dietro a qualsiasi cosa uno dica, c'è dietro qualcos'altro.
nel dire che dietro a qualsiasi cosa uno dica, c'è dietro qualcos'altro, c'è il principio di affermazione del proprio spirito di osservazione, nell'inganno su cui si mantiene il mondo per cui nonostante tutto chiunque si sente migliore di chiunque altro, nonostante tutto.
nel non dire niente c'è il delirio di onnipotenza ipoteticamente surrogato dall'esperienza per cui chi ha molto visto e sentito arriva a permettersi di pensare che sia tutto indifferente, fare o non fare, esistere o non esistere, e quindi non potendo prevalere facendo ed esistendo, per affermare la sua supremazia rinuncia a tutto.
e comunque, dietro al non voglio niente, non ho bisogno di niente, c'è sempre un amami, come in ogni bellezza c'è un guardami, e in ogni bruttezza c'è non guardarmi, ma conoscimi e amami, fino a guardarmi.
perchè l'universo è un bambino che non sa chi è, cos'è, cosa fa, e avanza a tentoni come nubi gassose in big bang e buchi neri, e crea mondi paralleli come compagni di giochi della sua noia.
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