Te l’avevo detto.
Il paese non cresce.
Eh caro mio.
Non sta né in cielo né in terra.
Le banche ci devono restituire il nostro futuro.
È un problema di meritocrazia.
Parlano di solidarietà al telefono con l’iPhone.
Alla fine è meglio uscire dall’euro così ripartono le esportazioni.
I figli dei borghesi sono più dei lavori borghesi disponibili, questo provocherà una rivoluzione borghese.
Ti cercano solo quando hanno bisogno loro.
Mi dispiace non posso, sarà per la prossima.
Il tramonto della tv generalista.
Hai visto il servizio delle Iene ieri sera?
ADESSO VOGLIONO METTERE FACEBOOK A PAGAMENTO!
LA TASSA SUGLI ANIMALI DOMESTICI E’ UNA VERGOGNA!
I figli dei divorziati hanno il cellulare prima degli altri.
sabato 31 dicembre 2011
venerdì 30 dicembre 2011
cosa dire sul vino
È uno Chardonnay se è di Planeta
È un grande bianco se è il Meursault di Coche Dury
È un rosso “internazionale” se è il Barolo di Rivetti
È un rosso di culto se è il Barolo di Cappellano (meglio se da vigne di piede franco)
È un vino “prevedibile” se è un rosso umbro (o laziale, o pugliese, o siculo, o francese, o danese) di Riccardo Cotarella
È un rosso di culto se è vinificato da Giulio Gambelli
Se è il Redigaffi, ha un prezzo sproporzionato e gonfiato dal gusto americanizzante.
Se è il Brunello di Soldera, ha un prezzo giusto, che ripaga le cure in vigna e in cantina.
Se è un bianco qualsiasi, è un vino squilibrato e impreciso nei tratti organolettici.
Se è un bianco di Gravner, è un vino che segue la natura.
Se è Chardonnay, è un vino banale e internazionale.
Se è Timorasso, è un vino che rappresenta la rivincita del territorio.
Se in Valpolicella si fa il ripasso, è una pratica ruffiana che strizza l’occhio alla moda dei vini iperconcentrati.
Se in Langa si fa passare Dolcetto o Freisa sulle vinacce del nebbiolo, è una pratica di grande tradizione.
Se un buon vino è fatto col concentratore, è pur sempre un vino taroccato.
Se un vino discutibile è fatto nelle anfore, è pur sempre un “vino vero”.
Se si fa un Merlot nel Chianti, è un cedimento al gusto internazionale.
Se si fa un Sangiovese a Bolgheri, è il tentativo di aprire una breccia nella roccaforte delle uve straniere.
Se è il Sassicaia, è un vino sopravvalutato.
Se è il Magma, è un vino che meriterebbe più notorietà.
Gentili & Rizzari
È un grande bianco se è il Meursault di Coche Dury
È un rosso “internazionale” se è il Barolo di Rivetti
È un rosso di culto se è il Barolo di Cappellano (meglio se da vigne di piede franco)
È un vino “prevedibile” se è un rosso umbro (o laziale, o pugliese, o siculo, o francese, o danese) di Riccardo Cotarella
È un rosso di culto se è vinificato da Giulio Gambelli
Se è il Redigaffi, ha un prezzo sproporzionato e gonfiato dal gusto americanizzante.
Se è il Brunello di Soldera, ha un prezzo giusto, che ripaga le cure in vigna e in cantina.
Se è un bianco qualsiasi, è un vino squilibrato e impreciso nei tratti organolettici.
Se è un bianco di Gravner, è un vino che segue la natura.
Se è Chardonnay, è un vino banale e internazionale.
Se è Timorasso, è un vino che rappresenta la rivincita del territorio.
Se in Valpolicella si fa il ripasso, è una pratica ruffiana che strizza l’occhio alla moda dei vini iperconcentrati.
Se in Langa si fa passare Dolcetto o Freisa sulle vinacce del nebbiolo, è una pratica di grande tradizione.
Se un buon vino è fatto col concentratore, è pur sempre un vino taroccato.
Se un vino discutibile è fatto nelle anfore, è pur sempre un “vino vero”.
Se si fa un Merlot nel Chianti, è un cedimento al gusto internazionale.
Se si fa un Sangiovese a Bolgheri, è il tentativo di aprire una breccia nella roccaforte delle uve straniere.
Se è il Sassicaia, è un vino sopravvalutato.
Se è il Magma, è un vino che meriterebbe più notorietà.
Gentili & Rizzari
mercoledì 28 dicembre 2011
dieci cose da disperato per scopare
1. Z4 usato
2. Corso di ballo
3. Couch surfing
4. Pick up Artists
5. Scegliere il posto delle vacanze in base al gdp procapite
6. Tenere il gatto
7. Ascoltare Fabio Volo
8. La Wii
9. La bamba
10. Comprarsi la motocicletta
11. Frequentare le letture di poesie della Valduga
martedì 27 dicembre 2011
lunedì 26 dicembre 2011
shirley temple
Durante il punto più profondo della Grande Depressione, i film di Shirley Temple portavano nella popolazione, afflitta dalla catastrofe economica, speranza ed ottimismo, al punto che il presidente Franklin D. Roosevelt in persona proclamò: "finché il nostro Paese avrà Shirley Temple, noi staremo bene" ("as long as our country has Shirley Temple, we will be all right.").
Sempre Rooselvelt sollecitò l'attenzione del governo nei confronti delle produzioni cinematografiche, denotandone l'importanza allo scopo di creare un'atmosfera favorevole alla ripresa ("è meraviglioso" disse "che per pochi centesimi ogni americano possa entrare in un cinema e vedere il sorriso di una bimba che gli ridarà la forza di andare avanti").
In 16 dei 20 film che Temple fece per la Fox, interpretò personaggi con almeno un genitore morto. Ciò faceva parte della formula dei suoi film, che incoraggiavano il pubblico adulto ad identificarsi con il suo genitore.
