Leggendo l'intervento odierno di Famiglia cristiana, c'é da rimanere allibiti e addolorati. E' ovviamente legittimo criticare un Governo, un Premier, ed eventualmente non condividere gli stili di vita dell'una o dell'altra personalità pub...blica. Ma dovrebbe esserci una differenza netta tra la critica legittima e l'insulto, la violenza verbale, la criminalizzazione morale. Si deve purtroppo concludere che, in un momento in cui già tanti gettano benzina sul fuoco, anche Famiglia cristiana intende partecipare all'aggressione selvaggia in corso contro Silvio Berlusconi come politico e come persona. Forse qualcuno lo ha dimenticato o lo ignora, ma presentare come 'malato' un avversario politico o un dissenziente era abitudine dei peggiori regimi, dei veri e propri incubi della storia del Novecento. Che si riproponga questo metodo dà il segno di quanto sia triste questo autunno italiano.
Daniele Capezzone, portavoce Pdl
domenica 31 ottobre 2010
sabato 30 ottobre 2010
venerdì 29 ottobre 2010
La narrativa italiana e gli omogeneizzati per adulti senza casa
Non passa anno che non esca un romanzo di successo con la voce narrante di un bambino, e non poteva mancare all’appello Niccolò Ammaniti, a raccontare «quel paesaggio dell’adolescenza di cui è impareggiabile ritrattista». Non passa anno che io, en passant, molto passant per la verità, non scriva la stessa recensione tanto intercambiabile quanto questi librini di letteratura d’infanzia per adulti. Eppure stavolta vorrei astenermene, o meglio, capitandomi tra i piedi una pila di Io e te, del quale sono invase le librerie, ennesima storiella facile facile di un ragazzino rinchiuso in una cantina con una sorella che lo svezzerà al mondo reale (con l’alibi del racconto di formazione), ho avuto una illuminazione particolare in più sulla narrativa italiana di successo o di insuccesso in generale. Insomma, non c’entra solo il trucco di sfornare narrazioni minimali da prima elementare e prima alfabetizzazione per nascondersi dietro al paravento paraculo dell’infanzia e davanti al consapevole espediente che una stronzatina scritta da un adulto per adulti resta una stronzatina mentre una stronzatina scritta da un bambino sembra una commovente verità. Perché alla fine, nella furberia, i più innocui mi sembrano proprio loro, i bambini che non hanno paura di Ammaniti, i bambini di cui non si sa nulla della Vinci, il bambino che sognava la fine del mondo di Scurati, il bambino e il papà di Veltroni, il bambino evangelico di Baricco, i bambini di Nove, i bambini di Scarpa, e quest’ultimo bambino di Ammaniti stampato su carta ecosostenibile Cyclus Offset (per paradosso nella collana Stile Libero Big), e ancora di più i bambini veri fuori dai libri, che sono molto più intelligenti e svegli di tutti i suddetti bambini narrati. Detta altrimenti, basterebbe fare un piccolo esperimento scientifico, e leggere una pagina dell’ultimo bambino di Ammaniti e confrontarla non solo con gli altri libri di bambinanti, ma con la maggior parte dei romanzi italiani pubblicati, e scoprire che la lingua è la stessa, le strutture anche, le Weltanschauung stringi stringi anche, di qualsiasi cosa parlino. È difficile trovare scritture non dico da studiare, ma da citare, sulle quali pensare pensieri profondi, difficile non trovare scritture che non sembrino traduzioni di traduzioni dall’inglese di testi sempre elementarissimi, da elementari o su di lì. Se il fratello d’Italia Arbasino non leggeva granché i contemporanei perché in una casa prima dei soprammobili ci vogliono i mobili, qui siamo ai giocattoli e non serve più neppure la casa. Così nell’ultimo Ammaniti il massimo della riflessione è «Un gabbiano era appollaiato sullo scheletro di un albero ricoperto di buste di plastica che spuntava dall’acqua color fango. Se fosse venuto Dio e mi avesse chiesto se volevo essere quel gabbiano, avrei risposto di sì», e comunque, attenzione, questi passaggi non sono da disprezzare, sarebbero perfetti per una canzone di Povia o Jovanotti o Celentano, basterebbe scandirli diversamente («Un gabbiano era appollaiato/ sullo scheletro di un albero/ ricoperto di buste di plastica...»), benché già Jonathan Livingston se ne sarebbe volato via prima di appollaiarsi. Insomma, se leggiamo i punti di non ritorno dei cosiddetti classici, da Flaubert a Kafka, da Balzac a Proust, da Sterne a Faulkner al Fitzgerald citato in epigrafe nell’ultimo racconto di formazione di Ammaniti, tirando le somme non sembrano scritti da bambini anche gli altri romanzi per adulti? Quale reale differenza di spessore tra scritture ci sarà mai tra la Avallone e la Murgia e Giordano e il nuovo Piperno (che però ha dalla sua l’alibi dell’ebraismo, ossia scrive «con un’acribia stilistica da certificatore della purezza kasher», secondo la certificazione del rabbino D’Orrico) e il Lui e lei di Andrea De Carlo e i noi di Veltroni e perfino con la camorra raccontata in modo così semplificato da Saviano (ve lo immaginate che gmommero inestricabile sarebbe saltato fuori se Gomorra lo avesse scritto Carlo Emilio Gadda?), fino alla poetica del mondo storto di Corona, un mondo che finirà perché non coltiva più le patate? Chi non è d’accordo scagli una pagina di letteratura, o se non altro la prima patata, o almeno l’ultimo bambino superstite.
