Marco Bellocchio firma con Bella Addormentata, ispirato dagli ultimi giorni di Eluana Englaro, un film necessario, ma assolutamente turpe e vergognoso, che farebbe venir voglia di concordare con i vari schizofrenici dei movimenti pro vita che lo hanno attaccato a Venezia.
Bellocchio approfitta di un materiale che sarebbe potentissimo, dalle bestialità di Berlusconi sulla possibilità che Eluana potesse procreare fino alla becera ignoranza degli attivisti con le loro bottigliette d'acqua sui davanzali della clinica, per fare un remake al contrario dei Pugni in tasca, una pochade metafamiliare che chiarisce una volta per tutte le ragioni della progressiva desertificazione del cinema italiano in nome del familismo amorale.
Il cast infatti ci offre una fejoada invereconda di parentele:
- Pier Giorgio Bellocchio, figlio del regista, protagonista di un episodio inutile, si ispira al personaggio di Francesco Salvi in Vado a vivere da solo, e tampina tossiche che si stanno per uccidere con l'opzione reale che una volta uscite dalla depressione queste gliela diano;
- Brenno Placido, figlio di Michele Placido, è nel film figlio di Gianmarco Tognazzi fu Ugo, e interpreta proprio la parte del padre Michele nella vita reale, incazzato con l'Italia, con gli esami di ammissione, con gli italiani, con il pubblico di Taormina, con la sorella che non muore e che quindi non permette alla madre Isabelle Huppert di paracularlo per entrare in accademia;
- Alba Rohrwacher, a 34 anni suonati, interpreta Rosi Bindi 23enne nella sua unica notte d'amore, portando in dote al film il compagno Saverio Costanzo, figlio dell'indimenticato Maurizio, che fa il fotoreporter di Forza Italia, e sua madre nel film è Federica Fracassi, la moglie di Aldo Nove, che così è potuto andare a Venezia e se ne è vantato su Facebook.
I tre episodi si intrecciano e l’obiettivo dovrebbe essere farci riflettere sull’eutanasia prendendola alla larga, ma il risultato è che si rimane talmente al largo che alla fine Lilly e il vagabondo è più efficace nel denunciare il dramma dell’emigrazione italiana nella scena del ristorante, senza dimenticare la corruzione della nostra cucina all’estero nel piatto di spaghetti con polpette posticce.
La parte più fichetta è la scena della sauna completamente copiata da 8 1/2 di Fellini in cui Roberto Herlitzka herlitzka da par suo e riduce Servillo alla solita parte di guitto napoletano, in cui viene superato a destra anche dal grande Gigio Morra nella parte del trafficone come ai tempi del musical sul Vietnam di Sogni d'oro.
In sala si assistono scene da Corazzata Potemkin con gli spettatori che chiedono pietà di fronte ad una Alba Rohrwacher dopo la solita scopata one shot di tutti i suoi personaggi per delineare la doppia moralità cattolica con Riondino uomo del sud che scompare dopo aver fatto tacca perché tiene famiglia, e a una Maya Sansa che occhieggia Anna Magnani e cita il finale di Batman che muore ma poi si scopre che non è morto; in questo bailamme menzione d'onore per Carlotta Cimador, Miss Topolini 2007, l’unica a salvarsi nell’impeccabile parte della bellona in stato vegetativo.
voto: sottozero