Nel 1937 il romanziere Graham Greene scrisse una recensione sulla rivista Night and Day sulla sua apparizione nel film "Alle frontiere dell'India" (Wee Willie Winkie, ispirato ad un racconto di Rudyard Kipling) in cui, riprendendo anche il giudizio di diversi critici precedenti, accusa deliberatamente gli ammiratori della Temple di pedofilia:
"Il caso della signorina Temple, credo, ha un suo interesse peculiare: l'infanzia è solo il suo travestimento, il suo appeal è più segreto e più adulto. Già due anni fa era una cosina totalmente inventata (l'infanzia per lei, io credo, si è già conclusa con La piccola ribelle). In Capitan Gennaio indossa i pantaloni con la matura coscienza di una Dietrich: il suo culetto elegante e già ben sviluppato va su e giù nella danza di tip-tap, i suoi occhi ti cercano con maliziosa civetteria. Ora, in Alle Frontiere dell'India, indossando un gonnellino corto, è davvero uno schianto! Guardala mentre corre tra le baracche indiane; ascolta il sussulto di eccitazione del suo anziano pubblico quando stringe la mano del sergente; guarda il modo con cui misura un uomo con un agile studio degli occhi, con fossettine di depravazione. Emozioni adulte, e amore e angoscia attraverso la maschera dell'infanzia, un'infanzia solo di facciata. È furbo, ma non può arrivare a conclusione. I suoi ammiratori - uomini anziani e preti - rispondono alla sua ambigua civetteria, alla vista del suo corpicino ben fatto e desiderabile, colmo di enorme vitalità, solo perché la cortina di sicurezza della storia e del dialogo cade tra la loro intelligenza ed il loro desiderio".
Già negli anni precedenti Greene aveva recensito i film della Temple, talvolta lodandola ("non aspettavo una così tremenda energia, che manca totalmente alle sue colleghe") ma notando anche che "Shirley temple danza con grande vigore e capacità, ma gran parte del suo successo le deriva da quella civetteria matura quasi quanto quella di Miss Colbert e da quel corpo stranamente sviluppato, così voluttuoso in pantaloni di flanella grigia come quello di Miss Dietrich"[7]. Stavolta, però, i toni usati furono talmente eccessivi da causare un vero e proprio scandalo: la madre di Shirley Temple e la casa produttrice lo denunciarono per diffamazione, e Greene fu accusato di perversione. La cosa ebbe notevole risalto sui giornali, costringendo Greene a fuggire dagli Stati Uniti, recandosi in Messico. La rivista Night and Day chiuse.
L'accusa di "lolitismo" ante-litteram però fece scuola, al punto che Vladimir Nabokov, dopo l'uscita del suo celebre romanzo, notò sarcasticamente che lui e la Temple erano "nati nello stesso giorno"
domenica 25 dicembre 2011
Ellyn, Jesus gets his nails done at the mall
Il post dissacrante a Natale è il panettone degli hipster
sabato 24 dicembre 2011
venerdì 23 dicembre 2011
il ciclo del professionista
Le storie di successo, i self made man (Malcolm Gladwell, Outliers: The Story of Success) sono più facili in periodi storici di crescita demografica successiva a un periodo di restringimento demografico (guerre, carestie, ecc.). La generazione del boom, di chi era bambino durante la guerra, ha avuto l'opportunità di surfare la ricostruzione, mentre intanto il baby-boom post-bellico creava la necessità di fornire servizi alla gran massa di nuovi arrivati.
Ora invece viviamo una situazione per cui la classe borghese, baricentro della democrazia, offre più figli di quanti sono i mestieri borghesi richiesti dal capitalismo.
Per far ripartire il ciclo, essendo diventato l'augurarsi guerre moralmente attaccabile, è necessaria la conversione dei valori esplicitata nel ciclo del professionista.
La televisione, da sempre reazionaria, ci mostra i servizi dei vari Ruoppolo e Iacona che intervistano laureati in lettere che lavorano precari al call-center per 800 euro, ma il ridimensionamento all'istruzione data dal mercato, in un periodo di ingolfamento nel ceto medio, è una delle modalità attraverso cui il ciclo si perpetua.
tre mongoli
puoi smettere di piangere tesoro,
ci sono tre mongoli, per le strade di pavia,
vanno danzando per le strade belle
la mongola, bruna, nel mezzo
i due bei mongoli gagliardi, ai lati
e tutto sa di scoreggia e di gengiva
che sono venuti i mongoli
per le strade di pavia, per il centro, per lo scandalo
per sporcarci le lenzuola, insozzarcele bastardi
e poi ridere, come dei mongoli, correre via
puoi smettere di piangere tesoro
avvolti in quei giubbotti scuri
di mercato, di bancarella umida di nuvola
di nebbia e madri stanche autunnali
dello stesso colore dei divani
alla lunga, distese
piangono per i loro figli mongoli
che non seducono niente
che la matematica mai, e i conti
e c'è solo saliva e denti in fuori
puoi smettere di piangere tesoro
ci sono tre mongoli per le strade di pavia
come baracche abbandonate
quando arriva il terremoto
ballano stonati una danza muta
sembrano spostarsi
ma è solo caduta
che se le vecchie rugose si scansano
lo sguardo, paonazzo, alle case, alle scarpe
ma ai mongoli mai
smettila di piangere tesoro
fuori c'è un fuoco mongolo, feroce
che brucia la città, che brucia i giubbini grigi
color Lambrate
c'è un fuoco di forno, di carrozzella
di scandalo e castigo
brucia le pellicce, gli zaini di scuola
le marche i buoni propositi
divampa bianco ,
[brucia la pasqua, il natale] ignorante
asciuga le gole alle cantanti
e non c'è più musica,
le poccie e il mare
e i pesci muoiono infelici, che non c'è più niente a cui abboccare
e le tue lascrime secche le puoi asciugare
tesoro
che a niente serve dire -poverini
è tutto cenere, e cerini
e legna
e accendini
nelle tasche dei tre mongoli canterini
arnaudo
giovedì 22 dicembre 2011
il paradosso
Il paradosso è il lusso delle persone di spirito, la verità è il luogo comune dei mediocri.
