domenica 26 giugno 2005

La leva calcistica del '74

Quello che conta è avere ancora un altro calcio di inizio

Alla fine quello che conta non è vincere o perdere, giocare bene o giocare male.
Quello che conta è rimanere in serie A anche se la squadra retrocede, non finire in tribuna o in panchina, e quando la punta ti va via, mentre si avvicina alla porta, pregare che non segni.
E avere tu una punta o una moglie o un suocero che ti trascina avanti, un centrocampista o un dipendente che ti tiene a galla, indovinare quel tiro in porta con effetto da 30 metri alla laba, fare come il ferro, impegnarsi in allenamento per guadagnare una maglia da titolare, il sabato andare in disco, la domenica fare schifo, ma tanto poi in allenamento riguadagni la maglia.
Oppure non conta niente di tutto questo, non contano i cross, non contano le scivolate, ma solo i ricordi: i ricordi dei ragazzi del Parco Biberach, che poi accendi la tv e i lanci già perfetti di Paro adesso sono in serie A nel Siena, oppure bianchi che stava in porta che ora commenta Toro-Perugia dal Delle Alpi per Tele Nova, oppure tu che domani c'è la semifinale del torneo aziendale.
Oppure la rovesciata del Lomba quella volta che abbiamo vinto il torneo di Portacomaro, quando la società sportiva F.lli Ingrao Impermeabilizzazioni invece che ingaggiare tre brasiliani aveva ingaggiato tre sintu, oppure ascoltare O Fortuna prima della finale a Castiglione, la vaselina che spunta dal borsone del bino e le solite battute da spogliatoio, i racconti delle partite sulla spiaggia a San Sebastian, una vita che gioco con Nico e riuscire ancora a litigare come Sandra e Raimondo, e telefonargli da Parma per sapere come è andata o lui che mi manda i ritagli del giornale con le partite a Lisbona, quella volta che giocammo il torneo di Grazzano incontrando tutte le squadre sulla strada da Asti a Casale, e la sera che perdemmo la finale lo schianto in macchina, contro un albero che adesso non c'è +.
Questo post è come una mia azione: ho riconquistato palla con le unghie e con i denti, e ora non so a chi darla, alzo la testa, c'è il Laba, la passo a lui, Laba concludi tu.
Nostalgia da 2 soldi.
Grande Laba.
Fino a che saremo almeno 5, nonostante le donne, i figli, il lavoro, le distorsioni, gli stiramenti, le ferite, le gambe che fanno male, andremo avanti: che altro si potrebbe fare?

Dai raga, saliamo!!! Credici, credici! Oh, scala sul 9...Ehi 2, che cazzo spingi? Ma va, va, sburambuca.... Taglia in mezzo! Oh, posso tirarla io questa?

7 commenti:

Anonimo ha detto...

fa troppo male parlarne. ed è per questo che venerdì ci sarò. e in silenzio guadagnero' il bordo. come nella tua foto. Z

Anonimo ha detto...

oh, fammela provare che questa me la sento.
dobbiamo organizzare 'sta partita prima che mi rompano di nuovo, io ho ripreso da un paio di settimane con ottimi risultati.

Anonimo ha detto...

Il calcio e i suoi diretti derivati sono lo sport Povero per eccellenza.
Come direbbe saggiamente il Deboscio.

Anonimo ha detto...

questi commenti vengono sempre da incapaci. calcisticamente parlando.

Anonimo ha detto...

tutto bello, ma manca la partita sulla neve del Salera, o sulla ghiaia del campo due con il Pul
D

thy.fore ha detto...

i giardini del salera sono già una categoria dell'anima, grazie a te.

Anonimo ha detto...

dovresti aggiungere uno schiaffo di ignazio,uno strascico di sudore novembrino di Amerio,un passo dell'oca binelliano o quantomeno l'agghiacciante"NON FERMATEVI,NON FERMETEVI!"(con uomo a terra) di Bianco. Ti chi si era nel'93 a giocare a calcetto su di un campo da tennis rovinatissimo vicino a valmanera...con Bino.... Una Pasquetta vissuta coi russi e lo scrivo maiuscolo RUSSI perchè non sono albanesi o marocchini ma RUSSI. Mi ricordi,invece, di te. Che con un bozzo in testa, fratello, mi chiedi:"Tutto bene?".
Tutto bene, si,....io.

Posta un commento