giovedì 7 agosto 2003

Il Futuro

Ho sempre sostenuto che il punto d'arrivo dell'umanita' sia una società dove c'e' talmente tanta abbondanza di beni materiali che nessuno ne vorrebbe rivendicare la proprieta' esclusiva.
Immagino che, tra diecimila o quindicimila anni, tutti i beni saranno prodotti dalle macchine (robot ecc.) , che provvederanno anche autonomamente alla loro manuntenzione.
E a costruire altre macchine produttrici.
L'abbondanza di energia, reperita con scoperte a noi oggi sconosciute, farebbe il resto. Cosi' uno, ad esempio, prende un automobile che trova in strada, la usa per andare in un posto, e poi la "libera" di nuovo, senza problemi.
E cosi' per tutti gli altri beni di consumo che, vista l'abbondanza assoluta, non avranno praticamente alcun valore reale, se non quello strettamente collegato all'uso che se ne deve fare in quel preciso istante. Finito l'uso, liberi tutti.
Visto che gli oggetti saranno "liberi", è chiaro che anche i reati contro la proprietà (furti, rapine ecc.) scompariranno, rendendo superflua l'esistenza delle forze di Polizia.
E poiché le guerre si fanno per i soldi, e i soldi servono a comprare beni di consumo, non potrà che esserci pace permanente. Nessun esercito, né soldati né armi, forse � proprio l'isola che non c'e'.
Anarchia, non dettata da un sistema politico imposto, ma come processo naturale e inevitabile.
Affascinante. L'umanità verrebbe scollegata dal sistema di valori legato alla ricchezza materiale ed ai beni di consumo. L'intelligenza, l'altruismo saranno considerati i valori più importanti, e sorpasseranno alla grande il valore del successo in carriera e dell'affermazione economica.

Paul Olden

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