Leo Longanesi, da L'italiano, 30 settembre 1927
Leo Longanesi, da L'italiano, 30 settembre 1927
mercoledì 21 dicembre 2011
martedì 20 dicembre 2011
Cecilia
Cecilia per le strade provinciali
io ti voglio guidare
come un suv bianco
si lascia guidare,
comodo bianco
che viaggi sicuro
che le facce stupite
si girino ingenue
e mormorino
frasi sceme, scontate
Cecilia io ti voglio parcheggiare
sui marciapiedi del centro
i tuoi lunghi capelli
il tuo sorriso di mediaset
lascia ti noleggiare;
nelle riviste di gossip
fatti portare
coi tacchi in gola
e la gonna stretta
Con l'Iphone in mano
e la sigaretta
Cecilia lo vedi la notte
questo cappotto scuro
ti prende sicuro
ti prende per mano
ed un braccio perfetto
di ferro
d'acciaio
di ore in palestra
di lampada nera
ti avvolge la vita
la schiaccia
la preme
amaro di seme
Cecilia io ti voglio stappare
come le bottiglie sui tavoli
per berti d'un fiato,
e fare le foto -
e in un panno dorato
portarti in salotto
su una mensola
nuda,
vederti appoggiare
Cecilia stai ferma, muta
che delle tue amiche
non voglio sapere
vipere ingrate
sazie, ingrassate
delle tue unghie, bianche e allungate
di borse marroni,
di tutti i cognomi
s'è spenta la luce
non voglio sapere
della tua infanzia
gli odiosi cartoni
le sigle, i motivi
del tuo comportare
Cecilia io pompo tra queste coperte
e di tanto
in tanto
mi tocco il ciuffo,
ma se poi non gridi
mi sento un verme
un uomo ridicolo
un uomo buffo
E come il prete parla alle folle
sul letto sdraiata mi dovrai ascoltare
di macchine e moto
del grande tuffo
di amici, camicie
e vacanze al mare
di spintoni e rispetto
dentro al locale
di facce gradasse
che vorrei spaccare
di scherzi volgari, di frasi argute
lette sui libri
di questo pagliaccio
cecilia
ti prego
stringimi forte.
ti prego
cecilia,
dammi
un abbraccio.
arnaudo
lunedì 19 dicembre 2011
i film che ti fanno venire voglia di fare le cose
qui l'originale de ildeboscio
ritorno al futuro: iscriversi a ingegneria
lisbon Story: fare l'erasmus
l'appartemento spagnolo: non fare l'erasmus
io sono l’amore: andare a cena da cracco
un week-end da leoni: tornare a frequentare i compagni del liceo
l'ultimo re di scozia: fare il medico
il fascino discreto della borghesia: fare dezgeist
tropa de elite: diventare poliziotto
ultrà: tirare un booster dal secondo anello
il diavolo veste prada: iscriversi a giornalismo
l'ultimo bacio: fare il rinfresco del matrimonio in giardino
dal tramonto all'alba: leccare i piedi alle donne
le iene: farsi il completo nero
la banda del trucido: parcheggiare al parking ludovisi
il silenzio degli innocenti: iscriversi a psicologia
a beautiful mind: iscriversi a matematica
will hunting genio ribelle: continuare a fare il muratore
colazione da tiffany: andare da tiffany e/o fare la troia
contagion: lavarsi le mani
pulp fiction: comprarsi l'orologio e la katana
vacanze di natale '83: cronometrare il tempo da casello a casello
il marito della parrucchiera: tagliarsi i capelli
l'attimo fuggente: diventare professore
fast & furious: diventare meccanico
le invasioni barbariche: farsi venire il cancro
fuga di mezzanotte: andare in Turchia
ombre e nebbia: andare a Praga
rocco ravishes Prague: andare a Praga
il papà di giovanna: uccidere pupi avati
la solitudine dei numeri primi: reiscriversi alle medie
il padrino: essere italiani
le vite degli altri -> paragonare la magistratura alla stasi
ritorno al futuro: iscriversi a ingegneria
lisbon Story: fare l'erasmus
l'appartemento spagnolo: non fare l'erasmus
io sono l’amore: andare a cena da cracco
un week-end da leoni: tornare a frequentare i compagni del liceo
l'ultimo re di scozia: fare il medico
il fascino discreto della borghesia: fare dezgeist
tropa de elite: diventare poliziotto
ultrà: tirare un booster dal secondo anello
il diavolo veste prada: iscriversi a giornalismo
l'ultimo bacio: fare il rinfresco del matrimonio in giardino
dal tramonto all'alba: leccare i piedi alle donne
le iene: farsi il completo nero
la banda del trucido: parcheggiare al parking ludovisi
il silenzio degli innocenti: iscriversi a psicologia
a beautiful mind: iscriversi a matematica
will hunting genio ribelle: continuare a fare il muratore
colazione da tiffany: andare da tiffany e/o fare la troia
contagion: lavarsi le mani
pulp fiction: comprarsi l'orologio e la katana
vacanze di natale '83: cronometrare il tempo da casello a casello
il marito della parrucchiera: tagliarsi i capelli
l'attimo fuggente: diventare professore
fast & furious: diventare meccanico
le invasioni barbariche: farsi venire il cancro
fuga di mezzanotte: andare in Turchia
ombre e nebbia: andare a Praga
rocco ravishes Prague: andare a Praga
il papà di giovanna: uccidere pupi avati
la solitudine dei numeri primi: reiscriversi alle medie
il padrino: essere italiani
le vite degli altri -> paragonare la magistratura alla stasi
北韓主播李春姬播報金正日(김정일)死訊 Addio caro leader, addio Kim Jong Il
l'annunciatrice in lacrime comunica la triste notizia della morte di Kim Jong Il, caro leader della Corea del Nord
qui il parco giochi di kim jong il
domenica 18 dicembre 2011
alba rohrwacher sarà eluana englaro
Sarà Alba Rohrwacher la "Bella addormentata" di Bellocchio. Il regista l'ha scelta come protagonista del suo nuovo film ispirato al caso Englaro. Conosceremo la vita di quattro coppie con storie riconducibili al caso di Eluana, vissuta in stato vegetativo per 17 anni, fino alla morte naturale sopraggiunta a seguito dell'interruzione della nutrizione artificiale. Nel cast anche Michele Riondino che vedremo nel 2012 in Rai con "Il giovane Montalbano". Le riprese del film, prodotto da Riccardo Tozzi della Cattleya, inizieranno a fine gennaio
sabato 17 dicembre 2011
zero veltroniano
esperimenti scientifici hanno dimostrato che sino ad una certa soglia culturale la visione dei film non aggiunge niente alla cultura dello spettatore proletario, mentre funziona effettivamente da moltiplicatore per la cultura degli intellettuali progressisti oltre soglia.