Massimiliano Parente
Massimiliano Parente
mercoledì 27 ottobre 2010
martedì 26 ottobre 2010
lunedì 25 ottobre 2010
giovedì 21 ottobre 2010
mercoledì 20 ottobre 2010
mario de sà-carneiro
Io non sono io e neppure l’altro
Son qualche cosa di intermedio
pilastro del ponte del tedio
che da me va verso l'Altro.
Son qualche cosa di intermedio
pilastro del ponte del tedio
che da me va verso l'Altro.
martedì 19 ottobre 2010
la distanza dalla verità
Alba non sa cos’è la verità, perché lei ha la fede, la fede nel suo lavoro di attrice.
La fede esclude la ragione, e Alba come un’apina laboriosa si infila nell’alveare dei suoi luoghi comuni per ogni film.
Parte l’intervista e subito il lavoro sul personaggio, le prove e i provini, il rispetto per il regista che la guida.
Solo quando le domande si fanno interessanti, Alba non risponde: le scene di sesso, come sono state, Alba risponde a monosillabi.
Tanto la verità non è richiesta, la verità arriva sempre dopo nella vita, quando non conta più.
Hai avuto ragione? Sei stato il migliore? non conta quando davvero hai fatto, contava quanto gli altri avevano creduto tu avessi fatto.
Quando un cantante incide un disco, se venderà poco, sarà il prossimo il disco che non farà più, non questo.
Nella vita primordiale i selvaggi si sfidavano, uno restava in piedi l’altro moriva, era subito evidente.
Nella vita attuale, non c’è questa evidenza, perché lo sconfitto intanto continua ancora a lavorare, lo scarto nell’esito conviene perché nel periodo di transitorietà lo sconfitto genera un plusvalore di cui il vincitore si approprierà più avanti.
La fede esclude la ragione, e Alba come un’apina laboriosa si infila nell’alveare dei suoi luoghi comuni per ogni film.
Parte l’intervista e subito il lavoro sul personaggio, le prove e i provini, il rispetto per il regista che la guida.
Solo quando le domande si fanno interessanti, Alba non risponde: le scene di sesso, come sono state, Alba risponde a monosillabi.
Tanto la verità non è richiesta, la verità arriva sempre dopo nella vita, quando non conta più.
Hai avuto ragione? Sei stato il migliore? non conta quando davvero hai fatto, contava quanto gli altri avevano creduto tu avessi fatto.
Quando un cantante incide un disco, se venderà poco, sarà il prossimo il disco che non farà più, non questo.
Nella vita primordiale i selvaggi si sfidavano, uno restava in piedi l’altro moriva, era subito evidente.
Nella vita attuale, non c’è questa evidenza, perché lo sconfitto intanto continua ancora a lavorare, lo scarto nell’esito conviene perché nel periodo di transitorietà lo sconfitto genera un plusvalore di cui il vincitore si approprierà più avanti.
lunedì 18 ottobre 2010
Noi esistiamo per noi stessi, forse, e talora cogliamo anche un barlume della nostra identità, ma alla fine non siamo mai sicuri, e col passare delle nostre vite diventiamo sempre più opachi al nostro sguardo, più consci della nostra disorganicità. Nessuno può sconfinare in un altro - per il semplice motivo che nessuno può accedere a se stesso.
Paul Auster, Trilogia di New York
Paul Auster, Trilogia di New York
potevano aspettarsi dagli albergatori un'accoglienza privilegiata
giovane coppia urbana ricca senza figli, esteticamente molto decorativa, ancora nella prima fase del loro amore, e perciò pronti a meravigliarsi di tutto, nella speranza di costituirsi una riserva di bei ricordi che sarebbero serviti loro al momento di affrontare gli anni difficili, che avrebbero forse anche permesso loro di superare una crisi di coppia.
