininger, che per meno di venti euro a notte ci ha fornito alloggio in camerata da otto, dotata di doccia e latrina (separati) all'interno della stanza. e una cucina per chi avesse voluto (noi) risparmiare a cena. la cucina ahimè era un po' infame, con due piastre elettriche da campo e pochi posti a sedere: si cucinava a turno e solo roba semplice.
vienna mi è piaciuta molto, nobile ed elegante, anche qui era un piacere girare per le strade (ne parlavo nella mia descrizione di londra: potrei fare interi viaggi senza entrare in un edificio).
vienna è una città di arte e anche un animo di legno come il mio è costretto a piegarsi alla sensibilità artistica. per cui ho visitato il/la secession, che vale la pena giusto per il fregio di kilmt e per l'edificio in sè, mentre le mostre temporanee ti fanno solo venir voglia di fare come quel prete di massa che ha disfatto la chiesa a martellate prima di essere portato via in ambulanza. e ho visitato anche il belvedere, la suggestiva residenza asburgica dove sissi ci faceva non so cosa (potevo fiutare tutta la noia settecentesca degli asburgo, mica come versailles o haiti) e ora ci tengono dei quadri: oltre a quelle cazzo di stanze zeppe di uomini che indicano o prati fioriti c'erano anche le opere di quelle correnti di fine ottocento primi novecento che mi hanno appassionato per tutta la visita, anche se ora mi ricordo solo klimt e munch. è lunga la strada per l'elevazione.
da vedere assolutamente quando si è a vienna è il museo di anatomopatologia nella NARRENTURM, la torre dei pazzi all'interno del campus universitario. vi sono raccolti modelli di deformità e deformità vere e proprie, sia in barattolo che secche, assieme a ricostruzioni di ambulatori antichi, libri medici d'epoca e spiegazioni ahimè perlopiù in tedesco. era vietato fare fotografie ma io le ho fatte lo stesso, dicendo italiano berlusconi. ci è piaciuta così tanto che abbiamo addirittura pagato quattro euro per una visita guidata.
mentre la guida veniva pronta abbiamo fatto merenda nel campus ed ho avuto l'occasione per degustare una delle bevande che vanno per la maggiore tra i giovani austriaci: la birra col succo di frutta. dopo due sorsi mi sono detto "non è così male", e poi l'ho vuotata nel prato prima di riciclare la bottiglia.
l'attesa e i soldi per la guida comunque sono valsi bene: un simpatico studente di medicina con tanto di camice ci ha portati al piano di sopra e ha spiegato per un'ora piena le varie nefandezze raccolte lì dentro, oltre che alla storia della torre: costruita per volere di cecco beppe come lo chiama mio nonno, è a pianta ottagonale ed ha un numero di piani e di stanze che non ricordo, ma importanti per questioni alchemiche. serviva da manicomio, e pare che l'asburgo ci passasse giorni e giorni e giorni, chissà perchè.
un'altra cosa a cui buttare un occhio a vienna sono le flakturm, le massicce torri dell'antiaerea che sorgono in punti insoliti di vienna, aree residenziali e giardini. in una ci fanno delle mostre d'arte ma io avevo già avuto la mia dose annuale ed ho visto quelle da fuori.
per gli amanti dei cimiteri c'è il cimitero monumentale con le tombe dei vips: beethoven, tutti gli strauss, brahms, schubert, boltzmann che da buon sfigo si è fatto incidere la sua costante, un po' di architetti eccetera.
vita notturna non ne abbiamo fatta molta, anche perchè la nostra permanenza era nei primi giorni della settimana. pensavo fosse una città molto più costosa, e invece penso non si spenda più che in italia. anche i trasporti non costavano molto (meno che a praga!), e con tredici euro abbiamo fatto l'abbonamento settimanale a tutti i mezzi.

a bratislava non c'è circa un cazzo. il centro storico è più piccolo di quello di brescia, c'è un castello fasullo (ho visto condomini più belli) e quattro chiese di cazzo. ogni due case normali ce n'è una in rovina. nonostante ciò può essere un piacevole diversivo, a sapere cosa ti aspetta e ad avere un giorno che avanza. abbiamo girato a piedi, tranne che per andare in collina al notevole monumento dell'armata rossa che abbiamo preso un pulmino.
è comunque una città piena di turisti, perchè tanto poco c'è di giorno, tanta vita c'è di sera, pieno di localini che pare di stare a mykonos, ma spendendo di meno e senza sasà.
la seconda notte siamo andati in un club molto underground, che era un tunnel umido dentro la collina del castello, a ballare la drum n bass con il nostro amico cristian, un cileno di 51 anni che non ha mai lavorato in vita sua, ma si è impegnato nel visitare il mondo seminando figli e mantenendoli con il danaro datogli chissà perchè dalla famiglia in cile. all'inizio pensavo fosse un po' un ciarlatano, e anche che si fosse accollato a noi per rapinarci, ma quando si è scatenato in pista ballando come celentano sotto speed e diventando la star del locale ho capito che il suo cuore era sincero e mi è dispiaciuto dargli l'addio (noi siamo tornati in ostello, lui è rimasto a ballare tutta la notte, noncurante dei trentanni che ci separavano).
abbiamo alloggiato all'Hostel Blues, camerate stavolta da dieci (in cui la prima notte mi sono indignato perchè eravamo tutti italiani o ispanici nella camera "barcellona" e pensavo adottassero la segregazione razziale, poi invece sono arrivati gli americani e mi sono calmato) e una cucina più umana, sempre a prezzi modici.

