D'Annunzio la definirebbe immaginifica demiurga d'immagini, e probabilmente le ricorderebbe Romaine Brooks.
Ma lei è mutevole come le nuvole, nuova ogni giorno come il sole, in continuo cambiamento come Hokusai, le ragazze aprono blog ispirati al suo, e lei il suo l'ha chiuso...(ma per fortuna rimane quello in inglese).
Insomma, Bruko.
E-BLOG: Sara, 26 anni, una laurea in ingegneria, un lavoro nel design industriale, ma soprattutto, secondo me, la più grande fotografa vivente.
Cosa manca e cosa è sbagliato in questa descrizione?
BRUKO: Beh... A parte il fatto che ho una laurea in Disegno Industriale, lavoro in un agenzia di pubblicita', non sono la piu' grande fotografa vivente e -vista l'influenza che c'e' in giro- tra poco potrei non essere nemmeno piu' vivente?
C'e' tutto: Sara, 26 anni. Ho dei seri problemi con le definizioni di me stessa.
E-BLOG: La ragione per cui mi piacciono le tue foto è che sono racconti brevi, romanzi a puntate, zibaldoni: Travelinghead, ma anche bruttavita.com. La parola diventa parte della foto, la foto parte del racconto. Tutte le arti sono evolute tecnicamente, e le tue fotografie sono espressione della contemporaneità tecnologica nell'ambito della fotografia e della grafica, solo la letteratura è rimasta quella di 2.000 anni fa. Io vorrei una letteratura che è anche figura, sono andato in libreria tutto esaltato a sfogliare "La Misteriosa fiamma della Regina Loana" perché dicevano che era il primo esperimento di letteratura per immagini, ma era un comune romanzo con foto in mezzo. Peter Greenaway è molto spesso pesante, noioso, ma è l'unico che veramente sta facendo uno sforzo di portare l'espressione artistica a come dovrà essere. Questa domanda è un po'come un film di Greenaway, ci ho buttato tutto dentro affinché rappresentasse al tempo stesso concetti generali e osservazioni particolari, ma alla fine è solo un gran pasticcio... Tu fai come Michael Nyman, rispondi quel che vuoi.
BRUKO: 42.
No, scherzo. Per me il legame tra immagini e parole e' importantissimo. E' come se si suggerissero a vicenda senza mai tentare di definirsi, e lo spazio di interpretazione che rimane vuoto nel mezzo viene riempito da chi guarda e legge,
filtrando il tutto con le proprie esperienze.
Se io faccio una foto ad un mazzo di chiavi e ci scrivo di fianco "il miglior amico dell'uomo", automaticamente la mente comincia a fare connessioni che giustifichino questa giustapposizione. Saranno le chiavi di una macchina sportiva? Saranno una metafora della necessita' di avere una chiave d'interpretazione? Sara' una cosa fatta totalmente a caso? Probabile, ma non toglie nulla al divertimento.
Sul fatto che la letteratura sia rimasta quella di duemila anni fa, dissento.
2000 anni fa chi scriveva lo faceva con intenti completamente diversi, con la coscienza dello scripta manent.
La maggior parte era analfabeta e quindi la scrittura aveva qualcosa di quasi magico. Era potente.
Se non fosse cambiato nulla, al classico mi avrebbero fatto tradurre il diario dello schiavo di Catone, in cui sarebbero stati segnati testi di canzoni, commenti sulla schiava del vicino, lamentele sull'inutilita' della propria esistenza.
La tecnologia non ha cambiato solamente il modo di avvicinarsi all'immagine ma anche alla parola.
Anche solo la possibilita' di scrivere, cancellare, copiaincollare ed impaginare il testo che da' un qualsiasi word processor cambia il modo di passare dal pensiero al segno.
In letteratura, come in fotografia, come in qualsiasi altra forma d'espressione c'e' comunque chi si limita ad una pedissequa imitazione dei classici, voglio dire... c'e' un tizio in America che fa dagherrotipi...
E-BLOG: La Arcuri, ma qualsiasi attrice fotografata nuda in un calendario, è solita dire che lei si spoglia solo per nudi artistici.
