venerdì 4 agosto 2006

I 90 anni sono una gioia o un peso?
Una noia. Mi vergogno d’averli. La vita non mi diverte più. Mi sarei ammazzato nel 2000. Avevo anche deciso la località: Waterloo. Ma te lo vedi il titolo «Dino Risi suicida a 90 anni»? Ridicolo. Mi dà noia persino il cuore a batteria. A letto appoggio l’orecchio sul cuscino e non sento più tic toc, solo sciuf sciuf, il soffio del pacemaker.

Meglio il residence dell’ospedale.
Mi costa 3.500 euro al mese ma pigio un bottone e arriva l’idraulico. Spero di non fare la fine di Tognazzi. Era in clinica per problemi cardiaci. Non si rassegnava al ruolo di malato, voleva tornare a casa. Il primario, un vecchio medico col bastone, entrò in stanza e gli rivolse un discorso spaventoso: «Lei starà qui fino a quando non glielo dico io. Si ricordi che non è più il Tognazzi che faceva ridere la gente e si scopava le più belle donne del mondo. Lei ora è diventato un poveraccio come tutti». Dopo due ore Ugo morì.

Perché dal 1990 non gira più un film?
Non so come ho fatto a girarne 50. Stare 14 ore sul set è una tortura. Devi continuamente dare risposte: non lo sopporto. Sono invecchiato all’improvviso, mentre passeggiavo in viale Buozzi. Scende una ragazza da una Harley Davidson, si toglie il casco, scuote i capelli, mi guarda e sorride. Ero paralizzato, innamorato perso. Lì ho realizzato che avevo 86 anni. Non bisognerebbe invecchiare. È un errore. Vittorio Gassman diceva: «La morte è un’indecenza».

2 commenti:

Anonimo ha detto...

oro colato
Z

Anonimo ha detto...

Da dove è estratto?
Un libro?
M

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