#bersani non ha vinto le elezioni, non ha eletto il presidente della repubblica, adesso non può non dimettersi #pd
1 commento:
Pierlu B.
ha detto...
Mo' dai ragassi, non sono un "fesso" della politica,un kamikaze che si butta sulla propria nave per suicidarsi,un matto che cammina su una lastra di ghiaccio per affogare nel discredito! Fin dall'inizio sapevo di andare incontro allo smacco perche' questo era il prezzo da pagare alla Chiesa iperattiva dietro le quinte, e alle pressioni che a partire dal Colle invocavano un candidato unitario che potesse placare le ansie del Cavaliere. Chi non l'ha capito e' stato il Marini ,che non essendo mai stato una testa fine, si e' prestato al gioco per una vanita' senile che avrebbe dovuto indurlo a ritirarsi. Resta il fatto che bruciando la prima candidatura ho pagato il prezzo e adesso posso giocare le carte "vere" dopo la quarta votazione. Le vecchie volpi della politica, quelle che non sono state generate dal web e nelle corti dei palazzi fiorentini,hanno gia' visto in passato questi giochetti dove la tattica prevale sulla strategia e i moribondi alla fine risultano vincenti. E allora c'e' da chiedersi che cosa succederebbe se Romano Prodi alla quarta votazione raccogliesse il suffragio del popolo grillino che ancora oggi non lo ha rigettato, del Nichi Vendola turbato, e di quel sindaco post-rinascimentale che con la sua frenesia non riesce a separare il "nunc" dal "semper" di gramsciana memoria. Ma sopratutto: in quale labirinto infernale finirebbero le speranze di Berlusconi che fa ruotare la giostra sempre e soltanto intorno ai suoi problemi giudiziari? Tutto questo per dire che se oggi mi sono venduto la pelle dell'orso marsicano, non lo ho fatto perche' mi sono bevuto il cervello a costo di spaccare il partito. Ho camminato sul filo del rasoio ma se per caso dopo i presidenti delle due Camere riesco anche portare un mio uomo al Quirinale allora... dai che lo smacchiamo il giaguaro!
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Mo' dai ragassi, non sono un "fesso" della politica,un kamikaze che si butta sulla propria nave per suicidarsi,un matto che cammina su una lastra di ghiaccio per affogare nel discredito!
Fin dall'inizio sapevo di andare incontro allo smacco perche' questo era il prezzo da pagare alla Chiesa iperattiva dietro le quinte, e alle pressioni che a partire dal Colle invocavano un candidato unitario che potesse placare le ansie del Cavaliere. Chi non l'ha capito e' stato il Marini ,che non essendo mai stato una testa fine, si e' prestato al gioco per una vanita' senile che avrebbe dovuto indurlo a ritirarsi.
Resta il fatto che bruciando la prima candidatura ho pagato il prezzo e adesso posso giocare le carte "vere" dopo la quarta votazione.
Le vecchie volpi della politica, quelle che non sono state generate dal web e nelle corti dei palazzi fiorentini,hanno gia' visto in passato questi giochetti dove la tattica prevale sulla strategia e i moribondi alla fine risultano vincenti. E allora c'e' da chiedersi che cosa succederebbe se Romano Prodi alla quarta votazione raccogliesse il suffragio del popolo grillino che ancora oggi non lo ha rigettato, del Nichi Vendola turbato, e di quel sindaco post-rinascimentale che con la sua frenesia non riesce a separare il "nunc" dal "semper" di gramsciana memoria.
Ma sopratutto: in quale labirinto infernale finirebbero le speranze di Berlusconi che fa ruotare la giostra sempre e soltanto intorno ai suoi problemi giudiziari?
Tutto questo per dire che se oggi mi sono venduto la pelle dell'orso marsicano, non lo ho fatto perche' mi sono bevuto il cervello a costo di spaccare il partito. Ho camminato sul filo del rasoio ma se per caso dopo i presidenti delle due Camere riesco anche portare un mio uomo al Quirinale allora... dai che lo smacchiamo il giaguaro!
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