Nella letteratura specialistica questo "zero culturale cinematografico" viene indicato come zero veltroniano o soglia V.
Nella letteratura specialistica questo "zero culturale cinematografico" viene indicato come zero veltroniano o soglia V.
venerdì 16 dicembre 2011
teoria sociale dell'equilibrio
Mark Zuckerberg probabilmente non ha mai sentito parlare della teoria sociale dell'equilibrio formulata negli anni Cinquanta dallo psicologo austriaco Fritz Heider. Eppure, se non esiste il bottone "don't like" su Facebook, nonostante i numerosi utenti che reclamano il pollice verso per poter esprimere la propria disapprovazione, la spiegazione andrebbe ricercata proprio lì. "È più facile mantenere l'equilibrio in una comunità se si stabiliscono relazioni conformiste di reciproca sintonia con le altre persone", spiega Claudio Altafini, matematico della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) che ha appena dimostrato questo concetto sperimentalmente. Insieme ai colleghi Giuseppe Facchetti e Giovanni Iacono, Altafini ha analizzato le interazioni su tre social network dove non solo si è interconnessi, ma è possibile dichiarare la valenza positiva o negativa della relazione: Epinions, un sito dove gli utenti si scambiano opinioni su una vasta gamma di prodotti, giudicando anche le opinioni espresse dagli altri, Slashdot, dove ci si confronta su argomenti di tecnologia, e WikiElections, come i ricercatori hanno definito la rete assemblata in base ai risultati di valutazioni interne tra gli amministratori delle pagine della più famosa Wikipedia.
http://it.notizie.yahoo.com/blog/wired/ecco-perch%C3%A9-non-c-%C3%A8-il-don-t-094542966.html
giovedì 15 dicembre 2011
mercoledì 14 dicembre 2011
salva l'amore per roma e per me
Save your love - Renee and Renato
Renée and Renato was a female/male vocal duo, who had a UK Number one hit in December 1982 with "Save Your Love". The follow-up single "Just One More Kiss" peaked at #48. Their third single, "Jesus Loves Us All", failed to reach the UK Singles Chart.[1] West Midlands-resident Italian-born Renato Pagliari (born 28 June 1940, died 29 July 2009[2]) auditioned for ITV's talent show New Faces in 1975, catching the attention of songwriter, Johnny Edward, who had written "Save Your Love". He was teamed by Edward with British singer Hilary Lester and the duo was renamed as Renée and Renato. They recorded the song, "Save Your Love", which became the 1982 Christmas number one.[3] By that stage Lester had already joined another group, and the contractually enforced follow-ups, "Just One More Kiss" and "Jesus Loves Us All", flopped.[3] Lester returned to private life after the fame died down, but Renato still sang, occasionally at his son's restaurant, Renato's, in Tamworth, Staffordshire. His later credits included a guest spot on the TV comedy show Little and Large; he is also rumoured to have been the singer for the Wall's ice cream jingle "Just One Cornetto" (although this is claimed not to be the case by Pagliari's son, Remo[4]). He also issued several albums. Renato was a fan of Aston Villa F.C. and during the early 1990s was asked by manager Ron Atkinson to sing "Nessun dorma" at half time following a particularly poor first half performance by the team.[3] On completion of his performance Atkinson told the players "Now that is passion! Go and show me some of that in the second half"! When Atkinson appeared on the TV show Room 101, Atkinson claimed that only Luciano Pavarotti could sing "Nessun Dorma" better than Renato.
martedì 13 dicembre 2011
la gente pensa che io sia una persona strana
La gente pensa che io sia una persona strana. Non è vero. Ho il cuore di un ragazzino. Si trova in un vaso di vetro, sulla mia scrivania.
Stephen King
Stephen King
lunedì 12 dicembre 2011
venti frasi da ganassa
1) Grazie, non compriamo niente
2) Facciamo che faccio io
3) La prossima volta però chiamiamo uno bravo
4) Non sa piangere meglio?
5) ah non lo conosce l'articolo quinto? chi ha i soldi ha vinto
6) Senta la mia segretaria, è lei che comanda
7) Guarda, ti dò dieci euro ma non mi lasciare niente
8) E questo me lo chiama filetto?
9) Carissimo, come va? Ti sento male, ho una chiamata sotto, ti chiamo io, ciao tu tu tu tu
10) Sono appena atterrato, guarda 5 minuti e sono lì
11) se vieni con un problema e non porti la soluzione sei parte del problema
12) (uscendo alle 18) cos'è, oggi solo mezza giornata?
13) ci facciamo un coffee?
14) ritmo, ritmo! mi sa che tu sei rapido solo a fare all'amore!
15) ma cos'è quel lavoro che fai tu, che non mi ricordo mai?
16) londra coi lowcost è diventata invivibile
17) fanno il mutuo per andare in ferie, ma state a casa
18) Se vuoi sabato sera ti presto il loft in via Tortona
19) eh ma qui da noi si lavora per la gloria
20) L'omino delle...
2) Facciamo che faccio io
3) La prossima volta però chiamiamo uno bravo
4) Non sa piangere meglio?
5) ah non lo conosce l'articolo quinto? chi ha i soldi ha vinto
6) Senta la mia segretaria, è lei che comanda
7) Guarda, ti dò dieci euro ma non mi lasciare niente
8) E questo me lo chiama filetto?
9) Carissimo, come va? Ti sento male, ho una chiamata sotto, ti chiamo io, ciao tu tu tu tu
10) Sono appena atterrato, guarda 5 minuti e sono lì
11) se vieni con un problema e non porti la soluzione sei parte del problema
12) (uscendo alle 18) cos'è, oggi solo mezza giornata?
13) ci facciamo un coffee?
14) ritmo, ritmo! mi sa che tu sei rapido solo a fare all'amore!
15) ma cos'è quel lavoro che fai tu, che non mi ricordo mai?