Michel Houellebecq, La carta e il territorio
Michel Houellebecq, La carta e il territorio
venerdì 15 ottobre 2010
giovedì 14 ottobre 2010
kristen schaal @ flight of the conchords
d'ora in poi il mercoledì è la serata di flight of the conchords & kristen schaal
mercoledì 13 ottobre 2010
martedì 12 ottobre 2010
l'imitazione di maria de filippi del bagaglino faceva molto ridere,magari alla fnac vendono il cofanetto con i dvd di tutte le migliori stagioni del bagaglino,o magari esce nel periodo di natale così me lo posso regalare e me lo guardo da solo, la sera del 25 dicembre, mangiando Sofficini al formaggio e bevendo Tavernello, col berretto di babbonatale dei cinesi in testa.
aldo 9
aldo 9
lunedì 11 ottobre 2010
modaioli volenterosi, ambiziosi nel piccolo, le persone buone e sole che trovano nel gruppo il loro senso storico e la loro affermazione di plastica, pupazzi che amano descriversi attraverso nomi, citazioni e marchi, che perpetuano il gusto e la goffaggine tipiche del principiante, di chi ha visto sempre tutto da lontano, di chi vive alla periferia delle cose, e che fa del sentito dire la principale fonte di esperienza, quelli che credono di essere troppo dei pazzi, quelli che ostentano la loro personalissima bohéme seriale, il loro gusto in ciabatte.
domenica 10 ottobre 2010
cosavogliodipiù
quel babbo di soldini che dice una milano fatta di non luoghi con i pendolari che prendono il trenino una milano di uffici una milano che di sera si svuota non se la merita
alba in complicazione che si gratta la testa il naso le orecchie e non chiude una frase
alba in complicazione che si gratta la testa il naso le orecchie e non chiude una frase
sabato 9 ottobre 2010
giovedì 7 ottobre 2010
parente legge l'ultimo houellebecq
Non è successo nulla di quanto speravo in gioventù. Ci sono stati momenti interessanti, ma sempre difficili, sempre strappati al limite delle mie forze, non mi è apparso mai nulla come un dono e adesso ne ho proprio abbastanza, vorrei solo che tutto finisse senza sofferenze eccessive, senza malattie invalidanti, senza infermità. Non resta che rimpiangere ciò che non c’è più, le illusioni perdute, per gli amori passati, la giovinezza, l’infanzia, o perfino per un parka Camel Legend ormai fuori produzione, benché siamo tutti dei prodotti, incluso l’essere umano con la patetica illusione di una sopravvivenza nei figli, quando invece anche noi verremo colpiti da obsolescenza. Il funzionamento del dispositivo è identico - a parte che non c’è di solito nessun miglioramento tecnico o funzionale evidente; rimane solo l’esigenza della novità allo stato puro.
mercoledì 6 ottobre 2010
martedì 5 ottobre 2010
lunedì 4 ottobre 2010
pnl
Tutti i libri dei formatori americani iniziano con la descrizione di uno stronzo, e poi di uno stronzo che ha successo, lo stronzo sei tu e lo stronzo che ha successo è l’autore.
domenica 3 ottobre 2010
alba al suo massimo
passerei ore a intervistarla e a sentirla incespicare nei suoi mi sembra qualcosa che boh
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-2ad45332-f56c-4833-bd7e-04513f45a0f7-tg1.html
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-2ad45332-f56c-4833-bd7e-04513f45a0f7-tg1.html
sabato 2 ottobre 2010
L’infelicità che gli uomini comuni lamentano viene unicamente dall’errata convinzione di esistere per il raggiungimento della felicità; o che la felicità esista perché gli abitanti di questa scadentissima parte dell’Universo che è la Terra possano raggiungerla.
Tutto procede da questo malinteso iniziale, da questo primo capzioso sillogismo. Riteniamo la nostra esistenza così essenziale per l’Universo che siamo portati a darle uno scopo. Ora bisognerebbe prima dimostrare che anche l’Universo ha uno scopo. La verità, che un bel giorno ci si rivela ma che ci affrettiamo a rifiutare, è che nemmeno l’Universo ha uno scopo. Se avesse uno scopo non sarebbe eterno, né si farebbe credere tale.
Ennio Flaiano, La saggezza di Pickwick, in Diario notturno
Tutto procede da questo malinteso iniziale, da questo primo capzioso sillogismo. Riteniamo la nostra esistenza così essenziale per l’Universo che siamo portati a darle uno scopo. Ora bisognerebbe prima dimostrare che anche l’Universo ha uno scopo. La verità, che un bel giorno ci si rivela ma che ci affrettiamo a rifiutare, è che nemmeno l’Universo ha uno scopo. Se avesse uno scopo non sarebbe eterno, né si farebbe credere tale.
Ennio Flaiano, La saggezza di Pickwick, in Diario notturno
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