Eppure le sue foto non mi sembrano un nudo artistico, ma solo un pretesto per far vedere le tette.
Nel tuo caso invece il nudo è funzionale alla foto, non avrebbe senso la foto con te in maglietta.
Mi spieghi come mai invece anche la foto della Arcuri è un nudo artistico?
BRUKO: Ah, abbiamo deciso che lo e'?
Per quello che ne so io e' la stessa cosa che potrebbero aver detto le modelle del bagno turco di Ingres.
In fondo se la stessa identica foto (composizione e luce) fosse stata scattata anche ad una modella undicenne e ad una ottantenne, stampata come trittico, numerata ed appesa ad un muro e presentata nel corso di un vernissage con critici conclamati, nessuno avrebbe avuto dubbi a riguardo.
E-BLOG: Quando viene una tua amica a trovarti e poi vi fate le foto e vi mettete i costumi ecc. quando tempo ci metti a fare tutto? Tipo, hai un fondale sempre montato in casa? e come nasce la cosa? le dici "adesso ci facciamo le foto"?
BRUKO: Non mi capita mai di saltar su con qualcosa tipo "ehi, perche' non facciamo delle foto adesso?"
Spesso decidiamo di fare delle foto, decidiamo un giorno in cui abbiamo un pomeriggio libero e poi io vado a casa sua o lei viene a casa mia.
I fondali, quando ci sono, sono teli di stoffa (in fondo solo figlia di un tappezziere) che vengono appesi a caso. Poi possiamo fare foto per mezz'ora o due ore, dipende da quanto ci divertiamo a farlo. Il resto del pomeriggio viene speso a fare merenda, sparlare e fare cose da donne, come scambiarci ricette, discutere sulla migliore marca di assorbenti o di depilazione.
E-BLOG: Da gennaio è capace che mi tocca tornare a vivere a Milano.
Dimmi tre posti che mi facciano sentire minimal e hip come dentro una tua foto.
BRUKO: L'androne del mio palazzo, il passante di Porta Venezia, il museo di Scienze Naturali a Palestro.
E-BLOG: So che hai fatto le fotografie di un matrimonio di una tua amica, come del resto Vanessa Beecroft ne aveva fatta una bellissima del suo.
Il tuo "servizio fotografico" in che cosa si differenziava dai soliti servizi filmato + foto 250 euro? Quante chances ho di riuscire a contrattarti per il servizio fotografico del mio matrimonio?
BRUKO: Al momento mi risulta che i fotografi chiedano mooolto di piu' per il servizio filmato - foto :) A parte questo, credo che il motivo per cui Silvia e Luca hanno chiesto a me di fotografarli e' una questione di confidenza: sapevano che avrei evitato di trasformare la chiesa in un set fotografico, che non li avrei costretti a "fare il giro" nel parco con una bicicletta in mano e il cestino pieno di fiori e che non avrei rotto le palle a nessuno.
Non volevano un fotografo vero (che sarebbe stato sicuramente piu' qualificato di me, a livello tecnico), volevano qualcuno che li conoscesse abbastanza da sapere come fotografarli (ma soprattutto come non fotografarli) e volevano dei ricordi del
loro matrimonio. Le stesse foto le avrebbe potute fare chiunque altro. Io ero piu' qualificata delo zio con la macchinetta usa e getta, ma era solo una questione tecnica.
L'unica cosa che puo' essere assimilata al resto del mio lavoro e' il servizio che ho fatto alla sposa durante la "vestizione".
Comunque fare foto ad un matrimonio e' stato piu' stressante di laurea e maturita' assieme, quindi direi nessuna chance.
5 commenti:
buon autunno...
senzaidee
l'unica ragione per dare spazio a questa è di prenderla per il culo e l'hai fatto in modo troppo sottile
Caro Anonimo,
sono certo che è molto più facile prendere per il culo te.
Vieni a dimostrarmelo allora. Ti aspetto all'entrata del Don Carlos, lavoro lì.
Ecco bravo, allora usa la tua arguzia per far tacere quei buzzurri dei tuoi clienti quando escono in strada, grazie;)
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