e alla fine siamo arrivati a budapest. anche budapest mi è piaciuta un sacco. molto diversa dalle altre, essendo che fino a duecento anni fa era composta da villaggi magiari in cui vivevano parenti di attila. poi a un certo punto è esplosa la civiltà, ed ecco dappertutto sorgere elegantissimi palazzi, ma proprio elegantissimi. certo, se ti piacciono le antichità e le chiese gotiche non andare a budapest, che non ci trovi nulla. anche le cose che sembrano più vecchie, la basilica, il palazzo del parlamento, il castello, sono tutte risalenti a poco tempo fa, costruite spesso copiando non uno, ma più stili del passato.
a budapest credo di aver battuto il mio record di spesa per una visita culturale, indovina un po' dove: alla grande sinagoga. per il resto ho adottato una rigida condotta: oltre alla basilica in cui sono entrato barando sull'offerta minima ho visto il castello col palazzo reale (da fuori), il parlamento da fuori (che in realtà è gratis per i cittadini dell'UE, ma bisogna muoversi per tempo coi biglietti), e il ponte delle catene da sopra che tanto è gratis.
ci sono delle belle aree verdi, una a nord con un monumento alla rivoluzione, su cui i cinesi arricchiti e bastardi ci camminano e fanno festa, che se lo fanno al loro paese li fucilano e poi gli mandano la ricevuta del proiettile, un palazzotto costruito in TUTTI gli stili, e il laghetto dove puoi andare in canoa. ottima per le gite in stile "domenica pomeriggio" anche l'isola margherita sul danubio, con su i giardini e il parco acquatico.
anche qui consiglio di farsi l'abbonamento dei mezzi: con la tessera degli studenti (che a parma non esiste: gli ho dato con sicumera la tesser della biblioteca) abbiamo pagato l'abbonamento MENSILE meno del settimanale, comunque sempre sui tredici euro.
anche qui abbiamo speso poco, sempre con la tecnica del cenare in casa (all'ostello Corvin Point, molto piacevole, per la prima volta abbiamo trovato una VERA cucina), ma anche fuori puoi cenare stando sui dieci euro, a volte più a volte meno.
e finalmente siamo andati allo sziget, il festival che dura pressapoco una settimana, sopra ad un isoletta nel danubio. sei o sette palchi attivi dalle tre e mezza nel pomeriggio e musica fino alle quattro del mattino, campeggianti in ogni spiazzo erboso lasciato libero, mille baracchini che servono mangiare di ogni tipo e birra e unicum (il tipico amaro ungherese, così tipico che costa meno all'esselunga che al duty free). lì abbiamo incontrato una mia amica e altre signorine italiane, e conosciuto qualche giovane, poi hanno suonato i motorhead, ho sperimentato le alte pressioni e umidità delle prime file, sono arretrato spontaneamente tra la gente civile, ho cantato e scosso la testa, alla fine mi sono ricongiunto agli altri sempre rockeggiando. la serata è proseguita, poi qualcuno a goduto le gioie dell'amore libero, altri perlomeno le gioie del letto caldo dell'ostello, io ho goduto dell'ammirare il cielo stellato tutta la notte, tremando sul prato umido e malamente coperto dal sacco a pelo che la mia amica è riuscita a recuperare (facevamo così pena che verso l'alba sono tornati i proprietari della tenda vicino a cui eravamo accasciati e ci hanno gettato addosso una giacca). ma sono queste le cose che racconterò ai miei nipoti (o ai bambini che fermerò al cancello della scuola elementare nel caso non dovessi avere nipoti).
il giorno dopo l'abbiamo passato a riprendere le forze all'isola margherita, non prima di essere stato mezzora sotto la doccia bollente, e a finire i fiorini che il giorno dopo si ripartiva verso la terra della pizza (l'italia) assieme alla squadra giovanile del milan.


pacciani

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