Alba non sa cos’è la verità, perché lei ha la fede, la fede nel suo lavoro di attrice.
La fede esclude la ragione, e Alba come un’apina laboriosa si infila nell’alveare dei suoi luoghi comuni per ogni film.
Parte l’intervista e subito il lavoro sul personaggio, le prove e i provini, il rispetto per il regista che la guida.
Solo quando le domande si fanno interessanti, Alba non risponde: le scene di sesso, come sono state, Alba risponde a monosillabi.
Tanto la verità non è richiesta, la verità arriva sempre dopo nella vita, quando non conta più.
Hai avuto ragione? Sei stato il migliore? non conta quando davvero hai fatto, contava quanto gli altri avevano creduto tu avessi fatto.
Quando un cantante incide un disco, se venderà poco, sarà il prossimo il disco che non farà più, non questo.
Nella vita primordiale i selvaggi si sfidavano, uno restava in piedi l’altro moriva, era subito evidente.
Nella vita attuale, non c’è questa evidenza, perché lo sconfitto intanto continua ancora a lavorare, lo scarto nell’esito conviene perché nel periodo di transitorietà lo sconfitto genera un plusvalore di cui il vincitore si approprierà più avanti.
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