16) londra coi lowcost è diventata invivibile
17) fanno il mutuo per andare in ferie, ma state a casa
18) Se vuoi sabato sera ti presto il loft in via Tortona
19) eh ma qui da noi si lavora per la gloria
20) L'omino delle...
domenica 11 dicembre 2011
la prima impressione
Ci si deve fermare alla prima impressione di una persona, perchè è quella giusta e si evita di perdere tempo prezioso.
sabato 10 dicembre 2011
gli articoli della lastima
La corriera viola della Trentino Trasporti era il suo passaporto per la libertà. Trenta chilometri per arrivare a Trento, alla scuola professionale per diventare parrucchiera, alle amiche, al panino da mangiare al bar, alle sigarette da fumare ai giardinetti e soprattutto a lui, il suo grande amore. Sara - chiamiamola così, ma certo questo non è il suo nome - a sedici anni ha scavato ogni giorno di più la distanza tra il piccolo mondo con i filari ordinati delle viti dove c'è la sua casa, la mamma impiegata, la sorella maggiore che era quasi una seconda madre, e la città dove finalmente si sentiva grande.
Una donna, non una bambina. Una donna che poteva fare e decidere di testa propria. Una donna che, quando ha scoperto di aspettare un bambino, ha deciso che quel figlio lo voleva a tutti i costi.
Adesso quel bambino, che è ancora solo dentro di lei e che ancora non è un bambino fatto, l'ha portata in tribunale. Perché i suoi genitori, separati, ma per una volta profondamente d'accordo, non ne vogliono sapere. Troppo giovane lei; soprattutto troppo incerta la vita di lui. "Devi abortire", le hanno detto. Ma Sara ha risposto di no.
Loro hanno insistito, hanno passato serate estenuanti a discutere, hanno messo in mezzo perfino la sorella grande, l'hanno implorata di pensare al suo futuro, hanno ripetuto all'infinito quello che dicono tutti i genitori: è per il tuo bene. Hanno provato a controllare la sua vita, ad accompagnarla a scuola per
restringerne la libertà. Ma non è servito a niente. E allora, disperati, come se la corsa contro il tempo non permettesse altra via d'uscita, hanno pensato che potesse essere un giudice a decidere che quel bambino non deve nascere. "Deve costringerla". Così adesso vogliono portare loro figlia in tribunale, perché di quel nipote non vogliono neppure sentir parlare.
Così questa storia d'amore un poco disperata e un poco maledetta, arriva al Tribunale dei minori. Se Sara ha sedici anni, una casetta ordinata, una vita che scorre sui noiosi e tranquilli binari della ricca provincia trentina, lui ha appena compiuto i diciotto e una casa non l'ha mai avuta. Non qui, almeno. È arrivato dall'Albania che era un ragazzino, da solo, e non ha avuto mai neppure un lavoro. Si è arrangiato in qualche modo, e gli è capitato anche di sbagliare: vive in una comunità e ha una lunga lista di piccoli precedenti. È innamorato di Sara, dice; ma i genitori hanno trovato sulle braccia di lei dei lividi inequivoci. L'hanno vista piangere, perché era stata maltrattata. Hanno ascoltato la sua rabbia, quando non ne poteva più delle scenate di esasperata gelosia. Per impedire a Sara di parlare con gli amici, lui, il suo ragazzo, le aveva perfino sottratto la scheda del telefono.
Quasi un anno fa, era già successo: Sara era rimasta incinta e non era stato facile neanche allora convincerla a prendere la pillola del giorno dopo. Stavolta, però, non ha voluto rischiare: non ha detto niente ai genitori e solo i suoi malori misteriosi, le mestruazioni scomparse, la nausea ogni mattina, hanno aperto gli occhi alla famiglia sulla nuova gravidanza. E stavolta anche sulla sua ferma decisione di non interromperla. È una modalità che la legge 194 non contempla: nel caso di minori, si pensa sempre che quelli da convincere siano i genitori. Perché la volontà della madre, e pazienza se è una mamma-bambina, nessuno pensa possa essere coartata.
Fabio Biasi, il pubblico ministero che ha seguito il caso, ha dovuto alzare le mani: non c'è spazio per la legge, non si può ordinare un aborto per sentenza. Interrompere una gravidanza è un diritto, non può certo diventare un dovere. Non è una faccenda da aule di giustizia, questa; se ne devono occupare i servizi sociali. Sul tavolo del magistrato ci sono anche le altre due richieste avanzate dai genitori: se questo aborto non si dovesse fare, allora, almeno, ci sia un provvedimento che ordina l'allontanamento dei due innamorati: non debbono più vedersi, sostiene la famiglia di Sara. E ancora: se questo bambino, nonostante tutto, nascerà, sia almeno impedito al padre di dargli il suo nome.
Un muro si è alzato in questa famiglia: da una parte un'adolescente con le fragilità e le spavalderie di questa età; dall'altra gli adulti che sono certi di vedere più lontano. Nel nome dell'amore, lei dice che cercherà un lavoro, che insieme troveranno una casa e cresceranno quel bambino. E invece loro, i "grandi", nella sfera di cristallo del futuro vedono solo il nero. Non potrà essere la legge, però, ad aiutarli.
http://www.repubblica.it/cronaca/2011/12/09/news/ragazzina_aborto-26317910/?rss?ref=rephpnews
venerdì 9 dicembre 2011
commesso footlocker
quella scatola marrone
puzza di stagno, è vuota
che tra un dente e l'altro
c'è il cartone
e tu, commesso di footlooker,
per scoprire in magazzino
di altri numeri, di altre fogge
tuffati in un mare di castagno
tra suole e molle splendide da amare
che a niente servirebbe il dolce bagno
se non per lacci e numeri trovare
tuffati in un caldo di palude
che qui la bocca timida riposa
la lampada rimbalza nella stanza
i manichini rotti, ancora in posa
scappa dai sorrisi d'impazienza
dai brutti stanchi piedi vanitosi
dei ragazzini a punta, la scemenza
dei chewingum, dai chupa chupa rosa
ma a niente servi stupido commesso
la gente per le strade, come fiumi
le futili promesse hanno già smesso
di crederti,
che dietro triste fumi
arnaudo
giovedì 8 dicembre 2011
le dieci cose da dire per avere sempre ragione, altro che schopenhauer
1 dare del contadino
2 dare del povero
3 dare dell'arretrato
4 dare del provinciale
5 mandare affanculo
6 incolpare l'interlocutore che lavora troppo poco / troppo (a seconda)
7 dare del bottegaio
8 dare del terone / italiano(a seconda)
9 incolpare l'educazione cattolica / laica (a seconda) dell'interlocutore
10 rifiutarsi di spiegare la propria posizione in quanto l'interlocutore non può capirla / invitare a ignorare l'accaduto in quanto non si è in grado di comprenderlo
2 dare del povero
3 dare dell'arretrato
4 dare del provinciale
5 mandare affanculo
6 incolpare l'interlocutore che lavora troppo poco / troppo (a seconda)
7 dare del bottegaio
8 dare del terone / italiano(a seconda)
9 incolpare l'educazione cattolica / laica (a seconda) dell'interlocutore
10 rifiutarsi di spiegare la propria posizione in quanto l'interlocutore non può capirla / invitare a ignorare l'accaduto in quanto non si è in grado di comprenderlo
mercoledì 7 dicembre 2011
se l'italia va male
Se l'Italia va male, una qualche ragione ci sarà pure.
