Tendendo verso Il livello zero di ogni conversazione, si possono riscontrare con frequenza gli stessi argomenti:
- calcio;
- commenti sui programmi televisivi;
- umorismo prefabbricato sul capire le donne.
Tralasciati per ovvie ragioni i primi due argomenti, del capire le donne già discettavano i Greci, che associavano la loro mutevolezza al prolasso dell'utero, da cui il termine isteria.
Ora, tutta questa complessità e mutevolezza delle donne, possiamo ricondurla ad un'unica frase:
- vorrei che tu esaudissi i miei desideri senza aver bisogno di dirteli.
In questa frase, si riassume il desiderio di tutti:
- meritare quello che non si vale;
- meritare più di quello che si vale.
L'incomunicabilità femminile dei propri desideri è dovuta all'impossibilità di motivarli, perché non adeguati alla propria condizione, e di spiegarli, perché spesso non li si conosce.
Sussiste infatti un trompe l'oeil della prospettiva per cui si tende ad autoconsiderarsi (e quindi valere) più di quello che si è, e al tempo stesso è nella natura umana (e dell'universo) il desiderio di espandersi oltre anche a quello che nemmeno si riesce a concepire.
Quindi la difficoltà di capire le donne altro non è che la traduzione della tensione dicotomica alla base del loro volere, un volere-oltre & un volere-aldilà, e ogni commento ulteriore è superfluo, a dimostrazione che alla base di una buona conversazione vi è l'ignoranza, e che giungere alla verità può essere complesso, ma una volta raggiunta la verità altro non è che un SI o un NO.
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