lunedì 10 ottobre 2005

Loser Shop

Napoleone non faceva che esprimere, in modo chiaro e preciso, quell'intima sensazione e brama di una vita più piena, che i deboli mortali sentono, ma devono forzatamente dissimulare.

L'amore è il male. Codesto turbamento che vi rapisce, codesta serietà e codesto silenzio sono una meditazione del genio della specie. L'adolescente pronto a morire per colei che ama e il cui fiero sguardo non ha che lampi di generosità; la vergine che avanza circonfusa della sua grazia come di un'aurora rivestita di bellezza che fa mormorare tra loro come cicale i vecchi e cadere in ginocchio chiunque abbia un cuore umano, sono due macchine nelle mani di questo genio imperioso. Esso non ha che un pensiero, un pensiero positivo e senza poesia: la durata del genere umano.
Ammirate, se volete, i suoi procedimenti; ma non dimenticate che esso non pensa che a colmare vuoti, a riparare brecce, a mantenere l'equilibrio tra le provviste e la spesa, a tenere sempre abbondantemente popolata la stalla in cui il dolore e la morte recluteranno le loro vittime.

Schopenhauer non ebbe madre, né moglie, né figli, né famiglia, né patria. Fu assolutamente solo, senza neppure un amico; e tra uno e nessuno si stende l'infinito.

Gli bastarono due camere presso una pensione, e là visse gli ultimi trent'anni della sua vita, senz'altra compagnia che quella di un cane, prendeva i suoi pasti generalmente al Ristorante Inglese.

Schopenhauer sfogava i suoi istinti sessuali frequentando le case di piacere, a conferma della sua concezione pessimistica che la procreazione sia un male, in quanto mette al mondo uomini destinati all'infelicità.

L'attacco della scienza contro la teologia, l'accusa dei socialisti contro la miseria e la guerra, l'importanza biologica nella lotta per l'esistenza, tutti questi fattori aiutarono a elevare finalmente Schopenhauer alla fama.
Era ancora in tempo per poter gioire della sua popolarità: leggeva con avidità tutti gli articoli che apparivano su di lui; chiedeva che gli mandassero qualunque brano di commento stampato, offrendo di pagare le spese postali. Così il grande pessimista divenne, nei suoi ultimi anni, quasi ottimista: suonava assiduamente il flauto e ringraziava il tempo di averlo liberato dagli ardori della gioventù.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Edo, ma vai al Diavolo... nel senso buono, parlo del locale, questa sera c'è Alberto Fortis...

Liz

thy.fore ha detto...

magari!
purtroppo sono a milano...

Anonimo ha detto...

Concerto interessante, non solo musica e canzoni, ma anche tanti messaggi positivi sulla vita, una rosa, un bacio, il fiume, l'oceano, le speranze, etc..

Gli ho dedicato una poesia "Stella del deserto"...

Quanti disastri in questo mondo, giorni difficili...

Liz

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