Aldo Grasso
http://www.corriere.it/spettacoli/11_dicembre_06/brachino-e-l-ipocrisia-su-zio-michele-aldo-grasso_921c57b0-1fd8-11e1-9592-9a10bb86870a.shtml
Aldo Grasso
http://www.corriere.it/spettacoli/11_dicembre_06/brachino-e-l-ipocrisia-su-zio-michele-aldo-grasso_921c57b0-1fd8-11e1-9592-9a10bb86870a.shtml
Kuoki, sushi a Torino
Nanni Moretti quando è a Torino ci viene sempre, sarà per i tavoloni alti dove si mangia insieme stile scena "Vito sa fare molto bene il giovane" di Ecce Bombo.
Tra l'altro il locale è ristrutturato molto bene, sfruttando al meglio il pochissimo spazio a disposizione.
Ottimo per un pranzo veloce, meno per cena, visto che è quasi impossibile cenare uno di fronte all'altro.
Sushi deludente, con soluzioni ?!? come i maki roll con il tonno in scatola.
Voto: 5
Kuoki
Via Gaudenzio Ferrari, 2 10124 Torino tel.011 839 7865
Tra l'altro il locale è ristrutturato molto bene, sfruttando al meglio il pochissimo spazio a disposizione.
Ottimo per un pranzo veloce, meno per cena, visto che è quasi impossibile cenare uno di fronte all'altro.
Sushi deludente, con soluzioni ?!? come i maki roll con il tonno in scatola.
Voto: 5
Kuoki
Via Gaudenzio Ferrari, 2 10124 Torino tel.011 839 7865
martedì 6 dicembre 2011
al passo coi tempi
uelà, quanto tempo! come va?ho pochissimo tempo perché mi sto imbarcando, ti sento un po' male, sarà il roaming... scusa, ho una chiamata sotto, sento un attimo...anzi no, ti chiamo poi io...tu tu tu tu
cosa avrebbe scoperto colombo
Chissà cosa avrebbe scoperto Colombo se l’America non gli avesse sbarrato la strada
Stanislaw Lec
Stanislaw Lec
lunedì 5 dicembre 2011
i commentatori de il Giornale
i commentatori de il Giornale costituiscono l'unità di misura del QI minimo necessario per accendere un pc
sabato 3 dicembre 2011
venerdì 2 dicembre 2011
Oscar Giannino
Il lancio di pomodori degli studenti della Statale è stato un gesto di ragionevolezza di fronte a tale scempio concettuale, estetico, morale; per preservare il valore della libertà di parola bisogna anche avere il coraggio di punire chi ne abusa.
Oscar Giannino è l'esemplificazione del circolo vizioso dell'informazione per cui, nella cerchia dei giornalisti, si tende a far parlare quello disposto a spararla più grossa rispetto al più competente, e nel rimbalzare delle dichiarazioni roboanti ma infondate da una testata all'altra, il cialtrone viene alla fine accreditato (tipo quando disse che nonostante il terremoto in Giappone il nucleare era sicuro o quando, che trita ironia, invocò il Vesuvio per l'immondizia a Napoli ).
Oscar Giannino è giusto uno step prima (o dopo) le notizie bizzarre dei siti umoristici tradotte e spacciate per vere dalle testate free press come Leggo.
Peraltro gli va riconosciuta l’onestà di presentarsi per quello che è, un pagliaccio.
UPDATE: Oscar Giannino su Studio di Gennaio
giovedì 1 dicembre 2011
mercoledì 30 novembre 2011
Watching the Women's World Cup reminded me of when I was first learning the controls to FIFA.
Watching the Women's World Cup reminded me of when I was first learning the controls to FIFA.
martedì 29 novembre 2011
Morte radical chic
ALLA FINE la telefonata è arrivata. Sì, tutto finito. Ora si rientra in Italia. Alle pompe funebri aveva provveduto lo stesso Lucio Magri, poco prima di partire per la Svizzera. Era il suo ultimo viaggio, così voleva che fosse. Non ce la faceva a morire da solo, così il suo amico medico l'avrebbe aiutato. Là il suicidio assistito è una pratica lecita, anche se poi bisogna vedere nei dettagli, se ci sono proprio le condizioni. Ma ora che importa? Che volete sapere? Non fate troppi pettegolezzi, l'aveva già detto qualcun altro ma in questi casi non conta l'originalità.
S'era raccomandato con i suoi amici più cari, quelli d'una vita, i compagni del Manifesto. Non voglio funerali, per carità, tutte quelle inutili commemorazioni. Necrologi manco a parlarne. Luciana si occuperà della gestione editoriale dei miei scritti. Per gli amici e compagni lascio una lettera, ma dovete leggerla quando sarà tutto finito. Sì, ora è finito. La notizia può essere resa pubblica. Lucio Magri, fondatore del Manifesto, protagonista della sinistra eretica, è morto in Svizzera all'età di 79 anni. Morto per sua volontà, perché vivere gli era diventato intollerabile.
