domenica 23 aprile 2006

Le particelle elementari

La fedeltà del film Le Particelle Elementari al romanzo di Houellebecq è come una versione dell’Amleto con lui che apre una pizzeria a Napoli, che serve per riciclare il denaro sporco di Rosencrantz, un camorrista amico di Berlusconi, poi Amleto convinto da Padre Pio si converte e, dopo il lieto fine, compare sullo schermo la frase “Essere o non lessare? Boh”.
Dopo 10 secondi è già chiaro che il film fa schifo: invece che in Francia, il film è ambientato a Berlino, probabilmente perché non avevano abbastanza soldi nemmeno per girare un super8.
Per far capire che Michael è in viaggio, Michael va in giro ovunque (al cimitero, in casa, nel prato) con una valigia di cartone pressato; per far capire che Bruno è un tedesco che va e viene dalla clinica psichiatrica, lo si vede andare al capezzale della madre o in gita al mare in ciabatte con le bianche calze di spugna; quando le persone hanno una malattia fisica, dormono; quando hanno una malattia psichica, bevono absolute vodka; si vedono delle tette, e sono brutte.
Nei dialoghi sono presenti i seguenti passaggi:
- non ho avuto fortuna con gli uomini;
- a cosa pensi? Alla mia vita;
- abbiamo verificato i tuoi calcoli con il supercomputer.
Se l’autismo può essere definito come mancanza di comprensione del contesto e dei sottintesi, è certo che il regista Oskar Roehler è autistico; dopo Lola Corre si rivedono i protagonisti Moritz Bleibtreu e Franka Potente, e aumenta il malessere vedere che la Potente è fisicamente in piena fase di merkelizzazione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

però le scene di sesso di gruppo e il campo nudista new age sono veramente kitsch!!!!!

carlotta

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