sabato 22 novembre 2003

Il Deboscio - appunti per la mia tesi di laurea allo Iulm

Le tette del Deboscio

Rileggono Milano con occhi critici, ma affascinati; semmai un poco rammaricati dal sottile provincialismo che pare non abbandonare la metropoli lombarda. Parlano e attaccano la città dei parvenu gli arrivisti del concetto), dall'arte all'editoria. Sono anonimi e lavorano nell'ombra. E, come avviene nelle grandi metropoli planetarie come Londra, per diffondere il loro verbo attraverso degli adesivi. Basta farsi una passeggiata per milano e non sarà difficile trovarli su fermate del tram, centraline elettriche, pali della luce, cartelloni pubblicitari, vetrine. Semplicemente l'ennesimo avamposto nostrano della street culture ormai sempre più main stream.

Venerdi 7 novembre dalle 23.00 "Freak Like Me". La contraddizione come sistema. La prima serata il Deboscio al Gasoline, evento volutamente mainstream per location e sidestream per utenza per inaugurare una serie di eventi a Milano e su Milano. Il deboscio, progetto già noto sul web, presenta la collezione di t-shirt Highbrow Streetwear e situazioni in video al pubblico suo amico e a chi ancora non frequenta.

Gli autori sono tre universitari milanesi legati da una casuale quasi-omonimia. Il primo è Davide, 23 anni, iscritto al corso di laurea in filosofia; gli altri due si chiamano entrambi David, hanno rispettivamente 22 e 21 anni e studiano psicologia ed economia. In Rete, sostanzialmente, stilano classifiche e sparano sentenze. Per loro stessa ammissione: Il sito è nato un anno fa. A spingerci a crearlo è stata la volontà di dire la nostra su ciò che ci dava fastidio della nostra città, della gente che ci abita e in particolare di alcuni personaggi ricorrenti e ammorbanti che la caratterizzano.

Di loro, oltre alla singolare tripla omonimia, non si sa nulla. Siamo tendenzialmente degli studenti. Abbiamo fatto questo sito perché avevamo due idee da scrivere e ci era sembrato il mezzo più immediato.

Il Deboscio non è un blog, non è un portale, non è neppure un progetto d'arte in rete: ha tutta l'aria invece di essere un manifesto. Una rilettura antipatica e pungente della metropoli contemporanea.
Milano dal punto di vista culturale non è messa male, le cose succedono. Il fatto è che molte di queste ci fanno incazzare. Il peggio del peggio secondo noi? Il critico Alessandro Riva e quello che rappresenta: lo spirito contadino. Anche Angela Vettese e tutti coloro che gravitano attorno al Quartiere Isola.

Non basta. Nel loro mirino anche le cosiddette rivistine. Si chiamano Zero2, Hot ecc. Scimmiottano il londinese Time Out ma scrivono troiate immonde, perché cercano di seguire perennemente cose che sono lontane da loro mille chilometri oppure vogliono fare qualcosa di creativo a tutti i costi con pessimi risultati.

Non solo: dato che anche i debosciati devono vestirsi, si improvvisano persino stilisti. Basta cliccare sulla scritta Highbrow Streetwear per accedere a un catalogo di t-shirt acquistabili online (oltre che nei negozi indicati) al prezzo di 25 euro. Per disegnarle ci ispiriamo a cose che hanno avuto importanza per una determinata generazione.

INTERVISTATORE: Perché i locali fanno così schifo? Perché sono tutti realizzazioni mancate delle misere pretese estetiche che popolano le testoline degli agenti immobiliari?
DEBOSCIO: Non saprei. a me piacciono gli scantinati rimessi a nuovo. però immagino che ognuno ha lo zio il cugino il cognato che arreda, fa, disfa, e allora lo fa lavorare. e poi non lo paga.

INTERVISTATORE: Perché certa gente accetta di buon grado file e umiliazioni davanti ai locali e si spazientisce se fa la fila in posta o se non scatti subito al verde del semaforo?
DEBOSCIO: Perché si vede che gli piace tanto. Per citare ancora una volta Londra, a Milano l'idea è tanta gente=bella festa (piace a tanti). A Londra: poca gente=miglior festa (piace a pochi). E in effetti qui è così. Più gente c'è, più la gente ci va. Poi si creano le code. Non credo cambierà mai. L'italietta...

INTERVISTATORE: Perchè i frequentatori dei locali amano così tanto il lusso e la raffinatezza e poi amano i calciatori tamarri, le veline chiattone, arredano le proprie case alla Stalla Lombarda e leggono deliziati la Bibbia del Burino (Io non ho paura di Ammaniti)?
DEBOSCIO: Contraddizioni che non sono da sanare, a mio parere. Altrimenti si esaurisce l'effetto comico.


BIBLIOGRAFIA (WORK IN PROGRESS)
R. OLIVA, La filosofia del Deboscio è online, Il Corriere della Sera, agosto 2003
AA.VV., Freak Like me, Milano Tonight, 7 novembre 2003
AA.VV., La Milano dell'arte contemporanea e dell'editoria? Ci fa proprio incazzare, Exibart, 16 agosto 2003
T. LABRANCA, Understate, 20 novembre 2003