sabato 15 aprile 2006

Alla fine io direi, andiamo fin lì.
Ecco, ma non tipo per guardare gli altri e da pochi tratti risalire a come sono, no, il tipo solo in giacca che fa quello soprappensiero per fare quello che ha pensieri, che lavora sodo ed è solo perchè lavora tanto, mica vero, o la tipa scosciata perché insicura, o quella che fa che ha fretta, no, lasciamo perdere il clubbino di quelli che hanno capito e se ne compiacciono, senza nemmeno dire che quelli che hanno capito se ne compiacciono per compiacerci dell’aver capito che c’è sempre un attico sul superattico, ecco, no, il pi greco è 3,14 e non 3,1415, 3,14159, nessun sofisma, compiacersi vuol dire non aver capito tutto, e anche il non compiacersi è non aver capito, perché alla fine l’entusiasmo, perché no, non si può andarci contro, non si può per principio dire che non si dorme, perché poi comunque ti viene sonno a dispetto del principio, andare contro i miei principi non va contro i miei principi.
Perché il sonno ti viene, poi la stanchezza la senti in proporzione della percezione che hai di non farcela, quindi ogni problema è prima una questione di stima e poi di struttura, senti di avere sonno in base a quanto è difficile stare sveglio, e poi comunque ti viene sonno, prima o poi.
Ecco, detto questo, io direi, usciamo, andiamo fin lì, non troppo oltre, ma un po’: l’età adulta è appunto il passaggio dalla possibilità alla realtà, e se non avviene diventa il passaggio all’irrealtà.
Certo, non si può non avere vergogna di aver avuto degli antenati vestiti di tuniche o che avevano le unghie sporche, che morivano di dissenteria a Verdun perché scoppiavano le bombe, chiaro che ognuno vorrebbe fare la differenza, ma alla prova dei fatti tutto viene fuori, però non è che perché viviamo in questo spazio casuale, con gli uomini che sono venuti fuori con gli organi strani e le orecchie e i lineamenti alcuni ridicoli alcuni puliti e gradevoli ma sempre con queste cose bizzarre tipo il naso e le orecchie e cinque dita e tutte queste cose strane che ci sono sulla Terra come i tramonti un po’ volgari con troppi colori, adesso non prendiamo la macchina facendo attrito con le ruote perché alla fine questa forza di gravità non è convincente, è sicuramente paradossale questo amore per i linguaggi, parlare di tattica per far vedere che si hanno la gambe e si gioca a pallone, dire “l’altro con giorno con la mia ragazza” perché si è gente che si sta stare al mondo.
Perché anche Arpe per fare gruppo magari fa le battute sulle complessità contabili l quando va a mangiare la pizza con i colleghi, magari uno si fa venire il dubbio prevalere grazie all’ignoranza, però come dubbio è molto costruito, è giusto stare bene, è igiene per il corpo proprio e il corpo sociale, ecco vedi non neghiamo la natura sociale, la condivisione l’entusiasmo, l’andare a dormire e l’amore, andiamo fin lì, così com’è.

1 commento:

Anonimo ha detto...

notevole davvero.
tanto.
pure troppo direi.
vien da far gesti estremi.
eroici o vigliacchi, cmq estremi.
così. giusto per darsi un senso.
che ugualmente non verrebbe.
Z

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