domenica 29 aprile 2007

la sconfitta [Zat-Q 10.000-0]

ti porto al mare in macchina lavata, pulita dentro e fuori, girando tutta la notte prima al freddo coi finestrini aperti per fare andare via l'odore di fumo che non ti piace affatto.
fumi? inizio a fumare le tue stesse sigarette e possiamo accendercele avvicinando la brace di una all'altra.
cicca pure fuori dal finestrino semiaperto in modo che la cenere cada tutta sulla guaina di gomma lasciando un lungo rivolo sulla portiera.
togliti pure le scarpe e metti i tuoi piedi sudati sul cruscotto.
oppure vuoi che te li massaggio? li massaggio.
oppure tieni le scarpe e, dopo che hai preso la droga al parco appoggia le suole piene di fango sulla tela della portiera. appoggiale sul portaoggetti, sulla manopola dei vetri della mia macchina.
bevi la birra mentre guido, rovesciala pure sul mio sedile, rovesciaci le briciole, perdi pure i tuoi pippotti per la cocaina nelle intercapedini dei miei sedili, sporgiti dal finestrino mentre guido.
sempre mettendo la musica che piace a te, l'elektro sparata a mille, rompimi la membrana delle casse, le ricompro, la rirompi.
a culo nudo, lascia pure i tuoi umori sui miei sedili, fammi parcheggiare in divieto di sosta, davanti a una porta, un portone, un senso unico, cerchiamo un civico
non trovandolo, accelerando, andiamo insieme a Nonantola al Vox, ma becchiamo l'autovelox, perché hai fretta.
e non ti piace e allora andiamo a Baggiovara al Jam, ma c'è l'anima mia, portami via, la barista figa, ti spari una riga.
mi vomiti in macchina, mi fermo in mezzo alla strada, apro lo sportello e anch'io vomito e riparto con la portiera ancora mezza aperta e mezza sporca.
i tuoi assorbenti, i tuoi vestiti, ho il tuo portafoglio in macchina. rimanere abbracciati tutta la notte senza fare niente perché stai male.
gli squilli al cellulare.
quel ragazzo del mare.
di figa nemmeno un assaggio, ti arriva un messaggio, di dirmi chi è non ne hai il coraggio, oscuro miraggio, lo aspetta un pestaggio, e pensare a quel viaggio, per portarti alla spiaggia, col caldo di maggio, mi dileggi.
la sambuca a collo sorseggi.
dici che ho solo difetti e non preg-gi.
ti compro i regali.
poi scappi.

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