lunedì 17 settembre 2012

la sindrome del tecnico


ufficio africano

Quello che caratterizza è voler essere e dimostrare agli altri quello che non si è, e  tutta la nostra poetica è l'osservazione di quanto siano comici i vani tentativi di colmare  la distanza tra aspirazioni e realtà.

Come dice la barzelletta, in paradiso ci sono tecnici tedeschi e cuochi italiani: il desiderio di rovesciare questo teorema da sempre porta gli italiani a venerare i tecnici, fino a sfociare recentemente nella c.d. sindrome del tecnico, i cui venefici effetti sono sotto gli occhi di tutti.

Questa sindrome ha radici lontane,  in cui possiamo ritrovare le ragioni dell'attuale crisi politica ed economica:  in Italia ogni attività è vista con gli occhi di chi la deve fare e non in base ai gusti del pubblico, per cui i prodotti fanno pena e appena crollate le barriere corporativiste che ci contraddistinguono, sono spacciati.
Una manciata di esempi, partendo dalla Fiat: le auto torinesi notoriamente sono brutte, caratterizzate da un'ossessione di ottimizzazione ingegneristica che non tiene conto delle percezioni del pubblico.
Passiamo al cinema : tutti i film hanno una manciata di attori, sempre gli stessi, con cui i registi si trovano bene. Una volta erano scelti in base ai gusti del pubblico, oppure in base a chi il produttore decideva di portarsi a letto, che poi è un criterio simile a quello dei gusti del pubblico.  Tutti i film italiani hanno tre protagonisti: Servillo, che a Hollywood potrebbe fare solo il caratterista, la Rohrwacher cui mancano ancora trent'anni per fare la Streep o la Swinton, Favino che nel vuoto in cui versiamo stiamo cercando di spacciare per sex-symbol.
Chiudiamo con la politica, sottolineando che non a caso negli ultimi due settori che abbiamo citato si è cimentato con successo Berlusconi, che è una bestia, ma sa focalizzarsi sul bisogno invece che sul prodotto: il governo Monti, grazie all'aura di impunità del tecnicismo, ha adottato finora misure che avrebbero potuto adottare tutti, le tassazioni, corredandole di un surplus di provvedimenti quick & dirty (riforma pensioni con tanto di esodati, riforma della giustizia con idee las vegas come il pagamento cash per ottenere la motivazione della sentenza) che al confronto Scilipoti è un fine chirurgo.
E  anche il partito del momento, il fulgido Movimento 5 stelle, basa tutto il suo non programma nell'attesa epifanica dei tecnici: il Sindaco di Parma è stato eletto non con un programma o una giunta, ma con la promessa che si sarebbe messo a leggere i cv dei tecnici che sarebbero arrivati.
Del resto, qual è la componente ideologica della base elettorale di questo partito? La capacità di collegarsi a internet e di ridere delle battute di Grillo, l'evoluzione dei fogli simil fantozzi che si trovavano negli uffici negli anni '80, della comicità gialappas anni '90 e delle presentazioni powerpoint che circolavano all'alba dei '00; in sovrappiù, leader occulto del partito è quel Casaleggio che ha il merito di aver imparato a copiare dischetti da piccolo ed ora è veloce a ripulire la cache dei blog di beppe.

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