lunedì 12 gennaio 2004

Sulla modernità della forma e del contenuto nell'opera d'arte

La matrice per valutare il valore dei sonetti basata sui criteri forma/contenuto che improvvidamente Robin Williams professore dell'Attimo Fuggente faceva strappare, in realtà può costituire un ottimo strumento per comprendere l'Arte Moderna.
La maggior parte della musica, per esempio, è moderna solo dal punto di vista della forma, per gli strumenti che usa, non certo dal punto di vista del contenuto, visto che si basa ancora sulla melodia. L'unico esempio di musica moderna dal punto di vista del contenuto che mi viene in mente è Michael Nyman (e prima Glass), che con le loro cellule melodiche iterative hanno creato una nuova modalità di musica, riconducibile alla modularità tipica del software, dei mobili o delle case.
Peraltro Nyman ha una musica moderna dal punto di vista del contenuto, mentre la forma (strumentazione orchestrale), non lo è; pertanto l'unico vero esempio di modernità in ambito musicale che mi sovviene è Rodrigo Leao, che per contenuti si avvicina a Nyman, e per gli strumenti è più moderno.
Nel cinema, Matrix è un chiaro esempio di forma moderna e contenuti non moderni: la frammentazione dei videoclip e la multidimensionalità di un film come The Pillow Book sono reali espressioni di ciò che può essere considerato moderno oggi, utilizzando forme innovative in contenuti (le microstorie modulari che caratterizzano già la musica moderna e caratterizzano la nostra epoca di parcellizzazione e specializzazione del lavoro) altrettanto innovativi.
L'unica forma d'arte dove si constata una totale inadeguatezza allla contemporaneità è la letteratura, moderna nè per forma nè per contenuto.
C'è da notare che nella parte legata alla forma vi è una componente legata al progresso tecnico della forma espressiva, che inevitabilmente data l'espressione artistica.
Nella musica l'introduzione del sax o della chitarra elettrica rende moderni i pezzi che se ne servono, e come sono attuali per i contemporanei, sono datati per i posteri.
Lo stesso si può dire per i film muti e per quelli in bianco nero: la componente tecnica condiziona in parte la forma, la contemporaneizza e pertanto la rende inadatta all'eternità che dovrebbe essere propria dell'opera d'arte.
Il fatto che la letteratura non si sia mai modernizzata dal punto di vista tecnico, la rende eterna, e pertanto possiamo comparare Omero a Eco, mentre dal punto di vista dell'esperienza estetica Griffith non è paragonabile a Fellini, e Fellini non è già più paragonabile ai Wachowski, ma i Wachowski non saranno già paragonabili tra poco tempo (si può forse configurare una legge di Moore per le espressioni artistiche legate alle nuove tecnologie?)

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