sabato 25 febbraio 2006

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Sia chiaro fin dall’inizio: non troveremo né un fine per la nazione né la nostra personale soddisfazione nella mera continuazione del progresso economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base del mib30, né i successi nazionali sulla base del prodotto interno lordo.
Perché il prodotto interno lordo comprende l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle stragi del sabato sera.
Mette nel conto le serrature delle porte Dierre con cui ci chiudiamo in casa, e le prigioni per coloro che le scardinano.
Il prodotto interno lordo comprende la distruzione degli abeti e la morte della valle di Susa.
Il prodotto nazionale lordo si gonfia con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte nelle nostre città; e benché non diminuisca a causa dei danni che le rivolte provocano, aumenta però quando si ricostruiscono i gratosoglio sulle loro ceneri.
E se il prodotto nazionale lordo comprende tutto questo, molte cose non sono state calcolate.
Non tiene conto dello stato di salute dei nostri figli, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro giochi.
E’ indifferente alla decenza delle nostre fabbriche e insieme alla sicurezza delle nostre strade. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei nostri matrimoni, l’intelligenza delle nostre discussioni o l’onestà dei nostri dipendenti pubblici. Non tiene conto né della giustizia dei nostri tribunali, né della giustezza dei rapporti tra noi.
Il prodotto interno lordo non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né le nostre conoscenze, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.
Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita valevole di essere vissuta.
E può dirci tutto sull'Italia, eccetto se siamo orgogliosi di essere italiani.

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