venerdì 14 gennaio 2005

Incerti & Interinali, Depressi e Malati

Incerti & Interinali
Single, laureato, precario e insicuro. Questo è il ritratto che fa l'Eurispes del lavoratore italiano di età compresa tra i 18 e i 40 anni, nel Rapporto Italia 2005 che il presidente Gian Maria Fara presenterà a Roma il 28 gennaio. Un'anticipazione, dunque, che rivela come il lavoro flessibile sia sempre più una condizione permanente per gran parte degli italiani: non solo tra i più giovani, ma anche nella fascia d'età compresa tra i 26 e i 39 anni.
Dall'indagine - condotta tra il 25 novembre 2004 e il 5 gennaio 2005 su un campione di 446 lavoratori atipici - emerge infatti che il 61,7% degli uomini e il 62,8% delle donne intervistati ha lavorato sempre con contratti atipici. Il lavoro flessibile sembra trasformarsi in una permanente condizione lavorativa non solo per i più giovani (il 57% ha tra i 18 e i 25 anni), ma anche tra i 26 e i 32 anni (66,9%) e fra i 33 e i 39 (67,8%).
La stragrande maggioranza del campione (89,7%) risulta inoltre celibe o nubile: appena il 6,5% è sposato, l'1,3% convive e il 2,5% è divorziato o separato. Solo il 6,5%, poi, ha uno o più figli. Il 55,9% è in possesso di master o specializzazione post-laurea, l'83,2 di laurea.
Fara accusa la concezione italiana di flessibilità: ''Purtroppo in Italia è stata interpretata solo come possibilità per l'imprenditore di modificare in qualsiasi momento le condizioni del rapporto di lavoro (e quindi anche le modalità di cessazione), e non come strumento in grado di rendere flessibile l'organizzazione del lavoro''.
La tipologia di contratto più frequente risulta quella ''a progetto'', con il 27,9%; il 22,9 ha un contratto occasionale, il 20,9 è un collaboratore coordinato e continuativo, il 13,2 ha un contratto di tipo subordinato a tempo parziale, l'8,5 lavora tramite agenzie interinali e il 5,4% con un contratto d'inserimento. Inoltre, il 71,5% dei lavoratori atipici percepisce mensilmente lo stipendio, mentre il 10,8 viene pagato ogni 2/3 mesi, lo 0,7 ogni 4/5 e il 5,2 alla consegna del lavoro. Ma c'è anche un 11,2% (soprattutto tra le donne e i più giovani) che viene pagato senza una cadenza regolare. Per i 3/4 di questi lavoratori lo stipendio non supera i 1000 euro netti al mese.
Circa i 2/3 lamentano di conseguenza difficoltà nel far progetti di vita. Per il 66,1% del campione, infatti, la flessibilità ostacola la capacità progettuale, minando alla base la possibilità di operare qualsiasi scelta: la condizione di lavoratore atipico, ad esempio, impedisce a molti l'accesso al credito per mutui o per contrarre affitti.
Il fatto di non avere un lavoro sicuro e stabile procura poi alla maggior parte delle donne stati di ansia (52,5% contro il 37,7% degli uomini) o di stress (56,5%, contro il 32,1% degli uomini) ed espone 1/5 di loro (il 20,5%, contro il 10,4% degli uomini) a stati depressivi frequenti o continui.
AdnKronos

Depressi e Malati
“La salute mentale deve diventare una priorità politica”, ha affermato ieri a Helsinki il commissario europeo alla Salute e alla Protezione dei consumatori, Markos Kyprianou, in apertura della Conferenza ministeriale europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dedicata a questo problema, che si concluderà il 15 gennaio.
I suicidi, in Europa, uccidono più persone degli incidenti stradali: 58.000 contro 50.700. I morti per omicidio sono meno di un decimo, 5.350. La maggior parte delle morti per suicidio è legata a problemi di salute mentale o alla depressione. Il 15% dei depressi si toglie la vita e il 56% ci prova.
“Le malattie mentali hanno un tasso di mortalità uguale alle malattie fisiche, come il cancro”, ha affermato il commissario Kyprianou. “Tuttavia, è sorprendente che la questione della salute attenzione riceva scarsa attenzione. Si può dire che è un assassino invisibile. Io sono determinato a cambiare questo stato di cose.”
RSInews

Il Mondo spaccato in due
Resta lo sgomento di fronte a un mondo del lavoro spaccato in due, dove i superprotetti del posto fisso sono sempre più vecchi e sottopagati, mentre i sottoprotetti dell’«up or out», cresci o esci, ringiovaniscono di anno in anno, in molti casi lasciando per strada già dei quarantenni. Nessuno al momento ha soluzioni rassicuranti: solo speranze e nostalgie.
Massimo Gramellini


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Dal 1996 io REGOLARMENTE mi rovino l'estate per sostituire il personale cha va in ferie e il furbo che (tutelato lui) marca visita proprio nei momenti di picco di lavoro. Ho pure una causa aperta con le Poste Italiane S.p.A.. Da un anno poi (per motivi varii) sono in cura per depressione. Sicuramente non mi posso godere i periodi in cui non lavoro, anzi. Quest'anno arriverò a "festeggiare" 35 anni. Vivo (vivo?) a casa di mia madre. Colleghi, amici, parenti, mi dicono che devo solo stare calmo ed aspettare.

Anonimo ha detto...

Mi sto per laureare in Economia, ma già mi sento depressa! Considerando che ho 27anni, vivo in un paesino della prov.di lecce, dove già è una faticaccia trovare un'azienda che mi dia del materiale per la mia tesi(è da sei mesi che inoltro domande ma nessuno mi considera), figuriamoci se posso avere la speranza di trovare un lavoro,e data la precarietà che da un pò di tempo caratterizza tutto il mondo del lavoro...........
Mi sa che devo affidarmi a uno psicologo sin da ora!
Ne approfitto per fare i complimenti all'autore di questo blog, è davvero molto interessante!

Anonimo ha detto...

Uhm...se togliamo l'aggettivo laureato tutto torna...
Director (www.directedby.splinder.cpm)

Anonimo ha detto...

scusami se sono dura di comprendonio....ma cosa intendi?

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