A casa di Lucio Magri, in attesa della telefonata decisiva. È tutto in ordine, in piazza del Grillo, nel cuore della Roma papalina e misteriosa, a due passi dalla magione dove morì Guttuso, pittore amatissimo ma anche avversario
sentimentale. Niente sembra fuori posto, il parquet chiaro, i divani bianchi, i libri sulla scrivania Impero, la collezione del Manifesto vicina a quella dei fascicoli di cucina, si sa che Lucio è un cuoco raffinato. Intorno al tavolo di legno chiaro siede la sua famiglia allargata, Famiano Crucianelli e Filippo Maone, amici sin dai tempi del Manifesto, Luciana Castellina, compagna di sentimenti e di politica per un quarto di secolo. No, Valentino non c'è, Valentino Parlato lo stiamo cercando, ma presto ci raggiungerà. In cucina Lalla, la cameriera sudamericana, prepara il Martini con cura, il bicchiere giusto, quello a cono, con la scorza di limone. Cosa stiamo aspettando? Che qualcuno telefoni, e ci dica che Lucio non c'è più.
Da questa casa Magri s'è mosso venerdì sera diretto in Svizzera, dal suo amico medico. Non è la prima volta, l'aveva già fatto una volta, forse due. Però era sempre tornato, non convinto fino in fondo. Ora però è diverso. Domenica mattina rassicura gli amici: "Ma no, non preoccupatevi, torno domani". La sera il tono cambia, si fa più affannato, indecifrabile, chissà. Il lunedì mattina appare sereno, lucido, determinato. Ha scelto, e dunque il più è fatto. Bisogna solo decidere, e poi basta chiudere gli occhi. L'ultima telefonata nel pomeriggio, verso le sedici. Poi il silenzio.
Una depressione vera, incurabile. Un lento scivolare nel buio provocato da un intreccio di ragioni, pubbliche e private. Sul fallimento politico - conclamato, evidentissimo - s'era innestato il dolore privato per la perdita di una moglie molto amata, Mara, che era il suo filtro con il mondo. "Lucio non sapeva usare il bancomat né il cellulare", racconta una giovane amica. Mara che oggi sorride dalle tante fotografie sugli scaffali, vestita color ciclamino nel giorno delle nozze. Un vuoto che Magri riempie in questi anni con le ricerche per il suo ultimo libro, una possibile storia del Pci che certo non a caso titola Il sarto di Ulm, il sarto di Brecht che si sfracella a terra perché non sa volare. Ucciso da un'ambizione troppo grande, così almeno appare ai suoi contemporanei. Anche Magri voleva volare, voleva cambiare il mondo, e il mondo degli ultimi anni gli appariva un'insopportabile smentita della sua utopia, il segno intollerabile di un fallimento, la constatazione amarissima della separazione tra sé e la realtà. Così le ali ha deciso di tagliarsele da sé, ma evitando agli amici lo spettacolo del sangue sul selciato.
Aspettando l'ultima telefonata, a casa Magri. Lalla, la cameriera peruviana, va a fare la spesa per il pranzo, vi fermate vero a colazione? E' affettuosa, Lalla, ha ricevuto tutte le ultime disposizioni dal padrone di casa. No, non ha bisogno di soldi per il pranzo, ci sono ancora quelli vecchi che lui le ha lasciato. È stata lei ad assistere Mara nei tre anni di agonia per il brutto tumore, e poi ha visto spegnersi lui, sempre più malinconico, quasi blindato in casa. Ogni tanto qualche amico, compagno della prima ora. Ma dai, reagisci, che fai, ti lasci andare proprio ora? Ora che esce l'edizione inglese del tuo libro? E poi quella argentina, e quella spagnola? Dai, ripensaci, c'è ancora da fare. Ma lui non era convinto. Non poteva fare più nulla. Lucido e razionale, fino alla fine. E poi s'era spenta la sua stella, così scrive anche nell'ultima lettera ai compagni.
Sembra tutto surreale, qui in piazza del Grillo, tra squilli di telefono e porte che si aprono. Arriva Valentino, invecchiato improvvisamente di dieci anni. Lo accolgono con calore. No, non sappiamo ancora niente. Aspettiamo. Ricordi privati e ricordi pubblici, lui grande giocatore di scacchi, lui grande sciatore, lui politico generoso che preparava i documenti e nascondeva la sua firma. Ma attenzione a come ne scrivete, non era un vanesio, non era un mondano. Dalle fotografie sui ripiani occhieggia lui, bellissimo e ancora giovane, un'espressione tra il malinconico e il maledetto. Dietro la foto più seducente, una dedica asciutta. "A Emma, il suo nonno". Neppure Emma, la bambina di sua figlia Jessica, è riuscito a fermarlo.
Poi la telefonata, quella che nessuno avrebbe voluto mai ricevere. Ora davvero è finita. Le pompe funebri andranno a prelevarlo in Svizzera, tutto era stato deciso nel dettaglio. L'ultimo viaggio, questo sì davvero l'ultimo, è verso Recanati, dove sarà seppellito vicino alla sua Mara, nella tomba che lui con cura aveva predisposto dopo la morte della moglie. Luciana Castellina s'appoggia allo stipite della porta, tramortita: "Non avrei mai immaginato che finisse così". Il tempo dell'attesa è concluso, comincia quello del dolore.
http://www.repubblica.it/politica/2011/11/29/news/magri_suicidio_assistito-25763126/
Un'intervista di Marta Marzotto in cui parla di Lucio Magri
S'era raccomandato con i suoi amici più cari, quelli d'una vita, i compagni del Manifesto. Non voglio funerali, per carità, tutte quelle inutili commemorazioni. Necrologi manco a parlarne. Luciana si occuperà della gestione editoriale dei miei scritti. Per gli amici e compagni lascio una lettera, ma dovete leggerla quando sarà tutto finito. Sì, ora è finito. La notizia può essere resa pubblica. Lucio Magri, fondatore del Manifesto, protagonista della sinistra eretica, è morto in Svizzera all'età di 79 anni. Morto per sua volontà, perché vivere gli era diventato intollerabile.
