venerdì 4 agosto 2006

La Letteratura

Cose come il fantastico mondo di Amelie sono anche carine, ma sono parziali, sbilenche, asettiche: i cuscini sono sempre a posto, Amelie non va mai al cesso.
Chi va al cesso spesso è Benigni, che però è ancora più falso, con lui la merda profuma.
Del resto risulta essere irrimediabilmente volgare tutto ciò che è umano, perché l'uomo ha vergogna della sua condizione, sa di essere ridicolo, e che ovunque arriva l'umano, là è il ridicolo.
L'emozione particolare dell'umidità femminile, o la forza vitale dell'erezione maschile, a scriverne è un po' sempre come parlare con la bocca piena, o vomitare ubriachi sulle scarpe di uno sconosciuto: se le cose sono come sono non è colpa nostra, però l'interlocutore ne è sempre un po' urtato (e vale anche in questo preciso momento per questo specifico brano).

La letteratura dovrebbe essere verità, ma quando la verità diventa letteratura, ecco che non è più verità, come in Lisbon Story Wim Wenders teorizzava che un'immagine ripresa in quanto scelta, e quindi già vista, diventasse per questo automaticamente disonesta.
Un esempio è questo brano di Andrea Pazienza:
Intanto di non essere un genio. Perchè sì, lo confesso, da ragazzo ci speravo. Invece no, sono un fesso qualsiasi. [...] Ora che vivo in campagna come un cretino non sono più depresso e quindi saluto volentieri gli amici che mi sono rimasti qua e là nelle città. Le amiche soprattutto. Di me, volendo, si può dire tutto il male che si vuole, però tante di quelle cose non sono vere. Capisco viceversa la delusione di qualcuno quando si è accorto che il fumettaro per cui tifava altri non era che il fesso di cui sopra. Ora, naturalmente, che sono fesso me lo posso dire io da solo, perchè sono sempre in grado di stracciare il novanta per cento dei vostri.

Sì, sembra essere una cosa onesta, e sincera, e bella, ma in realtà è solo un topos letterario basato (e stra-abusato) sull'estremo abbassamento-innalzamento dell'umana condizione, il "sono un genio ma nessuno lo sa" di Bukowski, il re del mondo che sopravvive nella mansarda o nel retro della tabaccheria di Pessoa, ecc. ecc. perché tutti ci sentiamo comunque degni di vivere e di sentirci amati.

La letteratura invece non dovrebbe essere niente di tutto questo, ma permettere di volare sopra le nuvole, e guardare il sole esattamente com'è.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Non so se io sia Calvinista ma lo scrittore ha ragione e torto allo stesso tempo.
Che Roth si facesse le seghe, con la carne che poi tutta la famiglia si sarebbe mangiata, poco interessa; così come se la cosa sia reale.
Interessa la capacità di emozionarmi.
Dato che gli scritti di Melissa P ad esempio non mi fanno eccitare (avrei utilizzato termini diversi...), non la ritengo pornografia di buona qualità.
M

thy.fore ha detto...

Sì ma Melissa P è letteratura di genere, come camilleri, sono come il bartezzaghi che fa i cruciverba, servono per fare quella cosa li' e magari la fanno anche bene.
anche rubando gli orologi hai l'emozione.
qui l'obiettivo era qualcosa che permettesse di capire le cose.

Anonimo ha detto...

"di capire le cose"?
Io non parlo per altri. Non credo di poter capire le cose. Credo al massimo di credere di capire le cose. Mi racconto piccole false verità.
La scienza dovrebbe per alcuni permettere di capire le cose,non credo la letteratura.
I libri servono ai più per addormentarsi più in fretta quando sono a letto o a trascorrere il tempo durante gli spostamenti in treno...
Se vuoi capire le persone rinuncia.
Se dovessi scegliere preferirei Apollinaire a Melissa P.
M

thy.fore ha detto...

"La scienza dovrebbe per alcuni permettere di capire le cose,non credo la letteratura"

Il fatto che non sia ancora stata fatta della fisica sociale seria, non vuol dire che non ci sarebbe bisogno di farne.
Tu stai ragionando come se le macchina a vapore servisse per fare il vapore.

Anonimo ha detto...

Edoardo, io scrissi "La scienza dovrebbe per alcuni permettere di capire le cose,non credo la letteratura". "...capire le cose..."
non penso che si possano capire le persone. Leggo di psicologia ed etologia ma le persone sono (per me) insondabili alla logica razionale.
A che pro una fisica sociale?
Per me sarebbe come la filosofia.
La cosa più interessante sarebbe vedere dove la teoria è fallace e come si arrabatta il filosofo per nascondere la cosa.
Ma la macchina a vapore non serve forse per fare i cavalli vapore?
Ci scommetto! (sui cavalli vapore)
M

Anonimo ha detto...

Scusa la vis ma la sociologia mi interessa proprio poco.
Una domanda riguardo il post:
ma cosa pensi dell'ego smisurato e non misurabile degli "artisti"?
M

Anonimo ha detto...

poche persone hanno volato sopra le nuvole e guardato il sole come pazienza, senza nasconderne il risultato pure bruciandosi la cornea. inoltre c'e' quel 90% che credo sia assolutamente inappuntabile (a rigor del vero è un po' basso).
il fatto che qualcuno sia stato davvero un immenso vivendo in una mansarda non va sminuito dal fatto che un oceano di mediocri sperano nella medesima sorte e senza alcun diritto/merito. ZannA

Anonimo ha detto...

"non sia ancora stata fatta della fisica sociale seria"
e comte?

thy.fore ha detto...

ma ti pare che uno sfigato che la prima tipa che conosce impazzisce e ci fonda una religione sopra sia una cosa seria?

Posta un commento