berlusconi l' ho conosciuto qualche anno fa, a cena in un palazzo di via Giulia. Alla fine del pranzo, Confalonieri si mise al piano e lui iniziò il suo repertorio di canzoni francesi, la migliore fu La vie en rose, mi pare che cantasse mica male, ricordava un certo Tino Rossi, uno coi capelli leccati che aveva un certo seguito negli anni Quaranta e Cinquanta. Alla fine, per scherzo, andai e gli diedi 10 mila lire, "per l' orchestra". Lui non fece una piega, ringraziò, spezzò in due la banconota e ne diede un pezzo all' amico Fedele».
Da trent' anni vivo come in albergo, senza pesare su nessuno. Ho perfino imparato a dialogare con l'acqua e con i suoi rumori: sono felice delle mie giornate, non mi sono mai sentito solo. Qui, è vietato affittare a chi ha bambini o cani, una meraviglia. Al di là degli acciacchi, finalmente parlo per ore con i miei figli Claudio e Marco: pensando che stessi per morire, hanno inaugurato l'abitudine di passarmi a trovare ogni mattina, passeggiamo insieme e forse non sanno che questa è ormai la mia vera e unica ragione di vita.
Mi laureai in medicina, volevo specializzarmi in psichiatria. Dopo sei mesi al manicomio di Voghera, lasciai perdere. Avevo voglia di non far niente, di essere ricco e di girare il mondo. Ci sono riuscito. Ma ero contento quando un film non si faceva. L’idea di alzarmi presto la mattina per andare a girare era una tortura.
I vecchi sono cattivi, sono come i bambini, hanno le invidie. E come i bambini vedono i difetti, vedono tutto. Sono invecchiato all’improvviso, mentre passeggiavo in viale Buozzi. Scende una ragazza da una Harley Davidson, si toglie il casco, scuote i capelli, mi guarda e sorride. Ero paralizzato, innamorato perso. Lì ho realizzato che avevo 86 anni.
Mi sto sciogliendo, piano piano. Se fosse stato per me, sarei morto volentieri nel Duemila, una bella data da incidere sulla lapide. Quando sarò al lumicino, voglio essere portato a finire in quel di Waterloo, in Belgio. Sono stato a vedere la tristissima pianura dove l'Imperatore fu sconfitto, non è un granché. Ma la prego di immaginare che bella figura farei, io ateo non pentito: Dino Risi, nato a Milano, morto a Waterloo.
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