A casa di Lucio Magri, in attesa della telefonata decisiva. È tutto in ordine, in piazza del Grillo, nel cuore della Roma papalina e misteriosa, a due passi dalla magione dove morì Guttuso, pittore amatissimo ma anche avversario
sentimentale. Niente sembra fuori posto, il parquet chiaro, i divani bianchi, i libri sulla scrivania Impero, la collezione del Manifesto vicina a quella dei fascicoli di cucina, si sa che Lucio è un cuoco raffinato. Intorno al tavolo di legno chiaro siede la sua famiglia allargata, Famiano Crucianelli e Filippo Maone, amici sin dai tempi del Manifesto, Luciana Castellina, compagna di sentimenti e di politica per un quarto di secolo. No, Valentino non c'è, Valentino Parlato lo stiamo cercando, ma presto ci raggiungerà. In cucina Lalla, la cameriera sudamericana, prepara il Martini con cura, il bicchiere giusto, quello a cono, con la scorza di limone. Cosa stiamo aspettando? Che qualcuno telefoni, e ci dica che Lucio non c'è più.
Da questa casa Magri s'è mosso venerdì sera diretto in Svizzera, dal suo amico medico. Non è la prima volta, l'aveva già fatto una volta, forse due. Però era sempre tornato, non convinto fino in fondo. Ora però è diverso. Domenica mattina rassicura gli amici: "Ma no, non preoccupatevi, torno domani". La sera il tono cambia, si fa più affannato, indecifrabile, chissà. Il lunedì mattina appare sereno, lucido, determinato. Ha scelto, e dunque il più è fatto. Bisogna solo decidere, e poi basta chiudere gli occhi. L'ultima telefonata nel pomeriggio, verso le sedici. Poi il silenzio.
Una depressione vera, incurabile. Un lento scivolare nel buio provocato da un intreccio di ragioni, pubbliche e private. Sul fallimento politico - conclamato, evidentissimo - s'era innestato il dolore privato per la perdita di una moglie molto amata, Mara, che era il suo filtro con il mondo. "Lucio non sapeva usare il bancomat né il cellulare", racconta una giovane amica. Mara che oggi sorride dalle tante fotografie sugli scaffali, vestita color ciclamino nel giorno delle nozze. Un vuoto che Magri riempie in questi anni con le ricerche per il suo ultimo libro, una possibile storia del Pci che certo non a caso titola Il sarto di Ulm, il sarto di Brecht che si sfracella a terra perché non sa volare. Ucciso da un'ambizione troppo grande, così almeno appare ai suoi contemporanei. Anche Magri voleva volare, voleva cambiare il mondo, e il mondo degli ultimi anni gli appariva un'insopportabile smentita della sua utopia, il segno intollerabile di un fallimento, la constatazione amarissima della separazione tra sé e la realtà. Così le ali ha deciso di tagliarsele da sé, ma evitando agli amici lo spettacolo del sangue sul selciato.
Aspettando l'ultima telefonata, a casa Magri. Lalla, la cameriera peruviana, va a fare la spesa per il pranzo, vi fermate vero a colazione? E' affettuosa, Lalla, ha ricevuto tutte le ultime disposizioni dal padrone di casa. No, non ha bisogno di soldi per il pranzo, ci sono ancora quelli vecchi che lui le ha lasciato. È stata lei ad assistere Mara nei tre anni di agonia per il brutto tumore, e poi ha visto spegnersi lui, sempre più malinconico, quasi blindato in casa. Ogni tanto qualche amico, compagno della prima ora. Ma dai, reagisci, che fai, ti lasci andare proprio ora? Ora che esce l'edizione inglese del tuo libro? E poi quella argentina, e quella spagnola? Dai, ripensaci, c'è ancora da fare. Ma lui non era convinto. Non poteva fare più nulla. Lucido e razionale, fino alla fine. E poi s'era spenta la sua stella, così scrive anche nell'ultima lettera ai compagni.
Sembra tutto surreale, qui in piazza del Grillo, tra squilli di telefono e porte che si aprono. Arriva Valentino, invecchiato improvvisamente di dieci anni. Lo accolgono con calore. No, non sappiamo ancora niente. Aspettiamo. Ricordi privati e ricordi pubblici, lui grande giocatore di scacchi, lui grande sciatore, lui politico generoso che preparava i documenti e nascondeva la sua firma. Ma attenzione a come ne scrivete, non era un vanesio, non era un mondano. Dalle fotografie sui ripiani occhieggia lui, bellissimo e ancora giovane, un'espressione tra il malinconico e il maledetto. Dietro la foto più seducente, una dedica asciutta. "A Emma, il suo nonno". Neppure Emma, la bambina di sua figlia Jessica, è riuscito a fermarlo.
Poi la telefonata, quella che nessuno avrebbe voluto mai ricevere. Ora davvero è finita. Le pompe funebri andranno a prelevarlo in Svizzera, tutto era stato deciso nel dettaglio. L'ultimo viaggio, questo sì davvero l'ultimo, è verso Recanati, dove sarà seppellito vicino alla sua Mara, nella tomba che lui con cura aveva predisposto dopo la morte della moglie. Luciana Castellina s'appoggia allo stipite della porta, tramortita: "Non avrei mai immaginato che finisse così". Il tempo dell'attesa è concluso, comincia quello del dolore.
http://www.repubblica.it/politica/2011/11/29/news/magri_suicidio_assistito-25763126/
Un'intervista di Marta Marzotto in cui parla di Lucio Magri
Essere rapinato a Napoli
Nella vita di una persona la dimensione del successo consiste nell'andare a Napoli, essere rapinato, ma poi ricevere tutto indietro su decisione della camorra, come per Lavezzi
Guido ceronetti e' un caffè Mulassano ambulante
Diventare vecchi per finalmente ricordare un passato che non abbiamo mai vissuto
L'irrefrenabile desiderio di poesia che coglie tutti quelli con la tosse
Il primo passo per il divorzio e' l'iscrizione al corso di latino americano
Perché il viale del tramonto si percorre ballando il tango
L'irrefrenabile desiderio di poesia che coglie tutti quelli con la tosse
Il primo passo per il divorzio e' l'iscrizione al corso di latino americano
Perché il viale del tramonto si percorre ballando il tango
lunedì 28 novembre 2011
indice di emarginazione
per il calcolo del mio indice di emarginazione, aver vissuto all'estero e collaborare attivamente con un sito web hanno una rilevanza altissima. Aggiungeteci un bmi non lunsinghiero ed è fatta.
domenica 27 novembre 2011
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